Domande e risposte

Adenocarcinoma al colon

A mia madre (età 73 anni) è stato diagnosticato un adenocarcinoma al colon senza metastasi. Le è stato consigliato un intervento con colostomia o in alternativa una radiochemioterapia. Pensa si possa tentare una terapia con il true beam?
In questi casi anche una radioterapia”convenzionale” cioè meno avanzata, se associata alla chemioterapia, può ridurre le dimensioni del tumore portandolo ad un trattamento chirurgico meno demolitivo(evitando la colostomia). Le apparecchiature avanzate, quali il True Beam, usano tecniche che comunque possono minimizzare eventuali effetti collaterali attesi. L’efficacia è comunque, in questi, casi garantita anche dalle apparecchiature standard presenti in quasi tutti i centri di radioterapia.

Adenocarcinoma al pancreas, cosa fare?

D: Salve, sono una donna di 50 anni ed ho un adenocarcinoma al pancreas di 7 cm localizzato sulla testa del pancreas e due piccole metastasi al fegato. Alcuni dottori mi propongono di intervenire sulle metastasi per operare il fegato, altri di fare chemioterapia al pancreas per ridurre la massa e, successivamente, operare. Cosa mi consigliate?

R: La soluzione migliore è un trattamento chemioterapico: in caso di risposta positiva (con scomparsa delle metastasi al fegato) allora si potrà intervenire chirurgicamente, altrimenti l’intervento non sarebbe utile.

Alimentazione e tumore

D: Quali sono i cibi da evitare per limitare l’insorgenza dei tumori legati all’apparato digirente e quali gli esami a cui ci si dovrebbe sottoporre per diagnosticarne l’inizio d’insorgenza?
R: Purtroppo non siamo in grado di definire con certezza quali cibi possano essere responsabili della comparsa di un tumore. Al contrario i dati statistici ed epidemiologici ci consigliano una dieta ricca di scorie. La gastro e la colonscopia sono esami molto utili e che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita.

Alternative alla chemioterapia per mesotelioma pleurico

D: È stato diagnosticato ad una donna di 47 anni un mesotelioma pleurico con infiltrazioni al diaframma, inoperabile. Sono stati eseguiti sei cicli di chemioterapia con cisplatino e permetrexed a dosaggi sempre pieni. Le consigliano di proseguire con la chemioterapia (palliativa del dolore). Esistono alternative plausibili?

R: Non esiste un trattamento standard di seconda linea per il mesotelioma. I pazienti vengono trattati ancora con chemioterapia; presso il nostro ospedale utilizziamo la associazione di gemcitabina e vinorelbina. Altri tipi di farmaci non hanno dato risultati. Anche a livello europeo o USA non sembra di vedere molecole particolarmente promettenti. I dati con anti-angiogenetici non sono ancora maturi per consigliarne l’uso.

Alternative alla chirurgia per il tumore al pancreas

D: Mio padre, 75 anni, è malato di tumore al pancreas. Ci sono alternative alla chirurgia?
R: La asportazione chirurgica è la terapia più efficace per i tumori del pancreas ma non l’unica, e nella maggioranza dei casi da sola non è comunque sufficiente. Va infatti associata alla chemioterapia e a volte alla radioterapia, che per lo più seguono l’intervento chirurgico ma che in alcuni casi vengono invece eseguite prima. Nelle situazioni poi in cui il tumore non sia tecnicamente asportabile, sia chemioterapia che radioterapia rappresentano una possibile alternativa alla chirurgia.

Asportazione della tiroide e fertilità

D: A poco più di un mese mi è stata tolta tutta la tiroide per carcinoma papillifero. La mancanza di questa ghiandola potrà influire in futuro su eventuali gravidanze o sul funzionamento normale delle ovaie?

R: La risposta è no, se viene effettuato un opportuno trattamento concordato con il suo Endocrinologo. Va ricordato che in caso di trattamento radio-metabolico con I 131 si deve aspettare almeno 6 mesi prima di iniziare a cercare il concepimento. Suggerisco pertanto consultare il suo Endocrinologo.

Biopsia al polmone

D: Circa 2 mesi fa da una radiografia al torace mi è stato rilevato un nodulo di 3 cm circa al polmone sinistro. La TAC successiva confermava la presenza di un nodulo di 2,2 cm e altro più piccolo satellitare e inoltre rilevava 3 linfonodi ingrossati, il più grande di 1 cm. Il tutto faceva sospettare un tumore maligno. La PET che facevo successivamente metteva in dubbio la malignità del nodulo e consigliava un esame istologico. Purtroppo dato la posizione del nodulo il tentativo con la broncoscopia non è riuscito e ora una biopsia esterna non sembra possibile in quanto rischiosa per la vicinanza alla pleura e per la posizione in cui si trova il nodulo. Quindi dovrei scegliere se farmi operare comunque di lobectomia o vedere come si evolve l’attività di questo nodulo. Non ci sono altri mezzi per accertare la malignità del nodulo? E in caso fosse maligno non esistono altre terapie per eliminarlo oltre la chirurgia e la chemio?

R: La biopsia è nel suo caso molto importante e, in mani esperte, quasi sempre riesce in maniera risolutiva. Ovviamente deve essere fatta in centri specializzati. Le consiglio di ottenere una seconda opinione in un Centro specializzato di oncologia toracica, allegando gli esami Tac e PET effettuati e che credo essere in suo possesso.

Carcinoide ileale con metastasi epatiche

D: Mia madre è stata operata per un carcinoide ileale con metastasi epatiche, le è stato asportato un tratto dell’intestino ma nessun intervento chirurgico è stato effettuato sul fegato. È stata poi sottoposta a chemioembolizzazione. Le lesioni in sede epatica non sono però diminuite, solo una sembra essersi rimpicciolita; ritenete possa essere trattato chirurgicamente con questo nuovo metodo?

R: La malattia è una patologia a lenta evoluzione per la quale comunque la chirurgia trova spazio. Il nostro approccio permette di ottenere lo scopo preservando al massimo la parte sana del fegato: sulla fattibilità tuttavia nella fattispecie non possiedo elementi utili a dare un giudizio esaustivo.

Carcinoma al pancreas

D: Mio marito è affetto da carcinoma a fegato e pancreas. La tecnica operatoria SERPS è applicabile ad entrambi gli organi insieme?

R: La SERPS è una tecnica che permette di fare meglio quel che va fatto chirurgicamente. Essa è peraltro un metodo per togliere meno aggressivamente un tumore esclusivamente del fegato. Il mio consiglio resta quello di farsi seguire da un gruppo di oncologi esperti.

Carcinoma all'intestino con metastasi

D: A mio padre è stato diagnosticato un sospetto carcinoma all’intestino con mestastasi al fegato e alla coda del pancreas. È ritenuto non operabile. Sarebbe utile sottoporlo alla radioterapia 4d associata eventualmente con chemioterapia?

R: Il trattamento principale essendo la malattia metastatica, è certamente la chemioterapia. Successivamente una Radioterapia 4D potrà essere valutata o in caso di remissione di malattia (se rimane un piccolo residuo in una sede) o a scopo sintomatico in caso di progressione.

Carcinoma alla mammella

D: Dopo un trattamento radioterapico per metastasi ossea da carcinoma alla mammella, è normale la riacutizzazione del dolore nelle zone trattate?

R: La riacutizzazione può essere normale perché i tessuti sottoposti a radioterapia si infiammano e talvolta possono peggiorare il dolore. È necessario pertanto potenziare la terapia antalgica perché il quadro si risolva.

Carcinoma dello stomaco

D: A mio padre è stato diagnosticato un adenocarcinoma gastrico con metastasi al fegato. Purtroppo a complicare il quadro bisogna aggiungere l’età, 79 anni, la presenza di ipertensione arteriosa ed aneurisma aorta toracica e addominale. Visto il quadro clinico esposto, ci sono i margini per questo tipo di intervento?

R: Purtroppo, nel caso delle metastasi multiple da carcinoma dello stomaco, ad oggi, a determinare l’assenza di indicazioni alla chirurgia è il tipo di tumore. Ciò è peraltro indipendente dalla condizioni generali del paziente e dalla presenza di malattie associate.

Carcinoma polmonare

D: Scrivo a proposito della situazione di mio padre, un settantacinquenne a cui è stato diagnosticato un carcinoma polmonare, non operabile. Si sta sottoponendo a chemioterapia per quattro cicli e attualmente è al secondo. Vorremmo capire se in questo caso, è indicata la radioterapia (capire se può essere fatta durante o/e dopo la chemio).

R: La radioterapia per il suo papà potrebbe essere indicata dopo la chemioterapia. Il mio consiglio è di effettuare una TAC\PET total body di rivalutazione al termine della chemio al fine di individuare l’estensione precisa di malattia e valutare un possibile trattamento con radioterapia.

