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Riabilitazione da rottura del legamento crociato anteriore

Dopo l’intervento di riparazione del legamento crociato anteriore, lo specialista fornirà al paziente un programma di riabilitazione per riacquistare la funzionalità del ginocchio e il completo movimento dell’articolazione.

Il programma riabilitativo viene impostato dal chirurgo ortopedico e dal fisioterapista che periodicamente seguiranno il paziente alle visite successive all’intervento per controllare e verificare la ripresa della funzionalità dell’articolazione.

La fase della riabilitazione prevede principalmente un allenamento basato su esercizi utili a rinforzare la muscolatura delle gambe, che di fatto sostiene il ginocchio, e a recuperare movimento e coordinazione, senza però provocare sovraccarichi che potrebbero allentare o rompere il legamento.

La riabilitazione dura circa 4-6 mesi, ma gli specialisti consigliano di proseguire con l’allenamento per mantenere la tonicità muscolare. La ripresa sportiva costante è consigliabile solo dopo il completo recupero articolare e muscolare e tendenzialmente non prima di sei mesi. Nel caso di adolescenti, la ripresa dell’attività sportiva si allunga di 2-3 mesi a causa della loro immaturità tissutale.

 

Uva ursina

Che cos’è l’uva ursina?

Con il termine “uva ursina” si fa riferimento ai frutti della pianta Arctostaphylos uva-ursi di cui sono golosi gli orsi (da qui deriva il nome della pianta), anche se alcune fonti tendono a indicare come uva ursina anche i frutti delle piante Arctostaphylos adentricha e Arctostaphylos coactylis. Ad essere utilizzate a scopo terapeutico sono soprattutto le foglie.

 

A cosa serve l’uva ursina?

Gli effetti collaterali attribuiti al consumo di prodotti a base di uva ursina sono numerosi, sebbene debbano ancora essere accertati dal punto di vista scientifico. Poiché l’uva ursina sembrerebbe in grado di ridurre i batteri presenti nelle urine, i prodotti a base di questo frutto potrebbero essere un valido aiuto se associate a terapie contro i disturbi del tratto urinario, comprese le infezioni e le infiammazioni a carico di reni, vescica, uretra e vie urinarie e altri disturbi come aumento della minzione, minzione dolorosa, presenza di acido urico o altri acidi in eccesso nelle urine. Alcune ricerche, inoltre, hanno evidenziato gli effetti benefici dell’uva ursina contro disturbi anche molto diversi tra loro come costipazione e bronchite.

Attualmente l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non ha approvato claim specifici per i prodotti a base di uva ursina.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Gli effetti collaterali più comuni causati dall’assunzione di prodotti a base di uva ursina sono nausea, vomito, mal di stomaco e colorazione verde-marrone delle urine. In generale, l’assunzione orale di uva ursina è ben tollerata dagli adulti se assunta per brevi periodi (massimo un mese); alte dosi e usi eccessivamente prolungati nel tempo possono invece causare effetti collaterali anche gravi, tra cui danni a fegato, occhi (contiene una sostanza chimica che può assottigliare la retina), apparato respiratorio, fino ad arrivare a insorgenza di convulsioni e morte. A scopo precauzionale si consiglia di non consumare uva ursina durante la gravidanza e l’allattamento. Non somministrare prodotti a base di uva ursina ai bambini. L’uva ursina può avere effetti diuretici e può interagire con i farmaci e altre sostanze a base di litio.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

Xilitolo

Che cos’è lo xilitolo?

E’ un alcol presente in natura nel mondo vegetale (è, ad esempio, presente in molti frutti e in diverse verdure). Quello utilizzato a scopo medicale è estratto dal legno di betulla.

 

A cosa serve lo xilitolo?

Ha un sapore dolce ma – a differenza dello zucchero – una volta in bocca non viene convertito in acidi che promuovono il formarsi della carie; inoltre riduce il livello dei batteri salivari responsabili della carie. Sembra, infine, che lo xilitolo sia un efficace rimedio contro i batteri responsabili delle infezioni all’orecchio.

Viste le sue proprietà, lo xilitolo viene largamente utilizzato come sostituto dello zucchero. Può essere ad esempio aggiunto a gomme da masticare, mentine e altre caramelle. In particolare, i prodotti per l’igiene orale che contengono xilitolo vengono indicati per prevenire sia la carie che la secchezza delle fauci; inoltre lo xilitolo viene utilizzato come sostituto dello zucchero nel caso di diabete.

