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Arnica montana

Che cos’è l’arnica montana?

Si tratta di un’erba appartenente alla famiglia delle Asteraceae i cui fiori vengono utilizzati per ottenere prodotti a uso medicinale.

 

A cosa serve l’arnica montana?

L’arnica sembra contenere principi attivi che sono in grado di ridurre sia l’infiammazione che il dolore. Le vengono attribuite anche proprietà antibiotiche. Applicata sulla pelle, viene utilizzata proprio per ridurre dolore e gonfiore (ad esempio in presenza di acne, punture di insetto, slogature e problemi di artrite, disturbi ai muscoli e alle cartilagini, labbra screpolate). Essa è inoltre un ingrediente di tonici per capelli e preparati anti-forfora.

Sotto forma di prodotti da assumere via bocca viene invece proposta contro flebite superficiale, fastidi alle gengive associati all’estrazione dei denti del giudizio e mal di gola. Non risulta però che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia sinora autorizzato alcun claim che giustifichi l’uso di integratori a base di arnica per questi o altri scopi.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

L’assunzione di integratori a base di arnica potrebbe interagire con quella di farmaci che rallentano la coagulazione del sangue (anticoagulanti e antiaggreganti). Nel dubbio è bene chiedere consiglio al proprio medico.

Inoltre la sua assunzione in dosi elevate è pericolosa; tale erba è difatti considerata velenosa e si sono riscontrati decessi in seguito al suo utilizzo. La sua assunzione via bocca può altresì scatenare irritazioni di bocca e gola, aumento della frequenza cardiaca e della pressione del sangue, danni al cuore e insufficienze d’organo, mal di stomaco, vomito, diarrea, rash cutanei e difficoltà respiratorie. Essa può essere infine associata ad un aumento delle emorragie, coma e reazioni allergiche (soprattutto in caso di allergia a piante appartenenti alla famiglia delle Asteraceae).

Il suo impiego è sconsigliato sia durante la gravidanza che durante l’allattamento, nel caso di battito cardiaco accelerato, alta pressione, programmati interventi chirurgici programmati, sindrome dell’intestino irritabile, ulcere gastrointestinali, malattia di Crohn o altri disturbi gastrointestinali. Anche in tal caso – in presenza di dubbi sulla sua sicurezza – ci si raccomanda di chiedere consiglio al proprio medico.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Argilla

Che cos’è l’argilla?

Si tratta di un sedimento molto fine, costituito da granuli di diametro inferiore ai 3,9 micrometri, che trova utilizzo sia in cosmesi che in ambito medico, sotto forma di integratore alimentare.

 

A cosa serve l’argilla?

La sua assunzione per via orale viene proposta soprattutto per combattere disturbi che possono colpire l’apparato digerente. Più nello specifico, essa viene utilizzata contro la nausea, diarrea, disturbi gastrici e sindrome del colon irritabile.

L’ipotesi teorica è che essa leghi alcuni metalli e ne prevenga l’assorbimento all’interno dello stomaco e dell’intestino; perciò viene anche utilizzata per curare o prevenire l’avvelenamento da metalli tossici come il mercurio.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) non ha però approvato il claim secondo cui l’argilla (in particolare l’argilla verde) potrebbe: aiutare una corretta digestione; contribuire al comfort digestivo e al normale funzionamento del tratto gastrointestinale; aiutare a ridurre i fastidi gastrointestinali; agevolare il transito gastrointestinale, contribuire a regolare la digestione e ad un più generale benessere digestivo.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risultano esservi condizioni conosciute in cui la sua assunzione potrebbe interferire con quella di medicinali o di altre sostanze; in caso di dubbio, è sempre bene chiedere consiglio al proprio medico.

Alcuni tipi di argilla si sono dimostrati sicuri se assunti via bocca per un breve periodo di tempo (3 mesi) in dosi non superiori ai 3 grammi. L’utilizzo a lungo termine potrebbe invece determinare una riduzione dei livelli di potassio e di ferro; per questo motivo il suo impiego potrebbe essere controindicato in caso di ipopotassiemia e di anemia. Inoltre, non è possibile escludere aprioristicamente il rischio di problemi respiratori, di debolezza muscolare, di blocchi intestinali, di formazione di piaghe sulla pelle e di avvelenamento da piombo.

In fase di gravidanza, il suo utilizzo via bocca potrebbe invece causare il rischio di aumento della pressione e di gonfiori; per quanto riguarda l’allattamento, le informazioni ad oggi disponibili non sono sufficienti ad escludere l’esistenza di rischi.

Nel dubbio, prima di assumerla, è bene consultare il proprio medico.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In ottica di un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

 

 

Argentina

Che cos’è l’argentina?

