Moscardino

Moscardino

 

Che cos’è il moscardino?

Il moscardino (nome scientifico Eldone moschata) è un mollusco cefalopode della famiglia delle Octopodidae, a cui appartengono anche seppie e calamari. La varietà più pregiata ha un colore bruno con sfumature grigio-bluastre ed è detta anche “muschiata” per il particolare odore che emana e che ricorda, appunto, il muschio. Il moscardino muschiato è lungo al massimo 40 centimetri (tentacoli compresi) e può raggiungere il peso di 700 grammi, anche se sul mercato sono disponibili più frequentemente esemplari di circa 15-20 cm di lunghezza e 100-300 grammi di peso. Spesso viene confuso con il polpo, di cui ha la stessa forma, con una distinzione che riguarda i tentacoli: il polpo è caratterizzato infatti da tentacoli con due file di ventose, mentre quelli del moscardino ne presentano solo una. La sua riproduzione avviene nel periodo tra gennaio e maggio. Cresce in gran parte nel Mediterraneo e in special modo nel mare Adriatico (predilige fondali bassi e fangosi). La varietà meno pregiata – ma comunque molto diffusa – è di dimensioni inferiori e ha carni più chiare e viene chiamata “moscardino bianco”.

 

Che proprietà nutrizionali ha il moscardino?

100 grammi di moscardino apportano circa 75 Calorie e contengono approssimativamente:

78 g di acqua

12 g di proteine

1,5 g di lipidi

65 mg di colesterolo

In questo mollusco sono contenute buone quantità di vitamine (soprattutto la vitamina A, le vitamine del gruppo B e la vitamina E) e di sali minerali (tra cui potassio, sodio, fosforo).

I grassi contenuti in questo mollusco sono perlopiù acidi grassi polinsaturi a lunga catena, i cosiddetti “grassi buoni”.

 

Possibili effetti collaterali del moscardino

A oggi non si ha nota di eventuali interazioni tra il consumo di moscardino e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Stagionalità del moscardino

Il moscardino è disponibile in commercio durante tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il moscardino è un mollusco piuttosto apprezzato per la qualità delle sue carni. In questo mollusco sono presenti buone quantità di vitamine – soprattutto la vitamina A, le vitamina del gruppo B e la vitamina E – e di sali minerali – tra cui potassio, sodio e fosforo – oltre a proteine dall’elevato valore biologico e acidi grassi polinsaturi a lunga catena (i cosiddetti “grassi buoni”): rappresenta quindi un alimento sano che risulta adatto ad essere consumato da persone di tutte le età, bambini e anziani compresi, e che può essere consumato anche da soggetti affetti da problematiche cardiovascolari. Essendo un alimento ipocalorico, inoltre, risulta adatto all’inserimento anche in regimi alimentari caratterizzati da ristretto introito calorico.

Non sono presenti controindicazioni relative al consumo del moscardino, a meno che non si soffra di allergia a questo mollusco.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il   parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai   consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Nashi o pera asiatica

Nashi o pera asiatica

 

Che cos’è il nashi o pera asiatica?

Il nashi è il frutto del Pyrus pyrifolia, specie appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Chiamato anche “pera asiatica”, il frutto ha origini proprio in Asia. In particolare, vengono indicate come nashi sia le cosiddette pere cinesi sia le pere giapponesi che quelle coreane. In confronto alla pera europea, il nashi contiene maggiori quantità di acqua e ha una consistenza più granulosa; spesso anche la forma è diversa: le pere asiatiche tendono a essere più tonde, più simili a una mela.

Attualmente la Cina risulta essere il principale produttore mondiale di nashi, seguono il Giappone, la Corea del Sud, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti.

 

Che proprietà nutrizionali ha il nashi?

100 g di nashi apportano 43 Calorie.