Carcinoma prostatico

D: La Radioterapia può essere utile contro un carcinoma prostatico? Quali possono essere le soluzioni?

R: Si, sul carcinoma della prostata, la radioterapia risulta efficace, in alcuni stadi, allo stesso modo dell’intervento chirurgico ma senza i problemi dell’invasività e dei rischi operatori.

Carcinoma renale

D: Mio padre ha una metastasi millimetrica da carcinoma renale a cellule chiare a livello spinale. Volevo sapere gentilmente se la radioterapia è efficace in questo caso.

R: La radioterapia è efficace per questo tipo di localizzazioni.

Chemioterapia e radioterapia

D: È possibile procedere a un trattamento radioterapico per la cura di un carcinoma mammario con metastasi al fegato? Questa modalità di cura è consigliabile nei pazienti che sono stati sottoposti a quasi 4 anni di chemioterapia?

R: La radioterapia di precisione si può effettuare sulle metastasi epatiche da carcinoma mammario, ma il caso va valutato attentamente dal punto di vista clinico e radiologico. Il fatto che abbia fatto in passato chemioterapia per 4 anni, tendenzialmente non preclude la possibilità di effettuare la radioterapia.

Chemioterapia intraperitoneale

D: Mia madre è affetta da adenocarcinoma pancreatico. Potrebbe avere un parere sulla chemioterapia intraperitoneale e la cura con Dendritic cells?
R: La chemioterapia intraperitoneale non ha un ruolo codificato nella carcinosi peritoneale da cancro del pancreas. Nemmeno la terapia con cellule dendritiche ha dato, a tutt’oggi, risultati certi.

Chemioterapia post-operatoria

D: Mia madre è appena stata operata di tumore al pancreas. Può essere utile la chemioterapia?

R: Molto probabilmente sì: l’esperienza degli ultimi anni ha insegnato che la chirurgia da sola non è sufficiente a sconfiggere questo tumore, perché spesso, anche quando l’asportazione chirurgica sembra assolutamente completa, il tumore poi si ripresenta o a livello locale o nel fegato. La somministrazione di farmaci chemioterapici nei mesi successivi all’intervento si è dimostrata utile nel ridurre il rischio di recidiva, ed è per questo che rappresenta attualmente lo standard di trattamento.

Chemioterapia post-operatoria

D: Mia madre è appena stata operata di tumore al pancreas. Può essere utile la chemioterapia?

R: Molto probabilmente sì: l’esperienza degli ultimi anni ha insegnato che la chirurgia da sola non è sufficiente a sconfiggere questo tumore, perché spesso, anche quando l’asportazione chirurgica sembra assolutamente completa, il tumore poi si ripresenta o a livello locale o nel fegato. La somministrazione di farmaci chemioterapici nei mesi successivi all’intervento si è dimostrata utile nel ridurre il rischio di recidiva, ed è per questo che rappresenta attualmente lo standard di trattamento.

Chirurgia toracica

D: Quali sono le tecniche chirurgiche a disposizione oggi contro il tumore al polmone? Si può guarire?

R: La chirurgia rimane la migliore terapia per le neoplasie polmonari. Negli stadi più iniziali, cioè il primo e il secondo stadio, le probabilità di guarigione con l’intervento sono molto elevate e spesse volte la chirurgia può essere mini-invasiva (effettuata in centri specializzati), con risparmio di polmone, ricoveri brevi e con recuperi funzionali molto rapidi.

Colonscopia

D: Ho paura a effettuare una colonscopia. È dolorosa? Esistono esami alternativi?

R: La colonscopia non è generalmente un esame doloroso ma può provocare comunque un certo fastidio. Il dolore può essere dovuto alla conformazione anatomica dell’intestino o alla presenza di aderenze secondarie a precedenti interventi chirurgici. Durante l’esecuzione dell’esame viene comunemente eseguita una sedazione attraverso una cannula inserita in una vena del braccio, che è sufficiente per mantenere il soggetto rilassato e consentire il completamento dell’esame. Solo in una minoranza di casi può essere necessario eseguire una sedazione più profonda per aumentare la collaborazione del paziente. In tutti i casi il soggetto viene sottoposto a controllo dei parametri vitali ed il personale medico e paramedico si adopera per rendere l’esame il più confortevole possibile. Esistono infine dei rari casi in cui non è possibile completare la colonscopia, per lo più per una alterata conformazione anatomica dell’intestino, in cui il medico stesso indicherà al soggetto eventuali esami alternativi (es. colonscopia virtuale, clisma opaco con doppio contrasto), descrivendo i vantaggi e gli svantaggi rispetto alla colonscopia.

Come scoprire l'ereditarietà del tumore al pancreas?

D: Quali esami diagnostici potrei fare per valutare i rischi di familiarità di tumore al pancreas, visto che mio padre ne è affetto?

R: Attualmente non ci sono indagini che possano identificare una predisposizione familiare o genetica per il cancro del pancreas. Per considerarsi a rischio di cancro familiare occorre però che almeno due parenti di primo grado siano affetti, quindi non è il suo caso.

Dalla Malattia di Chron al tumore

D: Volevo sapere in quale percentuale la Malattia di Chron può trasformarsi in tumore?

R: Fortunatamente la percentuale è piuttosto bassa e per questo la preoccupazione è relativa. Molto più frequenti, come lei ha sperimentato,sono le complicazioni o il ripresentarsi della Malattia di Crhon stessa.

Diagnosi e chemioterapia

D: È possibile che a mio padre sia stato diagnosticato un mesotelioma pleurico soltanto dopo molto esami? La chemioterapia è in grado di guarire questo tipo di tumore?

R: La diagnosi di mesotelioma pleurico è spesso molto difficoltosa, soprattutto se non viene effettuata una toracoscopia. Infatti spesso la semplice asportazione del liquido pleurico con esame citologico risulta ripetutamente negativa. La chemioterapia purtroppo non guarisce il mesotelioma, ma può prolungare la sopravvivenza dei pazienti e migliorarne la qualità di vita. Con i moderni schemi terapeutici si ha un beneficio in circa il 60% dei pazienti; nei casi avanzati l’aspettativa media di vita è di circa 12-15 mesi, ma esistono pazienti che hanno sopravvivenze più lunghe. Molto resta ancora da fare per medici e ricercatori, prima che si possa parlare di guarigione in questa malattia.

Dolore è sinonimo di cancro?

D: Ho 44 anni ed ho tre figli. Da qualche tempo provo dolore toccando il seno, specialmente nella parte laterale. Cosa mi consigliate?

R: Il consiglio è quello di eseguire una visita clinica senologica eventualmente associata, se richiesti dallo specialista, ad approfondimenti diagnostici (esame ecografico delle mammelle ed eventuale mammografia). Tenga comunque presente che in genere le lesioni neoplastiche non si associano, soprattutto nelle fasi iniziali, a sintomatologia dolorosa che è molto più frequente nelle forme di patologia mammaria non evolutive (infiammatorie e o mastopatia fibrocistica). Ricordi inoltre che prima dei 50 anni la donna è bene che esegua comunque ogni due anni un esame mammografico associato ad una ecografia, una volta all’anno una visita senologica e mensilmente una accurata autopalpazione

È possibile prevenire il tumore al pancreas?

D: Vorrei sapere se esiste prevenzione per il tumore al pancreas e se ci può essere una predisposizione genetica.

R: L’unica prevenzione è l’astensione dal fumo ed una dieta povera in grassi animali. In circa il 10% dei casi è ereditario, cioè interessa chi ha almeno 2 familiari di 1° grado affetti dal tumore.

Ecografia e mammografia

D: Ho un seno molto piccolo e fare la mammografia è molto difficoltoso. Posso fare un esame ecografico in sostituzione?

R: La risposta è sì, anche se il ricorso anche alla mammografia non deve essere del tutto escluso: esistono condizioni patologiche che possono essere viste meglio dallo studio radiologico. Se ha un’età superiore ai 50 anni è comunque utile almeno ogni due anni fare una mammografia, anche se disagiata. Quanto detto vale per i controlli normali in assenza di lesioni. Se si è in presenza di un nodulo o di un quadro sospetto alla visita senologica, invece si può prendere in considerazione il ricorso alla risonanza magnetica subito dopo la ecografia.

Ecografia e tumore del pancreas

D: È possibile diagnosticare il tumore al pancreas e fare una prognosi solo con un’ecografia?

R: L’ecografia non è assolutamente sufficiente. La cosa migliore è prenotare una visita presso un centro specializzato in questo tipo di malattie: senza almeno una TAC non si può dire nulla sulla reale gravità della situazione.

