COME TI POSSIAMO AIUTARE?

Centralino
095 7339000

Se hai bisogno di maggiori informazioni contattaci telefonicamente

Prenotazioni
095 7339000

Prenota una visita in privato o con assicurazione telefonicamente, oppure direttamente online

Contabilità
095 73390119
Direzione sanitaria
095 73390203
Direzione amministrativa
095 73390668
Ufficio stampa e comunicazione
095 73390764

Licopene

Che cos’è il licopene?

Si tratta di un carotenoide responsabile del colore rosso di molta frutta e verdura. Particolarmente abbondante all’interno del pomodoro e dei suoi derivati, è ad esempio presente anche nell’anguria, nel pompelmo rosa e nelle albicocche. Nell’organismo può esercitare una potente azione antiossidanti che può proteggere le cellule dai relativi danni.

 

A cosa serve il licopene?

Fra gli utilizzi più diffusi degli integratori a base di licopene sono da includere il trattamento di papillomavirus, cataratta e asma nonché la prevenzione di malattie cardiache, aterosclerosi e alcune forme tumorali. Le prove scientifiche attualmente disposizione sembrano suggerire che non sia efficace per abbassare il rischio di cancro alla vescica o di diabete. È altresì necessario raccogliere ulteriori prove circa la sua efficacia contro la degenerazione maculare, l’asma, l’aterosclerosi, alla prostata o ai reni, la gengivite, l’ipertensione in gravidanza, il dolore pelvico, le ulcere da Helicobacter pylori, le infezioni da papillomavirus, il colesterolo alto, la pressione alta, l’infertilità maschile, la menopausa, l’ipertrofia prostatica benigna, le malattie cardiache, la cataratta, i tumori alla cervice uterina, del colon retto, al cervello, al polmone, all’ovaio, la mucosite orale, le ustioni solari e altri problemi per cui ne viene consigliata l’assunzione.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Se assunto per via orale a dosi alimentari, è da considerarsi sicuro. Anche la supplementazione quotidiana con quantità di questo carotenoide fino a 120 mg. per un periodo fino a un anno è risultata essere sicura.

Nelle dosi presenti nel cibo, è considerato una molecola probabilmente sicura anche nel corso della gravidanza e dell’allattamento, mentre potrebbe aumentare l’incidenza di parti prematuri e basso peso alla nascita se assunto sotto forma di integratori. Alcuni studi suggeriscono altresì come il licopene possa aggravare il cancro alla prostata aumentandone la diffusione. Nel dubbio è sempre bene consigliabile rivolgersi al proprio medico.

Non risultano esservi interazioni specifiche fra l’assunzione di integratori a base di licopene e quella di medicinali o altre sostanze. Anche in tal caso, se si hanno dubbi circa la sicurezza del trattamento è opportuno chiedere consiglio al proprio curante.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Lecitina di soia

Che cos’è la lecitina di soia?

Si tratta di un fosfolipide che è coinvolto in numerosi processi all’interno dell’organismo umano. Nello specifico la lecitina di soia si trova nella soia; questa è una pianta che appartiene alla famiglia delle Leguminose che produce semi fino a 5 cm di lunghezza, la cui forma è molto simile a quella dei fagioli.

 

A cosa serve lecitina di soia?

Le proprietà che vengono attribuite alla lecitina ed in virtù delle quali tale sostanza viene inserita in diversi integratori, riguardano la capacità di azionarsi nei confronti dei grassi presenti nel sangue, regolando il colesterolo sanguigno. Viene difatti frequentemente consigliata, associata a dieta e movimento, fisico negli individui con problemi di ipercolesterolemia. Nello specifico essa sarebbe in grado di contenere il colesterolo totale mantenendo pressoché immutati i livelli del colesterolo buono. Sarebbe altresì in grado di prevenire il deposito di grasso nelle arterie e di mantenerle pulite, riducendo quindi il rischio di sviluppare delle patologie cardiovascolari.

