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Vitamina F (Omega 3)

Che cos’è la vitamina F?

La vitamina F, chiamato anche Omega 3, è composta da una miscela di due acidi grassi essenziali (AGE), l’acido linoleico e l’acido alfa-linoleico, ai quali si aggiunge l’acido arachidonico.

La vitamina F non viene prodotta dal nostro organismo ma è una vitamina liposolubile. Ciò significa che viene accumulata nel nostro organismo e non deve dunque essere assunta regolarmente, attraverso i cibi. Il corpo ha un sistema per rilasciarlo a piccole dosi quando il suo utilizzo viene considerato necessario.

La vitamina F è sensibile al calore e alla luce. Gli alimenti che la contengono vanno dunque protetti dal sole e consumati preferibilmente freschi o comunque dopo breve cottura.

 

A che cosa serve la vitamina F?

La vitamina F previene l’aterosclerosi ostacolando il deposito di trigliceridi e colesterolo all’interno delle arterie. Favorisce, inoltre, la riduzione del peso corporeo e l’integrità di capelli e pelle.

 

In quali alimenti è presente la vitamina F?

La vitamina F, o Omega 3, è presente soprattutto negli oli vegetali – di girasole, di soia, di mais, di arachide – in qualche tipo di frutta oleosa (mandorle e noci) e in alcuni pesci.

 

Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina F?

Non è ancora stato individuato il fabbisogno giornaliero di vitamina F, o Omega 3. Si sa però che il fabbisogno di acidi grassi insaturi aumenta in proporzione alla quantità di acidi grassi saturi e di carboidrati ingeriti. Gli acidi grassi essenziali dovrebbero essere assunti nell’ordine dell’ 1% rispetto alle calorie totali.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di vitamina F?

La carenza di vitamina F, o Omega 3, è una condizione abbastanza rara. Può però interessare soprattutto i bambini, provocando loro formazione di pelle secca e desquamazione della stessa pelle.

 

Quali conseguenze può determinare l’eccesso di vitamina F?

Non ci sono effetti collaterali segnalati dovuti a un eccesso di vitamina F.

 

È vero che la vitamina F è molto utilizzata in cosmetica?

Sì, la vitamina F viene anche denominata “vitamina della pelle”, grazie alle sue proprietà che la rendono utile a migliorare lo stato della pelle. Oltre a fare bene alla nostra pelle, la vitamina F è ottima anche per i capelli. In particolare, la vitamina F mantiene la membrana cellulare e nutre la cute donandole morbidezza ed elasticità e stimolando la rigenerazione cellulare.

Vitamina E (tocoferolo)

Che cos’è la vitamina E?

La vitamina E, conosciuta anche come tocoferolo, è una vitamina liposolubile, che viene accumulata nel fegato. Ciò significa che non è, dunque, necessario assumerla regolarmente, attraverso i cibi. Il corpo ha un sistema per rilasciarla a piccole dosi quando il suo utilizzo diventa necessario.

La vitamina E è sensibile al calore e alla luce, quindi tende a degradarsi in presenza di alte temperature.

 

A che cosa serve la vitamina E?

La vitamina E è la più diffusa e comune tra le vitamine e ha proprietà antiossidanti, combatte i radicali liberi e favorisce il rinnovo cellulare. Le sue caratteristiche benefiche la rendono un importante strumento di prevenzione al cancro – tra l’altro, protegge l’organismo dai danni dell’inquinamento e del fumo di sigaretta – oltre che di assimilazione delle proteine.

 

In quali alimenti è presente la vitamina E?

La vitamina E, o tocoferolo, è molto diffusa negli alimenti, particolarmente nei frutti oleosi come le olive, il mais, le arachidi e nei semi di grano. La vitamina E si trova anche nelle noci, nei cereali e nelle verdure a foglia verde (lattuga, spinaci, broccoli, asparagi).

 

Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina E?

Il fabbisogno giornaliero di vitamina E si aggira attorno agli 8-10 mg.

 

Quali conseguenze può determinare una carenza di vitamina E?

La carenza di vitamina E, o tocoferolo, è, in genere, associata con una situazione di malnutrizione e le persone più giovani può provocare difetti nella crescita e nello sviluppo. In generale, la carenza di vitamina E può essere alla base dell’insorgenza di disturbi al sistema nervoso e problemi al metabolismo generale.

