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Acido pinoleico

Che cos’è l’acido pinoleico?

E’ un grasso insaturo che è presente esclusivamente nell’olio di pinoli. Chimicamente si tratta di un isomero dell’acido gamma-linoleico, un grasso essenziale che fa parte della serie degli omega 6 cui sono riconducibili diverse proprietà benefiche per la salute; il che significa che l’acido pinoleico e l’acido gamma-linoleico hanno di fatto la stessa formula bruta, ma che i loro atomi di carbonio sono uniti in una diversa combinazione.

 

A cosa serve l’acido pinoleico?

Ad esso viene attribuita la capacità di ridurre la fame poiché agisce su due ormoni che lavorano come soppressori dell’appetito, CCK e GLP-1. In particolar modo – agendo su CCK – l’acido pinoleico rallenta lo svuotamento dello stomaco e promuove una sensazione di sazietà. L’azione mirata su GLP-1 rallenta invece l’assorbimento del cibo; anche in tal caso l’effetto finali è una sensazione di sazietà ed un’inibizione del desiderio di mangiare.

Sembra altresì che possa coadiuvare ad abbassare l’alta pressione e a ridurre il colesterolo nel sangue promuovendo l’assorbimento del colesterolo cattivo da parte del fegato. Anche in tal caso entrerebbe in gioco GLP-1, che a livelli elevati determina una riduzione nei livelli di colesterolo ematico.

Infine, alti livelli di GLP-1 sono stati associati all’abbassamento del glucosio nel sangue.

Ad oggi gli integratori a base di acido pinoleico (in particolare, di olio di pinoli) sono talvolta commercialmente proposti come soppressori dell’appetito ed al fine di migliorare la salute digestiva. Vengono altresì consigliati per aumentare l’energia disponibile nel cervello e come antiossidanti.

Non risulta che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia sinora approvato claim che attestino i potenziali benefici derivanti dall’assunzione di prodotti che contengono acido pinoleico.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risultano esservi condizioni in cui l’olio di pinoli o, più nello specifico, l’acido pinoleico possano essere controindicati. Non è però possibile escludere aprioristicamente la possibilità che la loro assunzione determini il rischio di contrarre allergie.

Nel caso di dubbi, è sempre opportuno chiedere consiglio al proprio medico curante prima di assumere non solo prodotti a base di acido pinoleico, ma anche qualsiasi altro integratore alimentare.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il   parere del medico curante. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio medico o di un esperto in materia di nutrizione.

 

Acido oleico

Che cos’è l’acido oleico?

E’ un acido grasso monoinsaturo perché all’interno della sua struttura chimica è presente un unico doppio legame carbonio/carbonio. Fa parte della famiglia degli acidi grassi omega 9, così definiti perché il loro unico doppio legame carbonio/carbonio si trova sul nono atomo di carbonio rispetto all’ultimo atomo di carbonio della catena, chiamato appunto carbonio omega. Dal punto di vista alimentare, esso si trova in grandi quantità all’interno dell’olio di oliva, che ne rappresenta sicuramente la fonte alimentare più ricca. Esso è presente in buona quantità anche nell’olio di colza.

 

A cosa serve l’acido oleico?

Tale acido è rinomato per i suoi effetti benefici a vantaggio del sistema cardiovascolare: nello specifico, sembrerebbe sortire effetti antiossidanti e parrebbe essere in grado di mantenere nella norma il livello di colesterolo nel sangue (in particolare quello cosiddetto “cattivo”) e di ridurre i valori della pressione arteriosa.

L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha autorizzato l’impiego di prodotti a base di tale acido con l’indicazione che esso contribuisce al mantenimento nella norma dei livelli di colesterolo; l’Autorità europea precisa difatti che “la sostituzione di grassi saturi nella dieta con grassi insaturi come l’acido oleico contribuisce al mantenimento dei normali livelli di colesterolo nel sangue”.