Attualmente non risultano claim ancora approvati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) specificatamente rivolti ai prodotti a base di lecitina di soia. Le proposte di indicazioni secondo le quali tale sostanza faciliterebbe la stabilizzazione a corretti livelli del tasso di colesterolo e agirebbe nel caso di ipercolesterolemia, sono state rifiutate per l’assenza di sufficienti prove scientifiche.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Tra gli effetti indesiderati più comunemente riscontrabili e dovuti all’uso della lecitina di soia si possono elencare: diarrea, nausea, dolori addominali e crampi. L’utilizzo di tale sostanza dovrebbe essere evitato nel caso di ipersensibilità (certa o presunta) nei confronti del principio attivo. Di solito, comunque, la sua assunzione risulta ben tollerata dalla maggior parte degli individui. Attesa l’assenza di specifici studi sull’argomento, è consigliabile evitare il consumo di integratori a base di lecitina di soia nelle fasi della gravidanza e dell’allattamento. Ad oggi non sono ancora conosciuti dei casi di interazione dovuti alla contestuale assunzione di lecitina di soia e medicinali o altre sostanze.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione corretta ed equilibrata è sempre raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

 

Lattobacilli

Che cosa sono i lattobacilli?

Sono batteri benefici per la salute umana naturalmente presenti nell’organismo e che possono essere assunti sotto forma di alimenti (in particolare yogurt e altri latti fermentati) o di integratori.

 

A cosa servono i lattobacilli?

Essi svolgono diverse funzioni utili per la salute umana. Possono ad esempio contribuire alla digestione degli alimenti, all’assorbimento dei nutrienti e a controllare microrganismi patogeni che possono causare problemi come la diarrea. La loro assunzione viene consigliata proprio nel caso di disturbi intestinali e per prevenirli durante terapie antibiotiche; i lattobacilli trovano anche impiego nel trattamento delle coliche nei bambini, della malattia di Crohn, della diarrea, della sindrome dell’intestino irritabile e dell’enterocolite necrotizzante. Inoltre vengono consigliati contro le infezioni gastriche da Helicobacter pylori, quelle vaginali e quelle delle vie urinarie. Infine, vengono talvolta assunti per prevenire il raffreddore, per migliorare le difese immunitarie e in caso di vesciche, ulcere orali, dermatite allergica e acne, contro colesterolo alto, malattia di Lyme, orticaria e in caso di intolleranza al lattosio.

L’unico claim che risulta essere sinora stato autorizzato dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) è quello secondo il quale i lattobacilli presenti nello yogurt o nei latti fermentati migliorerebbero la digestione del lattosio nei soggetti che hanno difficoltà a digerirlo. Tale claim può però essere utilizzato solo se il prodotto contiene almeno 108 Unità Formanti Colonia vive di Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus e di Streptococcus thermophilus per grammo.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

L’uso di antibiotici può uccidere anche i lattobacilli. Inoltre l’efficacia di un trattamento a base di tali batteri potrebbe essere ridotta nel caso in cui si assumano farmaci immunosoppressori.

I trattamenti a base di lattobacilli sono di solito considerati sicuri, ma è sempre opportuno consultarsi con il proprio medico prima di iniziarne uno, soprattutto durante le fasi di gravidanza e di allattamento. L’assunzione di tali microbi potrebbe essere sconsigliata in caso di indebolimento del sistema immunitario e di sindrome dell’intestino corto.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Isoflavoni

Che cosa sono gli isoflavoni?

Sono un gruppo di composti fitonutrienti con azione antiossidante. Appartengono alla categoria dei fitoestrogeni, sostanze di origine vegetale simili agli estrogeni (sia dal punto di vista strutturale che funzionale). In ambito alimentare essi si trovano principalmente nella soia e in altri legumi (tra cui lenticchie e ceci); quantità inferiori si riscontrano anche in altri cibi (ad es. cereali integrali e finocchio). Tra gli isoflavoni più noti ci sono la genisteina e la diazeina, entrambi presenti nella soia.

 

A cosa servono gli isoflavoni?

