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Proteine del grano

Che cosa sono le proteine del grano?

Le proteine del grano sono molecole ottenute dai semi del frumento. Si tratta soprattutto di glutine, che può essere trattato in modo tale da ottenere frammenti proteici di dimensioni più piccole e più solubili rispetto alle proteine di partenza. Più nel dettaglio, fra le proteine del grano troviamo glutenine, gliadine, albumine e globuline.

 

A cosa servono le proteine del grano?

I prodotti a base di proteine del grano sono considerati un’ottima alternativa facile da digerire a prodotti contenenti proteine di altra origine, come quelle del siero di latte, che potrebbero contenere tracce di lattosio ed essere controindicate in caso di intolleranza a tale zucchero. Inoltre, ne vengono spesso sottolineati il basso contenuto in zuccheri e grassi (in particolare del colesterolo) e l’elevato contenuto di acido glutammico.

Attualmente vengono suggeriti come integratori nell’alimentazione dei soggetti che praticano molto sport, soprattutto ai bodybuilder e a chi pratica attività sportive che richiedono prestazioni muscolari elevate.

Attualmente l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non ha approvato alcun claim che certifichi o benefici di questi o di altri suggerimenti d’uso delle proteine del grano.

Le proteine del grano, inoltre, si consigliano sotto forma di integratori alimentari ai soggetti che decidono di seguire un’alimentazione vegetariana o vegana per assicurarsi un adeguato apporto di proteine nonostante la scelta di non consumare carni e – nei casi più estremi – nessun prodotto di origine animale; questi cibi sono infatti importante fonte di proteine.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Le proteine del grano possono causare reazioni allergiche. Inoltre, è importante fare attenzione ai prodotti che le contengono in caso di celiachia; per eventuali dubbi si consiglia di consultare il proprio medico.

Le proteine del grano non sono fonte adeguata di tutti gli aminoacidi essenziali, poiché pur essendo caratterizzate da un profilo amminoacidico completo, rispetto alle proteine del siero di latte e a quelle dell’uovo sono povere per esempio di lisina.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

Piruvato

Che cos’è il piruvato?

Il piruvato è una molecola prodotta dall’organismo a partire dal glucosio, disponibile anche sotto forma di integratore alimentare. Si tratta di una molecola fondamentale per il metabolismo che rappresenta il punto di incontro fra le vie metaboliche che coinvolgono i carboidrati, i grassi e gli ammino acidi.

 

A cosa serve il piruvato?

Pare che il piruvato sia in grado di aumentare la degradazione del grasso, se così fosse potrebbe essere un valido aiuto per perdere peso. Per questo motivo è consigliato alle persone che vogliono dimagrire e per combattere l’obesità. Inoltre, la sua assunzione viene consigliata in caso di colesterolo alto, cataratta e contro i tumori.

Gli integratori a base di piruvato sono indicati per migliorare le performance atletiche, anche se la loro efficacia non sembra essere dimostrata con certezza. Infatti, anche se alcuni studi preliminari suggeriscono che l’aumento dell’assunzione di piruvato potrebbe migliorare la resistenza durante l’esercizio fisico, altre ricerche non hanno rilevato né questo né altri benefici per quanto riguarda le performance atletiche. Inoltre, nemmeno gli altri benefici ipotizzati hanno ricevuto conferma da parte di un numero adeguato di prove scientifiche.

Attualmente, nemmeno l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha approvato claim che giustifichino questi o altri suggerimenti d’uso.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Attualmente non ci sono prove del fatto che l’assunzione di piruvato possa interferire con quella di medicinali o altre sostanze farmacologiche.

Se assunta per via orale, questa molecola sembra essere sicura, ma non priva di possibili effetti collaterali. In particolare, quantità elevate di piruvato potrebbero causare disturbi allo stomaco, gonfiore e dissenteria.

L’assunzione di piruvati potrebbe essere controindicata per le persone che soffrono di sindrome dell’intestino irritabile. In caso di dubbi si consiglia di consultare il proprio medico.

Attualmente non ci sono sufficienti informazioni che certifichino la sicurezza dell’assunzione di piruvato per via orale durante la gravidanza o l’allattamento al seno. Per questo motivo, come tutti gli altri integratori o medicinali da banco, in questi periodi delicati della vita è bene consultare il proprio medico (o il pediatra) prima di procedere all’assunzione.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

 

Polidestrosio

Che cos’è il polidestrosio?

