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Acidi grassi a media catena

Che cosa sono gli acidi grassi a media catena?

Noti anche come MCT (dall’inglese Medium Chain Triglycerides) sono dei grassi ottenuti dalla lavorazione di oli – in genere di cocco o di semi di palma – per la produzione di prodotti a scopo medicale.

 

A cosa servono gli acidi grassi a media catena?

Sono introdotti come fonte di grassi all’interno dell’alimentazione di soggetti che non possono consumare altre tipologie di grassi. Vengono assunti contestualmente ai trattamenti farmacologici per fronteggiare i problemi gastrointestinali come celiachia, diarrea, steatorrea, malattie epatiche e problemi digestivi associati a gastrectomia o sindrome dell’intestino corto. Vengono altresì indicati per la cura di problemi alla cistifellea, fibrosi cistica, galatturia e chilotorace, AIDS e, nei bambini, delle convulsioni.

Si crede che essi possano promuovere la produzione di sostanze utili contro l’Alzheimer. Infine, alcuni sportivi li assumono come supporto nutrizionale all’allenamento nonchè per incrementare la massa magra, riducendo allo stesso tempo il grasso corporeo.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) non ha sinora autorizzato i claim secondo cui gli acidi grassi a media catena:

aiuterebbero ad aumentare la sazietà, ad aumentare il consumo energetico e a calare di peso, aumentando il metabolismo;

tenderebbero a ridurre il peso e il grasso nei casi di sovrappeso;

inclusi all’interno del consigliato apporto di grassi, contribuirebbero a mantenere un peso sano e bilanciato e aiuterebbero ad evitare l’accumulo di grasso, soprattutto a livello addominale;

aiuterebbero a gestire il peso e a limitare l’accumulo di grasso.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risulta che essi possano interferire con medicinali o altre sostanze.

Se assunti via bocca sono considerati sicuri per la maggior parte degli individui, ma possono causare effetti collaterali (come nausea, fastidi allo stomaco, diarrea, vomito, irritabilità, meteorismo e carenze di grassi essenziali) che possono parzialmente essere limitati assumendoli a stomaco pieno.

Gli acidi grassi a media catena potrebbero essere sconsigliati nel caso di diabete, problemi epatici, gravidanza e allattamento.

Nel dubbio, è sempre opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi al consiglio del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Acetil-l-carnitina

Che cos’è l’acetil-l-carnitina?

Conosciuta anche con il nome di L-acetilcarnitina, è una sostanza chimicamente corrispondente all’estere acetilico della carnitina, che è sostanza presente naturalmente nei tessuti animali e la cui funzione più nota è quella di trasportare gli acidi grassi all’interno dei mitocondri, dove vengono trasformati in energia.

 

A cosa serve l’acetil-l-carnitina?

Sono numerose le proprietà che le vengono ascritte e grazie alle quali questa sostanza viene attualmente commercializzata e utilizzata come ingrediente in diversi integratori: sembra difatti che abbia funzioni antiossidanti per l’intero organismo umano, e che in particolare svolga un’azione protettiva nei confronti del cervello. Tra le sue altre proprietà caratteristiche benefiche, ci sarebbe inoltre sia la stimolazione che la liberazione di diversi ormoni, tra i quali il testosterone.

Circa la presunta capacità di tale sostanza di supportare e/o mantenere in salute la funzionalità cerebrale è stato richiesto il parere dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) che ha espresso un parere negativo: secondo l’Autorità europea, sulla base delle ricerche ad oggi effettuate, non risultano esservi indicazioni scientificamente approvate circa l’esistenza di benefici funzionali che possano giustificare l’assunzione di prodotti a base di tale sostanza al fine supportare e mantenere in salute le funzionalità cerebrali e cognitive. Non risultano infatti esservi claim approvati dall’Efsa specificatamente riferiti a prodotti a base di l’acetil-l-carnitina.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

È bene opportuno evitare il consumo di questa sostanza in caso di sospetta o accertata ipersensibilità al principio attivo. In caso di patologie cardiovascolari, neurologiche e psichiatriche e nel caso si stia seguendo una terapia farmacologica è raccomandabile fare rigoroso riferimento al parere del medico.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi al consiglio del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Acido clorogenico

Che cos’è l’acido clorogenico?