Ess rientrano nel documento stilato dal Ministero della Salute “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” e nello specifico nell’elenco “Sostanze con apporto massimo giornaliero definito”. Secondo il Ministero della Salute la dose massima per assumere in sicurezza tali sostanze è 80 mg./dì (indicazione valida per isoflavoni come la genisteina o per isoflavoni in miscela).

Tra i maggiori effetti che vengono loro attribuiti rientrano la riduzione degli effetti collaterali della menopausa, la protezione dei recettori degli estrogeni, la riduzione dei livelli del colesterolo e la protezione delle cellule dell’organismo dal danno ossidativo.

Per quanto attiene la riduzione degli effetti della menopausa, essi parrebbero essere di aiuto sino a partire dal periodo della pre-menopausa, riducendo i sintomi tipici di questa condizione – quali le vampate di calore – e contribuendo a migliorare l’aspetto (soprattutto pelle e capelli); sembrano altresì di supporto per la mobilità delle articolazioni e per il mantenimento della densità minerale ossea nel corso di questo particolare periodo della vita femminile.

Attualmente non risultano esservi claim autorizzati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) specificatamente indirizzati ai prodotti a base di isoflavoni.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

La loro assunzione può comportare insorgenza di mal di stomaco o nausea. Reazioni allergiche gravi ai prodotti a base di queste sostanze sono rare: è raccomandabile però avvertire il medico nel caso in cui si noti un qualsiasi sintomo di reazione allergica grave (forti capogiri, problemi di respirazione, rash cutaneo, prurito, gonfiore specialmente se a carico di viso, lingua o gola). Sebbene in fase di gravidanza e di allattamento il loro consumo mediante l’alimentazione risulti sicuro, è bene invece evitare il consumo di integratori a base di queste sostanze, atteso che non sono ancora noti gli eventuali effetti che il consumo di quantità maggiori potrebbe generare.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate in questo articolo rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

L-arginina

Che cosa è la L-arginina?

Si tratta di un aminoacido naturalmente presente nelle proteine.

 

A cosa serve la L-arginina?

Una volta nell’organismo, essa viene convertita in ossido nitrico, una molecola che coadiuva la dilatazione dei vasi sanguigni, favorendo quindi un miglior flusso di sangue. La L-arginina stimola altresì il rilascio dell’insulina, dell’ormone della crescita e di altre molecole.

La sua assunzione è attualmente proposta in caso di complicanze cardiovascolari come alta pressione, scompenso cardiaco congestizio, dolori al petto, coronaropatie e claudicatio intermittens. Viene altresì impiegata contro la disfunzione erettile, l’infertilità maschile e la pre-eclampsia, la demenza senile, per prevenire il raffreddore e, nei prematuri, l’infiammazione dell’apparato digerente nonchè per migliorare le performance atletiche, il flusso del sangue a mani e piedi freddi (soprattutto in caso di diabete), la funzionalità renale dopo un trapianto, il funzionamento del sistema immunitario e la guarigione delle ferite.

In combinazione con altre molecole può essere infine indicata nel trattamento del cancro al seno, per ridurre i tempi di recupero dopo un intervento chirurgico, contro emicrania, infezioni ed alcune forme patologiche di perdita di peso.

Ad oggi non risultano però esservi alcune prove scientifiche che siano in grado di confermare l’efficacia dell’assunzione di L-arginina in alcuno di questi casi.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Il suo impiego potrebbe interagire con quello di farmaci antipertensivi, dei nitrati e del sildenafil.