Anche l’olio di oliva genera effetti antiossidanti e anti-ipertensivi e, in generale, protettivi per la salute dell’intero sistema cardiocircolatorio. Sebbene sia oramai consolidato il fatto che una dieta comprendente al suo interno un buon uso di olio di oliva, contribuisca a prevenire le malattie cardiovascolari, è opportuno però non esagerare con le quantità: l’olio di oliva è difatti un alimento estremamente calorico – un solo cucchiaio apporta quasi 100 calorie – e può quindi predisporre facilmente all’aumento di peso corporeo (elemento che, da solo, rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare).

Gli oli ricchi di acido oleico (e quindi, in particolare, l’olio di oliva) sono più resistenti alle alte temperature e, in fase di cottura, risultano quindi più stabili: sviluppano, cioè, una quantità di composti nocivi per la salute inferiore a quella generata da oli più instabili; per tale motivo, quello di oliva sarebbe l’olio più indicato da utilizzare nelle fritture.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Ad oggi non sono note controindicazioni al consumo di tale acido, né particolari interazioni con altri medicinali o altre sostanze.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non possono in alcun modo sostituire il parere medico. Per garantirsi una sana ed equilibrata alimentazione, è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione

Acido lipoico

Che cos’è l’acido lipoico?

Conosciuto anche anche col nome di acido tiottico o acido ditiottanoico, esso è di essenziale importanza per la salute delle cellule dell’organismo umano. Si tratta difatti di un fattore di crescita per numerosi microrganismi.

 

A cosa serve l’acido lipoico?

Rientra nell’elenco stilato dal Ministero della Salute “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” e nello specifico nell’elenco “Altre sostanze senza apporto massimo giornaliero definito”.

Le proprietà benefiche che vengono attribuite all’acido lipoico e che valgono a questa sostanza l’inserimento come ingrediente in diversi integratori sono numerose. La più importante è di certo la sua capacità antiossidante: tale sostanza sarebbe difatti in grado di proteggere le cellule dai danni derivanti dall’azione nociva dei radicali liberi (sia a livello intracellulare che a livello delle membrane cellulari). Questo acido – oltre a svolgere un’azione antiossidante diretta – favorirebbe anche l’azione di altri antiossidanti (si pensi alla vitamina E, alla vitamina C, al coenzima Q10, ecc.), generando quindi anche un’azione antiossidante indiretta. Diverse ricerche hanno evidenziato un potenziale coinvolgimento dell’acido lipoico nel mantenere sotto debito controllo il livello di zucchero nel sangue, dando vita ad un effetto anti-diabete; altri studi ne hanno sottolineato infine l’azione protettiva nei confronti della funzionalità cardiovascolare.

Attualmente non risultano esservi claim approvati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) specificatamente rivolti a prodotti a base di acido lipoico.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Un appropriato uso di tale acido risulta di solito ben tollerato. È indicato astenersi dal consumare questa sostanza in caso di ipersensibilità certa o presunta al principio attivo, oltre che nelle fasi di gravidanza e allattamento. Atteso che il suo uso può comportare la riduzione dei livelli di zuccheri nel sangue – se si è in trattamento con farmaci ipoglicemizzanti – ne è controindicata l’assunzione; è comunque sempre raccomandato consultarsi col medico.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi al consiglio del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Acido linoleico

Che cos’è l’acido linoleico?

Si tratta di un acido grasso essenziale, in quanto è indispensabile al mantenimento di una buona condizione di salute. Atteso che il nostro organismo non è in grado di produrlo, esso deve essere assunto tramite l’alimentazione o mediante gli integratori.

È un acido grasso polinsaturo perché possiede un numero di doppi legami carbonio/carbonio superiore ad uno. Appartiene altresì alla famiglia degli acidi grassi omega 6, così definiti perché, dal punto di vista della struttura chimica, il primo doppio legame carbonio/carbonio che li caratterizza si trova sul sesto atomo di carbonio rispetto all’ultimo atomo di carbonio della catena, chiamato appunto carbonio omega. Dal punto di vista alimentare esso è presente in notevoli quantità all’interno di alcuni tipi di oli (come quello di girasole e di mais), ma anche nella soia, frutta secca e nel germe di grano. Esistono numerose forme derivate di questo acido grasso essenziale, la più famosa delle quali è la forma coniugata (acido linoleico coniugato).