In un frutto da 255 g sono presenti circa:

28,82 g di carboidrati

0,77 g di proteine

0,26 g di lipidi

2,3 g di fibre

7,65 di vitamina C

0,51 mg di niacina

0,36 mg di acido pantotenico

0,26 mg di vitamina E

0,05 mg di tiamina

0,05 mg di piridossina

15,3 µg di folati

1,28 µg di biotina

357 mg di potassio

18,05 mg di fosforo

12,75 mg di magnesio

5,53 mg di ferro

5,1 mg di calcio

0,26 mg di zinco

0,15 mg di rame

0,1 mg di manganese

 

Possibili effetti collaterali del nashi

Non si ha evidenza di possibili interazioni del nashi (o più ingenerale delle pere) con farmaci o sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità del nashi

La stagione del nashi è l’autunno. In Italia solitamente è disponibile in commercio fino al mese di dicembre.

 

Possibili benefici e controindicazioni del nashi

I benefici derivanti dal consumo di nashi dipendono soprattutto dal suo elevato contenuto di magnesio, minerale che è in grado di contrastare stanchezza e affaticamento. Inoltre si presenta come un alimento ricco di fibre e di micronutrienti che possono contribuire a proteggere la salute cardiovascolare e quella delle ossa.

Generalmente, il consumo alimentare di pere non presenta particolari controindicazioni e non vi è testimonianza di particolari rischi per la salute.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Occhiata

Occhiata

 

Che cos’è l’occhiata?

L’occhiata (Oblada melanura) è un pesce di acqua salata che appartiene alla Famiglia degli Sparidi (la stessa Famiglia a cui appartiene il sarago, al quale risulta essere molto simile anche nell’aspetto). Il suo nome deriva dai suoi grandi occhi che arrivano a occupare circa la metà dell’intero muso. Vive nel mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico orientale e spesso si trova anche nelle acque del mar Nero. Vive principalmente su fondali rocciosi ed erbosi, non oltre i 40 metri di profondità. Si sposta in grandi branchi.

Presenta un profilo ellittico, un corpo allungato e schiacciato lateralmente, ricoperto da squame grigio-argentee. Può avere una lunghezza di 20-25 centimetri; il peso di un esemplare adulto si aggira intorno al chilo. Ha delle carni pregiate che vengono consumate perlopiù alla griglia.

 

Che proprietà nutrizionali ha l’occhiata?

100 grammi di occhiata apportano 117 Calorie suddivise in 65% di proteine, 29% di lipidi, 6% di carboidrati

In particolare 100 grammi di occhiata contengono:

77 g di acqua

19 g di proteine

3,7 g di lipidi

48 mg di colesterolo

2 g di carboidrati disponibili

2 g di zuccheri solubili

427 mg di potassio

4,2 mg di ferro

32 mg di calcio

17 mg di magnesio

1,4 mg di zinco

0,6 mg di rame

16,5 µg di selenio

 

Possibili effetti collaterali dell’occhiata

A oggi non esiste evidenza di eventuali interazioni tra il consumo di occhiata e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Stagionalità dell’occhiata

In Italia l’occhiata si trova lungo le coste durante tutto l’anno. Viene pescata soprattutto in Sicilia e nel basso Adriatico.

 

Possibili benefici e controindicazioni dell’occhiata

Le carni dell’occhiata sono molto pregiate, soprattutto per la grande quantità di proteine dall’alto valore biologico e una bassa percentuale di grassi e carboidrati. L’elevato contenuto di potassio (minerale necessario all’organismo umano per mantenere il bilancio idrico e la pressione sanguigna nella norma, per regolare l’eccitabilità neuromuscolare e la ritmicità del cuore) e di ferro (indispensabile per una corretta ossigenazione di tutti i tessuti dell’organismo) caratterizzano questo pesce dal punto di vista del contenuto minerale, insieme soprattutto al calcio e al magnesio. Il sapore dell’occhiata è molto delicato, simile a quello di orata e sarago.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Pagello

Pagello

 

Che cos’è il pagello?

Il pagello, noto anche come pagello fragolino, è un pesce che appartiene alla Famiglia degli Sparidi. Si presenta con un profilo ovale e un muso a punta ed è lungo tra i 20 e i 50 centimetri; il peso degli esemplari adulti più grandi può arrivare ad una media di 400 grammi. Il suo nome deriva dal colore delle squame, che vanno dal rosa al rosso chiaro, presentando anche molte sfumature. Vive nel Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico e lo si può trovare anche nel Mar Nero, sebbene più raramente. In Italia è molto diffuso al largo della Sicilia. Il nome scientifico è Pagellus centrodontus.

