Lo scompenso cardiaco è l’incapacità del cuore di pompare il corretto apporto di sangue a tutti gli organi. Nei suoi stadi più precoci è una malattia quasi completamente asintomatica e questo la rende molto difficile da individuare inizialmente.
Può avere luogo a qualsiasi età e può dipendere da diverse cause.
Che cos’è lo scompenso cardiaco?
È l’insieme di sintomi causati dal cattivo andamento della funzione contrattile del cuore, che non riesce a garantire l’appropriato approvvigionamento di sangue agli organi.
Le cause possono essere dovute a una lesione muscolare, ad esempio un infarto del miocardio, un’ipertensione arteriosa mai trattata o una disfunzione valvolare cronica.
Quali sono i sintomi dello scompenso cardiaco?
I primi sintomi sono molto difficili da individuare, poiché consistono in affanno solo dopo sforzi molto intensi.
L’andamento della patologia però è progressivo e tende a peggiorare. Gradualmente i sintomi diventeranno più evidenti e saranno i seguenti:
· dispnea (mancanza di fiato) da sforzo e talora anche dispnea a riposo;
· edema degli arti inferiori;
· astenia;
· difficoltà respiratorie in posizione supina;
· tosse;
· addome gonfio o dolente;
· perdita di appetito;
· confusione;
· deterioramento della memoria.
La classificazione della gravità
Abitualmente, si distingue la gravità dello scompenso cardiaco in base alle limitazione che questo dà all’attività fisica:
· Classe I. L'attività fisica abituale non provoca sintomi;
· Classe II. L'attività fisica moderata (come salire due rampe di scale) provoca dispnea o affaticamento;
· Classe III. L'attività fisica minima (come camminare) provoca dispnea o affaticamento;
· Classe IV. Anche a riposo si presentano astenia, dispnea o affaticamento.
Diagnosi
La diagnosi di scompenso cardiaco viene effettuata dopo una visita medica, nella quale il medico analizza la storia clinica del paziente e un’eventuale familiarità. Segue l’anamnesi e un accurato esame obiettivo, atto a valutare i sintomi avvertiti dal paziente in relazione alla malattia.
Infine, si passa ad alcune indagini strumentali.
Le più importanti sono:
- elettrocardiogramma,
- radiografia del torace,
- prelievo per dati ematochimici,
- holter ECG 24 ore,
- test ergometrico.
Trattamenti
Per migliorare la qualità della vita di chi ha insufficienza cardiaca e per rallentare la progressione della malattia è necessario un approccio multidisciplinare.
Le terapie che possono essere adottate sono le seguenti:
· Terapia farmacologica. Questa va associata a qualche modifica nello stile di vita e nell’alimentazione, come la diminuzione dell’apporto di sale, ecc.;
· Terapia elettrica. Questa avviene tramite l’impianto di dispositivi per la resincronizzazione cardiaca che collaborano con i farmaci antiscompenso;
· I pacemaker biventricolari CRT-P o defibrillatori biventricolari CRT-D. In base alle condizioni del paziente il cardiologo stabilirà quale dispositivo sia più adatto al paziente.
Prevenzione
La prevenzione è importante e, benché sia difficile cogliere i primi segnali, è necessario che i soggetti a rischio cardiovascolare pongano molta attenzione alla diagnostica preventiva. Una diagnosi precoce, infatti, aiuta molto l’efficacia della terapia.