Chimicamente noto anche con il nome di acido 3-caffeilchinico, si tratta di un polifenolo molto diffuse nei vegetali (in particolare nel caffè verde, dove sembrerebbe esercitare un importante ruolo biologico nell’ambito di una catena di processi ossidoriduttivi). Oltre al caffè verde, anche il mate – bevanda sudamericana – ne è una buona fonte. Questo polifenolo è rinvenibile inoltre in diversi altri vegetali comunemente consumati nella dieta mediterranea: patate, pomodori, melanzane, mele, pesche, pere e prugne.

 

A cosa serve l’acido clorogenico?

Le proprietà benefiche attribuite all’acido clorogenico e grazie alle quali questa sostanza viene inserita in diversi integratori sono molteplici. Nello specifico, essa sarebbe in grado di abbassare i valori della pressione sanguigna e, allo stesso tempo, di modulare il rilascio di glucosio all’interno del sangue dopo aver mangiato, riducendo l’assorbimento dello zucchero a livello intestinale (riduzione della glicemia post-prandiale): tutti effetti benefici per la salute che potrebbero risultare molto utili nel caso di perdita di peso e nel trattamento della sindrome metabolica. Tale acido avrebbe altresì capacità antinfiammatorie, antiossidanti e antibatteriche.

Attualmente non risultano esservi claim autorizzati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) specificatamente rivolti a prodotti a base di acido clorogenico. Nello specifico, le proposte delle indicazioni secondo cui tale sostanza sarebbe in grado di mantenere a normali livelli fisiologici la concentrazione di glucosio nel sangue e contribuirebbe a mantenere il peso-forma, sono state rifiutate per la mancanza di adeguate prove scientifiche.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

L’assunzione di acido clorogenico – secondo gli studi finora condotti – sembrerebbe essere ben tollerata. Circa eventuali interazioni farmacologiche, questa sostanza potrebbe potenziare gli effetti dei farmaci ipoglicemizzanti e inibire l’assorbimento di zinco.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non possono in alcun modo sostituire il parere medico. Per garantirsi una sana ed equilibrata alimentazione, è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione

Acido eicosapentaenoico

Che cos’è l’acido eicosapentaenoico?

L’EPA è un acido grasso che appartiene alla serie degli omega 3.

 

A cosa serve l’acido eicosapentaenoico?

Sembra che esso possa rallentare la coagulazione sanguigna e combattere dolore e gonfiori. Il principale motivo per cui lo si assume è però il mantenimento di una buona salute a livello cardiovascolare. Da questa prospettiva, secondo l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) i prodotti che contengono EPA in combinazione con DHA possono riportare claim secondo i quali:

EPA e DHA contribuirebbero al normale funzionamento del cuore, purchè si assumano almeno 250 mg di EPA e DHA al dì;

EPA e DHA contribuirebbero al mantenimento di una normale pressione sanguigna, purchè si assumano 3 g di EPA e DHA al dì;

EPA e DHA contribuirebbero al mantenimento nella norma dei valori di trigliceridi nel sangue, purchè si assumano 2 g di EPA e DHA al dì e semprechè non si tratti di prodotti destinati ai bambini.

L’assunzione di EPA viene al contrario suggerita per curare la depressione, la schizofrenia, i disturbi dell’umore, la sindrome da deficit di attenzione/iperattività, l’asma, alcune malattie polmonari, il lupus eritematoso sistemico, la psoriasi, il diabete di tipo 2, la fibrosi cistica e i sintomi della menopausa. E’ stato inoltre ipotizzato che possa contribuire a ridurre il rischio di cancro alla prostata e di Alzheimer. Le prove scientifiche a supporto di questi utilizzi non sono però sufficienti a giustificarli e numerose proposte d’uso non sono state approvate dall’EFSA.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

L’acido eicosapentaenoico potrebbe abbassare la pressione sanguigna; perciò è necessario prestare la dovuta attenzione nell’assumerlo nel caso in cui si sia in trattamento con farmaci antipertensivi. Inoltre, atteso che sembra rallentare la coagulazione del sangue, esso potrebbe interagire con la somministrazione di anticoagulanti e antiaggreganti. Nel dubbio, è sempre consigliabile ricorrere al parere del proprio medico.