Ereditarietà del tumore

D: In famiglia ho un’alta incidenza di morti per tumori: padre (polmone), madre (ovaie o colon), fratello di mia madre (colon), sorella di mio padre (fegato). Ho 47 anni, non ho mai fumato, conduco una vita regolare ma molto sedentaria, mai avuto problemi di salute. Ultimamente ho notato sangue nel retto, qualche problema di intestino (dissenterie, aria). Che cosa devo fare in concreto e nell’immediato per prevenire il cancro all’intestino?

R: Si può parlare di probabile famigliarità per la neoplasia del colon quando siano stati diagnosticati almeno tre casi in due generazioni successive (Criteri di Amsterdam). La prevenzione delle neoplasie può essere primaria o secondaria. Per primaria si intende l’identificazione di possibili agenti eziologici che possono favorire o determinare la comparsa della neoplasia. Un’analisi sofisticata può evidenziare una instabilità genetica che sembra possa definire un aumento del rischio di manifestare una neoplasia colica. La prevenzione secondaria prevede tutta una serie di indagini suggerite dal clinico per scoprire la neoplasia in una fase anche iniziale del tumore. Di fronte alla emissione di sangue dal retto è buona norma sottoporsi ad una visita medica ed eventualmente ad una colonscopia.

Familiarità neoplastica

D: Caso familiare: sei sorelle e un fratello: Il fratello è deceduto per sospetto tumore a 40 anni, una sorella deceduta a 55 anni per tumore gastrointestinale, una sorella deceduta a 60 per tumore alle ovaie, una sorella (ora 70 anni): sangue nelle feci, eliminazione di polipi, sotto controllo ogni due anni, due sorelle non hanno una storia clinica rilevante. Domanda: il figlio della sorella di 70 anni sotto controllo dopo polipi deve anche sottoporsi a controlli preventivi? Si può parlare di una qualche forma di tumore ereditario?

R: La presenza nella sua famiglia di diversi casi di tumori benigni e maligni a sede gastrointestinale giustifica l’ipotesi di una famigliarità neoplastica. Per questo sarebbe opportuno che tutti i nipoti siano sottoposti a colonscopia al raggiungimento dei 20-25 anni. La frequenza dell’esame verrà decisa dopo l’esecuzione della prima colonscopia.

Familiarità del tumore al pancreas

D: Un mese fa hanno riscontrato a mio padre un tumore al pancreas con iniziali metastasi al fegato. Gentilmente sapreste indicarmi se ci sono cure anche sperimentali da valutare ed eventualmente quali esami dovrei fare per sapere se sono predisposta a tumore, alla luce che anche mio nonno paterno è morto di tumore al fegato?

R: Il miglior trattamento per suo padre è la chemioterapia in particolare con l’impiego della gemcitabina. La comparsa di due tumori tra i suoi ascendenti non ha grande significato. Il suo medico potrà consigliarla sugli esami cui si potrà sottoporre a scopo precauzionale.

Fibroadenoma al seno

D: Sono una persona giovane, che pratica molto sport, è in forma e cerca di mantenere un’alimentazione corretta. Sette anni fa mi è stato diagnosticato un fibroadenoma al seno destro. Mi è sempre stato detto di tenerlo sotto controllo ogni anno, ma la mia preoccupazione è, visti vari casi di tumore in famiglia, che possa trasformarsi in un tumore maligno o carcinoma. Pensa sia sufficiente tenerlo sotto controllo ogni anno con l’ecografia?
R: Per essere più tranquilli si può procedere con un esame citologico o microistologico eco guidato per definirne meglio la natura.

Fibroadenoma e allattamento

D: Ho 38 anni e a 14 anni mi è stato asportato un fibroadenoma al seno destro. L’ultima ecografia risale a due anni fa circa e da questa risultano due cisti, un fibroadenoma sempre al seno destro. Ho avuto inoltre una gravidanza ed ho allattato per 9 mesi (con 3/4 inizi di mastite) con qualche problema. Cosa mi consiglia di fare? Una nuova ecografia, una mammografia?

R: Il consiglio è di eseguire una prima mammografia da utilizzare come esame “base” per i prossimi controlli e una ecografia mammaria; in base all’esito di questi due esami saranno disposti i controlli successivi. Per la valutazione degli esami le consiglio di rivolgersi al suo medico curante o se preferisce può eseguire una visita senologica in modo da poter essere poi seguita con un programma annuale di sorveglianza.

HPV e cancro

D: Con l’ultimo pap test si è evidenziato un infezione da papilloma virus. Dopo molti controlli risultati negativi, posso star tranquilla che il virus non “maturi” in un cancro?

R: Non è chiaro il genotipo di HPV che le è stato riscontrato. Il 16 è parte del gruppo più “aggressivo” mentre l’11 al contrario è tra i più miti. In ogni caso la diagnosi di infezione da HPV in sé è ben lungi da quella di cancro. La maggior parte delle infezioni da HPV sono asintomatiche e non producono lesioni evidenti perchè il sistema immunitario ci libera dal virus. Ci sono alcuni fattori, tra cui principalmente il fumo di sigaretta, che inibiscono il sistema immunitario e compromettono la capacità di eliminare il virus. Se si tratta di infezione da HPV senza lesioni displasiche, il meglio che può fare è evitare il fumo di sigaretta e farsi controllare tra 6 mesi per esser sicura di aver eliminato il virus.

Il tumore al colon

D: Mio padre è stato operato di tumore T3 al colon destro, con asportazione completa e pulizia totale della zona interessata. Ad un mese di distanza si sono evidenziate delle metastasi polmonari. Che cure sono possibili secondo lei? La radio terapia e la chemio sono efficaci? Quali alternative, quella chirurgica è da escludere?

R: Dal suo racconto sembra di capire che le metastasi polmonari fossero già presenti al momento dell’intervento sul colon per cui si tratta di metastasi sincrone. Oggi la chemioterapia (e in casi selezionati anche la radioterapia mirata) consentono risposte molto buone. Consulti il suo oncologo di riferimento che la saprà ben consigliare. La asportazione chirurgica non è da escludere e anzi potrebbe essere indicata specie se la asportazione del polmone sarà limitata e se ci sarà stata una buona risposta alla chemioterapia.

Il tumore al seno

D: Mia sorella è stata operata di tumore al seno. Ora ha metastasi alle costole. Deve essere irradiata dietro consiglio specialistico. Ho letto della metodica 4-d “Adaptive Radiotherapy”, vorrei saper se vi è l’indicazione per questo tipo di metastasi.

R: In questo caso per l’irradiazione della lesione costale credo che sia adeguata una radioterapia conformazionale in 3 Dimensioni.

Isterectomia

D: Ho 52 anni e un anno fa mi sono sottoposta ad un intervento di isterectomia con conservazione degli annessi a causa di un fibroma. Dovrò ancora effettuare il pap-test annualmente come ho sempre fatto?

R: Secondo le linee guida, se l’intervento era stato praticato per patologia benigna, i precedenti Pap-test (regolarmente eseguiti) erano risultati normali e non ha mai avuto lesioni dispalsiche o neoplastiche di vagina e cervice, può astenersi dal Pap-test. L’asportazione dell’utero non la mette al riparo da eventuali infezioni di HPV che colpiscano la vagina o la vulva e che se non diagnosticate possono produrre lesioni displasiche. Pertanto consiglierei ancora di eseguire la citologia vaginale anche in pazienti sottoposte ad isterectomia.

L'agoaspirato

D: Ho letto che esiste un intervento che prevede che un ago aspiri il nodulo. Di che tipo di intervento si tratta? È molto invasivo? Prevede il ricovero ospedaliero?

R: La procedura a cui si riferisce è l’agoaspirato tiroideo (FNAB) che ha come obiettivo quello di differenziare un nodulo benigno da un nodulo maligno. Si tratta di una procedura poco invasiva, effettuata sotto guida ecografica e che prevede l’aspirazione di cellule dal nodulo utilizzando un ago sottile. Tali cellule vengono poi fissate su un vetrino ed analizzate. Il FNAB viene effettuato ambulatorialmente, senza anestesia e non è particolarmente doloroso.

L'aspetto di un sarcoma

D: Come si fa a sospettare di un sarcoma a un arto se il suo aspetto è un semplice rigonfiamento? Dovrebbe dolere? Quali sono le dimensioni “normali” dei sarcomi?

R: L’unico modo per sospettare un sarcoma è la presenza di una tumefazione, generalmente non dolente, che cresce nel contesto di un muscolo o nel sottocute. Non esistono dimensioni “normali” per un sarcoma: inizialmente è molto piccolo e successivamente cresce. Di fronte ad una situazione del genere consiglio l’esecuzione di un’ecografia.

La PET non è un esame debilitante

D: Mio marito deve fare una PET. Ha l’esame alla mattina e vorrebbe tornare in ufficio appena finito. È un esame debilitante? Potrà guidare al ritorno o devo accompagnarlo?

