COME TI POSSIAMO AIUTARE?

Centralino
095 7339000

Se hai bisogno di maggiori informazioni contattaci telefonicamente

Prenotazioni
095 7339000

Prenota una visita in privato o con assicurazione telefonicamente, oppure direttamente online

Contabilità
095 73390119
Direzione sanitaria
095 73390203
Direzione amministrativa
095 73390668
Ufficio stampa e comunicazione
095 73390764

Colostro

Che cos’è il colostro?

E’ il fluido prodotto dalla ghiandola mammaria nei primissimi giorni successivi il parto.

 

A cosa serve il colostro?

Il colostro è una fonte di proteine, vitamine, minerali, , carboidrati, grassi e anticorpi. In particolare, il colostro di origine bovina può essere raccolto da animali che siano stati vaccinati al fine di produrre degli anticorpi in grado di combattere i batteri della diarrea infettiva. La prima applicazione circa questo prodotto è stata difatti relativa alla prevenzione delle infezioni intestinali. Oggi viene indicato per bruciare il grasso; aumentare la massa magra, le energie a disposizione e la vitalità; migliorare le performance atletiche e le difese immunitarie; combattere l’invecchiamento; favorire il buonumore e il benessere.

I dati oggi a disposizione suggeriscono che esso potrebbe coadiuvare a combattere la diarrea infettiva sia nei bambini che negli adulti con il sistema immunitario debole. Non risultano però esservi ancora dei claim approvati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) che attestino i benefici derivanti dalla sua assunzione; inoltre la stessa Efsa non ha sinora approvato i claim secondo cui il colostro bovino:

favorirebbe un ottimale recupero a seguito di un’intensa attività fisica

aiuterebbe gli atleti a mantenere in salute il sistema immunitario in salute nel corso di intensi allenamenti

abbinato all’esercizio e all’alimentazione, favorirebbe una crescita dei muscoli

associato a un esercizio regolare, potrebbe incrementare le performance atletiche

in soggetti sani ottimizzerebbe i naturali sistemi di difesa immunitaria

sarebbe utile in caso di momentanea sensazione di fatica

favorirebbe il benessere digestivo e l’intera salute gastrointestinale

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risultano condizioni in cui il colostro bovino potrebbe interagire con medicinali o altre sostanze.

Se assunto via bocca in modo appropriato sembra essere sicuro; solo in casi rari – in particolare in caso di sieropositività all’HIV – potrebbe causare senso di nausea o conati di vomito, alterare i risultati dei test per la funzionalità dei reni e ridurre i livelli di globuli rossi. Inoltre non è da escludere la probabilità di reazioni, soprattutto negli individui allergici al latte vaccino o ai suoi derivati.

Prima di assumere colostro bovino in corso di gravidanza o di allattamento al seno, è opportuno consultarsi col proprio medico o col pediatra.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi al consulto del proprio curante o di un esperto in materia di nutrizione.

Cloruro di potassio

Che cos’è il cloruro di potassio?

Si tratta di una sostanza che, sotto forma di integratore, viene impiegata per prevenire o trattare forme di carenze di potassio.

 

A cosa serve il cloruro di potassio?

Si utilizza per prevenire o trattare forme di carenze di potassio. Quest’ultimo è un macroelemento, ovvero uno dei minerali presenti in quantità più elevate nell’organismo; nello specifico è il principale minerale presente all’interno delle cellule del corpo umano (in un individuo adulto ve ne sono circa 180 gr.). Il potassio svolge diverse funzioni; tra le più importanti: aiuta a tenere sotto controllo la pressione sanguigna; partecipa alla contrazione muscolare, inclusa quella del muscolo cardiaco; contribuisce alla regolazione dell’equilibrio dei fluidi e dei minerali all’interno e all’esterno delle cellule;.

Tra le condizioni che possono condurre ad una riduzione del livello di potassio nell’organismo ci sono vomito, diarrea prolungata, problemi ormonali e terapie a base di diuretici.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

L’assunzione di prodotti a base di cloruro di potassio risulta di solito ben tollerata dalla maggior parte dei soggetti. Sebbene gran parte degli individui che assume tali prodotti non ravvisi alcun effetto collaterale, l’utilizzo di questi integratori può causare disturbi a carico del sistema gastrointestinale (come vomito, nausea, meteorismo e diarrea). Tra gli altri effetti indesiderati si annoverano e sensazione di blocco in gola e deglutizione difficile e/o dolorosa. Attenzione particolare deve essere posta nel caso in cui all’impiego di cloruro di potassio facciano seguito dolori di stomaco o addominali oppure l’emissioni di feci nere.