Se assunta alle dosi indicate è considerata sicura. Non mancano, tuttavia, possibili effetti collaterali come dolori addominali, gonfiori, infiammazioni delle vie aeree, alterazioni dei parametri ematici, reazioni allergiche, peggioramenti dei sintomi dell’asma e cali di pressione. Inoltre – in presenza di alcuni problemi di salute – è altamente raccomandabile chiedere consulto al medico prima di assumerla; nello specifico, è opportuno prestare la dovuta attenzione in caso di asma o allergie, herpes, bassa pressione, cirrosi, deficit di guanidinoacetato metiltransferasi, problemi ai reni ed infarti recenti. Infine, attese le sue ripercussioni sulla pressione, potrebbe essere necessario interromperne l’impiego almeno due settimane prima di un intervento chirurgico programmato.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate all’interno di questo articolo rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione equilibrata e sana è sempre consigliabile rivolgersi al proprio curante o ad un esperto in materia di nutrizione.

Lattoferrina bovina

Che cos’è la lattoferrina bovina?

Si tratta di una sostanza presente nel latte di tutti i mammiferi; il latte umano ne contiene circa 2 grammi per litro. È una siderofillina (particolare tipologia di glicoproteina) e quindi rappresenta la principale riserva di ferro nel latte. Il latte bovino contiene nello specifico la lattoferrina bovina.

 

A cosa serve la lattoferrina bovina?

Essa rientra nel documento del Ministero della Salute “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” e in particolare nell’elenco “Sostanze con apporto massimo giornaliero definito”, che per tale sostanza risulta essere di 200 mg.

Oltre a essere un’ottima riserva di ferro, sembrerebbe avere altre proprietà benefiche per l’intero organismo umano, tra cui contribuire alle naturali difese messe in atto dal sistema immunitario contro i vari batteri che possono provenire dal mondo esterno (funzioni antibatteriche).

Attualmente non risultano esservi claim autorizzati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) specificamente rivolti a prodotti a base di lattoferrina bovina. La proposta dell’indicazione secondo cui questa sostanza contribuirebbe alla difesa dell’organismo dagli agenti patogeni è stata rifiutata perché – sulla base delle prove scientifiche ad oggi disponibili – l’effetto che deriverebbe dal consumo di tale sostanza non è sufficientemente definito per essere valutato.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

In genere il suo consumo risulta ben tollerato; è però opportuno non prolungare eccessivamente l’assunzione di questa sostanza. A dosi elevate la lattoferrina può provocare stanchezza, diarrea, eruzioni cutanee, brividi, perdita di appetito e costipazione. Sebbene in fase di gravidanza e di allattamento il suo consumo tramite una corretta alimentazione risulta sicuro, è raccomandabile invece evitare il consumo di integratori a base di questa sostanza; ciò perchè non sono ancora noti gli eventuali effetti che potrebbero derivare dal consumo di quantità maggiori.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi al consulto del proprio curante o di un esperto in materia di nutrizione.

 

Integratori alimentari utili per l’attività sportiva

Che cosa sono integratori alimentari utili per l’attività sportiva?

Gli integratori alimentari utili nello sport sono una classe eterogenea di composti pensati per gli sportivi. Tra gli ingredienti usati più di frequente troviamo proteine, amminoacidi, creatina, beta-alanina, D-ribosio, idrossimetilbutirrato, ossido nitrico, sostanze che mirano ad aumentare i livelli o l’attività del testosterone, molecole che aiuterebbero a ridurre il grasso corporeo e gli omega 3.

 

A cosa servono gli integratori alimentari nello sport?

Gli integratori alimentari utili per l’attività sportiva, in base ai casi, possono essere utili per aumentare la massa muscolare, fornire maggiori energie per l’esercizio fisico o aiutare a dimagrire.

Le proteine del siero di latte, per esempio, sono note per la proprietà di migliorare l’aumento della massa muscolare e la perdita di peso, mentre la caseina è considerata fonte di proteine disponibili a lungo termine. Infine, le proteine della soia sono adatte all’alimentazione vegetariana e vegana.

Gli amminoacidi ramificati e la leucina aiutano a ridurre l’indolenzimento muscolare, la glutammina è perfetta per favorire il recupero dopo l’attività fisica e la taurina è indicata per il funzionamento del metabolismo. La creatina aiuta ad aumentare energie e forza, la beta-alanina a ridurre l’affaticamento, e l’idrossimetilbutirrato a diminuire i danni muscolari causati da un eccessivo esercizio. La carnitina, invece, aumenta i livelli dei recettori per gli androgeni e aiuta a bruciare i grassi.