In generale, tuttavia, lo xilitolo è meno usato rispetto al sorbitolo, sostituto dello zucchero meno costoso e più semplice da utilizzare all’interno di prodotti medicinali.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha approvato il claim secondo cui il consumo di cibi/bevande contenenti xilitolo contribuirebbe al mantenimento della mineralizzazione dei denti, purché la sua quantità sia tale da non ridurre il pH della placca al di sotto di 5,7 (durante e fino a 30 minuti dopo il loro consumo). Inoltre l’Efsa ha approvato il claim secondo cui il consumo di cibi/bevande contenenti xilitolo indurrebbe un picco di glucosio più basso rispetto a cibi/bevande aventi al loro interno zucchero, purché la riduzione degli zuccheri rispetti i parametri stabiliti dall’allegato al Regolamento CE No 1924/2006.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Può essere assunto in dosi medicinali fino a circa 50 grammi al dì (o 20, nel caso dei bambini) senza con ciò mettere in pericolo la salute. Fra gli eventuali effetti collaterali si possono segnalare diarrea e accumulo di gas nell’intestino.

È stata invece prospettata la teoria secondo cui l’assunzione di dosi molto elevate, per lunghi periodi di tempo (oltre i 3 anni), possa aumentare il rischio di tumori.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate all’interno di questo articolo rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre indicato ricorrere al consulto del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Triptofano

Che cos’è il triptofano?

Il triptofano è un aminoacido contenuto in molte proteine di origine animale e vegetale. Si tratta di un nutriente essenziale, che non può essere sintetizzato dall’organismo e che deve perciò essere assunto attraverso il cibo.

 

A cosa serve il triptofano?

Oltre a partecipare alla sintesi delle proteine (svolgendo un ruolo strutturale nell’organismo) il triptofano è il precursore della serotonina, ormone che agisce come neurotrasmettitore, controlla l’umore a livello cerebrale e causa il restringimento dei vasi sanguigni.

Per questi motivi, il triptofano è indicato per migliorare le performance sportive, combattere la depressione, l’ansia e l’insonnia, togliere il vizio del fumo e combattere problemi da deficit di attenzione/iperattività e la sindrome di Tourette. Inoltre, gli integratori a base di triptofano vengono suggeriti in caso di apnee notturne, dolori al viso, gravi forme di sindrome premestruale e bruxismo.

Le prove scientifiche a disposizione non sono però sufficienti a certificare l’efficacia di questi suggerimenti d’uso, e al momento l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non ha approvato i claim proposti per i prodotti contenenti triptofano, L-triptofano o 5-idrossitriptofano, il precursore della serotonina in cui il triptofano viene convertito una volta nell’organismo.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

L’assunzione di triptofano potrebbe interferire con i trattamenti a base di antidepressivi che agiscono aumentando il livello di serotonina nel cervello, come i MAO inibitori. Inoltre, questa sostanza potrebbe aumentare la sonnolenza associata all’assunzione di farmaci sedativi.

Alcuni effetti collaterali causati dall’assunzione di triptofano sono bruciore o dolore allo stomaco, eruttazioni e gonfiori addominali, nausea, vomito, dissenteria, perdita dell’appetito, emicrania, sensazione di testa leggera, sonnolenza, secchezza delle fauci, vista sfocata, debolezza muscolare e problemi della sfera sessuale. Può essere controindicata in caso di problemi renali o epatici, gravidanza e allattamento, e si consiglia di evitarne l’uso alle persone che soffrono di eosinofilia, poiché è stata associata alla cosiddetta sindrome eosinofilia-mialgia.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

 

Zeaxantina

Che cos’è la zeaxantina?

La zeaxantina è un pigmento carotenoide prodotto dalle alghe e da alcune piante per idrossilazione del β-carotene presente nel tuorlo dell’uovo. È privo di attività vitaminica A.

 

A cosa serve la zeaxantina?

La zeaxantina rientra nel documento redatto dal Ministero della Salute “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” e in particolare nell’elenco “Altre sostanze senza apporto massimo giornaliero definito”.