In caso di utilizzo di prodotti a base di tale sostanza, è opportuno tenere presente che l’assunzione di alcuni medicinali (gli ACE-inibitori, i farmaci bloccanti i recettori dell’angiotensina, i farmaci cosiddetti “risparmiatori di potassio”, i diuretici, alcune pillole anticoncezionali) può comportare l’aumento dei livelli di potassio nell’organismo. Altri farmaci – come la scopolamina, l’atropina, alcuni antistaminici, i farmaci antispastici, alcuni farmaci per il trattamento della malattia di Parkinson, ecc. – possono invece causare un rallentamento del movimento di potassio nello stomaco o nell’intestino, aumentando il rischio di effetti collaterali (come le ulcere).

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Colina

Che cos’è la colina?

Spesso definita anche vitamina J, è una molecola simile alle vitamine del gruppo B che viene sintetizzata a livello epatico e che interviene, come coenzima, in diverse reazioni metaboliche. È presente in alimenti come il pesce, la carne, il fegato, la frutta secca, i piselli, i fagioli, gli spinaci, il germe di grano e le uova.

 

A cosa serve la colina?

Si utilizza per tenere sotto controllo il livello di colesterolo nel sangue e per proteggere la salute del fegato (in caso, ad esempio, di epatite o di cirrosi). Sembrerebbe inoltre essere particolarmente importante per un corretto funzionamento del sistema nervoso, tanto che viene consigliata nel caso di Alzheimer e altre forme di demenza, corea di Hungtington, sindrome di Tourette, atassia cerebellare, disturbo bipolare, alcune forme di convulsioni, depressione, perdite di memoria e schizofrenia. Sembrerebbe altresì in grado sia di ridurre l’infiammazione associata all’asma che la necessità di ricorrere all’uso di broncodilatatori. Viene assunta dai body builder e per ritardare il senso di affaticamento durante gli sport di resistenza; alcune donne incinte la usano per prevenire i difetti del tubo neurale nel feto. Fra gli altri suoi impieghi si possono includere la prevenzione dei tumori e la cura della bronchite.

A fronte di una tale varietà di impieghi, per il momento l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha autorizzato solo tre indicazioni d’uso per la vitamina j. Nello specifico, i prodotti che contengono almeno 82,5 mg. di colina ogni 100 gr. (o 100 ml., o porzione) possono riportare in etichetta claim secondo i quali “contribuisce al normale metabolismo dell’omocisteina”, “contribuisce al normale metabolismo lipidico” e “contribuisce al mantenimento della normale funzione epatica”.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

E’ considerata una molecola sicura nella misura in cui viene assunta in quantità non superiori alla dose massima giornaliera consigliata (1 gr. tra gli 1 e 8 anni di età, 2 gr. tra 9 e 13, 3 gr. fra 14 e 18 e 3,5 gr. a partire dai 18 anni). Il suo impiego è considerato altresì sicuro anche in corso di gravidanza.

Non risultano esservi interazioni tra l’assunzione di colina e quella di medicinali o altre sostanze. In caso di dubbio, è bene chiedere un consulto al proprio medico.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate all’interno di questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione corretta ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto in materia di nutrizione.

 

Coenzima Q10

Che cos’è il coenzima Q10?

Il coenzima Q10 (o ubichinolo) è una molecola di natura lipidica presente in organelli detti “mitocondri” contenuti nelle cellule di tutto l’organismo, essenziali per la produzione di energia. E’ particolarmente abbondante in organi quali cuore, fegato, reni e pancreas, che, essendo più attivi, necessitano di una maggiore produzione di energia.

A cosa serve il coenzima Q10?

Poichè è coinvolto in reazioni che si concludono con la produzione di energia, il coenzima Q10 è necessario per garantire il corretto funzionamento di molti organi e per lo svolgimento di numerose reazioni chimiche che hanno luogo nell’organismo. Viene prodotto dall’organismo, è carente in presenza di alcune patologie e la sua produzione tende a diminuire con l’età.