 

A cosa serve l’acido linoleico?

Le proprietà benefiche che vengono attribuite all’acido linoleico e che valgono a questa sostanza l’inserimento come ingrediente in numerosi integratori sono molteplici. Sembrerebbe svolgere un ruolo nel mantenere in buone condizioni le membrane cellulari e nel promuovere la crescita cellulare; sarebbe altresì coinvolto nella sintesi di alcune molecole coinvolte in importanti processi come la coagulazione del sangue e la mediazione della risposta infiammatoria. Tale acido sarebbe infine in grado di consentire un adeguato controllo dei livelli di colesterolo nel sangue.

Secondo le indicazioni dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, esso contribuisce a mantenere un normale livello di colesterolo nel sangue. L’Efsa tiene a precisare che – al fine di poter godere degli effetti benefici di questa sostanza – è necessario assumerne 10 grammi al dì.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

La sua assunzione può provocare effetti collaterali come nausea, diarrea, problemi di stomaco e affaticamento. Potrebbe altresì rallentare la coagulazione del sangue, aumentando così il rischio di lividi ed emorragie in soggetti che già soffrono di tali tipi di disturbo. Per tali motivi il suo impiego potrebbe essere controindicato in previsione di un intervento chirurgico. Se ne sconsiglia l’assunzione in fase di gravidanza e allattamento. Ad oggi non risultano esservi interazioni tra la sua somministrazione e quella di farmaci o altre sostanze.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non possono in alcun modo sostituire il parere medico. Per garantirsi una sana ed equilibrata alimentazione, è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione

Acido linoleico coniugato

Che cos’è l’acido linoleico coniugato?

Con questo termine ci si riferisce ad un gruppo di sostanze corrispondenti a diverse forme dell’acido linoleico, un acido grasso essenziale appartenente alla serie dei grassi omega 6 e particolarmente abbondante nella carne bovina e nei latticini.

 

A cosa serve l’acido linoleico coniugato?

Tale acido potrebbe contribuire a ridurre i depositi di grasso nell’organismo e a migliorare le difese immunitarie. Le ricerche attualmente condotte suggeriscono che esso potrebbe essere davvero utile per combattere l’obesità, riducendo il senso di fame; tuttavia non sono state ancora raccolte prove sufficienti a certificarne l’efficacia. Parrebbe altresì che esso potrebbe aiutare ad abbassare l’alta pressione. Altre ricerche sembrerebbero invece smentire la supposta utilità della sua assunzione per trattare il raffreddore.

Altri casi in cui l’utilità della sua assunzione parrebbe nulla sono la cura del diabete e quella del colesterolo alto. Infine, non sono ancora sufficienti le prove circa l’efficacia di questo omega 6 contro diverse forme di cancro (al seno, al colon o al retto), allergie, asma, artrite reumatoide ed altri vari problemi di salute per cui ne viene talvolta suggerito l’impiego.

Circa il suo utilizzo al fine di migliorare la forza, i risultati degli studi sinora condotti sono ancora contrastanti.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risultano esservi interazioni tra la sua assunzione e quella di farmaci o altre sostanze. In caso di dubbio, si raccomanda di chiedere consiglio al proprio medico.

L’impiego di questo omega 6 può provocare effetti collaterali come nausea, problemi di stomaco, diarrea ed affaticamento. Inoltre, esso potrebbe rallentare la coagulazione del sangue, aumentando così il rischio di lividi ed emorragie in chi già soffre di complicanze coagulative. Per il medesimo motivo il suo utilizzo potrebbe essere controindicato in previsione di un intervento chirurgico. Infine, tale acido potrebbe essere sconsigliato nei casi di diabete e di sindrome metabolica. Anche in tali circostanze, eventuali dubbi possono essere risolti chiedendo il parere del proprio medico.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non possono in alcun modo sostituire il parere medico. Per garantirsi una sana ed equilibrata alimentazione, è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione

Acido ialuronico

Che cos’è l’acido ialuronico?

Si tratta di una molecola naturalmente presente nell’organismo umano, dove si concentra soprattutto a livello degli occhi e delle articolazioni. Può anche essere estratto dalle creste di gallo o prodotto in laboratorio.