Secondo numerose ricerche – sebbene manchino ancora conferme scientifiche – un apporto ottimale di zeaxantina contribuirebbe alla buona salute degli occhi. Più nel dettaglio, la zeaxantina supporterebbe il benessere della retina e soprattutto della macula (la zona centrale della retina dell’occhio umano, la più sensibile agli stimoli luminosi) e della fovea (regione concentrica all’interno della macula). La zeaxantina sarebbe inoltre molto utile per mantenere la retina sana grazie alla stabilizzazione delle membrane retiniche, contribuendo a renderle più resistenti ai danni causati dalla luce. La zeaxantina (con la luteina) viene accumulata nella macula sana e contribuisce a mantenere l’integrità e la salute di questa parte della retina essenziale per una vista ottimale.

Secondo alcune ricerche, inoltre, la somministrazione di zeaxantina alle persone con maggior rischio di sviluppare la degenerazione maculare legata all’età, potrebbe essere in grado di prevenire, in cinque anni, la perdita della vista in più di 300 mila persone oltre i 55 anni. L’assunzione di zeaxantina inoltre migliorerebbe la visione in pazienti già affetti da malattia maculare. Infine, secondo altri studi, l’assunzione di zeaxantina sarebbe anche un’ottima prevenzione del rischio di sviluppo di degenerazione maculare legata all’età.

Attualmente l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non ha però approvato claim specifici per i prodotti a base di zeaxantina.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

In caso di assunzione di dosi eccessive di zeaxantina, i soggetti con carnagione chiara potrebbero notare un cambiamento della colorazione della pelle in giallo-dorata. In ogni caso, prima di assumere integratori a base di zeaxantina, si consiglia di consultare il proprio medico di base.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

Vite rossa

Che cos’è la vite rossa?

La vite rossa (Vitis vinifera) è una specie vegetale della famiglia delle Vitaceaeimpiegata per realizzare prodotti a uso medicinale.

 

A cosa serve la vite rossa?

La vite rossa è famosa per il suo contenuto di flavonoidi, molecole con proprietà antiossidanti legate alla riduzione del colesterolo cattivo, al rilassamento dei vasi sanguigni e alla riduzione del rischio di malattie coronariche. Inoltre, alle foglie di vite rossa vengono attribuite proprietà astringenti e antinfiammatorie che potrebbero essere utili in caso di emorragie e dissenteria; in questo caso i maggiori benefici deriverebbero dalle foglie di colore rosso.

 

La vite rossa viene impiegata come prevenzione per la tutela della salute cardiovascolare ed è indicata contro vene varicose, emorroidi, aterosclerosi, pressione alta, infarto e ictus. Inoltre, viene impiegata contro gonfiori associati a interventi chirurgici o traumi, costipazione o dissenteria, disturbi da deficit di attenzione/iperattività, sindrome da affaticamento cronico, ciclo mestruale abbondante, emorragie uterine e afte. Infine, la vite rossa trova impiego per gestire le complicanze del diabete, come problemi a nervi e occhi, per migliorare la guarigione delle ferite, per prevenire le carie, i tumori e la degenerazione maculare senile e contro il calo della visione notturna, le malattie epatiche e la febbre da fieno.

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non ha ancora approvato i claim secondo cui la vite rossa aiuterebbe a perdere peso, a tenerlo sotto controllo o a migliorare la silhouette.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

L’assunzione di vite rossa potrebbe ridurre l’effetto di medicinali modificati dal citocromo P450 1A2 e della fenacetina, mentre potrebbe amplificare quello del warfarin, incrementando il rischio di lividi ed emorragie.

Nella maggior parte dei casi il suo utilizzo sembra essere sicuro, ma potrebbe essere controindicato in caso di disturbi emorragici, interventi chirurgici programmati, gravidanza e allattamento. Inoltre, assunta in quantità eccessive, la vite rossa potrebbe causare diarrea e altri problemi gastrointestinali, tosse, secchezza delle fauci, mal di gola, cefalea e problemi muscolari. Infine, la vite rossa potrebbe essere fonte di reazioni allergiche.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

 

Trifoglio rosso

Che cos’è il trifoglio rosso?

Il trifoglio rosso (denominato anche trifoglio di prato e trifoglio selvatico; nome latino Trifolium pratense) è una pianta appartenente alla stessa famiglia dei legumi. Le parti della pianta che contengono le sostanze biologicamente attive sono le sommità fiorite che possono essere utilizzate nella preparazione di estratti per compresse e capsule, ma anche in infusione come un tè.