Il polidestrosio è una fibra alimentare sintetica prodotta da destrosio, sorbitolo e acido citrico. Dal punto di vista normativo è considerato un additivo alimentare ed è caratterizzato dalla sigla E1200.

 

A cosa serve il polidestrosio?

Così come le fibre alimentari naturali, anche il polidestrosio riesce ad arrivare al colon senza essere digerito. All’interno del colon contribuisce ad aumentare la massa nel tubo digerente e si pensa sia in grado di promuovere la proliferazione di batteri alleati della salute. Per questo motivo, se ne consiglia l’assunzione come trattamento prebiotico.

Inoltre, il polidestrosio viene utilizzato contro gli eczemi, il diabete e il prediabete e per promuovere lo sviluppo dei bambini. Pare che quest’ultimo impiego non sia suffragato da prove scientifiche, e anche in altri casi sono necessarie ulteriori ricerche che ne dimostrino i benefici.

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha approvato i claim secondo cui il consumo di cibi o bevande contenenti polidestrosio anziché zucchero contribuisce al mantenimento della mineralizzazione dei denti (purché il consumo di questi cibi e di queste bevande non riduca il pH della placca al di sotto di 5,7 durante il loro consumo e nei 30 minuti successivi) e limita l’aumento del glucosio nel sangue dopo il loro consumo (purché in questi cibi e in queste bevande i livelli di zuccheri siano ridotti almeno delle quantità indicate nell’Allegato al Regolamento (EC) No 1924/2006).

Non ha però autorizzato i claim secondo cui il polidestrosio favorirebbe il benessere e il funzionamento intestinale, stimolerebbe la crescita dei batteri intestinali “buoni” (inclusi bifidobatteri e lattobacilli) e promuoverebbe l’equilibrio della flora intestinale.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Attualmente non si conoscono interazioni tra il consumo di polidestrosio e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

Il suo consumo è considerato sicuro almeno finché non si superano le dosi di 50 g al giorno, ma può essere associato a flatulenza, gonfiore, crampi allo stomaco e dissenteria. Prima dell’assunzione in fase di gravidanza, allattamento e infanzia è importante chiedere consiglio al proprio medico.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

Policosanoli

Che cosa sono i policosanoli?

I policosanoli sono sostanze naturali estratte dalla canna da zucchero e da alcuni sottoprodotti della lavorazione dei cereali (germi di grano, cera di riso). A livello chimico si tratta di sostanze composte da otto alcoli alifatici, i cui tre principali sono octacosanolo, triacontanolo ed esacosanolo.

 

A cosa servono i policosanoli?

I policosanoli rientrano nel documento del Ministero della Salute “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” e in particolare nell’elenco “Sostanze senza apporto massimo giornaliero definito”.

Il beneficio principale che deriverebbe dal consumo di policosanoli riguarda l’abbassamento dei livelli di colesterolo totale e di colesterolo Ldl (ossia il colesterolo Low density lipoprotein, conosciuto anche come “colesterolo cattivo”) e l’aumento, allo stesso tempo, dell’Hdl, High density lipoprotein, ossia il colesterolo “buono”. Alcune ricerche hanno dimostrato che i policosanoli sarebbero in grado di aiutare a mantenere nella norma la pressione del sangue. Sulla base dei risultati scientifici fino a oggi ottenuti, i policosanoli sortirebbero sul metabolismo del colesterolo effetti simili a quelli dei fitosteroli.

Attualmente non l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non ha approvato claim specifici sui prodotti a base di policosanoli. I suggerimenti secondo cui i policosanoli sarebbero in grado di abbassare i livelli di colesterolo totale e di colesterolo cattivo e di aumentare i livelli di colesterolo “buono” sono state rifiutate a causa dell’assenza di sufficienti prove scientifiche.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Generalmente l’assunzione di policosanoli risulta ben tollerata dalla maggior parte delle persone. Tuttavia, l’assunzione di queste sostanze può causare vari effetti collaterali, tra cui: arrossamento della pelle, eruzioni cutanee, mal di testa, insonnia o sonnolenza, irritabilità, vertigini, mal di stomaco, aumento dell’appetito. Data la scarsità di ricerche in merito alla sicurezza dell’assunzione di queste sostanze durante la gravidanza e allattamento, si consiglia di evitarne l’uso in questi delicati periodi della vita. L’assunzione di policosanoli potrebbe aumentare la probabilità di sanguinamento soprattutto nei soggetti che soffrono di disturbi della coagulazione.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

Polifenoli

Che cosa sono i polifenoli?