 

Quali conseguenze può determinare un eccesso di vitamina E?

L’eccesso di vitamina E è raro. In caso di eccesso, come conseguenza negative potrebbe manifestarsi un innalzamento della pressione sanguigna, pericolosa per chi già soffre di ipertensione.

Un eccesso di vitamina E può causare complicazioni anche a chi soffre di tiroide dal momento che si viene a creare una riduzione degli ormoni di questa ghiandola. Altre conseguenze dell’eccesso di vitamina E possono includere:

  • stanchezza diffusa
  • disturbi della digestione
  • nausea e vomito

 

Come agisce la vitamina E a livello preventivo e terapeutico?

La vitamina E, o tocoferolo, ha importanti qualità anticancro, grazie alla sua potente azione antiossidante che le permette di proteggere le membrane cellulari. Inoltre, questa vitamina assume un ruolo importante anche in relazione alle patologie di origine cardiovascolare, visto che è in grado di ridurre i processi di aggregazione delle piastrine, con conseguente riduzione di emboli, placche e trombi nelle arterie. La vitamina E ha anche la capacità di ridurre il rischio cardiovascolare grazie al fatto che con la sua azione aumenta il livello del cosiddetto colesterolo buono.

Infine, la vitamina E è inoltre un anticoagulante prezioso perché previene la coagulazione non desiderate del sangue senza impedire la normale coagulazione richiesta in caso di ferite, utile a fermare un’emorragia.

Vitamina D

Che cos’è la vitamina D?

La vitamina D è una vitamina liposolubile, viene, quindi, accumulata nel fegato e non è dunque necessario assumerla con continuità, attraverso i cibi. Il corpo ha un sistema per rilasciarla a piccole dosi quando il suo utilizzo diventa necessario.

La vitamina D si presenta sotto due forme: l’ergocalciferolo, che viene assunto con il cibo, e il colecalciferolo, che viene sintetizzato dal nostro organismo.

 

A che cosa serve la vitamina D?

La vitamina D è perlopiù sintetizzata dal nostro organismo, attraverso l’assorbimento dei raggi del sole operato dalla pelle. Questa vitamina aiuta a regolare il metabolismo del calcio e per questo è utile nell’azione di calcificazione delle ossa.

La vitamina D contribuisce, inoltre, a mantenere nella norma i livelli di calcio e di fosforo nel sangue.

 

In quali alimenti è presente la vitamina D?

La vitamina D è scarsamente presente negli alimenti, però si può trovare in alcuni alimenti come alcuni pesci grassi, fegato, uova, latte e derivati e verdure verdi. L’unica eccezione è data dall’olio di fegato di merluzzo.

La vitamina D viene in grande parte accumulata dal nostro organismo attraverso l’esposizione ai raggi solari. La accumulazione va integrata solo in situazioni particolari, legate alla gravidanza, alla crescita, e all’allattamento.

 

Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina D?

Il fabbisogno giornaliero di vitamina D varia a seconda dell’età. Si parte dalle 200 unità al giorno per i bambini e gli adulti fino ai 50 anni, si passa alle 400 unità per le persone con età compresa tra i 51 e i 70 anni, si arriva alle 600 unità consigliate per i soggetti con più di 70 anni.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di vitamina D?

La carenza di vitamina D incide in modo negativo sulla calcificazione delle ossa con effetti collaterali che vanno dal rachitismo per i bambini alle deformazioni ossee di varia natura e alla osteomalacia. L’osteomalacia si presenta quando la struttura ossea esternamente è integra, ma all’interno delle ossa si registra un contenuto minerale insufficiente.

La carenza di Vitamina D rende, inoltre, i denti più deboli e vulnerabili alle carie.

 

Quali conseguenze può determinare un eccesso di vitamina D?

L’eccesso di vitamina D può provocare una calcificazione diffusa a livello dei vari organi. In questo caso, ci possono essere sintomi quali:

  • vomito
  • diarrea
  • spasmi muscolari

 

Quali comportamenti possono provocare una carenza di vitamina D?

Dal momento che la maggior parte della vitamina D viene recepita dai raggi del sole, una carenza di questa vitamina può derivare da comportamenti che impediscano l’esposizione al sole, come il vestirsi troppo coperti, restare al chiuso per lunghe ore o l’uso di protezioni solari troppo elevate.