 

A cosa serve il trifoglio rosso?

Il trifoglio rosso contiene molti isoflavoni, composti fitonutrienti con effetto antiossidante. Gli isoflavoni fanno parte della categoria dei fitoestrogeni, sostanze di origine vegetale simili agli estrogeni dal punto di vista sia strutturale che funzionale.

In passato, questa pianta veniva utilizzata come rimedio soprattutto contro problemi respiratori anche importanti come pertosse, asma e bronchite. Oggi il trifoglio rosso viene impiegato, come altri prodotti a base di isoflavoni, per ridurre i sintomi della menopausa, il dolore al seno associato al ciclo mestruale, per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, per prevenire l’osteoporosi e per contenere la sintomatologia connessa all’iperplasia prostatica benigna (ingrandimento della ghiandola prostatica).

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

In genere, l’assunzione di prodotti a base di trifoglio rosso è ben tollerata da tutte le persone; gli effetti collaterali riscontrati più comunemente sono alcuni disturbi a carico del sistema digerente, soprattutto mal di stomaco e nausea. Reazioni allergiche gravi a prodotti a base di questa pianta sono rare: è comunque necessario informare il medico nel caso in cui si noti un qualsiasi sintomo di reazione allergica, soprattutto se importante (rash cutaneo, prurito, gonfiore specialmente se a carico di viso, lingua o gola, forti capogiri, problemi respiratori). Sebbene in gravidanza e allattamento il consumo di isoflavoni mediante l’alimentazione risulti sicuro, si consiglia di evitare il consumo di integratori a base di questa pianta dal momento che non sono ancora noti gli eventuali effetti causati dal consumo di quantità maggiori del principio attivo.

Non è ancora chiaro se il consumo di prodotti a base di trifoglio rosso risulti sicuro per le pazienti che soffrono di forme tumorali sensibili agli ormoni.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

 

Tirosina

Che cos’è la tirosina?

E’ uno degli aminoacidi che formano le proteine dell’organismo umano. Non si tratta di un aminoacido essenziale in età adulta perché esso può essere sintetizzato dall’organismo a partire da un altro aminoacido, la fenilalanina. È rinvenibile nei latticini, nella frutta secca, nei legumi, nell’avena, nel grano, nella carne, nel pesce e nelle uova.

 

A cosa serve la tirosina?

E’ impiegata, sotto forma di integratori, nel trattare la fenilchetonuria, una condizione ereditaria in cui l’organismo non sa produrre questo aminoacido a partire dalla fenilalanina; la supplementazione aiuterebbe proprio chi soffre di questa malattia a soddisfare i necessari fabbisogni quotidiani di tirosina.

La sua assunzione viene inoltre proposta per promuovere il generale benessere del cervello, nello specifico per curare la depressione, il disturbo da deficit di attenzione (ADD), la sindrome da deficit di attenzione/iperattività e la narcolessia; inoltre viene indicata per ridurre i sintomi della carenza di sonno. Altri casi nei quali ne viene suggerita l’assunzione sono: le condizioni di stress, la sindrome premestruale, l’astinenza da alcol o da cocaina, la presenza di malattie cardiache, ictus e schizofrenia, la disfunzione erettile e la perdita di interesse nei confronti del sesso, la malattia di Parkinson, l’Alzheimer, la sindrome da stanchezza cronica. Viene infine proposta per favorire l’abbronzatura e come soppressore dell’appetito.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) non ha sinora approvato i claim secondo cui la L-tirosina:

sarebbe essenziale per la naturale di dopamina richiesta per il funzionamento e la contrazione dei muscoli

fornirebbe energia

aiuterebbe a mantenere la concentrazione fisica e mentale in caso di stress momentaneo

limiterebbe l’affaticamento mentale in condizioni ambientali sfavorevoli.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

L’impiego di integratori a base di tirosina potrebbe interferire con la contestuale assunzione di levodopa e degli ormoni tiroidei.

La tirosina è sconsigliata in caso di ipertiroidismo e di morbo di Graves: l’organismo potrebbe difatti utilizzarla per produrre l’ormone tiroideo tiroxina, aggravando tali disturbi.

 

Disclaimer

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Sucralosio

Che cos’è il sucralosio?