Altri ingredienti rinomati per la loro caratteristica di favorire l’uso dei grassi sono l’estratto di tè verde, i chetoni del lampone, l’acido linoleico coniugato e l’estratto di caffè verde. L’olio di pesce, ricco di omega 3, sarebbe invece utile a ridurre l’indolenzimento muscolare, mentre la caffeina aiuta ad esercitarsi con minori difficoltà.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

I possibili effetti collaterali e le controindicazioni degli integratori alimentar iutili per l’attività sportiva variano a seconda dei loro ingredienti. La creatina, per esempio, può interagire con i medicinali nefrotossici e può essere controindicata in presenza di condizioni che mettono a rischio i reni. In caso di dubbi si consiglia di consultare il proprio medico.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

 

Gomma Arabica

Che cos’è la gomma arabica?

La gomma arabica è una sostanza essudata dagli alberi di Acacia, genere di piante appartenente alla famiglia delle Mimosaceae.

 

A cosa serve la gomma arabica?

La gomma arabica è fonte di fibre alimentari dotate della caratteristica di favorire la sazietà, aiutare a perdere peso e ridurre il livelli di colesterolo nel sangue. Per questo motivo, se ne consiglia l’assunzione per via orale proprio per ridurre il colesterolo e favorire il dimagrimento.

Non ci sono però prove sufficienti a dimostrare la sua efficacia, quindi l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non ha approvato i claim secondo cui la gomma arabica:

  • contribuisce a ridurre il colesterolo nel sangue e a controllarne i livelli;
  • aiuta a mantenere una buona salute cardiovascolare;
  • migliora le funzioni, al salute e il benessere intestinale;
  • contribuisce a ridurre la risposta glicemica, a controllare i livelli ematici di glucosio e insulina, è adatta all’alimentazione dei diabetici;
  • aiuta a ridurre le calorie assunte;
  • supporta la funzionalità renale;
  • contribuisce al buon funzionamento dei reni in caso di diete iperproteiche;
  • aiuta a mantenere il buon metabolismo renale;
  • è una fibra bifidogena, ha un effetto probiotico, stimola la crescita dei batteri buoni nel colon, può modificare positivamente la flora intestinale.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

La gomma arabica può interferire con l’assorbimento dell’amoxicillina ed è pertanto consigliabile assumerla almeno a quattro ore di distanza da questo antibiotico. In caso di dubbi è bene consultare il proprio medico.

Se assunta per via orale nelle quantità normalmente presenti nel cibo, la gomma arabica è considerata sicura per la maggior parte delle persone. Alcuni studi hanno dimostrato che dosi fino a 30 g al giorno possono essere assunte senza correre particolari rischi anche per 6 settimane. Tuttavia, in fase di gravidanza e allattamento, si consiglia di consultare il proprio medico o pediatra prima di assumerla: non ci sono sufficienti prove che dimostrino la sua sicurezza in queste fasi.

Inoltre, non sono da escludere possibili effetti collaterali, come gas e gonfiori gastrointestinali, nausea e feci molli.

 

Disclaimer

Le indicazioni riportate nel presente documento valgono solo come indicazione generale e non sostituiscono il consulto medico. Per essere certi di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata è bene seguire sempre i consigli del proprio medico o di un nutrizionista.

Gomma di guar

Che cosa è la gomma di guar?

Si tratta di una fibra estratta dai semi del guar, una pianta originaria dell’India.

 

A cosa serve la gomma di guar?