Con tale termine si fa riferimento ad un vasto gruppo di sostanze organiche naturali. I polifenoli più diffusi in natura sono i tannini, i flavonoidi, le lignine, gli antrachinoni e le melanine. Dono prodotti da vegetali, batteri, funghi e animali e rivestono una primaria importanza nell’alimentazione e in ambito farmacologico.

 

A cosa servono i polifenoli?

Le proprietà benefiche che vengono ascritte ai polifenoli e che valgono loro l’inserimento in diversi integratori sono numerose; atteso che si tratta di un vasto gruppo di sostanze è opportuno precisare che ciascun sottogruppo (tannini, flavonoidi, lignine, antrachinoni e melanine) ha peculiarità proprie in termini di funzioni e benefici che derivano dalla sua assunzione. Ai polifenoli possono generalmente essere comunque attribuite diverse proprietà benefiche: capacità antiossidanti e antinfiammatorie (che proteggerebbero le cellule dallo stress ossidativo e avrebbero, tra le altre, delle proprietà in grado di tenere sotto controllo il livello di colesterolo); capacità antipruriginose, antiparassitarie, antibatteriche e citotossiche.

Attualmente non risultano esservi claim approvati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) specificatamente rivolti a prodotti a base di polifenoli. L’unica autorizzazione attualmente riscontrata dall’Efsa riguarda, nello specifico, l’idrossitirosolo/polifenoli da olivo che sarebbe in grado proteggere i lipidi presenti nel sangue dagli effetti nocivi dello stress ossidativo. L’Autorità europea precisa che tale indicazione può essere autorizzata solo per gli oli di oliva che contengano almeno 5 mg. di idrossitirosolo e suoi derivati ogni 20 g di olio di oliva.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

La loro assunzione risulta generalmente ben tollerata all’organismo; tali sostanze non presentano quindi controindicazioni particolari se consumate in modo appropriato. In gravidanza e allattamento l’assunzione di polifenoli tramite una varia alimentazione è considerata sicura. Non sono però ancora disponibili sufficienti informazioni circa la sicurezza dell’assunzione di dosi più elevate; è raccomandabile dunque evitare il consumo di integratori per non assumere quantità superiori rispetto a quelle normalmente fornite dagli alimenti.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Pino coreano

Che cos’è il pino coreano?

Il pino coreano (Pinus koraiensis) è una specie appartenente alla famiglia delle Pinaceae originaria dell’Estremo Oriente.

 

A cosa serve il pino coreano?

Pare che il pino coreano sia in grado di aiutare a incrementare la produzione di alcuni ormoni in grado di aumentare il senso di sazietà. Per questo motivo, i prodotti a base di pino coreano vengono suggeriti come coadiuvanti per le diete dimagranti. In particolare, per favorire la perdita di peso si consigliano prodotti da assumere per via orale a base di olio di noci di pino coreano.

Il pino coreano ha però anche altre usi. L’assunzione per via orale è consigliata contro il mal d’orecchio e la perdita di sangue dal naso (epistassi), nonché per aumentare la produzione di latte durante la fase di allattamento al seno. L’assunzione per via orale della resina di pino coreano, invece, è indicata contro le parassitosi, per aumentare il flusso di urina e come antisettico.

Le prove scientifiche a disposizione non sono però sufficienti a garantire l’efficacia dei prodotti a base di pino coreano, e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non ha ancora approvato alcun claim che giustifichi questi o altri suggerimenti per d’uso di questo rimedio naturale.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Le informazioni a disposizione in merito alla sicurezza del pino coreano e delle sue noci sono limitate.

Attualmente non si conoscono condizioni in cui l’assunzione di prodotti che lo contengono potrebbe interferire con trattamenti farmacologici o altre sostanze; in caso di dubbi, prima di assumerli, è comunque sempre meglio chiedere il parere del proprio medico. In particolare, è necessario consultare un esperto prima di assumere sia questi che altri integratori o supplementi in gravidanza o durante l’allattamento al seno.

Il pino coreano potrebbe ridurre la pressione sanguigna, influenzandone il controllo sia in caso di ipertensione sia quando è troppo bassa.

Il pino coreano (soprattutto le sue noci) può causare reazioni allergiche; in particolare è necessario fare attenzione nel caso in cui si sappia già di essere allergici ad altre Pinaceae.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

 

 

Ribosio

Che cos’è il ribosio?