Molti autori sostengono che il coenzima Q10 abbia le seguenti caratteristiche:

  • è necessario per il metabolismo energetico e la trasformazione del cibo in energia, quindi attiva il metabolismo in generale e migliora la capacità di lavoro dei tessuti, con conseguente miglioramento delle prestazioni fisiche e intellettive e prevenzione della fatica
  • mantiene il cuore in salute, contribuendo al miglioramento delle prestazioni cardiache anche in caso di danno al miocardio
  • protegge il cervello e stimola la produzione di sostanze che contribuiscono a migliorare il tono dell’umore
  • aiuta a mantenere sotto controllo la pressione sanguigna
  • è in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue
  • riduce l’incidenza di tumori
  • agisce come un antiossidante e aiuta a proteggere dall’ossidazione dei lipidi e dai radicali liberi, proteggendo in particolare quegli organi maggiormente sottoposti alla formazione di radicali liberi stessi, quali pelle e fegato
  • supporta la salute digestiva
  • migliora l’efficienza del sistema immunitario
  • contribuisce alla resistenza allo stress
  • è vitaminizzante

E’ assolutamente importante ricordare che l’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) non ha riconosciuto ufficialmente la validità di tali considerazioni, per quanto ci siano numerose evidenze statistiche a loro supporto.

Dal momento che gli studi finora eseguiti e l’esperienza dimostrano che stimola la produzione di energia e possiede spiccate proprietà antiossidanti, il coenzima Q10 viene comunque utilizzato:

  • per disturbi gengivali, come ingrediente sicuro
  • in caso di problemi cardiovascolari, diabete, Parkinson, distrofia muscolare, sindrome da affaticamento cronico, malattia di Lyme, malattia di Huntington e tumore al seno
  • per aumentare le energie e la resistenza allo sforzo fisico

Avvertenze e possibili controindicazioni

Prima di iniziare un trattamento con il coenzima Q10, è opportuno ricordare che questo potrebbe determinare l’nsorgenza di alcuni effetti collaterali, per lo più riconducibili al tratto gastroenterico, come:

  • fastidi allo stomaco
  • perdita dell’appetito
  • nausea
  • vomito
  • diarrea

L’utilizzo del coenzima Q10 potrebbe anche causare rash cutanei e abbassamento della pressione sanguigna.

E’ importante contattare tempestivamente un medico nel caso insorga uno o alcuni di questi sintomi, che potrebbero richiedere la sospensione del trattamento o la riduzione del dosaggio.

Il coenzima Q10 potrebbe inoltre:

  • ridurre l’efficacia di alcuni farmaci chemioterapici
  • aumentare l’effetto degli antipertensivi
  • ridurre l’efficacia del warfarin

La sua assunzione potrebbe essere controindicata durante l’allattamento e la chemioterapia e in caso di problemi di pressione o interventi chirurgici programmati.

 

Disclaimer

Poichè non sono stati ancora conclusi gli studi circa il profilo di sicurezza del coenzima Q10, è importante che la sua assunzione avvenga solo dopo aver consultato il medico.

Le informazioni sopra riportate rappresentano quindi solo indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cloruro di magnesio

Che cos’è il cloruro di magnesio?

E’ un ingrediente di integratori di minerali. Il magnesio è un micronutriente fondamentale per garantire il normale funzionamento dei neuroni, delle cellule, dei muscoli e del cuore nonchè la buona salute delle ossa.

 

A cosa serve il cloruro di magnesio?

Come per tutti i micronutrienti, anche in questo caso il miglior modo per soddisfare il fabbisogno quotidiano dell’organismo è garantirsi un’equilibrata alimentazione. Tuttavia, in caso di carenze, l’assunzione di cloruro di magnesio può essere di supporto.

Attualmente l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha autorizzato i claim secondo i quali il magnesio:

ridurrebbe la stanchezza e l’affaticamento;

contribuirebbe al bilancio elettrolitico;

adiuverebbe il normale metabolismo energetico;

supporterebbe un normale funzionamento del sistema nervoso;

aiuterebbe il normale funzionamento dei muscoli;

contribuirebbe alla normale sintesi proteica;

supporterebbe le normali funzioni psicologiche;

manterrebbe le ossa normali;

contribuirebbe al mantenimento di denti normali;

svolgerebbe un ruolo nel processo di divisione cellulare.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Il magnesio può legarsi ad alcuni medicinali riducendone l’assorbimento. Nello specifico, è opportuno prestare la dovuta attenzione nel caso in cui si assumano tetracicline e far trascorrere almeno 2-3 ore dall’assunzione di cloruro di magnesio. Altri farmaci che non dovrebbero essere somministrati unitamente al magnesio sono i chinoloni, i bisfosfonati ed i medicinali per la tiroide; nel dubbio è sempre opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

Il suo impiego può essere associato a diarrea e fastidi di stomaco; assumerlo ai pasti può contenere tali effetti collaterali.