Nota anche con il nome di “potentilla”, è una pianta dicotiledone (Potentilla L.) che appartiene alla famiglia delle Rosaceae. I suoi fiori e le sue foglie sono utilizzati per ottenere prodotti ad uso medicale.

 

A cosa serve l’argentina?

Essa contiene tannini, che sono molecole di origine vegetale cui sono attribuite sia la capacità di contribuire alla riduzione dell’infiammazione dell’epidermide che proprietà astringenti nei confronti dei tessuti.

L’uso di prodotti a base di tale pianta viene indicato per combattere la diarrea. Alcune donne vi fanno altresì contro i fastidi associati alla sindrome premestruale e nel caso di perdite mestruali leggermente dolorose. Talvolta la potentilla viene infine applicata direttamente sull’area da curare per trattare dolori e gonfiori alla bocca e alla gola, sintomi tipici dell’infiammazione.

Le prove scientifiche a sostegno di tali utilizzi non sono però ancora sufficienti nè risulta che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia sinora autorizzato claim che giustifichino queste proposte d’impiego.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risultano esservi condizioni in cui l’utilizzo di prodotti che abbiano fra i loro ingredienti la potentilla potrebbe interferire con l’assunzione di medicinali o di altre sostanze. In caso di dubbio, è consigliabile affidarsi al parere del proprio medico.

In generale, pare che l’uso di argentina possa essere considerato sicuro per la maggior parte degli individui. Non sono però ancora disponibili dati sufficienti per poterne garantire la sicurezza durante fasi delicate della vita come la gravidanza e l’allattamento; perciò è opportuno chiedere preventivo consiglio al proprio medico o al pediatra.

L’impiego di argentina non è del tutto esente dalla comparsa di possibili effetti collaterali. In particolare, l’utilizzo di prodotti a base di potentilla potrebbe causare fastidiose irritazioni allo stomaco.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Arancio amaro

Che cos’è l’arancio amaro?

E’ una pianta i cui frutti, fiori e foglie vengono usati per scopo medicinale.

 

A cosa serve l’arancio amaro?

Al suo interno sono presenti dei composti in grado di condizionare il funzionamento del sistema nervoso e il restringimento dei vasi sanguigni, l’aumento della pressione arteriosa e quello della frequenza cardiaca.

Per tali sue proprietà viene commercializzato sotto forma di integratori e di prodotti da applicare sulla pelle. In particolare, esso viene indicato per promuovere sia l’appetito che la perdita di peso corporeo, per controllare i livelli di zuccheri e di lipidi nel sangue, per favorire la salute cardiovascolare e contro le malattie di fegato, cistifellea, reni e vescica, contro i fastidi dello stomaco, la congestione nasale e la sindrome da stanchezza cronica, problemi gastrointestinali come costipazione diarrea e meteorismo,. C’è anche chi lo assume contro l’anemia, dolori muscolari, articolari e ai nervi, problemi oftalmici e geloni. Le prove scientifiche sinora a disposizione suggeriscono però una concreta efficacia solo nel caso di applicazione topica per il trattamento di infezioni della cute.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

La sua assunzione può interagire con alcuni medicinali contro la depressione (i MAO inibitori) e con il midazolam. Può inoltre interferire con l’indinavir e con i farmaci metabolizzati dal citocromo P450 3A4, con quelli che prolungano l’intervallo QT, con gli stimolanti, con la caffeina, con il destrometorfano e con la felodipina.

La sua sicurezza è messa in dubbio quando viene assunto per perdere peso corporeo, soprattutto se in combinazione con stimolanti come la caffeina: il concreto rischio di pressione alta, svenimenti, infarti, ictus e altri effetti collaterali gravi può difatti notevolmente aumentare. Inoltre sono stati riportati dei casi di mal di testa determinati proprio dall’assunzione dell’arancio amaro. Infine, esso può aggravare il glaucoma e può essere controindicato in caso di prolungamento dell’intervallo QT, pressione alta, aritmie e interventi chirurgici programmati; aumenta la sensibilità al sole, può interferire con il controllo della glicemia in chi soffre di diabete di tipo 2. Nel dubbio, è sempre bene chiedere consiglio al proprio medico.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate sono delle indicazioni generali che non possono sostituire in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre consigliato affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione

 

Arabinoxilano

Che cos’è l’arabinoxilano?

Si tratta di una fibra alimentare presente in cereali (come il mais, frumento, la segale, il riso, l’avena e l’orzo) che viene impiegata anche a scopo medicinale.

 

A cosa serve l’arabinoxilano?

