Durante il periodo estivo trascorrere il proprio tempo libero in spiaggia, in montagna o fare semplicemente una passeggiata in città rappresentano buone occasioni per “assumere” una buona quantità di vitamina D, fondamentale per regolare il metabolismo del calcio, migliorare il colorito e donare anche il buonumore grazie alla stimolazione della serotonina nel cervello.
La stagione più calda dell’anno è quella in cui la persona è maggiormente esposta ai raggi UV, la pelle è più sensibile e può apparire molto secca o eccessivamente grassa.
Se ci si espone troppo e male il rischio che si corre è la comparsa di efelidi e lentigo solari.
Per mantenere la cute in salute ed evitare reazioni pericolose è importante prendere le dovute precauzioni:
- esporsi al sole con gradualità
- evitare le ore più calde, quelle cioè comprese tra le 11 e le 16
- mangiare frutta e verdura
- bere molto
- applicare una crema solare con un alto indice di protezione (SPF).
A proposito di creme solari: ogni pelle ha le sue caratteristiche e il fattore di protezione ideale cambia da persona a persona. Per questo motivo, acquistare e utilizzare un’unica crema solare per tutta la famiglia non è la scelta migliore.
Le differenze tra solari possono riguardare molti aspetti, ma quello più importante è il meccanismo di azione, ovvero se la protezione della pelle avviene tramite filtri di tipo chimico o fisico.
Per compiere un acquisto consapevole è bene leggere gli ingredienti dei prodotti di protezione e scegliere i filtri fisici, anche detti inorganici.
Si tratta di sostanze formate da piccole particelle minerali e proprietà schermanti che, grazie alla loro opacità, oppongono una vera e propria barriera alle radiazioni UV, tanto da non raggiungere la cute.
I solari, inoltre, devono essere privi di profumi e allergeni per essere facilmente tollerati.
È noto che i raggi solari sono responsabili del processo di invecchiamento precoce della pelle, aumentano rughe e macchie.
Per prevenire, escludere, diagnosticare o monitorare lo stato di salute dell’epidermide è necessario effettuare una visita dermatologica.
Il dermatologo durante la visita osserva l’apparato cutaneo e riscontra eventuali sintomi riconducibili ad un disturbo che interessa la pelle (prurito, reazioni cutanee, anomalie).
A seguito dell’analisi, lo specialista, indica la terapia più idonea e, se è il caso, interviene con la dermochirurgia per asportare dalla cute lesioni maligne e precancerose.
La tecnica più comune impiegata per curare la pelle danneggiata dal sole è il peeling.
Che cos’è il peeling?
I peeling chimici si applicano sulle parti del corpo che ricevono una continua esposizione ai raggi del sole: viso, collo e decolleté, mani.
Più raramente si usano anche sulle gambe e sugli avambracci.
I peeling chimici agiscono sfruttando l’azione di particolari acidi che, sulla pelle, producono una esfoliazione controllata degli strati superficiali.
In questo modo:
- rimuovono le cellule dello strato corneo della pelle
- stimolano la naturale produzione di cellule nuove e quindi il “turn-over” cellulare
- rassodano la pelle e riducono i segni lasciati dal sole e dal tempo (come le rughe superficiali o le macchie)
- attivano la produzione di nuove fibre di collagene e rivitalizzano il derma
- hanno un’azione schiarente, rendendo la pelle più luminosa e l’incarnato più uniforme.
Sottoporsi ad uno screening dermatologico prima dell’arrivo dell’estate è quindi importante per controllare ed escludere la presenza di eventuali lesioni sospette sul corpo, e per non falsare gli esami strumentali a seguito di alcune alterazioni sulla pelle causate dall’esposizione solare.
Il controllo dei nevi, in particolare, costituisce uno strumento di prevenzione fondamentale in quanto permette di individuare precocemente la presenza di nevi atipici o di tumori cutanei, garantendo un intervento tempestivo e una cura efficace specifica per ogni paziente.