Che cosa è:
È un’interruzione della continuità di un osso che si verifica solitamente in seguito ad un evento traumatico.
Una frattura può essere:
– scomposta se i due monconi si spostano e non si trovano più allineati sullo stesso asse
– composta se i frammenti rimangono sullo stesso asse
– chiusa, se non c’è lacerazione del tessuto muscolare o cutaneo
– esposta, quando un moncone lacera la cute.
La frattura del polso o delle dita è una patologia relativamente comune.
In generale essa si manifesta con dolore violento, deformazione dell’arto, gonfiore, incapacità funzionale e dei movimenti, tumefazione ed ecchimosi.
La diagnosi si effettua generalmente con una radiografia.
Come si cura:
L’applicazione di un tutore chiuso o di un apparecchio gessato può essere sufficiente nel trattamento di una frattura composta e stabile o che è stata ridotta.
In alcuni tipi di fratture scomposte i capi ossei possono essere mantenuti nella corretta posizione mediante l’utilizzo di fili di metallo o di viti inserite con metodo per cutaneo.
Altri casi richiedono un intervento chirurgico e l’ausilio di mezzi di sintesi come fili, viti o placche che stabilizzino l’osso, permettendo spesso di non utilizzare neanche una immobilizzazione postoperatoria.
In traumi della mano più importanti può mancare una parte di osso o la frattura è tale da non poter essere riparata direttamente. In tali casi è necessario ricorrere ad un innesto di osso prelevato da un’altra parte del corpo per garantire maggiore stabilità.
Oggigiorno le tecniche a disposizione permettono in molti casi la mobilizzazione immediata senza neanche utilizzo di immobilizzazione.
In seguito alla guarigione dell’osso possono residuare problemi articolari o diminuzione di forza. In questi casi sarà fondamentale il trattamento riabilitativo postoperatorio.