Essa aiuta a migliorare il contenuto di acqua presente nelle feci, assorbendo quella in eccesso in caso di diarrea e ammorbidendo le feci in caso di costipazione. Può altresì contribuire a ridurre la quantità di colesterolo e di glucosio assorbiti dall’apparato digerente. Il suo impiego è inoltre proposto per calare di peso; aumentando il volume del materiale presente all’interno del tubo digerente, potrebbe difatti condurre ad un senso di sazietà e alla riduzione dell’appetito.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha autorizzato il claim secondo il quale la gomma di guar contribuirebbe al mantenimento di un normale livello di colesterolo nel sangue. Tale claim può però essere impiegato solo nel caso di prodotti che forniscano un apporto giornaliero di 10 gr. e solo informando il consumatore finale che gli effetti benefici possono essere ottenuti assumendo – appunto – 10 gr. di gomma di guar al giorno.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni della gomma di guar

L’utilizzo di Solidago virgaura può interagire con quella dei medicinali diuretici che possono promuovere l’eliminazione di acqua da parte dell’organismo; i rischi che ne conseguono sono capogiri o pericolosi abbassamenti della pressione.

Le informazioni attualmente disponibili non sono sufficienti a stabilire se la sua assunzione possa, o meno, essere considerata pericolosa in presenza di alcune patologie. In generale si ritiene che possa essere controindicata in caso di alta pressione (perché potrebbe causare una ritenzione di sodio) e di infezioni delle vie urinarie (per cui potrebbe richiedersi anche l’assunzione anche di antibiotici). Inoltre il suo impiego al fine di aumentare la produzione di urine è controindicato in caso di ritenzione idrica dovuta a problemi cardiaci o renali, ed è necessario che – nel caso di problemi a deglutire o di soggetti che non bevono a sufficienza – l’assunzione avvenga con abbondante acqua per evitare il rischio di soffocamento.

Infine, la Solidago virgaura può causare reazioni allergiche in individui allergici a specie appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, come il crisantemo e la margherita.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è raccomandabile affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.

Graviola

Che cos’è la graviola?

Dal nome scientifico Annona muricata, è un piccolo albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Annonaceae. Diverse sue parti – tra cui le foglie, i frutti ed i semi – vengono utilizzate per ottenere prodotti utilizzati a scopo medicale.

 

A cosa serve la graviola?

Tale pianta è rinomata per il suo contenuto di numerose sostanze che potrebbero esercitare un’azione contro il cancro. Contiene altresì delle molecole che potrebbero essere attive contro gli agenti in grado di causare malattie, come batteri, virus e parassiti. Per questo motivo la sua assunzione viene consigliata per trattare infezioni causate da batteri e parassiti (come la leishmaniosi e l’herpes) nonchè contro i tumori. Ne viene altresì suggerito l’utilizzo contro la tosse e le infiammazioni del naso e della gola. Infine, la graviola viene impiegata per favorire il rilassamento, causare il vomito e promuovere lo svuotamento dell’intestino.

Al momento, la sua efficacia non è però stata dimostrata dalla ricerca scientifica nè risulta che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia sinora approvato alcun claim che giustifichi queste proposte d’impiego. Inoltre vi sono seri dubbi sulla sicurezza dell’assunzione di prodotti a base di graviola.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non risultano esservi condizioni in cui l’assunzione di integratori o altri prodotti a base di graviola potrebbe interagire con terapie farmacologiche o con l’assunzione di altre sostanze. Nel dubbio, è sempre bene chiedere consiglio al proprio medico.

Essa è stata associata alla comparsa dei problemi dei movimenti molto simili a quelli tipici della malattia di Parkinson; per questo motivo si ritiene che la sua assunzione potrebbe determinare un peggioramento dei sintomi di questo disturbo. Pare altresì che possa uccidere i neuroni presenti non solo nel cervello, ma anche in altre parti del corpo umano. Nel dubbio è opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

La sua assunzione è sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento. Anche in questo caso – come in quello di tutti gli altri integratori – prima di impiegarla è opportuno consultarsi con il proprio medico al fine di accertarsi di non ingerire dei prodotti pericolosi o per la salute propria o per quella del proprio bambino.

 

Disclaimer

Le informazioni qui riportate rappresentano delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Al fine di garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico curante o ad un esperto in materia di nutrizione.

Torna su