L’EPA potrebbe influenzare la respirazione in soggetti ipersensibili all’aspirina. Anche in tal caso, se si hanno dei dubbi è sempre raccomandabile esprimerli al proprio medico prima di iniziare ad assumere un integratore a base di tale acido.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non possono in alcun modo sostituire il parere medico. Per garantirsi una sana ed equilibrata alimentazione, è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione

Acido ialuronico

Che cos’è l’acido ialuronico?

Si tratta di una molecola naturalmente presente nell’organismo umano, dove si concentra soprattutto a livello degli occhi e delle articolazioni. Può anche essere estratto dalle creste di gallo o prodotto in laboratorio.

 

A cosa serve l’acido ialuronico?

Esso agisce creando una sorta di ammortizzatore e lubrificando le articolazioni e altre strutture. Sembra poter influenzare altresì il modo in cui l’organismo reagisce ai traumi.

Le sue proposte d’utilizzo includono la cura di diversi problemi alle articolazioni, come – ad esempio – in caso di artrite reumatoide. Oltre ad essere somministrato via bocca può anche essere iniettato direttamente all’interno delle articolazioni o degli occhi (per esempio: dopo interventi per l’asportazione della cataratta, il trattamento del distacco retinico o il trapianto di cornea); essere utilizzato come filler nelle procedure di chirurgia estetica; essere applicato direttamente sulla cute al fine di curare ferite, ustioni o ulcere o come emolliente. Infine vi sono individui che lo assumono per via orale come rimedio antietà, ma non sembra vi siano prove circa la sua capacità di combattere lo scorrere del tempo.

 

Non risulta nemmeno che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia sinora approvato claim che attestino i benefici dell’assunzione di acido ialuronico per via orale. Fra quelli non autorizzati sono inclusi quelli secondo i quali tale molecola:

contribuirebbe sia alla mobilità che alla lubrificazione delle articolazioni;

aiuterebbe a mantenere la mobilità delle articolazioni e contribuirebbe a mantenerle in salute;

manterrebbe la pelle in salute e con un aspetto giovanile;

aiuterebbe a mantenere la pelle idratata;

all’interno di specifici prodotti, contribuirebbe a lubrificare e a supportare le articolazioni.

L’Efsa ha rigettato tali claim perché le affermazioni in essi riportate non sono suffragate da alcuna prova scientifica.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risulta che la sua assunzione possa interferire con medicinali o altre sostanze. Solo raramente può scatenare reazioni allergiche; è altresì opportuno consultarsi col proprio medico prima di utilizzare integratori a base di acido ialuronico sia in corso di gravidanza che di allattamento.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi al consiglio del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Acido linoleico

Che cos’è l’acido linoleico?

Si tratta di un acido grasso essenziale, in quanto è indispensabile al mantenimento di una buona condizione di salute. Atteso che il nostro organismo non è in grado di produrlo, esso deve essere assunto tramite l’alimentazione o mediante gli integratori.

È un acido grasso polinsaturo perché possiede un numero di doppi legami carbonio/carbonio superiore ad uno. Appartiene altresì alla famiglia degli acidi grassi omega 6, così definiti perché, dal punto di vista della struttura chimica, il primo doppio legame carbonio/carbonio che li caratterizza si trova sul sesto atomo di carbonio rispetto all’ultimo atomo di carbonio della catena, chiamato appunto carbonio omega. Dal punto di vista alimentare esso è presente in notevoli quantità all’interno di alcuni tipi di oli (come quello di girasole e di mais), ma anche nella soia, frutta secca e nel germe di grano. Esistono numerose forme derivate di questo acido grasso essenziale, la più famosa delle quali è la forma coniugata (acido linoleico coniugato).

 

A cosa serve l’acido linoleico?