 

Che proprietà nutrizionali ha il pagello?

100 grammi di pagello fragolino apportano 101 Calorie suddivise in 83% di proteine e 17% di lipidi

In particolare 100 grammi di pagello fragolino contengono:

79 g di acqua

21 g di proteine

1,9 g di lipidi

35 mg di colesterolo

690 mg di potassio

4,3 mg di ferro

34 mg di calcio

22 mg di magnesio

1,6 mg di zinco

0,4 mg di rame

tracce di vitamina C

 

Possibili effetti collaterali del pagello

A oggi non esiste nota di eventuali interazioni tra il consumo di pagello fragolino e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Stagionalità del pagello

La pesca del pagello fragolino viene effettuata in tutti i mesi dell’anno. È particolarmente diffusa al largo della Sicilia.

 

Possibili benefici e controindicazioni del pagello

Le carni del pagello fragolino non hanno molti grassi (101 Calorie per 100 grammi di prodotto), per cui risultano adatte ad essere inserite nei regimi alimentari ipocalorici o di chi soffre di colesterolo alto. Nel pagello sono contenute molte proteine dall’alto valore biologico (21 grammi ogni 100 grammi) e dunque il suo consumo è particolarmente indicato per l’alimentazione di bambini e anziani.

L’elevato contenuto di potassio (minerale indispensabile all’organismo umano per mantenere il bilancio idrico e la pressione sanguigna nella norma, per regolare l’eccitabilità neuromuscolare e la ritmicità del cuore) e di ferro (essenziale per una corretta ossigenazione di tutti i tessuti dell’organismo) caratterizzano questo pesce dal punto di vista del contenuto minerale, insieme soprattutto al calcio e al magnesio.

È necessario prestare attenzione al consumo del pagello da parte dei soggetti allergici a questo pesce o con predisposizione per questo tipo di patologia.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Papeda delle Mauritius

Papeda delle Mauritius

 

Che cos’è la papeda delle Mauritius?

La papeda delle Mauritius, chiamata anche combava, è il frutto del Citrus hystrix, un agrume che proviene dall’India ed oggi molto coltivato proprio alle Mauritius. Si presenta come un frutto tondeggiante con un colore giallo-verdastro e una buccia corrugata. Quest’ultima viene impiegata per la preparazione di salse e condimenti piccanti, oppure viene tagliata in fette sottili ed utilizzata come accompagnamento di piatti di pesce. Il succo del frutto, invece, è molto acido e amarognolo e non si utilizza in cucina. Le foglie di papeda delle Mauritius possono essere invece aggiunte a insalate e zuppe o ad altre pietanze.

 

Che proprietà nutrizionali ha la papeda delle Mauritius?

100 g di foglie di papeda delle Mauritius apportano:

70 Calorie

1 g di lipidi

7 g di carboidrati

9 g di proteine

1,210 mg di sodio

 

Possibili effetti collaterali della papeda delle Mauritius

Non si ha evidenza di eventuali interazioni tra il consumo alimentare di papeda delle Mauritius e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità della papeda delle Mauritius

La raccolta dei frutti della papeda delle Mauritius può iniziare nel mese di agosto, ma può continuare anche fino ai mesi autunnali perché si conservano a lungo anche sulla pianta.

 

Possibili benefici e controindicazioni

La papeda delle Mauritius è considerata un “agrume medicinale” dalla medicina indonesiana. Infatti, il succo dei suoi frutti viene considerato ricco di proprietà repellenti nei confronti degli insetti, ma viene impiegato anche in aggiunta a prodotti per lavarsi i capelli, in quanto sembra lasciarli lucidi. Secondo le popolazioni asiatiche questa pianta ha delle proprietà antisettiche e antinfiammatorie.