R: La PET non è un esame pericoloso ed il paziente, una volta terminata la permanenza in reparto, può tornare a svolgere tutte le attività normalmente.

Lesioni al fegato da tumore intestinale

D: La tecnica proposta può essere utilizzata in un paziente con esiti di resezione anteriore del retto, resezione epatica atipica, che sta eseguendo trattamenti percutanei di lesioni epatiche sostitutive secondarie mediante chemioembolizzazione?

R: La resezione chirurgica è il trattamento più radicale che si possa offrire ad un paziente con metastasi epatiche (anche multiple) da tumore intestinale. Questa mi sembra corrisponda alla condizione del caso specifico. La fattibilità va giudicata sulla base di una attenta valutazione del paziente e delle indagini strumentali effettuate (TAC e/o RMN soprattutto). In linea di principio, precedenti chirurgici e pregresse ablazioni non sono controindicazioni assolute ad un nuovo intervento.

Linfedema post carcinoma

D: Come curare il linfedema post carcinoma mammario operato nel 2006? La componente linfedematosa si è manifestata solo da pochi mesi e il trattamento di linfodrenaggio è risultato poco efficace.

R: Il linfedema al braccio rappresenta la più temibile e spiacevole complicanza della dissezione ascellare nella terapia chirurgica del tumore al seno e può presentarsi anche dopo diversi anni dall’intervento. Il consiglio è quello di rivolgersi ad un centro di riabilitazione oncologica, in cui specialisti dell’unità di senologia ( fisiatri , chirurghi senologi ed oncologi) valuteranno il grado di linfedema, la sede (solo mano o solo avambraccio o tutto il braccio), la presenza di segni clinici ulteriori e potranno stabilire il percorso terapeutico migliore. Sarà inoltre da verificare se è insorta dopo un trauma, uno sforzo o se esistono fatti flogistici collaterali da trattare. Utile certamente un eco-colordoppler del cavo ascellare.

Linfoma di Hodgkin

D: Questa nuova tecnica di radioterapia si può usare anche per il Linfoma di Hodgkin?

R: In alcuni casi può essere utile: dipende dalle dimensioni e dalla sede della malattia. C’è da dire comunque che i linfomi sono molto radio-chemiosensibili e spesso necessitano di basse dosi per essere efficaci e pertanto non è sempre necessario utilizzare tecnologie avanzate di Radioterapia.

Mammografia, quando?

D: Vorrei sapere con quale frequenza mia madre, 63 anni, dovrebbe sottoporsi a mammografia, tenendo presente che sua madre è morta di tumore al seno e che ha seguito per cinque anni la terapia sostitutiva con ormoni, dopo la menopausa.

R: Credo sua madre sia inserita in un programma di screening mammografico nazionale che invita ogni 2 anni a fare l’esame. In certi casi di aumentato rischio individuale può essere utile fare l’esame annualmente insieme alla visita senologica.

Mastectomia

D: Mia figlia di 39 anni ha subito una mastectomia recentemente, ad oggi rifiuta di guardarsi allo specchio. Cosa si può fare per aiutarla?

R: Le donne operate al seno hanno una grave compromissione dello schema corporeo, in quanto un intervento di tipo demolitivo, come la mastectomia, compromette il concetto di femminilità, legato al valore simbolico che il seno rappresenta. Affrontare questo problema e sviluppare i vissuti legati a questo tipo di sofferenza permette alla paziente di poter reinvestire la parte mancante di contenuti emotivi, ridandole vita, e potendo così ‘guarire’ la ferita interiore lasciata dalla cicatrice. Il tempo e il sostegno delle persone vicine aiuta a superare le paure e le incertezze, ma anche, nel caso la difficoltà proseguisse nel tempo, pensare ad un aiuto psicoterapeutico può essere una soluzione.

Melanoma cutaneo

D: Dopo aver subìto l’asportazione di un melanoma cutaneo alla coscia sinistra 3 anni fa (melanoma “in situ” 1° livello di Clarck), mi è stata assicurata guarigione completa. Vorrei conoscere la percentuale di rischio di averne un altro (ho 58 anni) e quanto posso stare al sole e con che protezione.

R: Il rischio di avere un secondo melanoma non è ancora calcolato con certezza ma si sa che un soggetto che ha avuto un melanoma ha un rischio di secondo melanoma più elevato rispetto alla popolazione comune. Per questo motivo si richiede prudenza nell’esposizione al sole, diminuendo le ore globali di fotoesposizione, utilizzando schermi fisici quali indumenti e riparendo la cute esposta direttamente ai raggi con crema proteggenti di fattore pari a 20.

Metastasi

D: La radioterapia può curare le metastasi?

R: Si, sulle metastasi è molto efficace, per ottenere un controllo della proliferazione locale di malatia, causa di sintomi e di un peggioramento sintomatologico con ricadute sulla qualità della vita del paziente

Metastasi al fegato

D: L’Adaptive Radiotherapy potrebbe essere utilizzata nel caso di una paziente operata per un tumore al colon, con esito al momento positivo, ma con più metastasi al fegato? La signora è sottoposta ad un trattamento chemioterapico, ma con risultati evidentemente non soddisfacienti. Dai medici curanti viene esclusa la possibilità di un ulteriore intervento chirurgico.

R: Purtroppo nel caso che mi espone la malattia epatica è molto estesa e la Radioterapia 4D non è indicata.

Metastasi da tumore del rene

D: Desideravo conoscere se su un fegato con diverse metastasi partite da un tumore al rene (già asportato), si può intervenire con il Suo metodo.

R: Il numero di lesioni non controindica in assoluto alla resezione chirurgica ed il nostro approccio permette di affrontare in modo più conservativo anche forme multifocali.

Metastasi epatiche

D: A mia madre è stato diagnosticato un tumore al fegato in stato di metastasi epatiche da adenocarcinoma. Il fegato tutt’oggi lavora bene. Dopo vari esami non si trova il primitivo, come si può intervenire?

R: Immagino che siano state effettuate tutte le ricerche tese ad escludere un primitivo in sede intestinale (colonscopia effettuata in modo completo e dopo adeguata preparazione), esofagogastrica (esofagogastroduodenoscopia), pancreatica (TC/RMN) ed una PET. In caso di negatività e di un profilo di marcatori nel siero (CEA, Ca 19-9, Alfafetoproteina) non significativi si potrebbe pensare ad una orginine intraepatica biliare (colangiocarcinoma) riconsocibile attraverso colorazioni immunoistochimiche sul materiale prelevato con la biopsia.

Metastasi epatiche da tumore della mammella

D: True Beam, o più in generale la Radioterapia, è utile anche per metastasi epatiche multiple da primitivo mammario?

R: Se il tumore primitivo sulla mammella è controllato, e le metastasi sono poche e di dimensioni contenute, la radioterapia epatica con tecniche di stereotassi può essere una strada percorribile all’interno di protocolli di studio, ma da studiare contestualmente all’eventuale strategia famracologica già impostata dagli oncologi medici.

Metastasi ossee

D: Ho subito un intervento di mastectomia totale tre anni fa. Ora sono affetta da metastasi ossee e due metastasi al fegato. La radiofrequenza è sconsigliata sia per le dimensioni che per la posizione in cui si trovano (vicine ad un ansa dell’intesino). La radioterapia sarebbe indicata nel mio caso? Per quali metastasi?

R: Credo che la radioterapia sia senza dubbio indicata sulle localizzazioni ossee. Sulle lesioni epatiche è necessario fare una valutazione più precisa visionando la documentazione radiologica e clinica.

Metastasi peritoneali

D: Vorrei gentilmente sapere se il nuovo macchinario “True beam”, o più in generale la Radioterapia, può trattare casi di carcinoma primitivo della colecisti con metastasi peritoneali.

R: purtroppo la presenza di metastasi peritoneali esclude la possibilità di utulizzare un trattamento locale come la radioterapia, indipendentmente dalla tecnica o dalla apparecchiatura utilizzata.

Metastasi polmonari

D: Mia mamma, operata nel 2007 per carcinoma mammario, ha avuto quest’anno una recidiva con metastasi polmonari diffuse. Le metastasi possono essere trattate con la Radioterapia?

R: Le metastasi polmonari possono anche essere sottoposte ad un trattamento locale con radioterapia ma devono rispondere a particolari requisiti relativi ad esempio al loro numero e alle loro dimensioni che devono essere molto limitate. In ogni caso l’utilizzo della radioterapia và studiato nel contesto di una terapia farmacologica sistemica da valutare con i colleghi oncologi medici

Malattia di Crohn, tumore e PET

D: Circa 12 anni fa mi è stato riscontrato il morbo di Crhon, trattato con farmaci per circa 2 anni. Da allora non ho avuto sintomi particolari. È il caso di eseguire esami specifici come la PET per accertare l’insorgere di eventuali forme tumorali? Esiste una corrispondenza tra la malattia che ho avuto e i tumori? Quali?