Il ribosio (in particolare il D-ribosio) è uno zucchero naturalmente presente nell’organismo, utilizzato a scopo medicinale.

 

A cosa serve il ribosio?

Pare che l’assunzione di ribosio sia in grado di prevenire l’affaticamento muscolare legato ad alcune malattie genetiche che impediscono una sufficiente produzione di energia da parte dell’organismo. Inoltre, gli viene attribuita la proprietà di rifornire energia aggiuntiva al cuore durante l’attività fisica praticata da pazienti affetti da patologie cardiache.

L’impiego di questo zucchero è indicato sia per migliorare le performance atletiche e aumentare l’energia a disposizione dei muscoli, sia per ridurre i sintomi di disturbi come la sindrome da affaticamento cronico, la fibromialgia, le malattie coronariche, la carenza di AMPD e la malattia di McArdle (o deficit di miofosforilasi).

Per il momento, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non ha approvato alcun claim che giustifichi questi o altri suggerimenti d’uso, anzi, ha negato l’autorizzazione al claim secondo cui il ribosio migliorerebbe le performance atletiche e le capacità di recupero dopo l’esercizio aiutando a rigenerare l’ATP nei muscoli, aiuterebbe a conservare le energie cellulari, stimolerebbe il recupero dopo un’attività intensa e sarebbe un importante base di partenza per l’energia cellulare.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

L’assunzione contemporanea di ribosio e insulina potrebbe ridurre in modo eccessivo i livelli di zucchero nel sangue. Inoltre, il ribosio potrebbe interferire con i farmaci antidiabetici, diminuendo eccessivamente i livelli di zuccheri.

Se assunto per un breve periodo, il ribosio sembra essere sicuro, anche se può causare effetti collaterali come dissenteria, disturbi allo stomaco, nausea, emicrania e ipoglicemia. Non ci sono invece informazioni attendibili in merito alla sicurezza della sua assunzione a lungo termine né per garantire la sicurezza della sua assunzione durante la gravidanza o l’allattamento. In caso di dubbi si consiglia di consultare il proprio medico, che sarà in grado di fornire le indicazioni del caso e indicare altre eventuali controindicazioni. Il ribosio potrebbe infatti essere sconsigliato in caso di diabete, ipoglicemia o interventi chirurgici programmati.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

Perilla frutescens

Che cos’è la Perilla frutescens?

La Perilla frutescens è una pianta aromatica annuale appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, nota anche come egoma o shiso; è l’unica specie del genere Perilla ed è particolarmente coltivata in India, Vietnam, Corea, Cina e Giappone.

Sia le foglie che i semi vengono impiegati per ottenere prodotti a uso medicinale, mentre in ambito alimentare può essere aggiunta ai cibi come erba aromatica. L’olio dei semi di Perilla, invece, viene utilizzato a livello industriale nella produzione di vernici, coloranti e inchiostri.

 

A cosa serve la Perilla frutescens?

La Perilla frutescens è fonte di ferro, vitamina C e sostanze con proprietà antiossidanti. Alcune delle molecole contenute potrebbero essere utili per ridurre il gonfiore, altre sostanze potrebbero influenzare le molecole responsabili dei sintomi dell’asma. Per questo motivo, l’assunzione di Perilla frutescens è consigliata proprio per trattare questa patologia dell’apparato respiratorio. Inoltre, a volte viene suggerita per combattere la nausea o il colpo di calore, per incentivare la sudorazione e ridurre gli spasmi muscolari.

Altre applicazioni d’uso dei prodotti a base di Perilla frutescens sono la cura dei sintomi delle allergie stagionali e delle afte.

L’efficacia di questi e altri suggerimenti d’impiego di questa pianta non è però accompagnata da prove scientifiche sufficienti e sono necessarie ulteriori ricerche per valutare i reali benefici della Perilla frutescens.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Attualmente non si conoscono condizioni in cui l’assunzione di prodotti a base di Perilla frutescens potrebbe interferire con trattamenti medici o altre sostanze. In caso di dubbi, prima dell’assunzione, si consiglia di consultare il proprio medico.

Per quanto riguarda la sicurezza, pare che questi rimedi naturali siano adatti alla maggior parte delle persone, almeno nei casi in cui l’assunzione per via orale non supera gli 8 mesi. Sono però stati registrati dei casi in cui l’applicazione di prodotti a base di Perilla frutescens sull’epidermide ha provocato reazioni allergiche a livello cutaneo e rash.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

Pilosella

Che cosa è la pilosella?

