Il condiloma acuminato della regione genitale (vulva e vagina) è una patologia contagiosa a trasmissione sessuale causata da alcuni sottotipi di Papillomavirus umano (HPV). I tipi 6 e 11 di HPV sono responsabili del 90% dei casi di condilomi genitali.
In Italia, secondo i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, la condilomatosi genitale è la malattia sessualmente trasmessa più diffusa. Le manifestazioni cliniche si verificano in circa l’1% della popolazione adulta sessualmente attiva; è stato osservato un netto incremento tra il 1975 e il 2006 e si è rilevato che circa l’80% delle persone infette è di età compresa tra i 17 ed i 33 anni, con un picco nella fascia d’età compresa tra i 19 e i 25 anni. Il periodo di incubazione è di circa 3 mesi e si ritiene che la maggior parte guarisca spontaneamente con eliminazione del virus entro 8-12 mesi.
Come si sviluppa la patologia?
Si sviluppa nella maggior parte dei casi attraverso il contatto diretto cute-cute durante il rapporto sessuale o anale con un partner infetto. Però, fra coloro che vengono infettati dall’HPV genitale si stima che solo una “piccola percentuale” sviluppi le verruche genitali. Tutti gli infetti sono però in grado di trasmettere il virus.
Anche se i trattamenti sono in grado di rimuovere i condilomi, lo stesso non accade sempre per il virus HPV. Questo spiega perchè in circa il 50-73% dei casi le verruche possono ripresentarsi dopo il trattamento.
Aspetti clinici
Si presentano come escrescenze esofitiche, della grandezza variabile da una capocchia di spillo fino a raggiungere le dimensioni di vari centimetri assumendo un aspetto a “cresta di gallo” o nelle forme ancora più floride a “cavolfiore”.
Esse sono variamente distribuite sulla cute della zona perianale, perineale e della vulva.
In alcuni casi, tutta la zona vulvare può essere interessata da queste proliferazioni biancastre risultando molto fastidiose. Altre volte possono localizzarsi isolatamente a livello della forchetta vulvare in sede paraclitoridea, sulla faccia interna delle piccole labbra, al solco imenale od in sede vestibolare. I condilomi di maggiori dimensioni sono facilmente visibili ad occhio nudo, ma a volte sia una lente di ingrandimento o la colposcopia (o vulvoscopia) possono essere utilizzati come metodi per aiutare ad identificare piccole verruche, che, a seguito dell’ applicazione di acido acetico assumono un aspetto biancastro.
Solitamente non causano dolore né particolari fastidi tanto che la paziente spesso non si accorge della loro presenza; a volte possono manifestarsi con prurito, bruciore o lieve dolore.
Se i condilomi non vengono asportati possono diffondersi rapidamente interessando vaste aree di cute o di mucose delle zone limitrofe (zona inquinale o mucosa anale).
Trattamento dei condilomi genitali
Anche se i condilomi genitali possono guarire spontaneamente, in un tempo di 6-12 mesi specialmente nelle donne giovani, il trattamento spesso è necessario per motivi psicologici, ma anche perché è opportuno ridurre la diffusione della infezione.
Il successo del trattamento dipende oltre che dall’estensione della lesione e dalla sede, anche dallo stato immunitario della paziente.
Tipologie di trattamento:
Trattamento medico che comprende:
- Podofillotossina. Una soluzione in gel o crema (in commercio, Condyline, Condylox (0,5%), Wartec (0,15%) e Warticon (0,15%)) che può essere applicata dalla paziente nell’area interessata senza essere lavata via. Erosioni della pelle e dolore sono gli effetti indesiderati che sono segnalati con maggiore frequenza. Il suo utilizzo è ciclico (2 volte al giorno per 3 giorni e poi 4-7 giorni di riposo). Secondo uno studio questa sostanza dovrebbe essere utilizzata solo per quattro cicli.
-
Imiquimod (Aldara) è una crema topica immunomodulatrice che viene applicata sulla zona interessata. Sembra provocare irritazione locale in misura minore rispetto al podofilox ma può causare infezioni fungine (11% nel foglietto illustrativo) e sintomi simil-influenzali (nel foglietto illustrativo viene indicato meno del 5% ). La crema viene applicata dalla paziente per 3 volte la settimana, per 4 settimane per un massimo di 16 settimane e viene rimossa dalla zona trattata con acqua e sapone al mattino successivo.
Trattamento chirurgico distruttivo che comprende:
- Vaporizzazione con apparecchio a radiofrequenza (scegliendo l’opzione del taglio puro si ottiene un effetto vaporizzazione simile a quello del laser)
- Laservaporizzazione che permette una riepitelizzazione più rapida con esiti cicatriziali quasi sempre assenti. Rare le sequele come secchezza, ipoelasticità e dispareunia
- Escissione con ansa diatermica in caso di grosse masse floride
Per tutte questi tipi di trattamento l’intervento è ambulatoriale e con anestesia locale.
Complicanze del trattamento
Le complicanze possono essere:
- precoci nel corso dell’intervento (dolore, lievi perdite ematiche)
- tardive (cicatrici-piccoli ematomi a carico della zona trattata)
- infezioni vulvari (arrossamento, bruciore e prurito vulvare)
Follow up
E’ importante che le pazienti si sottopongano a controlli periodici secondo il consiglio medico perché le recidive sono frequenti, per questo motivo le recidive si osservano in più del 10% delle pazienti. La disseminazione del virus avviene molto facilmente e, anche dopo mesi, possono ripresentarsi i condilomi sulla cute della regione vulvare, perianale o anale.