Nella buccia dei frutti sono contenuti oli essenziali che vengono impiegati nella preparazione di tonici, unguenti, digestivi e prodotti per purificare il sangue. Se ne consiglia l’uso in caso di problemi al sistema circolatorio o di problemi digestivi. La polpa del frutto viene invece impiegata per proteggere la salute di denti e gengive, semplicemente strofinandola su di esse.

Non si hanno, però, delle prove sufficienti che possano convalidare tali consigli.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Pecora

Pecora

 

Che cos’è la carne di pecora?

Il termine “pecora” è il nome comune dei mammiferi della famiglia dei Bovidi, Genere Ovis, che include sei specie selvatiche e diverse razze domestiche diffuse in quasi tutto il mondo (escluse le regioni artiche e l’America Meridionale). Nell’uso comune il termine “pecora” viene utilizzato per indicare perlopiù l’animale domestico femmina (riservando il nome di montone per il maschio adulto, e il nome di agnello per l’animale giovane di entrambi i sessi fino a un anno d’età). Si alleva la pecora per ottenere il latte, la carne e la lana. La carne di pecora adulta, a seconda dell’età dell’animale può presentare differenze nutrizionali e organolettiche; ha un sapore e un odore simili a quelli della carne di agnello, ma più intensi e robusti.

 

Che proprietà nutrizionali ha la carne di pecora?

100 grammi di carne cotta di pecora apportano mediamente 360 Calorie e contengono approssimativamente (tenendo presente le possibili variazioni dei valori nutrizionali in base ai diversi tagli di carne e all’età dell’animale):

14 g di proteine

33 g di lipidi

100 mg di sodio

2 mg di ferro

9 mg di calcio

157 mg di fosforo

350 mg di potassio

2 mg di zinco

140 mcg di Tiamina (vitamina B1)

190 mcg di Riboflavina (vitamina B2)

Possibili effetti collaterali della carne di pecora

A oggi non si hanno testimonianze di interazioni tra il consumo di carne di pecora e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Reperibilità della carne di pecora

La carne di pecora è disponibile durante tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

La carne di pecora adulta è relativamente poco apprezzata: generalmente si preferisce consumare quella di agnello e quella di castrato (che è l’esemplare maschio che viene castrato per migliorare la qualità della carne). In questa carne è presente una buona quantità di proteine; rappresenta inoltre una buona fonte di ferro, minerale necessario per il trasporto dell’ossigeno a tutti gli organi e tessuti dell’organismo, e di potassio, importante per il corretto funzionamento dei muscoli e del cuore e per la trasmissione degli impulsi nervosi.

La carne di pecora è molto grassa, per cui è possibile che risulti difficile da digerire e se ne sconsiglia quindi il consumo a chi è soggetto a disturbi a carico dell’apparato digerente. Ne viene inoltre controindicato il consumo a coloro che soffrono di problematiche a carico dell’apparato cardiovascolare. La carne di pecora è anche una fonte di purine, sostanze coinvolte nell’insorgenza di disturbi come gotta o calcoli renali: il consumo di questa carne è dunque sconsigliato ai soggetti affetti da queste patologie.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione

Pera

Pera

 

Che cos’è la pera?

La pera è il frutto del Pyrus communis, una specie che appartiene alla famiglia delle Rosaceae; originaria del vecchio continente, oggi viene coltivata sia in Europa che nel nuovo continente.

 

Che proprietà nutrizionali ha la pera?

Cento grammi di pera (buccia esclusa) apportano 35 Calorie suddivise in 94% di carboidrati (8,8 g di zuccheri solubili, a 1,29 g di fibre solubile e 2,56 g di fibra insolubile), 3% di lipidi e 3% di proteine. Oltre a questi, in 100 g di pera sono contenuti:

87,4 g di acqua

4 mg di vitamina C

0,1 g di vitamina B3

0,03 g di vitamina B2

0,01 g di vitamina B1

127 mg di potassio

15 mg di fosforo

11 mg di calcio

7 mg di magnesio

2 mg di sodio

0,3 mg di ferro

0,05 mg di zinco

0,05 mg di rame

Fra i fitonutrienti presenti in questo frutto sono invece inclusi gli acidi clorogenico, gentisico, siringico, vanillico, idrossicinnamico, cumarico e 5-caffeoilchinico, arbutina, catechine ed epicatechine, isoramnetina, quercetina, kempferolo, beta-carotene, luteina e zeaxantina e, nel caso delle varietà a buccia rossastra, antocianine.