R: In letteratura è noto che ci può essere una predisposizione allo sviluppo di neoplasie nei soggetti affetti da M. di Crohn. Tuttavia, il rischio non è precisamente calcolabile e dipende da svariati altri fattori. In assenza di un sospetto clinico, laboratoristico (es. presenza di elevati marcatori tumorali, ecc) o strumentale (ECO, TC, RM ecc) di tumore, non vi é indicazione ad eseguire una PET con FDG.

Neoplasia gastrica

D: A mia madre è stata diagnosticata una neoplasia gastrica con metastasi al fegato. I medici hanno detto che potrebbe essere operata. Qualora non fosse possibile, chiedo se il nuovo macchinario radiochirurgico consenta il trattamento delle metastasi al fegato e le eventuali al pancreas e quindi se lo stomaco potrebbe a questo punto essere operato per l’asportazione del tumore.

R: Purtroppo la malattia di sua madre è già estesa, avendo coinvolto oltre allo stomaco anche il fegato. Il trattamento più adeguato in questi casi è una chemioterapia, nella speranza di ridurre l’estensione della malattia e valutare nuovi approcci sia chirurgici che radioterapici.

Neoplasia polmon

D: In caso di neoplasia polmonare al 4° stadio, con metastasi sottocutanee, ai surreni, in zona tracheale e sottoauricolare sinistra, pensa sia utile trattabile con radioterapia 4d?

R: Credo che la terapia più adeguata in questo caso, essendo la malattia metastatica, sia la chemioterapia. La Radioterapia potrebbe essere usata a scopo sintomatico, su eventuali sedi dolenti.

Noduli e tumori

D: Quanto spesso un nodulo tiroideo è indice di tumore?

R: La maggior parte dei noduli tiroidei è di natura benigna, e solo il 2-5% di essi è un carcinoma. I carcinomi tiroidei hanno infatti una bassissima incidenza (4/100000 individui per anno) e non rappresentano più dell’1-2% di tutti i tumori malign

Percorsi di cura oncologici

D: A seguito del riscontro di un tumore qual è l’iter e quante sono le possibilità di vincerlo?

R: I carcinomi papillari e follicolari della tiroide (che rappresentano circa il 95% dei carcinomi della tiroide) si caratterizzano per una buona prognosi con una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi ben al di sopra del 90% In presenza di un carcinoma della tiroide si procede alla tiroidectomia totale (all’asportazione cioè dell’intera tiroide). In casi selezionati, l’intervento di tiroidectomia totale è seguito dal trattamento radiometabolico con Iodio radioattivo che ha l’obiettivo di radicalizzare la tiroidectomia eliminando eventuali residui tiroidei e/o tumorali. Il paziente viene poi messo in terapia con L-Tiroxina e periodicamente sottoposto a controlli ecografici del collo e alla valutazione dei livelli circolanti di tireoglobulina (Tg), una molecola che viene prodotta esclusivamente dalle cellule tiroidee e pertanto utile per l’identificazione di una eventuale ripresa di m malatti

PET a digiuno?

D: Ho dolori sospetti e devo effettuare una PET all’addome nei prossimi giorni. Per quanto tempo mi consiglierebbe di stare a digiuno?

R: Da quanto posso capire Lei deve effettuare una PET con FDG. In tal caso si raccomanda un digiuno di 6-8 ore prima dell’esame. Tuttavia, qualora l’indagine che Lei deve effettuare fosse diversa, Le suggerisco di fare riferimento al nostro sito, ove troverà tutte le informazioni necessar

PET, allergie e intolleranze

D: Vorrei sapere se la PET può essere un esame pericoloso. Ho molte allergie ed intolleranze e vorrei sapere come si fa a capire se una persona potrebbe avere delle reazioni all’esame. Potrei essere allergico al radio farmaco? Come si fa a stabilirlo?

R: La PET non è un esame pericoloso ed il paziente una volta terminata la permanenza in reparto, può tornare a svolgere le attività che fa normalmente. Nessuna reazione allergica oppure intolleranza è nota ai nostri radiofarmaci, che non hanno niente a che fare con i mezzi di contrasto iniettati per la TC o RM. Noi usiamo sostanze totalmente diverse, che hanno una sola peculiarità, sono radioattive. Inoltre anche in caso di documentata allergia alla sostanza, sappia che la quantità di tracciante somministrato e talmente piccola (il liquido iniettato è quasi tutto acqua), che il rischio di reazioni allergiche è nullo. Per cui nessun problema anche in soggetti poliallergici.

PET, Risonanza magnetica e TAC

D: Che differenza c’è fra la PET, la Risonanza Magnetica e la Tomografia Assiale Computerizzata? Sono tre metodi per ottenere lo stesso risultato o ci sono delle diversità?

R: La PET, la RM e la TC sono tutta metodiche di diagnostica per immagini, che vengono utilizzate per lo studio di varie patologie. Nello specifico la PET (Tomografia ad emissione di positroni) è una metodica medico-nucleare, che adopera la radioattività di alcune sostanza per vedere la distribuzione della stessa nell’organismo del paziente al quale viene iniettata la sostanza. I tracciante utilizzati per la PET sono di diverso tipo, ma ognuno presenta delle caratteristiche tali che li permettono di vedere alcune funzioni particolari del corpo umano oppure dei vari tessuti. Esempio, il FDG (fluorodesossiglucosio) marcato con il fluoro 18 (radioattivo) serve per vedere il metabolismo dei glucidico, quindi le immagini PET con FDG ci daranno una mappa di distribuzione del tracciante e conseguentemente la mappa dell’attività metabolica dei vari tessuti. La PET è una metodica funzionale, cioè che vede la funzione dei tessuti ed organi (link PET). La TC o Tomografia Computerizzata, fa un altro utilizzo delle radiazioni: praticamente si serve di un fascio di elettroni, per produrre delle radiazioni (fotoni X) che originano esternamente al corpo del paziente per vedere come è la densità dei tessuti ed organi. Quindi a differenza della PET, nella quale è il paziente ad essere radioattivo, nella TC la radiazione proviene da fuori. Quando le radiazioni attraversano il distretto del corpo umano in esame (mettiamo il torace, in caso di TC torace), esse vengono fissate su una virtuale “lastra” che si trova dalla parte opposta del corpo e ne creano una immagini fotografica. Il principio è quello delle radiografie, solo che con la TC le immagini vengono acquisite a 360° intorno al corpo (da cui il termine “tomografia”). Ogni tessuto presenta un diverso indice di attenuazione delle radiazioni trasmesse da fuori, e così la “foto” ottenuta mostra una sostanziale ricostruzione della morfologia dei tessuti ed organi in esame. In complesso la TC è una metodica morfologica. La possibilità di iniettare endovena oppure per via orale delle sostanze (mezzi di contrasto), che cambiano l’attenuazione dei distretti dove di vanno a collocare, permette di aumentare l’accuratezza della TC nel differenziare i tessuti anche in parte dalla loro vascolarizzazione (link TC). La RM o Risonanza Magnetica, dal termine stesso utilizza la risposta tissutale a vari stimoli elettromagnetici prodotti da un Magnete esterno. La risposta ai vari stimoli è diversa per ogni tipo di composizione tissutale e permette quindi di fare una ricostruzione anche in questo caso delle morfologia ed in parte della funzione degli organi e tessuto corporei. Anche in tale caso è possibile utilizzare dei mezzi di contrasto, che presenteranno conseguentemente caratteristiche “magnetiche” diverse, e che permetteranno di vedere aumentare l’accuratezza della RM nel differenziare i tessuti anche in parte dalla loro vascolarizzazione (link RM). Quello che le tre metodiche possono fornire dal punto di vista diagnostico è molto differente: la PET da la funzione dei tessuti, la TC ne definisce l’aspetto e la RM da potenzialmente entrambe le cose, anche se rimane una metodica morfologica. Ovviamente l’impiego di una metodica piuttosto che dell’altra dipende dalla patologia in esame e dalla storia del paziente.

Possibilità di degenerazione in tumore

D: Sono affetto dal morbo di Crohn da almeno 13 anni. La malattia mi è stata diagnosticata nel 2000 anche se era da tempo che ne soffrivo e da questa data ho iniziato una cura. Quello che le voglio chiedere è: 1) a lungo andare quali problemi potrebbe darmi l’assunzione di queste medicine? 2) esistono cure alternative e magari naturali che hanno la stessa efficacia? 3) la malattia di Crohn quale probabilità ha di degenerare in un tumore? 4) sono ormai due anni che non faccio più analisi, perchè tutto sommato devo dire che non mi sento male, ma mi piacerebbe sapere quali sono i sintomi che mi dovrebbero fare pensare e quando tornare a fare una eventuale colonscopia e delle analise del sangue.