Gli viene attribuita la capacità di ridurre le quantità di zucchero e di colesterolo assorbiti dall’apparato digerente. La sua assunzione via bocca viene proposta per combattere le malattie cardiache, il diabete, la costipazione, il prediabete e la sindrome metabolica nonché per aiutare la perdita di peso.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha autorizzato il claim secondo cui l’arabinoxilano, assunto durante i pasti, contribuirebbe a ridurre l’aumento del glucosio nel sangue a fine pasto. Si precisa però che tale claim può però essere impiegato solo per prodotti che contengano almeno 8 gr. di arabinoxilano da endosperma di grano (almeno il 60% in peso) per 100 gr. di carboidrati disponibile per porzione quantificata, come parte di un pasto. Non sono invece stati sinora approvati i claim secondo cui l’arabinoxilano favorirebbe, in modo naturale, il funzionamento del sistema immunitario, lo supporterebbe e aiuterebbe si la risposta immunitaria che le difese dell’organismo.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non sono al momento note condizioni in cui l’assunzione di supplementi a base di arabinoxilano potrebbe interagire con quella di farmaci o di altre sostanze. Nel dubbio, è opportuno chiedere consulto al proprio medico.

L’assunzione via bocca di arabinoxilano può essere associata a effetti collaterali come dolori allo stomaco, diarrea o gas intestinali. Può, inoltre, ridurre il livello di zucchero in chi soffre di diabete, che quindi sarebbe costretto ad aggiustare di conseguenza il dosaggio dei farmaci antidiabetici già prescritti. Il suo effetto sui livelli di zuccheri nel sangue potrebbe inoltre renderlo sconsigliato in caso di programmati interventi chirurgici. In caso di dubbi a tal proposito, è raccomandabile chiedere consiglio al proprio medico.

Non si hanno ad oggi informazioni sufficienti per garantire la sicurezza della sua assunzione in fase di gravidanza e di allattamento. Anche in tal caso e prima di un’eventuale assunzione, la scelta migliore è sempre quella di consultarsi con il proprio medico.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il consulto medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Alghe Verdi

Che cosa sono le alghe verdi?

Sono degli organismi che vivono sia in acqua dolce che in ambiente marino. In ambito scientifico sono conosciute come Charophyta (molte di quelle che vivono in acqua dolce) o Chloropytha (le alghe verdi marine). Una terza classe di alghe verdi, le Trebouxiouphyceae, vive quasi esclusivamente in ambiente terrestre.

Un genere di alghe verdi di particolare interesse nell’ambito degli integratori alimentari è il Chlorella, reperibile sul mercato in forma di capsule, compresse o alimenti trasformati.

Della famiglia delle Ulvaceae fa invece parte l’Ulva lactuca; comunemente nota come “lattuga di mare” e diffusa anche nell’area del Mediterraneo, si utilizza anche per accompagnare il sushi.

 

A cosa servono le alghe verdi?

Dal punto di vista nutrizionale, le alghe verdi sono in particolar modo indicate come fonti ricche di omega 3, vitamina A, C e alcune del gruppo B. Inoltre, in specifici casi, viene evidenziato il loro elevato contenuto in sali minerali, come il calcio e il magnesio.

Al loro interno sono presenti diversi pigmenti (come clorofilla, beta-carotene e diversi tipi di xantofille). Per quanto attiene, invece, ai macronutrienti, si tratta di fonti di amido, di alcuni acidi grassi e di proteine contenenti amminoacidi essenziali.

L’assunzione di prodotti a base di alghe verdi, per esempio di Chlorella, viene indicata al fine di migliorare la qualità nutrizionale dell’alimentazione quotidiana. Inoltre viene loro attribuita, fra le altre, la capacità di stimolare la tiroide e attivare il metabolismo, promuovere la depurazione, attivare la circolazione, aumentare le difese immunitarie e contrastare l’invecchiamento,

Non risulta però che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia sinora approvato alcun claim che giustifichi queste o altre proposte d’uso dei prodotti contenenti tali alghe.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Le alghe verdi possono essere sconsigliate in caso di ipertiroidismo o qualora sia necessario limitare l’apporto quotidiano di iodio. Inoltre potrebbero non essere indicate se si debba fortemente limitare l’assunzione di sodio.

È inoltre opportuno rammentare che le alghe verdi potrebbero essere contaminate da metalli pesanti o da sostanze tossiche (come le microcistine).

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto in materia di nutrizione.

Arabinogalattano

Che cos’è l’arabinogalattano?

Si tratta di una fibra presente in molte piante.

 

A cosa serve l’arabinogalattano?