La vitamina D viene “dispersa” anche a causa di comportamenti poco sani come l’abuso di alcol e il consumo di sostanze stupefacenti. Inoltre, l’uso di certi farmaci può influire sulla quantità di vitamina D custodita dal nostro organismo.

Vitamina C (acido ascorbico)

Che cos’è la vitamina C?

La vitamina C, o acido ascorbico, appartiene al gruppo delle vitamine definite come idrosolubili, quelle che non possono essere accumulate nell’organismo, ma devono essere assunte con continuità attraverso i cibi.

Oltre a sciogliersi nell’acqua, la vitamina C è sensibile alle alte temperature, per cui si perde del tutto in caso di cottura in acqua.

 

A che cosa serve la vitamina C?

La vitamina C partecipa a molte reazioni metaboliche e alla biosintesi degli ormoni, aminoacidi e collagene.

Grazie ai suoi forti poteri antiossidanti, la vitamina C innalza le barriere del sistema immunitario e aiuta l’organismo a prevenire il rischio di tumori, soprattutto allo stomaco, inibendo la sintesi di sostanze cancerogene. Il suo apporto, inoltre, è fondamentale per la neutralizzazione dei radicali liberi.

 

In quali alimenti è presente la vitamina C?

La vitamina C, o acido asorbico, è contenuta soprattutto negli alimenti freschi o alcuni tipi di frutta e verdura come:

  • le arance
  • i mandarini
  • i limoni
  • le fragole
  • i kiwi
  • i pomodori
  • i peperoni
  • gli spinaci
  • i broccoli

Per godere appieno dei benefici della vitamina C, questi alimenti devono essere conservati non più di 3-4 giorni e consumati crudi o comunque poco cotti.

 

Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina C?

Il fabbisogno giornaliero di vitamina C è di circa 90 mg per gli uomini e di circa 70 mg per le donne. Communque, l’importo è soggetto a cambiamento nel caso ci si trovi in condizione di gravidanza.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di vitamina C?

La carenza di vitamina C, o acido ascorbico, provoca l’insorgenza dello scorbuto, una patologia che in passato era molto diffusa tra i marinai che vivevano sulle navi e non si cibavano di cibi freschi per mesi e mesi. I sintomi dello scorbuto possono includere:

  • una condizione di apatia
  • anemia e inappetenza cui fanno seguito altri segni come sanguinamento delle gengive
  • dolori muscolari ed emorragie sottocutanee
  • caduta dei denti.

 

Quali conseguenze può determinare l’eccesso di vitamina C?

Un’assunzione eccessiva di vitamina C, o acido ascorbico – che può essere causata da una dieta sbilanciata o da un abuso di integratori – può generare problemi ai reni, che può variare da formazione di calcoli, o un’overdose di ferro dal momento che la vitamina C ne favorisce l’assorbimento.

Inoltre, un eccesso di vitamina C può causare sintomi quali:

  • mal di testa
  • bruciori di stomaco
  • gastrite e crampi addominali
  • diarrea
  • vomito
  • debolezza
  • vertigini e vampate improvvise di calore.

 

È vero che la vitamina C è in grado di sconfiggere il raffreddore?

Quando si ha l’influenza, da sempre si ritiene che assumere vitamina C in buone dosi sia utile per eliminare il raffreddore. In realtà, la vitamina C non possiede alcuna proprietà terapeutica e perciò non sembra essere in grado né di prevenire, né di curare il raffreddore.

Infino, alla vitamina C, o acido ascorbico, si riconosce piuttosto la capacità di accorciare dal punto di vista temporale l’episodio influenzale, sempre però sottolineando che non bisogna abusare nella sua assunzione, per non creare problemi ai reni.

Vitamina B12 (cobalamina)

Che cos’è la vitamina B12?

La vitamina B12, o cobalamina, appartiene al gruppo delle vitamine cosiddette idrosolubili, quelle che non possono essere accumulate nell’organismo. Ciò significa che queste vitamine devono essere assunte con continuità attraverso l’alimentazione. La vitamina B12 non subisce l’influsso del calore.

 

A che cosa serve la vitamina B12?

La vitamina B12 è coinvolta nel metabolismo degli amminoacidi, degli acidi nucleici – alla pari dell’acido folico coadiuva la sintesi del DNA e dell’RNA – e negli acidi grassi. Ricopre un ruolo fondamentale, inoltre, nella produzione dei globuli rossi e nella formazione del midollo osseo.

