La mammografia resta allo stato attuale il cardine diagnostico per la prevenzione del cancro al seno. La tomosintesi, grazie a una tecnologia di ultima generazione, permette uno studio stratigrafico della mammella, e conseguentemente il risultato diagnostico è più efficace rispetto alla mammografia convenzionale.
Approfondiamo con il dott. Francesco Pane, Responsabile Servizio diagnostica Senologica in Humanitas Istituto Clinico Catanese, in cosa consiste esattamente la tomosintesi, un’indagine che permette di accertare tumori al seno, anche in fase precocissima.
Cos’è la tomosintesi?
Una tecnica mammografica che permette di acquisire immagini della mammella in tre dimensioni grazie all’oscillazione – lungo un arco di 15 gradi d’inclinazione – di un tubo radiogeno.
Le immagini vengono poi ricostruite al computer e interpretate dal medico radiologo che ha così la possibilità di poter studiare la mammella a strati sottili (solitamente da 3 a 5 mm di spessore).
Quali sono i vantaggi della tomosintesi?
I vantaggi dell’uso della tomosintesi e, quindi, una tecnica tridimensionale rispetto alla mammografia bidimensionale sono quelli di poter studiare la mammella per strati e in questo modo ridurre gli artefatti generati dalla sovrapposizione della normali strutture della mammella che, invece, si producono nella mammografia convenzionale.
Quando è indicata la tomosintesi?
La tomosintesi è indicata per tutte le donne ma trova i maggiori benefici nello studio delle mammelle dense, ricche di tessuto ghiandolare all’interno, quindi è ideale per le giovani donne alle quali grazie alla tomosintesi è possibile diagnosticare lesioni sempre più piccole.