R: Non ci sono problemi a lungo termine. Al momento non si usano medicine alternative. Le Probabilità di degenenerare in tumore sono lievemente superiori alla popolazione normale, ma dopo 10 anni di malattia. Le analisi del sangue dovrebbe farle ogni 6 mesi. Cordiali saluti.

Prostatectomia radicale e disfunzione erettile

D: È possibile riacquistare la funzione erettile da parte di un soggetto di 71 anni, a cui è stata diagnosticata una neoplasia prostatica, ed è stato sottoposto ad intervento di prostatectomia radicale e linfectomia pelvica bilaterale?

R: Se i nervi sono stati preservati (la cosiddetta tecnica chirurgica “nerve sparing”), le erezioni spontanee ricompaiono al massimo entro due anni dall’intervento. Dopo questo periodo le possibilità di recupero sono molto basse. Tuttavia anche in caso di mancato recupero è possibile utilizzare dei farmaci (per via orale o iniettiva inctracavernosa) che possano provocare erezioni soddisfacenti. Le suggerisco una visita andrologica per inquadrare il caso e di effettuare gli esami ematochimici generali (tra cui glicemia, quadro lipidico, funzione epatica e renale, funzione tiroidea, testosterone totale e prolattina) che può tranquillamente richiedere al proprio medico curante.

Radiochirurgia ed epatocarcinoma

D: Vorrei sapere se la radioterapia possa essere efficace in caso di cirrosi epatica associata a tumore al fegato non operabile con trombosi vascolare alla vena porta.

R: Gentile utente, la radiochirurgia per l’epatocarcinoma è ancora una terapia sperimentale che deve essere proposta a pazienti non eligibili ai trattamenti di provata efficacia disponibili, ma che di converso abbiano una buona riserva funzionale epatica. La trombosi portale a tutt’oggi rappresenta una controindicazione.

Radioterapia

D: Mio padre è malato di tumore al pancreas e non è operabile. Può essere usata la radioterapia?

R: Quando il carcinoma del pancreas risulta non asportabile perché troppo avanzato localmente, la radioterapia rappresenta una buona alternativa per cercare di ottenere un controllo locale del tumore. Esistono diverse modalità per la somministrazione della radioterapia: quella attualmente in uso in Humanitas utilizza un apparecchio innovativo che concentra in poche somministrazioni alte dosi di radiazioni, con sensibili vantaggi sia da un punto di vista pratico che di efficacia. Non va comunque dimenticato che in queste situazioni non si può prescindere dalla associazione con un trattamento chemioterapico, per cercare di controllare anche in tutto il resto dell’organismo la possibile diffusione della malattia.

Radioterapia al polmone

D: In quale percentuale sul totale delle terapie che svolgete in Radioterapia operate su tumori al polmone? E’ vero che dopo una radioterapia è più difficile un intervento chirurgico a causa delle condizioni dei tessuti colpiti dalla Radioterapia? Quale è l’effetto collaterale più importante della Radioterapia al polmone?

R: È vero che l’intervento chirurgico dopo radioterapia può essere più difficoltoso, ciò dipende dalle dosi erogate e dai volumi di trattamento. Il programma terapeutico va concordato in precedenza con i colleghi chirurghi. Per quanto riguarda gli effetti collaterali possono essere molteplici (difficoltà nella deglutizione, esofagite, tracheite, polmonite da raggi) e di varia entità. Possono essere acuti o tardivi, ad ogni modo nella maggioranza dei casi sono risolvibili con la terapia medica.

Radioterapia e nuove cur

D: Mia zia è affetta da mesotelioma pleurico: la malattia è al primo stadio, ha già fatto tre cicli di chemioterapia (alimta e cisplatino) ed anche la radioterapia. Sembrava potesse fare l’intervento ma è risultata inidonea all’operazione. Adesso le hanno sospeso ogni cura per circa due mesi (dopo le terapie il tumore non è cresciuto). La mia domanda è la seguente: ci sono nuove cure? Quali sono le novità della radioterapia?

R: Il trattamento di riferimento di prima linea nel mesotelioma è l’associazione di alimta con cisplatino o carboplatino. Non esiste una terapia standard di seconda linea. I farmaci cosiddetti biologici hanno dato risultati deludenti. I farmaci che sembrano dare qualche speranza sono gli antiangiogenetici, ma le sperimentazioni sono ancora in corso. Nel nostro centro per la seconda linea utilizziamo una combinazione di due chemioterapici, gemcitabina e vinorelbina. Per quanto riguarda la radioterapia, è stata finora utilizzata come palliativo contro il dolore o come trattamento delle cicatrici di toracoscopia/toracotomia per evitare la disseminazione della malattia lungo i tramiti chirurgici. Sono in sviluppo nuove tecniche di radioterapia per irradiare tutta l’area della malattia; il problema è che per fare ciò si deve irradiare anche una porzione elevata di organi sani (polmone, fegato, rene, cuore), il che consente di utilizzare solo dosi basse e poco efficaci. La nuova frontiera è la IMRT (radioterapia ad intensità modulata), che consente un migliore risparmio dei tessuti sani e che però è stata utilizzata prevalentemente nei pazienti operati con pleuropneumonectomia. La IMRT però è una tecnica molto delicata eseguibile in pochi centri, e che deve essere utilizzata con grande cautela poiché sono state registrate tossicità molto gravi. Per i pazienti non operati non vi sono ancora dati di sicurezza sulla IMRT. Nel caso di sua zia concordo sul fatto di sospendere per ora le cure e di tenerla in controllo, spesso la malattia rimane stabile anche per molti mesi.

Recidiva del tumore al pancreas

D: Ho 44 anni. Nel febbraio dello scorso anno sono stata operata al pancreas per tumore solido pseudo papillare (pancreasectomia intermedia). Le chiedo se sia possibile una recidiva, poichè a distanza di circa 6 mesi una TAC, una RM e una ecoendoscopia con ago aspirato hanno rivelato la presenza di una nuova lesione di circa 4 cm nella sede dell’intervento.

R: La recidiva del tumore solido pseudopapillare é possibile ma molto rara, e soprattutto non dopo così poco tempo dall’intervento. Mi sembra più probabile che si tratti di un esito dell’intervento (una pseudocisti in particolare). Comunque difficile da giudicare, senza una visita specialistica. Si rivolga al suo medico di riferimento per approfondimen

Rigonfiamenti e infiammazioni dovuti a chemioterapia

D: Come conseguenza della chemioterapia (carcinoma al colon con metastasi al fegato), molte vene hanno cominciato a presentare rigonfiamento e/o infiammazione. Una volta finita o sospesa la chemio può essere utile la Radioterapia per migliorare inestetismi e malfunzionamenti?

R: No, la radioterapia è un’ arma teraputica efficace, ma indicata per curare la malattia tumorale, non per migliorare inestetismi o malfunzionament

Screening contro l'epatocarcinoma

D: Quali sono gli esami (poco invasivi) e i marcatori, che possono indicare precocemente un eventuale epatocarcinoma?

R: Per riconoscere un epatocarcinoma precocemente i metodi in uso sono l’ecografia addominale ed il dosaggio dell’alfafetoproteina nel sangue. A tale programma di screening devono sottoporsi soprattutto i soggetti a rischio: – pazienti con positività per infezione da virus dell’epatite C – pazienti con posititità per infezione da virus dell’epatite B – pazienti con storia di abuso di alcool – pazienti con cirrosi epatica in genere. Un nuovo nodulo all’ecografia o un tendenza all’elevazione dell’alfafetoproteina o un suo rialzo significativo debbono indurre ad ulteriori approfondimenti: TAC o risonanza magn

Stress e tumore

D: Ho 42 anni e da sempre ho come punto debole l’apparato gastrointestinale anche perchè come persona ansiosa rivolgo su tale apparato tutto il mio stress. Soffro di coliti, gastriti, difficoltà digestive e crisi diarroiche al minimo colpo di freddo o stress. Devo sottopormi a esami più approfonditi perché posso ritenermi piu’ a rischio per tale tipologia di tumore? È possibile evitare l’esame endoscopico, sostituendolo con la nuova sonda inserita in una pillola di cui ho sentito parlare?

R: I sintomi generici che lei riferisce non sono sicuri premonitori di un tumore. Tuttavia è buona regola per TUTTI eseguire qualche esame una volta raggiunti i 50 anni. L’impiego della “pillola endoscopica” per il momento non è applicabile. Ci auguriamo che in futuro lo possa essere. Un consiglio: eviti di stressarsi pensando troppo alla sua sa

Terapia ormonale e radioterapia

D: In casi di tumore alla mammella, la terapia ormonale ha la stessa efficacia della chemioterapia?