 

In quali alimenti è presente la vitamina B12?

La vitamina B12, o cobalamina, è presente in tutti gli alimenti di origine animale, seppur in minima quantità. In particolare, la vitamina B12 si trova più comunemente negli alimenti come:

  • la carne
  • il pesce
  • il fegato
  • il latte
  • le uova

 

Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina B12?

Il fabbisogno giornaliero di vitamina B12, o cobalamina, corrisponde a circa 2-2,4 mcg, quantità generalmente fornita da una normale dieta. Le donne in stato di gravidanza devono, però, assumerne un quantitativo quasi doppio, così da fornirne il giusto quantitativo al feto.

 

Quali conseguenze può determinare una carenza di vitamina B12?

È difficile registrare una situazione di carenza di vitamina B12, o cobalamina. Communque, una condizione di questo tipo può presentarsi nei casi di persone che seguano una dieta vegetariana molto stretta o nei casi di persone che soffrono di disfunzione intestinale associato con i funzioni del meccanismo di assorbimento.

Le conseguenze della carenza di vitamina B12 sono disturbi del sistema nervoso e una forma di anemia definita “perniciosa”, derivata da una cattiva produzione di cellule del sangue. La carenza di vitamina B12 è da evitarsi dalle donne in gravidanza per evitare conseguenze dannose sul nascituro.

 

Quali conseguenze può determinare un eccesso di vitamina B12?

In genere, gli eccessi di vitamina B12 vengono espulsi con le urine. In rari casi, si possono, però, verificare situazioni di sovradosaggio di questa vitamina, con sintomi che possono includere tremore a gonfiori, un eccessivo nervosismo a reazioni allergiche e battito cardiaco accelerato.

Un eccesso di vitamina B12 nel sangue può provocare problemi ai reni. Communque, questi casi sono molto rari.

 

È vero che chi segue una dieta vegana incorre nel rischio di carenza di vitamina B12?

In natura non esistono piante o vegetali che contengano in modo adeguato alle esigenze dell’uomo la vitamina B12, o cobalamina. Per questo, persone che consumano alimenti di origine vegetale incorre nei pericoli alla salute associati con una carenza di questa vitamina.

Alcune alghe, il lievito di birra, alcuni cibi non lavati e altri di origine orientale come il tempeh (derivato dai semi di soia) e la Kombucha (the cinese), pur essendo vegetali contengono vitamina B12, ma in porzioni infinitesimali, inutili per il fabbisogno umano, dal momento che non sono nemmeno assimilabili dal nostro organismo.

Vitamina B9 (acido folico)

Che cos’è la vitamina B9 (acido folico)?

La vitamina B9, conosciuto anche come acido folico, fa parte del gruppo delle vitamine idrosolubili, quelle che non possono essere accumulate nell’organismo. Intendendo che devono essere assunte continuità attraverso l’alimentazione.

La vitamina B9 tende a distruggersi in presenza di calore eccessivo e a disperdersi a contatto con l’acqua.

 

A che cosa serve la vitamina B9?

La vitamina B9, o acido folico, è un composto fondamentale per le donne in gravidanza, poiché questa vitamina tende a proteggere e favorire lo sviluppo dell’embrione.

La vitamina B9 è anche fondamentale per la sintesi delle proteine e del DNA nonché per la formazione dell’emoglobina. La sua giusta presenza nell’organismo contribuisce anche a prevenire molti rischi e complicazioni alla salute di natura cardiovascolare.

 

In quali alimenti è presente la vitamina B9?

La vitamina B9, o acido folico, si trova con prevalenza in alcuni alimenti come:

  • le verdure a foglia verde (lattuga, spinaci, broccoli, asparagi)
  • nel fegato
  • nel latte
  • in alcuni cereali
  • in alcuni frutti come le arance, i limoni e i kiwi

 

Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina B9?

Il fabbisogno giornaliero di vitamina B9 è di circa 0,2 mg. Durante la gravidanza, però, le future mamme devono assumerne una quantità doppia dal momento che il feto utilizza le riserve materne di acido folico.

 

Quali conseguenze può determinare una carenza di vitamina B9?