Una volta raggiunto l’intestino, l’arabinogalattano viene fermentato dai microrganismi presenti nella flora intestinale, promuovendo quindi la crescita di batteri benefici per la salute, come i lattobacilli. In tal modo può esercitare effetti positivi sulla salute. Sembra inoltre che tale fibra possa aumentare il buon funzionamento dell’intero sistema immunitario e aiutare a prevenire la crescita di cellule tumorali a livello epatico.

Le prove scientifiche sinora raggiunte a sostegno di questi impieghi non sono però ancora sufficienti a certificarne l’efficacia. Non risulta altresì che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia approvato dei claim che attestino i benefici dell’assunzione di arabinogalattano a questi o ad altri diversi scopi.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

La sua assunzione potrebbe interferire con quella di farmaci che riducono l’attività del sistema immunitario. Tale interferenza potrebbe derivare dal fatto che l’arabinogalattano potrebbe incrementare il funzionamento del sistema immunitario. Fra i medicinali che potrebbero essere meno efficaci si possono includere la ciclosporinai corticosteroidi, il sirolimus, , il basiliximab, il tacrolimus e l’azatioprina.

Inoltre essere sicuro anche quando viene assunto via bocca, nelle dosi indicate, per meno di sei mesi. Può tuttavia scatenare effetti collaterali come gonfiori e flatulenza. Non si hanno infine informazioni certe sulla sicurezza della sua assunzione nel lungo periodo.

Non risultano nemmeno esserci sufficienti dati per garantirne la sicurezza d’assunzione durante la gravidanza e l’allattamento. Perciò, durante queste delicate fasi della vita, è indicato rivolgersi al proprio medico o al pediatra prima di assumere dei prodotti a base di arabinogalattano.

Infine, la sua assunzione può incrementare il rischio di rigetto in caso di trapianti d’organo ed essere controindicata nei casi di malattie autoimmuni (per esempio, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide o il lupus eritematoso sistemico), perché potrebbe generare un aumento dei sintomi a causa dell’attivarsi del sistema immunitario.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate sono delle indicazioni generali che non possono sostituire in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre consigliato affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Acido pinoleico

Che cos’è l’acido pinoleico?

E’ un grasso insaturo che è presente esclusivamente nell’olio di pinoli. Chimicamente si tratta di un isomero dell’acido gamma-linoleico, un grasso essenziale che fa parte della serie degli omega 6 cui sono riconducibili diverse proprietà benefiche per la salute; il che significa che l’acido pinoleico e l’acido gamma-linoleico hanno di fatto la stessa formula bruta, ma che i loro atomi di carbonio sono uniti in una diversa combinazione.

 

A cosa serve l’acido pinoleico?

Ad esso viene attribuita la capacità di ridurre la fame poiché agisce su due ormoni che lavorano come soppressori dell’appetito, CCK e GLP-1. In particolar modo – agendo su CCK – l’acido pinoleico rallenta lo svuotamento dello stomaco e promuove una sensazione di sazietà. L’azione mirata su GLP-1 rallenta invece l’assorbimento del cibo; anche in tal caso l’effetto finali è una sensazione di sazietà ed un’inibizione del desiderio di mangiare.

Sembra altresì che possa coadiuvare ad abbassare l’alta pressione e a ridurre il colesterolo nel sangue promuovendo l’assorbimento del colesterolo cattivo da parte del fegato. Anche in tal caso entrerebbe in gioco GLP-1, che a livelli elevati determina una riduzione nei livelli di colesterolo ematico.

Infine, alti livelli di GLP-1 sono stati associati all’abbassamento del glucosio nel sangue.

Ad oggi gli integratori a base di acido pinoleico (in particolare, di olio di pinoli) sono talvolta commercialmente proposti come soppressori dell’appetito ed al fine di migliorare la salute digestiva. Vengono altresì consigliati per aumentare l’energia disponibile nel cervello e come antiossidanti.

Non risulta che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia sinora approvato claim che attestino i potenziali benefici derivanti dall’assunzione di prodotti che contengono acido pinoleico.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risultano esservi condizioni in cui l’olio di pinoli o, più nello specifico, l’acido pinoleico possano essere controindicati. Non è però possibile escludere aprioristicamente la possibilità che la loro assunzione determini il rischio di contrarre allergie.

Nel caso di dubbi, è sempre opportuno chiedere consiglio al proprio medico curante prima di assumere non solo prodotti a base di acido pinoleico, ma anche qualsiasi altro integratore alimentare.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il   parere del medico curante. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio medico o di un esperto in materia di nutrizione.

 

Acido oleico

Che cos’è l’acido oleico?