R: Attraverso la lettura delle caratteristiche biologiche del tumore al seno, oggi siamo in grado di personalizzare la terapia medica. Ogni tumore della mammella ha una propria “carta d’identità” ed in base a quella possiamo decidere cosa è più efficace, se la terapia ormonale o la chemioterapia o tutte due in successione.

Terapie per tumore allo stomaco

D: A mia mamma di 51 anni, è stato diagnosticato un carcinoma allo stomaco con metastasi al fegato non operabile. Soffre di fitte acute all’altezza del fegato tali da non permetterle di stare seduta o sdraiata. Crede sia consigliato eseguire una terapia che consiste nel “bruciare” le metastasi introducendo un ago nel fegato?

R: Le possibilità terapeutiche nei casi di metastasi epatiche da tumore dello stomaco comprendono anche l’applicazione della radiofrequenza il cui risultato è di “bruciare” i noduli tumorali. In ogni caso tuttavia è indispensabile somministrare anche la chemioterapia

Tomografia

D: In presenza di carcinoma prostatico bilobare, con la capsula che alla RM appare focalmente interrotta, è più efficace la radio o la tomoterapia?

R: La radioterapia utilizza radiazioni ionizzanti e la tomoterapia è un apparecchio specifico per radioterapia, così come RapidArc. A mio avviso entrambi possono essere molto validi nel suo cas

Tumore al IV stadio. Cosa fare?

D: A mio padre è stato diagnosticato al polmone destro, adenocarcinoma scarsamente differenziato di cm 5 e con metastasi diffuse. Ha dolori alle gambe. Che dobbiamo fare?

R: La diagnosi che lei mi fornisce è purtroppo quella di una neoplasia polmonare al IV stadio per la presenza di localizzazioni a distanza. Per questo stadio la chirurgia non trova indicazione mentre la radioterapia potrebbe essere utilizzata solo a scopo sintomatico se il dolore fosse riferibile a localizzazioni ossee. L’unica terapia possibile è quella Chemioterapica a base di Cisplatino. Nel caso non siano ancora state effettuate, consiglierei di fare sul campione bioptico l’analisi delle mutazioni geniche che, se presenti, potrebbero consentire un trattamento con farmaci biologici. Un buon Centro Oncologico può’ effettuare tali indagini e dare le opportune risposte.

Tumore al polmone

D: Vorrei sapere se nel caso di tumore al polmone al quarto stadio la terapia chiamata 4d adaptive potrebbe essere efficace.

R: Gentile utente, la radioterapia in questi casi può essere utile solo a scopo palliativo, su lesioni sintomat

Tumore al seno e depressione

D: Mia mamma da un anno e mezzo sta curando un tumore al seno destro che sembrava sotto controllo, ma dall’ultima ecografia è comparso un nodulo anche nel sinistro. Sono seriamente preoccupata in quanto lei anni fa ha sofferto di una forte depressione e tutt’ora ha seri problemi sia con il sonno che con il cibo. Ora è stanca, demotivata; vorrei farla visitare in un centro più specializzato ma non riesco a convincerla. Mi dia un consiglio, voglio sapere se tutto quello che ha fatto fin’ora è il percorso corretto o se ci sono alternative considerando il suo stato fisico e mentale.

R: La possibilità di sviluppare un tumore controlaterale in una donna che ha già avuto un tumore al seno non è molto frequente, ma certamente è da tenere maggiormente in considerazione rispetto al caso in cui la donna che viene colpita è sana. La depressione reattiva alla malattia è un dato clinico da tenere in seria considerazione in donne come sua madre. Le consiglio fortemente di rivolgersi ad un centro senologico specializzato dove potrà trovare tutti gli specialisti in grado di definire al meglio la parte diagnostica per il nuovo nodulo comparso, e i medici psico-oncologi in grado di valutare la situazione clinica e le possibili scelte terapeutiche a disposizione.

Tumore al seno e familiarità

D: Mi chiedo come sia possibile che l’ultima di otto sorelle (tutte in vita) con uno stuolo di nipoti (femmine) ultraquarantenni, solo io sono stata colpita da carcinoma alla mammella (seppure di dimensioni molto ridotte) pur avendo sempre tenuto uno stile di vita attento e corretto, non sono in sovrappeso, non bevo alcolici se non con moderazione, mangio frutta e verdura da sempre. Perché sono stata punita in modo così severo? Non riesco a darmi pace. Mi convinca lei per favore, sono disperata.

R: Purtroppo oggigiorno il tumore al seno in Italia (ma anche in Europa) colpisce una donna su otto e indipendentemente da rischi familiari o stili di vita particolarmente adeguati. La buona notizia è che il tumore è di piccole dimensioni; il fattore dimensionale rappresenta infatti uno dei prognostici più attendibili. Non si disperi.

Tumore al seno e metastasi

D: Le scrivo in quanto affetta da un carcinoma mammario triplo negativo iniziato nel 2010 come positivo al HER2. Ho fatto per sei mesi adiuvante e poi quadrantectomia più cavo. Radioterapia e contemporaneamente trastuzumab. Ma agli inizi di marzo 2011 il problema si ripresenta più grave in quanto ho recidiva locale e metastasi polmonari. Ora sono di nuovo in cura chemioterapica. Vorrei avere un suo parere. Ci sono interventi o terapie innovative?

R: Dalla domanda mi sembra di intuire che lei abbia fatto una chemioterapia pre-operatoria e, successivamente all’intervento di quadrantectomia con dissezione ascellare, la radioterapia loco-regionale in contemporanea alla terapia con trastuzumab. Non viene segnalato il tipo di chemioterapia che ha fatto prima e che sta facendo adesso, per cui non mi risulta facile esprimere un parere. In linea di massima sono d’accordo con l’idea di intraprendere di nuovo una strategia terapeutica chemioterapica, quindi una cura sistemica, prima di decidere se operare di nuovo la recidiva locale. Ogni giorno vengono testati nuovi farmaci antiblastici, ma per esprimere un parere più preciso sui nuovi farmaci occorre un chemioterapista

Tumore all'ovaio

D: Sono una donna di 35 anni senza figli con un atumescenza di 57 mm nell’ovaio destro di natura sospetta. Vorrei avere maggiori informazioni a riguardo. Sospetto un tumore all’ovaio destro.

R: Il tumore dell’ovaio non ha purtroppo un test di screening adeguato. Infatti anche con ecografia trans-vaginale, dosaggio dei tumor markers, epidemiologia e valutazione clinica non si raggiunge il 100% di potere diagnostico. La diagnosi certa si fa solo al momento dell’esame istologico sul pezzo operatorio. Nel suo caso, il volume della cisti di per sé non costituisce un fattore di rischio indipendente ma va correlato all’aspetto ecografico e ai tumor markers.

Tumore alla carotide

D: Desidero avere un parere sul caso di un paraganglioma al glomo carotideo sinistro,già operato. Non del tutto asportato, si è accresciuto. Inutile anche una chemio-embolizzazione. Adesso ha compromesso il faringe, causando sintomi da compressione sulle strutture anatomiche contigue, ed è arrivato alla base cranica. Qualcuno suggerisce il trattamento radioterapico, contestato da qualche altro perché la massa non risponderebbe e, inoltre, potrebbe avviare una degenerazione carcinomatosa. Altri medici hanno prospettato un intervento di chirurgia maxillo-facciale, altamente demolitivo, che potrebbe lasciare “in situ” parte della neoplasia. Intanto, la disfagia e la disfonia (paralisi di una corda vocale) imperano assieme a qualche episodio di difficoltà respiratoria. Cosa suggerirebbe?

R: Il caso è complesso e merita una valutazione attenta prendendo visione diretta degli esami radiologici (RMN\TAC) e facendo una valutazione clinica sulla sintomatologia della paziente. Il caso può essere discusso collegialmente, anche con otorino o chirurgo maxillo facciale scegliendo la strategia terapeutica più adeguata. Non escludo che data l’estensione della malattia e la sintomatologia attualmente presente, la paziente possa giovarsi di un trattamento radioterapi

Tumore alle ossa

D: Vorrei sapere se è possibile sottoporre un paziente che presenta tumore alle ossa della testa a radioterapia o radiochirurgia.

R: La radioterapia a livello osseo è fattibile, anche a livello della teca cranica anche se per una più attenta valutazione è necessario disporre di tutta la documentazione clinica e radiologica.