La carenza di vitamina B9, o acido folico, può essere derivata da abuso di alcol e dall’insorgenza di alcune patologie come il diabete mellito insulino-dipendente e la celiachia. La carenza può provocare una produzione ridotta di globuli rossi nel sangue, portando ad una condizione come anemia.

La carenza di vitamina B9 nelle donne in gravidanza può avere effetti collaterali sul corretto sviluppo del sistema nervoso del feto. In alcuni casi, una carenza elevata di acido folico può provocare la nascita di bambini prematuri e con la spina bifida.

 

Quali conseguenze può determinare un eccesso di vitamina B9?

È difficile si verifichino problemi di salute causati da un eccesso di vitamina B9, in quanto le quantità oltre i limiti presenti nell’organismo vengono presto espulse attraverso le urine.

Si possono però registrare alcuni casi di sovradosaggio rivelati da sintomi come:

  • la comparsa di tremori
  • accelerazione dei battiti cardiaci
  • reazioni allergiche
  • nervosismo immotivato

Altissime dosi di acido folico nel sangue potrebbero cagionare problemi ai reni, ma ma nella maggior parte dei casi si tratta di una possibilità molto remota.

 

È vero che la vitamina B9 contribuisce alla trasmissione dei caratteri ereditari?

Sì, è vero, perché l’acido folico, o vitamina B9, contribuisce alla costruzione del DNA. Il DNA è l’acido nucleico che contiene le informazioni genetiche che corrispondono ai tratti somatici, al colore dei capelli, al colore degli occhi, alla struttura fisica che ogni individuo riceve in genere in “dono” dai propri genitori.

Vitamina B8 (biotina)

Che cos’è la vitamina B8?

La vitamina B8, o biotina o vitamina H o vitamina I, appartiene al gruppo delle vitamine idrosolubili, che non possono essere accumulate nell’organismo. Perciò devono essere regolarmente assunte attraverso l’alimentazione.

La biotina non subisce alterazioni in seguito alle alte temperature ma è sensibile agli alcali e agli acidi.

 

A che cosa serve la vitamina B8?

La vitamina B8, o biotina, partecipa al metabolismo proteico e alle azioni di sintesi degli acidi grassi e del glucosio.

La vitamina B8 è indicata per il trattamento di dermatiti seborroiche, soprattutto dei bambini neonati, di alopecia e di acne, grazie alla sua capacità di preservare l’integrità della pelle e dei capelli.

 

In quali alimenti è presente la vitamina B8?

La vitamina B8, o biotina, è presente in molti alimenti, in particolare:

  • nel latte e nel formaggio
  • nel tuorlo d’uovo
  • nelle arachidi
  • nel fegato
  • nelle verdure
  • nei piselli secchi
  • nei funghi
  • nel lievito di birra

 

Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina B8?

Il fabbisogno giornaliero di vitamina B8, o biotina, varia dai 15 ai 100 mcg al giorno. Nei soggetti che praticano sport a livello semi professionale – che richiedono grande dispendio di energie e un’accelerata sintesi proteica – il fabbisogno può anche raddoppiare.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di vitamina B8?

Oltre a essere presente in molti alimenti, la vitamina B8 o biotina viene prodotta in quantità abbondanti dalla flora intestinale, per questo è difficile se ne registri una carenza.

Tale carenza può verificarsi a seguito di un consumo eccessivo di albume d’uovo crudo, che è un antagonista della biotina. I sintomi della carenza di vitamina B8 includono un affaticamento generale, nausea, depressione e alterazioni cutanee.

 

Quali conseguenze può determinare un eccesso di vitamina B8?

Non si conoscono problemi associati con un’eccessiva assunzione di vitamina B8, o biotina.

 

È vero che una carenza di vitamina B8 può provocare i crampi notturni?

Questo è un presupposto corretto. In genere, i crampi notturni puo essere provocati dalle posizioni assunte durante il sonno e dal fatto che la circolazione all’interno degli arti, freddi perché non utilizzati, è rallentata. Comunque, possono anche avere delle cause nutrizionali quando nell’alimentazione vi sia una carenza di magnesio, di ferro e di alcune vitamine, tra le quali in primo piano c’è proprio la biotina, o vitamina B8.

Vitamine B7 (inositolo)

Che cos’è la vitamina B7?

La vitamina B7, o inositolo, è un nutriente fondamentale per il nostro organismo. L’inositolo si trova in alcuni alimenti, ma viene anche prodotto autonomamente dall’organismo stesso. Per questo motivo non viene considerata una vera e propria vitamina, anche se ne assume il nome.