 

A cosa serve l’acido ialuronico?

Esso agisce creando una sorta di ammortizzatore e lubrificando le articolazioni e altre strutture. Sembra poter influenzare altresì il modo in cui l’organismo reagisce ai traumi.

Le sue proposte d’utilizzo includono la cura di diversi problemi alle articolazioni, come – ad esempio – in caso di artrite reumatoide. Oltre ad essere somministrato via bocca può anche essere iniettato direttamente all’interno delle articolazioni o degli occhi (per esempio: dopo interventi per l’asportazione della cataratta, il trattamento del distacco retinico o il trapianto di cornea); essere utilizzato come filler nelle procedure di chirurgia estetica; essere applicato direttamente sulla cute al fine di curare ferite, ustioni o ulcere o come emolliente. Infine vi sono individui che lo assumono per via orale come rimedio antietà, ma non sembra vi siano prove circa la sua capacità di combattere lo scorrere del tempo.

 

Non risulta nemmeno che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia sinora approvato claim che attestino i benefici dell’assunzione di acido ialuronico per via orale. Fra quelli non autorizzati sono inclusi quelli secondo i quali tale molecola:

contribuirebbe sia alla mobilità che alla lubrificazione delle articolazioni;

aiuterebbe a mantenere la mobilità delle articolazioni e contribuirebbe a mantenerle in salute;

manterrebbe la pelle in salute e con un aspetto giovanile;

aiuterebbe a mantenere la pelle idratata;

all’interno di specifici prodotti, contribuirebbe a lubrificare e a supportare le articolazioni.

L’Efsa ha rigettato tali claim perché le affermazioni in essi riportate non sono suffragate da alcuna prova scientifica.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risulta che la sua assunzione possa interferire con medicinali o altre sostanze. Solo raramente può scatenare reazioni allergiche; è altresì opportuno consultarsi col proprio medico prima di utilizzare integratori a base di acido ialuronico sia in corso di gravidanza che di allattamento.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi al consiglio del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Acido clorogenico

Che cos’è l’acido clorogenico?

Chimicamente noto anche con il nome di acido 3-caffeilchinico, si tratta di un polifenolo molto diffuse nei vegetali (in particolare nel caffè verde, dove sembrerebbe esercitare un importante ruolo biologico nell’ambito di una catena di processi ossidoriduttivi). Oltre al caffè verde, anche il mate – bevanda sudamericana – ne è una buona fonte. Questo polifenolo è rinvenibile inoltre in diversi altri vegetali comunemente consumati nella dieta mediterranea: patate, pomodori, melanzane, mele, pesche, pere e prugne.

 

A cosa serve l’acido clorogenico?

Le proprietà benefiche attribuite all’acido clorogenico e grazie alle quali questa sostanza viene inserita in diversi integratori sono molteplici. Nello specifico, essa sarebbe in grado di abbassare i valori della pressione sanguigna e, allo stesso tempo, di modulare il rilascio di glucosio all’interno del sangue dopo aver mangiato, riducendo l’assorbimento dello zucchero a livello intestinale (riduzione della glicemia post-prandiale): tutti effetti benefici per la salute che potrebbero risultare molto utili nel caso di perdita di peso e nel trattamento della sindrome metabolica. Tale acido avrebbe altresì capacità antinfiammatorie, antiossidanti e antibatteriche.

Attualmente non risultano esservi claim autorizzati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) specificatamente rivolti a prodotti a base di acido clorogenico. Nello specifico, le proposte delle indicazioni secondo cui tale sostanza sarebbe in grado di mantenere a normali livelli fisiologici la concentrazione di glucosio nel sangue e contribuirebbe a mantenere il peso-forma, sono state rifiutate per la mancanza di adeguate prove scientifiche.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

L’assunzione di acido clorogenico – secondo gli studi finora condotti – sembrerebbe essere ben tollerata. Circa eventuali interazioni farmacologiche, questa sostanza potrebbe potenziare gli effetti dei farmaci ipoglicemizzanti e inibire l’assorbimento di zinco.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non possono in alcun modo sostituire il parere medico. Per garantirsi una sana ed equilibrata alimentazione, è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione

Pesantezza allo stomaco

Definizione

La pesantezza allo stomaco è una condizione caratterizzata da una sgradevole e prolungata sensazione di pienezza che interessa il principale organo preposto alla digestione, lo stomaco. Questa sensazione è localizzata nella parte superiore dell’addome. I sintomi che possono accompagnare lapesantezza allo stomaco sono diversi, tra cui:

  • rigurgiti acidi
  • alitosi
  • eruttazioni
  • bruciori e dolore di stomaco
  • nausea

Le cause che possono indurre un senso di pesantezza allo stomaco anche in soggetti che generalmente non soffrono di problemi digestivi sono molte: consumare pasti esageratamente abbondanti, mangiare alimenti eccessivamente grassi o eccessivamente conditi, e quindi difficili da digerire, mangiare troppo velocemente, patire il freddo durante la digestione.

Nella maggior parte dei casi, la pesantezza allo stomaco è un disturbo passeggero che regredisce autonomamente o mediante pochi e semplici interventi comportamentali e/o farmacologici come antiacidi contro il bruciore, procinetici in grado di favorire lo svuotamento gastrico, analgesici.

In alcuni casi, però, soprattutto se la pesantezza allo stomaco si presenta piuttosto frequentemente, la sua insorgenza può essere indice di patologie più serie (allergie alimentari, patologie dell’apparato gastrointestinale, disturbi a carico della digestione).

 

Quali malattie si possono associare a pesantezza allo stomaco?

Le malattie che possono risultare associate alla pesantezza allo stomaco includono le seguenti:

  • Allergia alimentare
  • Indigestione
  • Reflusso gastroesofageo
  • Gastrite
  • Ulcera gastrica
  • Ernia iatale
  • Calcoli cistifellea
  • Pancreatite
  • Tumore allo stomaco
  • Ulcera peptica

Si ricorda che l’elenco non è esaustivo ed è sempre bene chiedere consulto al proprio medico soprattutto in caso di persistenza del disturbo.

 

Con la pesantezza allo stomaco quando rivolgersi al proprio medico?

In caso di malattie già diagnosticate in precedenza (vedere elenco malattie associate).

 

Quali sono i rimedi contro la pesantezza allo stomaco?

In generale, i trattamenti in grado di alleviare la pesantezza allo stomaco dipendono dalle cause che l’hanno originata. Spesso, il disturbo è passeggero e regredisce autonomamente o mediante pochi e semplici interventi comportamentali e/o farmacologici come evitare il consumo di determinati cibi (ridurre al minimo, ad esempio, il consumo di bevande alcoliche e di alimenti grassi o molto conditi) e assumere al bisogno specifici farmaci (rigorosamente dietro consiglio medico) tra cui antiacidi contro il bruciore, procinetici (in grado di favorire lo svuotamento gastrico) e analgesici.

Se alla base della pesantezza allo stomaco non c’è una patologia organica i rimedi cosiddetti naturali possono favorire la regressione del disturbo. Un aiuto può arrivare da tisane digestive a base di erbe o dall’uso di pastiglie o caramelle con estratti naturali che possono apportare un miglioramento delle funzionalità gastriche e digestive. Infine, È bene, però, ricordare che, pur essendo rimedi naturali, è sempre bene evitare rimedi “fai da te” e chiedere consiglio al medico, soprattutto se si soffre già di altre patologie e/o si assumono quotidianamente farmaci.

Perdita di ricordi

Definizione

La perdita di ricordi, conosciuta anche come perdita di memoria o amnesia (dal greco “a-mnesis”, dove il prefisso “a” indica una negazione e “mnesis” significa ricordo e sta quindi a significare, “impossibilità di ricordare”) è un disturbo caratterizzato dall’indebolimento o dall’esaurimento della memoria.

 

La perdita dei ricordi, o amnesia, può essere totale o parziale, transitoria o permanente, congenita o acquisita.

Ci sono molte cause che possono provocare questo disturbo, tra cui:

  • traumi
  • lesioni cerebrali
  • vari tipi di disfunzioni organiche a carico del cervello

Quali patologie si possono associare alla perdita di ricordi?