Gravi reazioni allergiche ai prodotti a base di tale sostanza sono piuttosto rare, ma è bene rammentare che possono essere fonti di aspartame (controindicato in caso di fenilchetonuria) o di eccipienti (che potrebbero scatenare reazioni allergiche).

Il suo impiego potrebbe essere infine controindicato in caso di problemi renali. Nel dubbio – prima di iniziare ad utilizzare un integratore che lo contenga – è sempre consigliabile consultarsi con il proprio medico.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate all’interno di questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione corretta ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto in materia di nutrizione.

Citrullina

Che cos’è la citrullina?

E’ un aminoacido non essenziale che si trova in abbondanza nell’anguria o cocomero (il cui nome latino è “citrullus”), frutto all’interno del quale venne, per la prima volta, isolata questa sostanza (da cui il nome “citrullina”); la sua formula chimica è H2N–CO–NH–(CH2)3–CH(NH2)–COOH.

 

A cosa serve la citrullina?

Diverse sono le proprietà che le verrebbero attribuite, sebbene ancora tutte da verificare dal punto di vista scientifico. Molti degli effetti benefici della citrullina dipenderebbero dalla sua trasformazione – all’interno dell’organismo – in arginina (la citrullina è in grado di reagire con l’acido aspartico andando a formare l’acido argininsuccinico, che viene quindi trasformato in arginina): mediante tale processo la citrullina sarebbe quindi in grado di stimolare positivamente il sistema cardiocircolatorio, sia promuovendo la dilatazione che incrementando l’elasticità dei vasi sanguigni. Alcune ricerche hanno anche evidenziato le sue attività protettive nei confronti dei vasi sanguigni.

Poiché, quindi, essa potrebbe dilatare i vasi sanguigni, sarebbe anche in grado di favorire l’erezione e contrastare la disfunzione erettile (capacità questa che varrebbe alla citrullina la fama di aminoacido afrodisiaco e all’anguria quella di frutto afrodisiaco). Essa inoltre migliorerebbe il recupero dalla fatica muscolare, diminuirebbe la fatica muscolare, faciliterebbe l’attività fisica aerobica e favorirebbe la ripresa psico-fisica in caso di stress acuto.

Attualmente non risultano esservi claim approvati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) specificatamente rivolti ai prodotti a base di citrullina. La proposta dell’indicazione secondo cui tale sostanza migliorerebbe il recupero dalla fatica muscolare è stata rifiutata per l’assenza di prove scientifiche sufficienti a giustificarla.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Il suo consumo, purchè appropriato, risulta ben tollerato sia dagli adulti che dai bambini. Sebbene in fase di gravidanza e di allattamento il consumo di questo aminoacido tramite una varia e corretta alimentazione risulti sicuro, è invece opportuno evitare l’assunzione di integratori a base di questa sostanza atteso che non sono ancora noti gli eventuali effetti derivanti da un eccessivo consumo di citrullina.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate sono solamente delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico-specialistico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre consigliabile affidarsi al parere del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Enzimi

Che cosa sono gli enzimi?

Sono delle sostanze di natura proteica che sono prodotte dalle cellule ed aventi funzione di catalizzatori; sono cioè in grado cioè di favorire o accelerare, negli organismi viventi, determinate reazioni chimiche.

 

A cosa servono gli enzimi?

Gli enzimi alfa-galattosidasi, bromelina, enzimi da maltodestrine fermentate, lattasi, papaina e superossido-dismutasi rientrano tutte all’interno dell’elenco stilato dal Ministero della Salute “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” e più nello specifico nell’elenco “Altre sostanze senza apporto massimo giornaliero definito”.

Alcuni enzimi (tra cui alfa-galattosidasi, bromelina, enzimi da maltodestrine fermentate, lattasi e papaina) facilitano in particolar modo la funzione digestiva, mentre altri (tra cui la superossido-dismutasi) hanno un potenziale aspetto anti-infammatorio (caratteristica condivisa anche da bromelina e papaina).