L’inositolo è idrosolubile, come le altri vitamine del gruppo B, non viene, dunque, immagazzinato dal nostro organismo, ma deve essere assorbito con costanza attraverso gli alimenti.

 

A che cosa serve la vitamina B7?

La vitamina B7, o inositolo, stimola la produzione di lecitina, sostanza che compie un’azione di pulizia delle pareti interne delle arterie. Per questo, alla vitamina B7 viene riconosciuta anche l’importante capacità di ridurre il colesterolo nel sangue.

La vitamina B7, o inositolo, impedisce inoltre che a livello di fegato ci siano troppi depositi di grassi e aiuta il cervello a vincere gli stati depressivi e caratterizzati da eccessivo stress che puo essere fisico e psichico. Grazie alla azione di contrasto del deperimento delle cellule nervose, la vitamina B aiuta inoltre a mantenere la memoria, e pertanto si trova utile anche per le persone anziane.

 

In quali alimenti è presente la vitamina B7?

La vitamina B7, o inositolo, è contenuta soprattutto nel lievito di birra, nelle noci, negli agrumi, nel tuorlo d’uovo, nei cereali integrali, nelle arance e nelle banane. Anche la carne in genere, in particolare il fegato, offre un buon contributo di vitamina B7.

 

Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina B7?

Il fabbisogno di vitamina B7 è di circa 500 mg al giorno.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di vitamina B7?

La carenza di vitamina B7, o inositolo, è piuttosto rara dal momento che la sua assunzione avviene naturalmente, seguendo una normale dieta. Il composto, inoltre, spesso viene riciclato dall’organismo, dopo essere stata utilizzato una prima volta.

I sintomi della carenza da vitamina B7 includono:

  • ipoglicemia
  • acidosi
  • desquamazione della pelle.

 

Quali conseguenze può determinare l’eccesso di vitamina B7?

Non si riconosciuti gravi problemi di salute che derivano da eccesso di vitamina B7, dal momento che le quantità ingerite oltre il fabbisogno vengono naturalmente espulse attraverso le urine.

L’ingestione di un importo che supera i limiti possono però provocare sintomi come perdita dell’appetito, difficoltà di digestione, eccessiva salivazione ed eccessiva sudorazione.

 

L’inositolo è davvero una vitamina?

L’inositolo viene anche chiamato vitamina B7, anche se in realtà fa parte delle cosiddette non-vitamine B. La sua azione è però strettamente legata a quella delle altre vitamina del gruppo B. In particolare con la biotina (vitamina B8), con l’acido folico (vitamina B9) e con l’acido pantotenico (vitamina B5).

Vitamina B6

Che cos’è la vitamina B6?

La vitamina B6 fa parte delle vitamine cosiddette idrosolubili. Queste vitamine non possono essere accumulate nell’organismo, ma devono essere regolarmente assunte attraverso i cibi.

La vitamina B6 è sensibile al calore, si degrada, cioè, in presenza di alte temperature e si presenta in tre forme attive: la piridossina, la piridossamina e la piridossale.

 

A che cosa serve la vitamina B6?

La vitamina B6 è coinvolta nel metabolismo degli acidi grassi, degli aminoacidi e degli zuccheri e contribuisce alla formazione degli ormoni e dei globuli bianchi e rossi.

La vitamina B6 ha il ruolo fondamentale di costituire una barriera immunitaria per la protezione contro dalle malattie e di stimolare le funzioni cerebrali e prevenire l’invecchiamento. Per questo, la vitamina B6 viene utilizzata in numerosi prodotti anti invecchiamento.

 

In quali alimenti è presente la vitamina B6?

La vitamina B6 è presente in numerosi alimenti. In particolare, la si trova più comunemente nelle carni, soprattutto bianche, e nel pesce, nelle patate, negli spinaci e nei legumi. La vitamina B6 si trova anche nella frutta, esclusi gli agrumi.

 

Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina B6?

Il fabbisogno giornaliero di vitamina B6 varia a seconda del sesso. Per le donne, il limite è di almeno 1,1 mg al giorno, per gli uomini sale a 1,5 mg.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di vitamina B6?