Le malattie che possono risultare associate alla perdita di ricordi includono le seguenti:

  • Demenze
  • Morbo di Alzheimer
  • Intossicazione da monossido di carbonio
  • Lesioni cerebrali
  • Traumi cerebrali

Communque, è importante che si ricorda che l’elenco non è esaustivo ed è sempre migliore chiedere consulto al proprio medico.

 

Con la perdita di ricordi quando rivolgersi al proprio medico?

In caso di malattie già diagnosticate in precedenza (vedere elenco malattie associate).

 

Quali sono i rimedi contro la perdita di ricordi?

Poiché le malattie che possono provocare la perdita di ricordi sono tante e diverse tra loro, per individuare un trattamento che possa almeno in parte lenire la condizione, è molto importante scovare la problematica medica e la causa sottostante base.

Infine, il consiglio è quello di non sottovalutare mai l’indebolimento della memoria e rivolgersi al proprio medico di fiducia ai primi segni di perdita di ricordi, seppure transitoria.

 

Perdita di peso

Definizione

La perdita di peso può essere il sintomo di un problema di salute quando corrisponde a un dimagrimento di 5 kg o pari al 5% del peso corporeo in meno di 6-12 mesi.

Alla base possono esserci problemi di salute come:

  • depressione
  • ansia o stress
  • un tumore
  • un ipertiroidismo
  • problemi digestivi cronici o infezioni intestinali prolungate
  • un’infezione cronica come quella da HIV
  • una malattia cronica (come la BPCO o il Parkinson)
  • l’abuso di droghe o di lassativi
  • l’assunzione di farmaci (ad esempio chemioterapici o medicinali per problemi alla tiroide)
  • disturbi dell’alimentazione
  • un diabete non diagnosticato

 

Quale patologie si possono associare alla perdita di peso?

Le malattie che si possono associare a perdita di peso includono le seguenti:

  • AIDS
  • Cirrosi epatica
  • Gastroenterite
  • Amiloidosi
  • Epatite
  • Diabete
  • Artrite reumatoide
  • Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
  • Celiachia
  • Insufficienza renale
  • Colite
  • Diverticoli esofagei
  • Ebola
  • Ipotiroidismo
  • Enfisema
  • Leucemia
  • Fibrosi cistica
  • Insufficienza surrenalica
  • Intolleranza al lattosio
  • Pancreatite
  • Morbo di Crohn
  • Malattia da graffio di gatto
  • Malattia di Chagas
  • Mononucleosi
  • Sifilide
  • Morbo di Addison
  • Morbo di Graves–Basedow
  • Pemfigo volgare
  • Ulcera gastrica
  • Policitemia vera
  • Rettocolite ulcerosa
  • Steatosi epatica
  • Tifo
  • Tubercolosi
  • Tumore al fegato
  • Tumore allo stomaco
  • Tumore al pancreas
  • Tumore al rene
  • Tumore del colon-retto
  • Tumore dell’esofago
  • Tumori della laringe
  • Tumore della tiroide
  • Pleurite
  • Sclerodermia
  • Ulcera duodenale
  • Ulcera peptica

 

Communque, è importante che si ricorda che questo non è un elenco esaustivo e che sarebbe sempre meglio consultare il proprio medico di fiducia in caso di persistenza dei sintomi.

 

Con perdita di peso quando rivolgersi al proprio medico?

È bene rivolgersi a un medico tutte le volte che il peso corporeo è inferiore rispetto a quello considerato salutare in base all’età e all’altezza. Inoltre, è importante consigliarsi con un medico se si perdono senza motivo apparente più di 5 kg o più del 5% del peso corporeo in meno di 6-12 mesi e se alla perdita di peso si associano altri sintomi.

 

Quali sono i rimedi contro la perdita di peso?

Il rimedio migliore dipende dalla causa della perdita di peso e gli altri sintomi associati. A volte, possono essere necessari interventi psicologici, e altre volte sono indispensabili trattamenti farmacologici. In alcuni casi, possono essere sufficienti opportuni accorgimenti alimentari e un’attività fisica adeguata.

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