Si è sempre pensato che la funzione dell’intestino fosse solo quella della digestione, ma negli ultimi anni si è scoperto che questo organo gioca un ruolo importante anche sul sistema immunitario, influenza il sistema endocrino e ha effetti anche sul sistema nervoso centrale.
Cos’è il microbiota: caratteristiche e funzioni
I microrganismi presenti nell’intestino umano sono principalmente batteri, appartengono a più di 1000 specie e variano in proporzione e quantità lungo tutto il tratto gastrointestinale, la presenza maggiore si ha nel colon con oltre 400 specie. Ognuno di noi ha una composizione distinta di microrganismi estremamente diversificata, ma una specifica popolazione è comune a tutti gli individui. La composizione di questi microrganismi viene chiamata microbiota intestinale, i cui ceppi protettivi sono fortunatamente in quantità superiore rispetto a quelli potenzialmente dannosi. Tra tutti questi ceppi, nei soggetti sani, si instaura una sorta di equilibrio che assicura il normale svolgimento delle attività intestinali: assorbimento dei nutrienti, produzione di energia che viene fornita alle cellule della parete del colon attraverso la fermentazione delle fibre e sviluppo del sistema immunitario.
“La mancanza di questo equilibrio, dovuto sia alla diversificazione che alle proporzioni dei ceppi, – spiega il dott. Salvatore Gulizia, biologo igienista – influisce negativamente sull’insorgenza e sull’andamento di molte malattie tra cui obesità, allergie, patologie infiammatorie, cardiovascolari e metaboliche. Inoltre, dal momento che l’intestino ed il cervello sono connessi attraverso numerose vie di comunicazione per mezzo di metaboliti batterici, influisce persino sui disturbi mentali quali la depressione e l’ansia”.
Prevenzione oncologica
Negli ultimi anni numerose ricerche pubblicate da Romina Goldszmid e Giorgio Trinchieri del National Cancer Institute e Patrick Schloss dell’Università del Michigan suggeriscono che il microbiota intestinale, oltre a giocare un ruolo importante per una sana digestione, può influenzare la formazione dei tumori e la risposta al loro trattamento. Sebbene i dettagli del legame tra microbiota e cancro non sono chiari, i ricercatori ritengono che “I batteri intestinali, in base ad una minore biodiversità microbica, siano in grado – spiega il dott. Gulizia – di influenzare il sistema immunitario con la produzione di mediatori che modulano la condizione infiammatoria, non solo nel colon, ambiente da loro popolato, ma anche in altre parti del corpo come ad esempio nella mammella, indirizzando le cellule immunitarie a reagire con le cellule tumorali regolandone la crescita”.
Quindi una delle principali funzioni del microbiota intestinale è quello di creare una barriera contro la proliferazione dei microrganismi potenzialmente dannosi e patogeni con un meccanismo noto come “esclusione competitiva” attraverso il quale i batteri, già presenti nell’intestino, per mantenere la loro presenza in questo ambiente, contrastano la colonizzazione dei siti da loro occupati da parte di eventuali microrganismi ingeriti o già presenti, secernendo sostanze antimicrobiche (batteriocine) che inibiscono la proliferazione di altri batteri.
L’importanza dello stile di vita e dell’alimentazione
Per far funzionare al meglio il microbiota intestinale è fondamentale un corretto stile di vita e la pratica di un’attività fisica regolare, in quanto si è visto che l’eccesso di peso è associato ad un microbiota alterato e seguire una sana ed equilibrata alimentazione. Infatti la quantità e la qualità dei cibi che consumiamo, modificando la composizione dei batteri ed il loro microbioma (che rappresenta la totalità dei geni del microbiota) influenzano il rischio di sviluppare il cancro. E’ quindi importante diversificare la nostra dieta, rispettando la stagionalità, consumando molta frutta e verdura (ricche di fibre e fonti di vitamine e sali minerali), cereali integrali (anch’essi ricchi di fibre), legumi, olio d’oliva, pesce preferibilmente azzurro, frutta secca (mandorle, noci), yogurt naturale (non cremoso), kefir (nel quale sono presenti organismi vivi che conferiscono benefici alla salute) e riducendo il consumo di insaccati (salumi, prosciutti e wurstel), carni rosse (ovine, suine, bovine), prodotti in scatola, alcol e lo zucchero, che è contenuto in quasi tutto quello che mangiamo.
Il microbiota intestinale può modificarsi durante la vita e può essere influenzato nella diversità e composizione dalla dieta, dall’apporto di integratori alimentari, dall’area geografica in cui si vive, dai farmaci e dall’azione di agenti provenienti dall’ambiente quali pesticidi, fertilizzanti ed antibiotici che vengono somministrati agli animali di cui ci nutriamo.
Quando si crea instabilità nell’ecosistema intestinale, la capacità di riequilibrio è rallentata, in particolar modo dopo l’assunzione per lungo tempo di antibiotici: per il recupero totale, sono necessari più di 6 mesi.