Gli enzimi digestivi coadiuvano l’apparato digerente a scomporre gli alimenti assunti, rendendoli più facilmente assimilabili dall’organismo. Nello specifico: l’alfa-galattosidasi è un enzima assente nell’uomo ma indispensabile per la digestione di determinati carboidrati; la bromelina è un enzima che si trova sia nel succo che nel gambo dell’ananas in grado di degradare altre proteine in aminoacidi e si caratterizza per le sue potenzialità antinfiammatorie; gli enzimi da maltodestrine fermentate sono gli unici enzimi che sono in grado di funzionare nei tratti acido, basico e neutro dell’intestino; la lattasi è l’enzima per eccellenza deputato alla digestione del lattosio, che è lo zucchero caratteristico del latte; la papaina è una sostanza che si ricava dalla papaya e che agisce dal punto di vista funzionale in modo molto simile alla pepsina, un enzima secreto dallo stomaco coinvolto in tutto il processo digestivo, oltre ad avere importanti caratteristiche antinfiammatorie; infine la superossido-dismutasi è un metalloenzima aventi proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e protettive.

Gli enzimi digestivi assunti a mezzo di integratori sarebbero in grado di agevolare il processo digestivo in caso di intolleranze alimentari. Oltre ad essere impiegati in presenza di problemi digestivi (dolori addominali e flatulenza) e in caso di intolleranze, vengono utilizzati anche dagli sportivi che stanno seguendo una dieta ad alto contenuto proteico. Gli enzimi antinfiammatori giocherebbero un ruolo di una certa rilevanza nel controllo di alcune condizioni infiammatorie.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Gli integratori a base di enzimi sono sconsigliati ai soggetti con ipersensibilità a uno qualsiasi dei componenti di tale prodotto. Prima di assumerli è opportuno richiedere il parere preventivo del medico. In gravidanza e durante l’allattamento al seno è raccomandato evitarne l’assunzione. In particolare i soggetti affetti da galattosemia non devono usare l’alfa-galattosidasi e i soggetti che invece assumono sostanze anticoagulanti o antitrombolitiche devono prestare la massima cautela nll’utilizzo della bromelina, che in alcuni individui può avere effetti sulla coagulazione del sangue.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il   parere del medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto in materia di nutrizione.

D-tagatosio

Che cos’è il D-tagatosio?

Si tratta di uno zucchero semplice. Dal punto di vista chimico è considerato un epimero del D-fruttosio, cioè una molecola che differisce da questo zucchero solo per la diversa distribuzione spaziale degli atomi che sono legati ad uno specifico atomo di carbonio.

È stato scoperto nell’essudato dell’albero del cacao (Sterculia setigera) e può essere anche ottenuto a partire dal D-galattosio.

 

A cosa serve il D-tagatosio?

E’ dolce quasi tanto quanto il saccarosio (il comune zucchero da tavola, che è formato dall’unione di glucosio e fruttosio), ma apporta all’organismo meno della metà delle calorie. Viene usato sia come dolcificante sia come additivo al fine di stabilizzare, conferire umidità e migliorare la texture e la produzione di alcuni generi alimentari.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha approvato il claim secondo cui il consumo – in sostituzione di altri zuccheri – di cibi o bevande che lo contengono, contribuirebbe al mantenimento della mineralizzazione dei denti. Per poter aderire a questo claim è però necessario che la quantità di D-tagatosio aggiunta sia a cibi che bevande sia tale da non ridurre il pH della placca al di sotto di 5,7 (sia durante che nei 30 minuti successivi al loro consumo).

Inoltre l’Efsa ha autorizzato il claim secondo il quale i cibi e le bevande che contengono D-tagatosio in sostituzione di altri zuccheri indurrebbero – una volta consumati – un minore incremento del glucosio nel sangue rispetto ai cibi e alle bevande contenenti altri zuccheri. Il D-tagatosio aiuterebbe quindi a ridurre la risposta glicemica post-prandiale. Per poter aderire questo claim è però necessario che la quantità di D-tagatosio aggiunta a cibi e bevande sia tale da abbassare il contenuto di zuccheri nella specifica quantità indicata nell’Allegato al Regolamento (CE) N. 1924/2006.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

L’assunzione di D-tagatosio nel dosaggio massimo di 15 grammi al dì (in particolare, 0,25 g per kg di peso corporeo al dì) sembrerebbe essere sicura. In dosi pari o superiori a 30 grammi al dì, potrebbe invece causare lievi fastidi gastrointestinali (come nausea, diarrea o flatulenza).