Nella buccia è contenuta una quantità di composti fenolici 3-4 volte superiore rispetto a quella presente nella polpa e circa la metà delle fibre alimentari assumibili con il frutto.

 

Possibili effetti collaterali della pera

Non si hanno a disposizione attualmente informazioni sufficienti riguardo ad eventuali interazioni tra il consumo di pere e l’assunzione di farmaci.

 

Possibili benefici e controindicazioni della pera

Le pere sono note per essere molto digeribili, per il buon apporto di fibre che il loro consumo comporta e per la scarsa allergenicità; sono consigliate, inoltre, in caso di problemi di digestione, spasmi, coliche, costipazione, diarrea, nausea, problemi al fegato, tumori, febbre e ritenzione idrica.

Un altro punto forte di questi frutti è rappresentato dal loro contenuto di fitonutrienti dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, la cui assunzione potrebbe aiutare a ridurre il rischio di diverse patologie croniche, in particolare il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari, che hanno alla loro base l’infiammazione cronica e un eccessivo stress ossidativo. Il consumo di pere, inoltre, sembra contribuire alla riduzione del rischio di tumore all’esofago.

 

Stagionalità della pera

In Italia le pere sono disponibili sul mercato per un lungo periodo che inizia ad agosto e termina a maggio.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Platessa

Platessa

 

Che cos’è la platessa?

La platessa (Pleuronectes platessa) è un pesce che appartiene alla famiglia Pleuronectidae ed è diffusa sia nelle acque marine sia nelle acque salmastre. Nei primi 3-4 anni di vita i giovani esemplari prediligono acque salmastre o acque costiere dalla scarsa profondità, per poi trasferirsi in acque marine. La platessa si mimetizza con il fondo, sul quale vive adagiata. È presente prevalentemente nell’Oceano Atlantico, nel Mar Artico, nel Mar Bianco e nel Mar Mediterraneo in territorio spagnolo e francese. In Italia è poco presente.

 

Che proprietà nutrizionali ha la platessa?

Come gli altri prodotti della pesca, la platessa contiene proteine, sali minerali (calcio, fosforo, iodio, vitamina A, vitamina B, vitamina D) e grassi.

In particolare, 100 grammi di platessa contengono:

16 g di proteine

1,7 g di grassi

0,8 g di carboidrati

86 Kcal

 

Possibili effetti collaterali della platessa

Non essendo un grande predatore, è possibile che la platessa contenga quantità irrisorie di metilmercurio, per cui non vi sono particolari controindicazioni al suo consumo.

 

Possibili benefici e controindicazioni della platessa

La platessa è un pesce magro ed è per questo motivo consigliabile per una dieta ipocalorica. In essa sono inoltre contenuti proteine, vitamine e sali minerali.

È sempre consigliabile cuocere la platessa prima di consumarla: il calore infatti annienta eventuali sostanze tossiche, come per esempio Anisakis, un parassita molto diffuso. È necessario sapere che secondo una normativa europea (Regolamento CE 853/2004, sulla «Vendita e somministrazione di preparazioni gastronomiche contenenti prodotti della pesca destinati ad essere consumati crudi o praticamente crudi») chi vende o somministra pesce fresco è obbligato a congelarlo a – 20 gradi per almeno 24 ore. Per questo è bene informarsi se sia stato effettuato il congelamento preventivo, prima di consumarlo crudo. A casa invece, la platessa dovrebbe essere congelata per almeno 96 ore a -18°C in un congelatore a tre o più stelle, prima di consumarla cruda.

 

Stagionalità della platessa

La platessa è disponibile tutto l’anno.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Pollo

Pollo

 

Che cos’è la carne di pollo?

Il pollo è il nome con cui si indicano il gallo e la gallina giovani, allevati per ricavarne la carne e le uova. Il nome “pollo” viene comunemente utilizzato in riferimento a varie razze domestiche del genere Gallo e in particolare alla specie Gallus gallus.

