Da Milano a Torino, da Bergamo a Castellanza fino ad arrivare a Catania. Dal 14 al 21 marzo, negli ospedali e centri medici Humanitas di tutta Italia oltre 150 consulti, visite ed eventi di sensibilizzazione insieme a Blue One: il progetto di Fondazione Humanitas per la Ricerca dedicato alle patologie tipicamente maschili.
Sensibilizzare la popolazione sull’importanza della corretta informazione, della prevenzione primaria e della diagnosi precoce del tumore alla prostata che, in Italia, conta ogni anno circa 37.000 nuove diagnosi, il 19% di tutti i tumori maschili. È questo l’obiettivo
dell’H-Open Weekend Tumore alla prostata organizzato da Fondazione Onda – Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, a cui aderiscono gli ospedali e i centri medici Humanitas in Lombardia, Piemonte e Sicilia con un ricco calendario di iniziative gratuite.
Dal 14 al 21 marzo, nella settimana della Festa del Papà, gli specialisti Humanitas saranno a disposizione di tutti gli uomini con consulti e visite urologiche gratuite. Un’occasione per conoscere come diagnosticare e trattare precocemente il tumore della prostata e affrontare dubbi e paure con la guida degli esperti.
Tra le iniziative in programma, un evento online gratuito su YouTube @HumanitasMaterDominiCastellanza per sfatare i falsi miti sul tumore alla prostata, analizzando i diversi aspetti della patologia. Nei centri medici Humanitas Medical Care, si fa prevenzione a 360° con visite endocrinologiche, andrologiche, cardiologiche con elettrocardiogramma e psicologiche per l’insonnia.
Il dettaglio di tutti gli eventi è consultabile sul sito https://blueone.fondazionehumanitasricerca.it.
“Blue One”, la Ricerca Scientifica al fianco degli uomini
Le iniziative sono parte di Blue One di Fondazione Humanitas per la Ricerca, il progetto dedicato alla salute e alla prevenzione nel mondo maschile. Blue One rappresenta l’impegno di decine di medici e ricercatori che ogni giorno, in Humanitas, lavorano per diagnosticare in modo veloce e semplice le patologie di genere più frequenti e per individuare cure efficaci.
Il decalogo della prevenzione degli specialisti di Humanitas
Nel 90% dei casi, agli stadi iniziali, il tumore della prostata si presenta in maniera asintomatica. Per questa ragione, nella maggior parte dei pazienti, questa neoplasia viene diagnosticata in fase avanzata. Uno stile di vita sano e i controlli periodici, dunque, sono fondamentali per battere sul tempo il tumore della prostata.
Il decalogo
- Smettere di fumare o evitare di iniziare
- Evitare bevande zuccherine e alcolici
- Bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno
- Ridurre il consumo di cibi ricchi di sale
- Limitare l’uso di carni insaccate, spesso ricche di grassi
- Consumare quotidianamente almeno cinque porzioni di frutta e verdura
- Seguire uno stile di vita attivo, con almeno 20 minuti di esercizi aerobici al giorno (camminata veloce, nuoto, ecc.)
- Dai 45 anni, è bene eseguire una visita urologica ogni due anni per la diagnosi precoce di patologie benigne o maligne alla prostata, spesso asintomatiche.
- Dai 50 anni, si consiglia di eseguire annualmente la visita urologica di prevenzione e la misurazione del PSA, l’antigene prostatico specifico che può essere analizzato attraverso un semplice campione del sangue.
- In caso di familiarità, si suggerisce di sottoporsi a visite ed esami dai 40 anni.
Stereotipi e tabù: il 65% degli uomini rimanda ancora le visite
Ancora oggi molti uomini sono riluttanti nel sottoporsi alle visite e agli esami di prevenzione. È quanto emerso dalla survey dell’istituto americano Cleveland Clinic, condotta nel 2019 su oltre 1.100 pazienti.
L’indagine, infatti, ha evidenziato che il 65% dei rispondenti rimanda le visite “il più a lungo possibile” e oltre un quarto dichiara di “non dire proprio tutto” allo specialista. Di questi ultimi, il 38% degli uomini si giustifica dicendo che il problema “si sarebbe comunque risolto da solo”, mentre il 37% non si sente pronto ad affrontare un’eventuale diagnosi, pur sapendo che qualcosa non va.
Rispetto alle donne, gli uomini appaiono quindi meno aperti alla prevenzione. Spesso, alla base ci sono timori di natura psicologica o legati a stereotipi trasmessi sin dalla tenera età: al 41% degli uomini intervistati è stato detto che “un uomo non dovrebbe lamentarsi dei propri problemi di salute”. Un atteggiamento che, in molti casi, impedisce di arrivare a diagnosi precoci.