Il sucralosio è un dolcificante artificiale senza calorie derivato dal saccarosio. Si tratta di una molecola 650 volte più dolce rispetto allo zucchero.

 

A cosa serve il sucralosio?

Il sucralosio viene impiegato come dolcificante di cibi e bevande senza aggiungere calorie. Per esempio, viene utilizzato nei sostituti dello zucchero, in alcune bibite gassate, nei chewing-gum, nei cereali per la prima colazione e nelle salse da condimento.

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha approvato il claim secondo cui il consumo di cibi o bevande contenenti sucralosio anziché zucchero contribuiscono al mantenimento della mineralizzazione dei denti. Per poter utilizzare questo claim è però necessario che la quantità di sucralosio aggiunta a cibi e bevande sia tali da non ridurre il pH della placca al di sotto di 5,7 sia durante che nei 30 minuti successivi al loro consumo.

Inoltre, l’Autorità ha autorizzato il claim secondo cui cibi e bevande contenenti sucralosio in sostituzione dello zucchero inducono un minore aumento del glucosio nel sangue dopo il loro consumo rispetto a cibi e bevande contenenti zucchero; il sucralosio aiuta quindi a ridurre la risposta glicemica dopo i pasti. Per poter utilizzare questo claim, però, è necessario che le quantità di sucralosio aggiunte a cibi e bevande siano tali da ridurre il contenuto di zuccheri della quantità specificata nell’Allegato al Regolamento (CE) N. 1924/2006.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Essendo molto dolce, il sucralosio viene spesso mischiato ad altri dolcificanti che contengono calorie, come il destrosio o le maltodestrine; in questo modo il suo potere dolcificante viene diluito, ma il prodotto finale contiene più calorie rispetto a un prodotto con la sola aggiunta di sucralosio.

Secondo alcuni studi, il sucralosio potrebbe causare emicrania e danni al sistema immunitario. Analizzando i dati scientifici a disposizione, nel 2000, il Comitato Scientifico per gli Alimenti dell’Unione Europea ha concluso che si tratta di un prodotto sicuro per il consumo umano, anche in fase di la gravidanza.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

Teanina

Che cos’è la teanina?

La teanina è un aminoacido presente nel tè verde.

 

A cosa serve la teanina?

La teanina ha una struttura molto simile a quella del glutammato, un aminoacido naturalmente presente nelle proteine dell’organismo umano coinvolto anche nella trasmissione degli impulsi nervosi. Pare che questa sostanza sia in grado di esercitare effetti simili a quelli di questo aminoacido. Inoltre, pare sia in grado di bloccare alcuni effetti collaterali del glutammato.

Fra gli usi proposti della teanina troviamo il trattamento dell’ansia e dell’ipertensione. Inoltre, la sua assunzione viene suggerita come prevenzione dell’Alzheimer e per rendere più efficaci alcuni farmaci antitumorali. Al momento tuttavia, le prove in merito all’efficacia dell’assunzione di teanina a tali scopi sono considerate insufficienti.

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non ha approvato i claim secondo cui la teanina sarebbe un valido aiuto per migliorare le capacità cognitive, la concentrazione e l’attenzione, a mantenere uno stato di rilassamento ottimale, a supportare il rilassamento (senza causare sonnolenza) e a mantenere un sonno salutare, ad alleviare lo stress (anche fisico) e a mantenere un benessere psico-fisico ottimale. Inoltre, l’Efsa non ha approvato i claim secondo cui la teanina eserciterebbe un effetto neuroprotettivo, agirebbe come antagonista della caffeina e sarebbe utile a chi pratica sport.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

La teanina sembra ridurre la pressione del sangue; per questo motivo potrebbe aumentare l’effetto dei farmaci antipertensivi. Inoltre, potrebbe ridurre l’effetto dei farmaci che esercitano un effetto stimolante sul cervello.

In generale, l’assunzione per via orale di prodotti contenenti teanina è considerata sicura, purché prosegua solo per periodi brevi; in genere vengono assunti una sola volta a settimana per tre settimane di seguito. Non è invece noto se assumerli per periodi più lunghi sia sicuro.

Non ci sono informazioni affidabili in merito alla sicurezza dell’assunzione di prodotti a base di teanina durante la gravidanza e l’allattamento. In generale, si consiglia di consultare sempre il proprio medico prima di assumere integratori in queste delicate fasi della vita.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

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