E’ un acido grasso monoinsaturo perché all’interno della sua struttura chimica è presente un unico doppio legame carbonio/carbonio. Fa parte della famiglia degli acidi grassi omega 9, così definiti perché il loro unico doppio legame carbonio/carbonio si trova sul nono atomo di carbonio rispetto all’ultimo atomo di carbonio della catena, chiamato appunto carbonio omega. Dal punto di vista alimentare, esso si trova in grandi quantità all’interno dell’olio di oliva, che ne rappresenta sicuramente la fonte alimentare più ricca. Esso è presente in buona quantità anche nell’olio di colza.

 

A cosa serve l’acido oleico?

Tale acido è rinomato per i suoi effetti benefici a vantaggio del sistema cardiovascolare: nello specifico, sembrerebbe sortire effetti antiossidanti e parrebbe essere in grado di mantenere nella norma il livello di colesterolo nel sangue (in particolare quello cosiddetto “cattivo”) e di ridurre i valori della pressione arteriosa.

L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha autorizzato l’impiego di prodotti a base di tale acido con l’indicazione che esso contribuisce al mantenimento nella norma dei livelli di colesterolo; l’Autorità europea precisa difatti che “la sostituzione di grassi saturi nella dieta con grassi insaturi come l’acido oleico contribuisce al mantenimento dei normali livelli di colesterolo nel sangue”.

Anche l’olio di oliva genera effetti antiossidanti e anti-ipertensivi e, in generale, protettivi per la salute dell’intero sistema cardiocircolatorio. Sebbene sia oramai consolidato il fatto che una dieta comprendente al suo interno un buon uso di olio di oliva, contribuisca a prevenire le malattie cardiovascolari, è opportuno però non esagerare con le quantità: l’olio di oliva è difatti un alimento estremamente calorico – un solo cucchiaio apporta quasi 100 calorie – e può quindi predisporre facilmente all’aumento di peso corporeo (elemento che, da solo, rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare).

Gli oli ricchi di acido oleico (e quindi, in particolare, l’olio di oliva) sono più resistenti alle alte temperature e, in fase di cottura, risultano quindi più stabili: sviluppano, cioè, una quantità di composti nocivi per la salute inferiore a quella generata da oli più instabili; per tale motivo, quello di oliva sarebbe l’olio più indicato da utilizzare nelle fritture.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Ad oggi non sono note controindicazioni al consumo di tale acido, né particolari interazioni con altri medicinali o altre sostanze.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non possono in alcun modo sostituire il parere medico. Per garantirsi una sana ed equilibrata alimentazione, è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione

Acido lipoico

Che cos’è l’acido lipoico?

Conosciuto anche anche col nome di acido tiottico o acido ditiottanoico, esso è di essenziale importanza per la salute delle cellule dell’organismo umano. Si tratta difatti di un fattore di crescita per numerosi microrganismi.

 

A cosa serve l’acido lipoico?

Rientra nell’elenco stilato dal Ministero della Salute “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” e nello specifico nell’elenco “Altre sostanze senza apporto massimo giornaliero definito”.

Le proprietà benefiche che vengono attribuite all’acido lipoico e che valgono a questa sostanza l’inserimento come ingrediente in diversi integratori sono numerose. La più importante è di certo la sua capacità antiossidante: tale sostanza sarebbe difatti in grado di proteggere le cellule dai danni derivanti dall’azione nociva dei radicali liberi (sia a livello intracellulare che a livello delle membrane cellulari). Questo acido – oltre a svolgere un’azione antiossidante diretta – favorirebbe anche l’azione di altri antiossidanti (si pensi alla vitamina E, alla vitamina C, al coenzima Q10, ecc.), generando quindi anche un’azione antiossidante indiretta. Diverse ricerche hanno evidenziato un potenziale coinvolgimento dell’acido lipoico nel mantenere sotto debito controllo il livello di zucchero nel sangue, dando vita ad un effetto anti-diabete; altri studi ne hanno sottolineato infine l’azione protettiva nei confronti della funzionalità cardiovascolare.

Attualmente non risultano esservi claim approvati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) specificatamente rivolti a prodotti a base di acido lipoico.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Un appropriato uso di tale acido risulta di solito ben tollerato. È indicato astenersi dal consumare questa sostanza in caso di ipersensibilità certa o presunta al principio attivo, oltre che nelle fasi di gravidanza e allattamento. Atteso che il suo uso può comportare la riduzione dei livelli di zuccheri nel sangue – se si è in trattamento con farmaci ipoglicemizzanti – ne è controindicata l’assunzione; è comunque sempre raccomandato consultarsi col medico.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi al consiglio del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

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