 

Che proprietà nutrizionali ha la carne di pollo?

Nella carne della coscia del pollo sono contenuti più lipidi e colesterolo e meno proteine che nella carne del petto, che è la parte più magra di questo animale. Mediamente 100 grammi di carne cruda di pollo (intero) sviluppano 110 Calorie e contengono approssimativamente:

76 g di acqua

20 g di proteine

3,6 g di lipidi

75 mg di colesterolo

70 mg di sodio

307 mg di potassio

0,7 mg di ferro

8 mg di calcio

26 mg di magnesio

1,2 mg di zinco

0,06 mg di rame

tracce di vitamina A

0,1 mg di vitamina B1 o Tiamina

0,15 mg di vitamina B2 o Riboflavina

5,8 mg di vitamina B3 o Niacina

 

Possibili effetti collaterali della carne di pollo

A oggi non si ha nota di eventuali interazioni tra il consumo di carne di pollo e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Reperibilità della carne di pollo

La carne di pollo è solitamente disponibile sul mercato tutto l’anno in tutti i suoi tagli.

 

Possibili benefici e controindicazioni

I benefici che possono derivare dal consumo di carne di pollo sono vari. Questa carne infatti contiene una grande quantità di proteine dall’alto valore biologico – le cosiddette proteine “nobili” – e contiene discrete quantità di ferro. Considerando queste sue caratteristiche nutrizionali e grazie anche al fatto che è una carne tenera, pertanto più facile da masticare e da digerire rispetto ad altre varietà di carne, risulta adatta ad essere introdotta in regimi alimentari anche di bambini, anziani e soggetti convalescenti. Inoltre, essendo un alimento molto proteico e a con poche quantità di grassi (i tagli più grassi contengono al massimo 6,5 g di lipidi ogni 100 g di carne di pollo cruda, mentre i tagli più magri arrivano ad avere anche meno di 1 g di lipidi ogni 100 grammi di carne cruda), è uno dei tipi di carne che più frequentemente vengono introdotti nei regimi alimentari dal basso introito calorico e nelle diete destinate agli atleti (per avere la carne magra è necessario eliminare la pelle, che è la parte più grassa del pollo). In questa carne, infine, sono presenti buone quantità di sali minerali tra cui zinco, ferro e potassio.

Non esistono controindicazioni al consumo di carne di pollo; questa carne, anzi, viene particolarmente consigliata per l’alimentazione di ragazzi, sportivi e anziani (a meno che non si soffra di allergia a questo alimento).

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il   parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai   consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Pomodoro

Che cos’è il pomodoro?

Il pomodoro è il frutto del Lycopersicon esculentum, una specie che appartiene alla famiglia delle Solanaceae nativa del Centro America e coltivata dagli Aztechi già centinaia di anni prima che gli esploratori spagnoli la diffondessero nel resto del mondo.

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di pomodoro crudo (maturo) apportano circa 19 calorie suddivise in:

  • 69% di carboidrati
  • 21% di proteine
  • 10% di lipidi

In particolare, in 100 grammi di pomodoro rosso maturo, crudo, sono presenti:

Il pomodoro è fonte di alfa- e beta-carotene, luteina/zeaxantina e licopene.

Possibili effetti collaterali

È possibile che il consumo di pomodoro interferisca con l’assunzione di diuretici. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

L’allergia al pomodoro è una delle più diffuse e può manifestarsi attraverso sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale, ma anche tramite manifestazioni di tipo cutaneo.

Stagionalità

In Italia la stagione dei pomodori va da maggio a settembre.

Possibili benefici e controindicazioni

Il pomodoro rappresenta un’ottima fonte di antiossidanti. Il più noto è probabilmente il licopene, la stessa molecola da cui deriva il tipico colore rosso di questo frutto e che, insieme ad altri carotenoidi, contribuisce a difendere l’organismo dall’azione dei radicali liberi. In particolare, sembra che il licopene sia particolarmente efficace per la protezione dal tumore alla pelle. La zeaxantina contribuisce invece a proteggere la vista, diminuendo in special modo il rischio di degenerazione maculare senile. Più in generale, gli antiossidanti del pomodoro contribuiscono a proteggere la salute di occhi, pelle, mucose e ossa. Questo ortaggio è inoltre fonte di vitamina C (alleata del sistema immunitario e importante per la sintesi del collagene), di vitamine del gruppo B (alleate del metabolismo), di vitamina K (importante per la coagulazione), di fosforo e calcio (utili per la salute delle ossa) e di potassio (che controllando la pressione e la frequenza cardiaca protegge la salute cardiovascolare).