Tumore alle vie biliari e metastasi

D: A mia madre, 72 anni, nel 2006 è stato diagnosticato un tumore alle vie biliari non operabile. Dopo vari cicli di chemioterapia, solo all’ultima tac/pet si è evidenziata una metastasi al fegato. Lei sta abbastanza bene, non è dimagrita ma i marcatori tumorali sono molto alti. A questo punto che tipo di terapia è più indicata per il problema di mia madre?

R: Mi pare che il decorso a dispetto della diagnosi iniziale, sia stato positivo. In merito a future prospettive terapeutiche le consiglio di seguire le indicazioni dei colleghi oncologi che l’hanno in cura e che mi pare hanno fatto, a giudicare dal tempo trascorso dalla diagnosi, un ottimo lavoro.

Tumore all’endometrio

D: Contro un tumore all’endometrio quale trattamento chirurgico è più indicato? Quali sono le differenze tra l’uno e l’altro?

R: Per il tumore dell’endometrio il trattamento più adeguato è l’asportazione dell’utero, cioè l’isterectomia. Poi è necessario un esame intraoperatorio dell’utero per valutare anche l’asportazione dei linfonodi. In Humanitas eseguiamo questo intervento in laparoscopia con l’aiuto del robot da Vinci.

Tumore del colon e rettocolite ulceros

D: Saprebbe dirmi in che percentuale il tumore del colon colpisce chi è malato di RCU?

R: La percentuale è 0.5-1% dopo 10 anni, 18% dopo 30 an

Tumore del pancreas

D: La radioterapia è possibile effettuarla anche su pazienti con tumore al pancreas non operabile?

R: Tendenzialmente è indicata per tumori non operabili, ma nel caso del pancreas non sempre perché la malattia potrebbe essere troppo estesa.

Tumore del pancreas e metastasi epatiche

D: All’inizio di settembre è stato diagnosticato a mia madre un tumore al pancreas corpo coda con diverse metastasi epatiche. Non operabile. La Radioterapia potrebbe essere un strada percorribile?

R: La radioterapia è applicabile in questi casi solo per una malattia limitata, preferibilmente ad un organo( solo il pancreas o solo il fegato con un numero limitato di lesioni, solitamente un massimo di 3)

Tumore del pancreas/fegato

D: Vorrei sapere se avendo una familiarità di tumore al pancreas/fegato mi devo sottoporre ad accertamenti preventivi? Di che tipo? Ho 66 anni e saltuariamente ho il fegato un po’ ingrossato ma senza gravi conseguenze. Grazie per la sua cortesia.

R: I tumori del pancreas e del fegato si sviluppano quasi sempre in soggetti con malattie croniche di questi due organi. Nonostante sia nota una certa famigliarità per questi tumori, la mancanza di una malattia cronica sottostante non giustifica l’esecuzione di periodici controlli per una diagnosi precoce di tumore.

Tumore del polmone vicino all'aorta

D: Mio padre è affetto da tumore al polmone. Il tumore è attaccato all’aorta. Può sottoporsi alla radioterapia?

R: È necessario vedere le immagini e studiare il caso. L’infiltrazione del vaso, non controinndica comunque la radioterapia, mentre risulta problematica per la chirurgia radicale

Tumore della laringe

D: Abbiamo un referto di tac e risonanza che ci dicono che c’è una neoplasia sottomucosa laringea. Dobbiamo fare una pet e ci hanno detto che bisogna intervenire chirurgicamente. Secondo lei la sua radioterapia può essere utile?

R: Bisogna analizzare il quadro con attenzione. Infatti la chirurgia rappresenta spesso la terapia standard per alcuni tipi di tumori. La radioterapia può comunque esssere utile nella laringe nei casi di tumore localmente avanzato, insieme alla chemioterapia, per rendere il tumore operabile in modo più conservativo, oppure quando la chirurgia è sconsigliata.

Tumore inoperabile

D: Quando si può definire “inoperabile” un caso di tumore al fegato?

R: La operabilità di un paziente con tumore del fegato è data dalla possibilità tecnica di togliere la parte malata lasciando una quantità adeguata di fegato ben perfuso dal sangue ed in grado di secernere bile: questa è la definizione generica dentro la quale purtroppo vi sono un ampio spettro di giudizi spesso in relazione all’esperienza del team chiamato ad esprimersi. Va detto che la chirurgia del fegato è ormai una branca della chirurgia superspecialistica e quindi l’affidamento ad un team specificamente esperto in questo settore è il criterio che dovrebbe garantire un giudizio di resecabilità basato su di una adeguata conoscenza del problema. Occorre che i pazienti si abituino a chiedere dati oggettivi ai sanitari (volume di attività, tassi di mortalità, tasso di complicanze, tipo di procedura prevista ecc…) questo permetterà di meglio oggettivare tra medico e paziente un rapporto che certo non può prescindere da un feeling umano importante, necessario ma non sufficiente se non corredato da quell’oggettività di informazioni di cui ho appena menzionato. La guida ecografica sul tema della resecabilità incide molto in quanto rappresenta un elemento tecnico in grado di consentire l’effettuazione di interventi altrimenti non eseguibili e che per questo rendono possibile resecare uno o più tumori altrimenti non rimuovibili.

Tumore mammario maschile

D: Il tumore al seno colpisce anche gli uomini? Se sì in quale percentuale? Quali sono le cause?

R: L’1% dei carcinomi infiltranti della mammella colpisce il sesso maschile. Purtroppo il motivo non si conosce . Certamente, in caso di ginecomastia vera nota (la presenza della ghiandola mammaria nell’uomo) è consigliato fare controlli regolarmente dopo i 40 anni. Il trattamento del tumore avviene con le stesse procedure medico-chirurgiche impiegate nei casi femminili. È importante sapere che avere un caso di tumore mammario maschile in famiglia rende più frequente una possibile eziologia ereditaria.

Tumore neuroendocrino e carcinoma

D. Che differenza c’è tra un tumore neuroendocrino e il carcinoma pancreatico?

R. Sono due tipi diversi di tumore che colpiscono il pancreas. Quelli neuroendocrini originano dalle cellule endocrine del pancreas, che sono quelle che producono ormoni (come ad esempio l’insulina, che regola i valori di zucchero nel sangue). Il carcinoma origina invece dalle cellule che i rivestono i dotti dove scorrono i succhi prodotti dal pancreas per digerire i cibi. Il carcinoma è il tipo di tumore più frequente ed è particolarmente maligno. Al contrario i tumori endocrini hanno uno spettro di malignità molto variabile, ma nella grande maggioranza dei casi sono tumori a comportamento benigno o maligno in modo indolente, e beneficiano di diversi tipi di trattamento sia chirurgici che ormonali che chemioterapici, spesso variamente integrati tra

Tumore ovarico avanzato o recidivante

D: Mia madre è stata operata due volte in seguito ad un tumore alle ovaie con l’asportazione delle stesse, dell’utero del peritoneo e di parte dell’intestino. Tutto questo non ha eliminato il problema perché la metastasi all’intestino rimane. Possiamo appellarci alla radioterapia?

R: Purtroppo la radioterapia ha il limite di essere efficace sopratutto su volumi di malattia piccoli e bene definibili con le metodiche diagnostiche(TC, RMN, PET). Spesso, come avviene per il tumore ovarico avanzato o recidivanete, non è possibile colpire con efficacia tutto il peritoneo. In questi casi invece la chemioterapia risulta l’arma più efficace.

Tumori cutanei

D: Ho 43 anni, pelle chiara e molte efelidi e molti nei. Con tutto questo allarme sui media, quando vado al mare d’estate sono sempre diffidente e mi espongo poco al sole. Vorrei sapere se sono soltanto le scottature ad essere pericolose, oppure se i tumori cutanei possono anche essere causati o favoriti dalla sola intensa esposizione ai raggi solari. È rischioso trascorrere un mese al mare, prendendo sole tutti i giorni due o tre ore, anche se con adeguata protezione e senza scottarsi?

R: Le scottature solari sono certamente il maggior pericolo per l’insorgenza di tumori, ma anche l’esposizione prolungata negli anni può portare alle stesse conseguenze. Il suggerimento è di stare al sole le ore che desidera ma con cappello, occhiali e maglietta e utilizzare le creme solari (fattore di protezione 20) solo nelle zone che rimangono scoperte.

Ulcera tumorale

D: È efficace questo metodo nel caso di ulcera tumorale allo stomaco già in metastasi al fegato?

R: Tendenzialmente nel suo caso non è indicato questo trattamento. Se desiderà notizie ulteriori è necessario che io visioni la documentazione clinica e radiologica completa.

Valutazione metastasi

D: Questa nuova tecnica può essere utilizzata su metastasi (singola) del fegato?

R: Certo che può essere utilizzata anche con ottime possibilità di risultato. Va valutata attentamente la storia clinica del malato e visionata la documentazione radiologica per dare una corretta indicazio