Le proprietà benefiche che vengono attribuite all’acido linoleico e che valgono a questa sostanza l’inserimento come ingrediente in numerosi integratori sono molteplici. Sembrerebbe svolgere un ruolo nel mantenere in buone condizioni le membrane cellulari e nel promuovere la crescita cellulare; sarebbe altresì coinvolto nella sintesi di alcune molecole coinvolte in importanti processi come la coagulazione del sangue e la mediazione della risposta infiammatoria. Tale acido sarebbe infine in grado di consentire un adeguato controllo dei livelli di colesterolo nel sangue.

Secondo le indicazioni dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, esso contribuisce a mantenere un normale livello di colesterolo nel sangue. L’Efsa tiene a precisare che – al fine di poter godere degli effetti benefici di questa sostanza – è necessario assumerne 10 grammi al dì.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

La sua assunzione può provocare effetti collaterali come nausea, diarrea, problemi di stomaco e affaticamento. Potrebbe altresì rallentare la coagulazione del sangue, aumentando così il rischio di lividi ed emorragie in soggetti che già soffrono di tali tipi di disturbo. Per tali motivi il suo impiego potrebbe essere controindicato in previsione di un intervento chirurgico. Se ne sconsiglia l’assunzione in fase di gravidanza e allattamento. Ad oggi non risultano esservi interazioni tra la sua somministrazione e quella di farmaci o altre sostanze.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non possono in alcun modo sostituire il parere medico. Per garantirsi una sana ed equilibrata alimentazione, è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione

Acido lipoico

Che cos’è l’acido lipoico?

Conosciuto anche anche col nome di acido tiottico o acido ditiottanoico, esso è di essenziale importanza per la salute delle cellule dell’organismo umano. Si tratta difatti di un fattore di crescita per numerosi microrganismi.

 

A cosa serve l’acido lipoico?

Rientra nell’elenco stilato dal Ministero della Salute “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” e nello specifico nell’elenco “Altre sostanze senza apporto massimo giornaliero definito”.

Le proprietà benefiche che vengono attribuite all’acido lipoico e che valgono a questa sostanza l’inserimento come ingrediente in diversi integratori sono numerose. La più importante è di certo la sua capacità antiossidante: tale sostanza sarebbe difatti in grado di proteggere le cellule dai danni derivanti dall’azione nociva dei radicali liberi (sia a livello intracellulare che a livello delle membrane cellulari). Questo acido – oltre a svolgere un’azione antiossidante diretta – favorirebbe anche l’azione di altri antiossidanti (si pensi alla vitamina E, alla vitamina C, al coenzima Q10, ecc.), generando quindi anche un’azione antiossidante indiretta. Diverse ricerche hanno evidenziato un potenziale coinvolgimento dell’acido lipoico nel mantenere sotto debito controllo il livello di zucchero nel sangue, dando vita ad un effetto anti-diabete; altri studi ne hanno sottolineato infine l’azione protettiva nei confronti della funzionalità cardiovascolare.

Attualmente non risultano esservi claim approvati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) specificatamente rivolti a prodotti a base di acido lipoico.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Un appropriato uso di tale acido risulta di solito ben tollerato. È indicato astenersi dal consumare questa sostanza in caso di ipersensibilità certa o presunta al principio attivo, oltre che nelle fasi di gravidanza e allattamento. Atteso che il suo uso può comportare la riduzione dei livelli di zuccheri nel sangue – se si è in trattamento con farmaci ipoglicemizzanti – ne è controindicata l’assunzione; è comunque sempre raccomandato consultarsi col medico.

 

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Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi al consiglio del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Acido pinoleico

Che cos’è l’acido pinoleico?

E’ un grasso insaturo che è presente esclusivamente nell’olio di pinoli. Chimicamente si tratta di un isomero dell’acido gamma-linoleico, un grasso essenziale che fa parte della serie degli omega 6 cui sono riconducibili diverse proprietà benefiche per la salute; il che significa che l’acido pinoleico e l’acido gamma-linoleico hanno di fatto la stessa formula bruta, ma che i loro atomi di carbonio sono uniti in una diversa combinazione.

 

A cosa serve l’acido pinoleico?

