Si accendono le luci di Natale con il consueto allestimento dell’albero nell’area di ingresso di Humanitas Istituto Clinico Catanese. A decorarlo, come accade da diversi anni, ci ha pensato Teodora Caruso, socia dell’associazione “Il Filo della Vita” che ha confezionato con maestria ed abilità artistiche i numerosi addobbi. Accurata scelta dei materiali da utilizzare, pregiata manualità, tanta pazienza e dedizione hanno fatto sì che anche quest’anno Teodora ha conquistato la medaglia dell’originalità.
Nonostante il clima di austerità che caratterizza questo Natale segnato dal Covid-19, l’albero fa bella mostra di sé donando al personale e ai pazienti un’immagine della tradizione e della speranza.
La sorpresa di questo insolito Natale è la donazione ad Humanitas Istituto Clinico Catanese di un presepe di Caltagirone, con una storia lunga decenni, da parte di Federica Greco, nostro infermiere del Servizio di Endoscopia dal 2014. I dieci, pezzi fatti a mano dal nonno, un artigiano del ferro, con l’hobby per la realizzazione di presepi, sono esposti nella hall dell’Ospedale, grazie allestimento curato dal signor Giuseppe Sanfilippo, impegnato nell’attività di vigilanza della struttura.
Dal desiderio di regalare un simbolo prezioso del Natale alla volontà di costruire lo scenario più adatto alla nascita di Gesù Cristo: un’unione di forze che ha dato vita ad una bellissima installazione che sorprende quanti si fermano ad ammirarla.
Da 20 anni la famiglia Greco ormai non esponeva più il presepe in gesso: “Mio nonno, Antonino, padre di mia madre Angela, è scomparso 20 anni fa – racconta Federica – e da allora non lo abbiamo più esposto per il dolore della perdita. Adesso so che ha trovato una casa accogliente e sarà una gioia rivederlo ogni anno”.
“E’ stato un dono venuto dal cuore che abbiamo apprezzato moltissimo – ha spiegato la dott.ssa Annunziata Sciacca, direttore sanitario dell’Istituto – e il segno che rappresenta la nostra religiosità e quella delle persone che lavorano tutti i giorni in struttura. Quest’anno potranno ammirarlo solo i pazienti che accedono in ospedale, ma mi auguro che l’anno nuovo le porte dell’Istituto si possano riaprire a tutti i visitatori”.