La pilosella è conosciuta anche con nomi come pelosella, orecchie di topo e lingua di gatto, la pilosella (nome scientifico Hieracium pilosella) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Composite, con foglie ricoperte da una peluria biancastra.

 

A cosa serve la pilosella?

Abbastanza conosciuta in ambito fitoterapico, le caratteristiche attribuite al consumo di prodotti a base di questa pianta e motivo per cui si trova in vari integratori sono numerose: soprattutto questa pianta sembrerebbe avere, grazie alle sue capacità antinfiammatorie, proprietà lenitive per il trattamento di disturbi respiratori come asma, bronchite e tosse; grazie alle sue capacità diuretiche e drenanti sarebbe un valido aiuto per il trattamento della ritenzione idrica (e di conseguenza di numerosi disturbi tra cui gonfiore degli arti inferiori, edemi e cellulite); ridurrebbe gas intestinali e coliche e, infine, sarebbe in grado di favorire la sudorazione. Inoltre, pare che la pilosella sia amica della salute del fegato (poiché stimola la secrezione biliare del fegato e facilita la secrezione e il deflusso della bile attraverso la cistifellea) e dell’apparato urinario (le sue proprietà diuretiche sono utili anche per contrastare le infezioni urinarie, in quanto facilitano l’eliminazione dei microrganismi patogeni attraverso le urine). Spesso trova impiego nella preparazione di creme con protezione solare.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Anche se attualmente non si sa molto in merito la sicurezza sull’assunzione di questa pianra, il consumo in modo appropriato di prodotti a base di pilosella è considerato ben tollerato. A scopo cautelativo si consiglia di evitare il consumo di prodotti a base di pilosella durante gravidanza e allattamento. Inoltre, si consiglia di evitarne l’assunzione in caso di ipersensibilità nota o presunta alla pianta. Infine, è necessario tener presente che la pilosella può causare reazioni allergiche soprattutto nelle persone sensibili ad altre piante della famiglia delle Asteraceae/Compositae tra cui ambrosia, crisantemi, calendule e margherite. Attualmente non si conoscono condizioni in cui potrebbero verificarsi interazioni tra l’assunzione di farmaci o altre sostanze e il consumo di questa pianta.

 

Disclaimer

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Rodiola

Che cos’è la rodiola?

La Rhodiola rosea L., anche detta radice d’oro o corona della regina, è una pianta che cresce nelle regioni fredde dell’Europa, dell’Asia ed in Alaska. Nello specifico è la radice di questa pianta ad essere lavorata per ricavarne gli estratti che vengono quindi impiegati nella preparazione di integratori.

 

A cosa serve la rodiola?

Tradizionalmente gli abitanti delle regioni in cui questa pianta cresce la usavano per lenire diversi disturbi tra cui ansia, impotenza, infezioni stanchezza, anemia, e dolori alla testa connessi allo stress, oltre che per aumentare la resistenza, le prestazioni fisiche e la longevità nonchè per migliorare la resistenza alle patologie di alta quota (il cosiddetto “mal di montagna”).

Ad oggi sono molteplici le proprietà che le vengono attribuite – sebbene, dal punto di vista scientifico, ancora tutte da verificare – e per le quali l’estratto di questa pianta viene inserito come ingrediente negli integratori: questa pianta sembrerebbe difatti essere in grado di aumentare l resistenza, l’energia e la forza muscolari, migliorare la memoria e l’attenzione e potenziare le capacità di far fronte allo stress.

Attualmente non risultano esservi claim approvati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) specificatamente indicati per i prodotti a base di rodiola. La proposta dell’indicazione secondo cui tale sostanza sarebbe in grado di ridurre la stanchezza in caso di stress è stata rifiutata per l’assenza di prove scientifiche sufficienti.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Qualora assunta per via orale la rodiola può causare effetti avversi come mal di testa , vertigini e secchezza della bocca. È bene altresì prestare attenzione a eventuali reazioni allergiche e avvertire immediatamente il medico nel caso in cui si manifestino sintomi di reazione allergica grave (gonfiore specialmente se a carico di viso, lingua o gola, forti capogiri, rash cutaneo, prurito, problemi di respirazione). In particolare è opportuno che si astengano dal consumo di prodotti a base di rodiola gli individui con ipersensibilità presunta o certa verso il principio attivo.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

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