Ad esso viene attribuita la capacità di ridurre la fame poiché agisce su due ormoni che lavorano come soppressori dell’appetito, CCK e GLP-1. In particolar modo – agendo su CCK – l’acido pinoleico rallenta lo svuotamento dello stomaco e promuove una sensazione di sazietà. L’azione mirata su GLP-1 rallenta invece l’assorbimento del cibo; anche in tal caso l’effetto finali è una sensazione di sazietà ed un’inibizione del desiderio di mangiare.

Sembra altresì che possa coadiuvare ad abbassare l’alta pressione e a ridurre il colesterolo nel sangue promuovendo l’assorbimento del colesterolo cattivo da parte del fegato. Anche in tal caso entrerebbe in gioco GLP-1, che a livelli elevati determina una riduzione nei livelli di colesterolo ematico.

Infine, alti livelli di GLP-1 sono stati associati all’abbassamento del glucosio nel sangue.

Ad oggi gli integratori a base di acido pinoleico (in particolare, di olio di pinoli) sono talvolta commercialmente proposti come soppressori dell’appetito ed al fine di migliorare la salute digestiva. Vengono altresì consigliati per aumentare l’energia disponibile nel cervello e come antiossidanti.

Non risulta che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia sinora approvato claim che attestino i potenziali benefici derivanti dall’assunzione di prodotti che contengono acido pinoleico.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risultano esservi condizioni in cui l’olio di pinoli o, più nello specifico, l’acido pinoleico possano essere controindicati. Non è però possibile escludere aprioristicamente la possibilità che la loro assunzione determini il rischio di contrarre allergie.

Nel caso di dubbi, è sempre opportuno chiedere consiglio al proprio medico curante prima di assumere non solo prodotti a base di acido pinoleico, ma anche qualsiasi altro integratore alimentare.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il   parere del medico curante. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio medico o di un esperto in materia di nutrizione.

 

Acqua di rose

Che cos’è l’acqua di rose?

Si tratta di un prodotto ottenuto tramite l’estrazione dell’essenza dai petali di piante appartenenti al genere Rosa, famiglia delle Rosaceae.

 

A cosa serve l’acqua di rose?

L’acqua di rose è un prodotto che trova ampio utilizzo in ambito cosmetico. Viene indicata per la sua capacità di mantenere un adeguato pH dell’epidermide; di controllare un’eccessiva produzione di sebo; di esercitare un’azione antinfiammatoria, utile per combattere le irritazioni, gli arrossamenti, l’acne, le dermatite e gli eczemi; di contribuire a idratare e a rivitalizzare la pelle; di far guarire tagli e altre ferite, rafforzare la cute, rigenerare i tessuti e combattere le cicatrici.

Grazie alle sue proprietà astringenti, essa aiuterebbe inoltre a pulire i pori, a tonificare la pelle e a restringere i capillari, riducendo così il rossore. Contribuirebbe altresì a contrastare sia le rughe che gli altri segni dell’invecchiamento.

L’acqua di rose viene impiegata per preparare maschere purificanti e peeling naturali, contro le occhiaie, gli edemi, la dermatite seborroica, l’acne, la couperose e le rughe. Con i petali di rosa si può anche fare un decotto da bere, al fine di sfruttare al meglio le proprietà disinfettanti, toniche e astringenti. La stessa bevanda viene indicata altresì per ridurre i disturbi associati al ciclo mestruale e il sanguinamento delle gengive e per combattere sudorazione eccessiva, diarrea, faringiti e calcoli ai reni.

Infine, l’acqua di rose è rinomata per le sue proprietà rilassanti che le conferirebbero un leggero effetto antidepressivo e che potrebbero essere utili nei casi di ansia o per promuovere il rilassamento e il benessere emotivo. Pare infine che possa contribuire a dormire meglio.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risulta che il suo uso esterno sia associato a rischi per la salute umana. Le reazioni allergiche sono rare, ma è possibile che tale rimedio naturale causi pizzicori, bruciori, arrossamenti o altre irritazioni; nel caso in cui dovessero persistere è opportuno rivolgersi ad un medico.

È inoltre raccomandato controllare tutti gli ingredienti delle preparazioni a base di acqua di rose; ciò per escludere la presenza di molecole che potrebbero causare allergie o aumentare la sensibilità della pelle alla luce solare.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto in materia di nutrizione.