Il D-tagatosio è sconsigliato nel caso di intolleranza ereditaria al fruttosio.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi al consulto del proprio curante o di un esperto in materia di nutrizione.

 

Diosmina

Che cos’è la diosmina?

Si tratta di una molecola di origine vegetale presente soprattutto negli agrumi, ma anche nella Barosma betulina e nella Ruta graveolens. Nello specifico, si tratta di un bioflavonoide. Oltre ad essere un ingrediente di integratori da assumere oralmente, si trova distribuito anche all’interno di prodotti ad uso topico (come creme o gel) da applicare direttamente sulla zona da trattare.

 

A cosa serve la diosmina?

Viene indicata soprattutto per curare le emorroidi in forza delle sue asserite proprietà antinfiammatorie. Ne viene altresì consigliata l’assunzione per favorire la corretta funzionalità delle vene (ad esempio in caso di varici, stasi venosa agli arti inferiori ed emorragie gengivali o agli occhi). In taluni casi viene indicata anche per ridurre il linfedema derivante da interventi chirurgici per l’asportazione di tumori al seno e per evitare effetti tossici a livello epatico.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha sinora respinto il claim proposto secondo cui la essa contribuirebbe a mantenere una buona circolazione del sangue nelle vene, proteggerebbe le vene dalle reazioni infiammatorie, rappresenterebbe un supporto alla forza delle vene, supporterebbe la funzionalità venosa, aiuterebbe a mantenere una buona circolazione del sangue nelle vene degli arti inferiori. Inoltre l’Efsa non ha approvato anche i claim secondo cui l’utilizzo di diosmina – associata a quella di altri flavonoidi (in particolare troxerutina ed esperidina) – aiuterebbe a mantenere il fisiologico tono venoso nonchè la permeabilità fisiologica di vene e capillari.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risultano esservi potenziali interazioni tra l’assunzione di diosmina e quella di altri medicinali o sostanze. Se assunta a breve termine per un periodo inferiore a tre mesi è considerata una molecola sicura, mentre trattamenti più prolungati nel tempo devono essere rigorosamente approvati dal medico. Inoltre è consigliabile non assumere diosmina in fase di gravidanza e l’allattamento; ciò per l’assenza di informazioni sulla sicurezza del trattamento.

Fra i possibili effetti collaterali associati al suo impiego sono inclusi mal di testa, diarrea, dolori gastrici e addominali.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate all’interno di questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione corretta ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto in materia di nutrizione.

Equiseto

Che cos’è l’equiseto?

Dal nome scientifico Equisetum arvense, è una pianta che contiene diverse sostanze alcaloidi, tra cui la nicotina. Altri nomi con cui è generalmente conosciuta questa pianta sono “coda cavallina”, “coda di cavallo” e ” horsetail”. All’interno di questa pianta si trovano numerose sostanze tra cui vitamine, minerali, tannini, flavonoidi e saponine.

 

A cosa serve l’equiseto?

Sulla scorta dei benefici che deriverebbero dal consumo di questa sostanza, in commercio sono reperibili molti integratori a base di equiseto. Gli effetti che risultano attribuibili a tale pianta sono plurimi. Tra le proprietà più note di questa sostanza c’è la sua capacità diuretica; la sua assunzione aumenta difatti l’eliminazione di acqua a livello renale e contribuisce al buon funzionamento dell’intero apparato urinario. Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e astringenti, esso può essere utilizzato anche contro diversi tipi di infezioni a carico del sistema urinario e nell’evenienza di calcoli.

L’equiseto viene impiegato anche per le sue proprietà rimineralizzanti: favorisce difatti l’accrescimento dei denti, delle ossa nonchè la crescita di unghie e capelli.

Attese le sue capacità antinfiammatorie e astringenti, tale pianta può inoltre essere utilizzata anche contro diversi tipi di affezioni a carico di mucose (congiuntiviti, gola infiammata e palpebre arrossate). Impacchi a base di equiseto possono essere effettuati al fine di favorire la guarigione di ferite e ulcere.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

È consigliabile non assumere estratti a base di equiseto in caso di sospetta o accertata ipersensibilità al principio attivo e in individui con problemi renali e/o cardiaci.

Prima di effettuare impacchi a base di questa pianta è opportuno chiedere il parere del medico, soprattutto in presenza di lesioni cutanee estese.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate all’interno di questo articolo rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione corretta ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto in materia di nutrizione.

Torna su