La carenza di vitamina B6 è riconosciuta solo in rari casi. In genere, si presenta con apatia e debolezza diffusa, fisica e mentale. Comunque, la mancanza di vitamina B6 può presentarsi anche con sintomi come: spasmi muscolari, insonnia, ritenzione idrica e disturbi del sistema nervoso.

La carenza di vitamina B6 può essere il risulto di anemia ipocromica (con i globuli rossi che assumono un colorito più chiaro) e può facilitare la formazione di calcoli nei reni.

 

Quali conseguenze può determinare l’eccesso di vitamina B6?

Non si conoscono conseguenze gravi derivate da eccesso da vitamina B6. Inoltre, l’assorbimento di una quantità eccessiva di questo tipo di vitamina può provocare forti mali di testa.

 

È vero che la vitamina B6 può alleviare i sintomi della sindrome premestruale?

Sì, è vero. La presenza di vitamina B6 contribuisce a mantenere l’equilibrio ormonale anche in situazioni contingenti come quelle dovute alla presenza del ciclo mestruale. Per questo stesso motivo, la vitamina B6 è utile per contrastare gli stati di nausea e vomito che si possono presentare durante la gravidanza e per trattare stati di depressione, stanchezza e mal di testa (in questo ultimo caso senza però esagerare con le dosi).

Infine, alcuni studi recenti dimostrerebbero che la vitamina B6 è utile per trattare la malaria ed eventualmente per prevenire i tumori di polmone e prostata.

Vitamina B5 (acido pantotenico)

Che cos’è la vitamina B5?

La vitamina B5, o acido pantotenico o vitamina W, fa parte delle vitamine cosiddette idrosolubili, quelle che non possono essere accumulate nell’organismo, ma devono essere regolarmente assunte attraverso l’alimentazione.

La vitamina B5 è sensibile alle temperature,  quando queste si alzano tende a scomparire.

 

A che cosa serve la vitamina B5?

La vitamina B5, o acido pantotenico, svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo di grassi, carboidrati e proteine ed è coinvolta nella sintesi di colesterolo e ormoni.

La vitamina B5, in particolare, è indicata per la protezione dei capelli e della pelle, per la cicatrizzazione di ferite e ustioni e per prevenire stati di stanchezza.

 

Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina B5?

Il fabbisogno giornaliero di vitamina B5, o acido pantotenico, corrisponde a circa 4-7 mg, quantità sufficiente a mantenere un buono stato di salute generale.

 

In quali alimenti è presente la vitamina B5?

La vitamina B5, o acido pantotenico, è presente in quasi tutti gli alimenti animali e vegetali (pantos, in greco, significa “ovunque”), in quantità più o meno abbondanti.  Gli alimenti più ricchi di vitamina B5 sono:

  • i legumi
  • le frattaglie
  • i funghi essiccati
  • il tuorlo d’uovo
  • il fegato di suini, ovini e bovini
  • il lievito di birra

 

Quali conseguenze può determinare l’eccesso di vitamina B5?

Non sono noti problemi dovuti a un sovradosaggio di vitamina B5, o acido pantotenico. La quantità in eccesso di vitamina B5, una volta assorbita dall’organismo, viene espulsa in breve tempo attraverso le urine.

 

Quali conseguenze può determinare una carenza di vitamina B5?

La carenza di vitamina B5, o acido pantotenico, è una condizione difficile a verificarsi, la si registra solo in persone che abusano di alcol o fanno uso di sostanze stupefacenti, che denunciano casi di denutrizione grave o che inibiscono l’assorbimento di questa vitamina.

La carenza di vitamina B5 si manifesta attraverso sintomi quali stanchezza, fatica fisica e mentale generalizzata, formicolio e dolore soprattutto ai piedi.

 

È vero che la carenza di vitamina B5 può provocare l’acne?

La vitamina B5 aiuta a prevenire l’invecchiamento della pelle e il formarsi delle rughe e per questo è utilizzata in molti prodotti cosmetici. Le abitudini alimentari dei giovani favoriscono il formarsi di acne, che è la più comune delle malattie della pelle. Farine raffinate e gli alimenti ricchi di zuccheri, tipici del fast food, sono tutti a basso contenuto di vitamina B5 e se l’acne viene combattuta con antibiotici i valori di vitamine assorbite dall’organismo tendono ulteriormente a diminuire.

La prima regola per combattere l’acne, dunque, è quella di osservare una dieta equilibrata.

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