Agar

Che cos’è l’agar?

L’agar è un polisaccaride, costituito quindi da una successione di carboidrati semplici, che, una volta estratto dalle pareti cellulari di diversi tipi di alghe rosse, può essere utilizzato con diversi scopi. L’agar è utile:

  • per preparare o solidificare terreni di coltura che agiscano da substrati per la crescita e la proliferazione di alcuni tipi di microrganismi
  • in cucina, come addensante e gelificante

A cosa serve l’agar?

L’agar è un carboidrato del quale si riconoscono diversi usi e proprietà.

Alcune modalità di utilizzo dell’agar sono riportate di seguito.

  • L’agar è una sostanza idrofila che, proprio per la sua capacità di richiamare acqua, giunto nell’apparato digerente, forma una massa che favorisce l’evacuazione intestinale. Stimola inoltre i movimenti di peristalsi intestinale e, pertanto, viene utilmente impiegato come lassativo in caso di costipazione, anche in pediatria.
  • Poichè ha spiccate proprietà idrofile e crea una massa gelatinosa che aumenta il volume degli alimenti nello stomaco, l’agar permette di raggiungere più velocemente il senso di sazietà, o “stomaco pieno”, riducendo così l’assunzione di grandi quantità di cibo, causati dai cosiddetti “attacchi di fame”. I prodotti a base di agar possono essere consigliati, pertanto, per perdere peso.
  • L’agar viene utilizzato anche per il trattamento di alcune patologie come il diabete, poichè rallenta l’assorbimento di glucosio a livello intestinale. In tal caso l’assunzione di agar potrebbe comportare perdita di peso e riduzione dell’indice di massa corporea.
  • L’agar viene impiegato talvolta nel trattamento dell’ittero neonatale.

Le prove a favore di questi utilizzi dell’agar sono promettenti. E’ bene ricordare tuttavia che, al momento, non ci sono ancora dimostrazioni sufficienti a prova della sua efficacia.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

L’utilizzo dell’agar può dare origine ad alcuni effetti collaterali non trascurabili.

  • Innanzitutto, l’agar è considerato sicuro per la maggior parte degli adulti quando viene assunto con almeno 240 ml di acqua (corrispondenti all’incirca ad un bicchiere), mentre, in caso contrario, potrebbe bloccare l’esofago o altri tratti del tubo digerente.
  • A causa delle sue proprietà idrofile e poichè crea una massa che si stabilizza nell’intestino e aumenta la peristalsi e lo svuotamento intestinale, l’assunzione di prodotti a base di agar potrebbe ridurre l’assorbimento di alcuni farmaci assunti per via orale, rendendoli talvolta addirittura inefficaci. Si consiglia, pertanto, di assumere l’agar almeno un’ora prima di eventuali farmaci.
  • L’assunzione di agar potrebbe aumentare i livelli di colesterolo, sebbene non ci siano evidenze certe riguardanti tale rischio.
  • Si sospetta che l’agar possa aumentare il rischio di tumori del colon. Anche in questo caso è opportuno ricordare che si tratta di un’ipotesi non ancora confermata da opportune evidenze scientifiche.
  • L’assunzione di prodotti a base di agar può essere controindicata in caso di: blocchi intestinali (soprattutto se non è abbinata a un’assunzione adeguata di fluidi) e di problemi di deglutizione (a causa del rischio di soffocamento in assenza di un’assunzione adeguata di fluidi). Tali rischi sono ancora una volta ricollegabili alla capcità dell’agar di formare una massa gelatinosa di volume considerevole.
  • L’ingestione di agar potrebbe scatenare l’insorgenza di sintomi quali: dolori al petto, vomito, difficoltà di deglutizione, difficoltà respiratory.

E’ importante consultare il medico nel caso si verifichi la comparsa di uno o alcuni di questi sintomi.

 

Disclaimer

Prima dell’assunzione di agar, è consigliabile sempre chiedere consiglio al proprio medico che potrà valutare, per ciascun paziente, il rapporto tra rischi e benefici associati all’utilizzo di tale sostanza.

Le informazioni sopra riportate rappresentano dunque indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico.

Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

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