A volte al consumo di pomodoro possono venire associati dei disturbi gastrointestinali.

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Pungitopo

Pungitopo

 

Che cos’è il pungitopo?

Il pungitopo (Ruscus aculeatus L.), noto anche con il nome di “rusco”, è un’erba aromatica che appartiene alla famiglia delle Liliaceae considerata la variante selvatica dell’asparago comune. Le parti che vengono impiegate in cucina sono i germogli e le radici. Quest’ultime vengono essiccate prima di essere utilizzate, mentre i germogli vengono mangiati freschi, previa lessatura e possono essere aggiunti a insalate e minestre.

 

Che proprietà nutrizionali ha il pungitopo?

Il pungitopo è una fonte di tannini.

 

Possibili effetti collaterali del pungitopo

È possibile che il consumo di pungitopo interferisca con l’assunzione di alcuni farmaci per la pressione alta (gli antagonisti alfa-adrenergici) e con prodotti stimolanti a base di agonisti alfa-adrenergici.

 

Stagionalità del pungitopo

La raccolta dei germogli, da utilizzare freschi, avviene nel periodo tra marzo e maggio. La raccolta delle radici, che si possono invece essiccare, avviene nel periodo tra i mesi di settembre e novembre.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Pur non avendo a disposizione delle prove scientifiche a supporto della sua efficacia, la radice di pungitopo viene impiegata nella produzione di prodotti a uso medicinale che sembrano stimolare la vasocostrizione e migliorare la circolazione, in special modo a livello degli arti inferiori. Il pungitopo, inoltre, sembra accelerare il funzionamento del sistema nervoso, aumentare la pressione del sangue e aumentare la frequenza cardiaca.

Il pungitopo viene utilizzato anche sotto forma di decotto, come astringente e diuretico. I tannini in esso presenti in grande quantità potrebbero svolgere un’azione antinfiammatoria quando viene utilizzato per gargarismi, sciacqui e semicupi.

Il consumo di pungitopo potrebbe provocare problemi di stomaco e nausea.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Rambutan

Rambutan

 

Che cos’è il rambutan?

Si tratta del frutto della Nephelim lappaceum, specie che appartiene alla famiglia delle Sapindaceae. La sua origine è identificata tra Malesia e Indonesia, però oggi questa pianta viene coltivata in tutte le zone dell’area tropicale dal clima umido. La distinguono proprio i suoi frutti caratteristici, somiglianti al litchi però con spine più lunghe e tenere dalle quali proviene il nome (“rambout” significa infatti “capelli”).

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di rambutan danno circa 68 Calorie, di cui:

61,7 Calorie in forma di carboidrati

3,6 Calorie in forma di proteine

2,7 Calorie in forma di grassi

 

Nello specifico, 100 g di rambutan danno:

16 g di carboidrati, tra cui:

13,2 g di zuccheri

2,8 g di fibre

0,9 g di proteine

0,3 g di grassi

Inoltre il rambutan è fonte di:

vitamina C

ferro

fosforo

calcio in tracce

 

Quando non consumarlo?

Il rambutan può disturbare l’attività dell’enzima CYP3A4. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Periodo di reperibilità/stagionalità

Il rambutan si trova in commercio durante tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Del rambutan vengono sostenute la capacità di uccidere parassiti intestinali, di lenire i sintomi della diarrea e di far diminuire la febbre. Gli studi fatti sino ad oggi paiono confermare solamente che costituisce una buona sorgente di antiossidanti di origine naturale; per quel che riguarda, invece, i benefici specifici originati dal suo consumo non sono state ancora trovate prove scientifiche per dimostrarli.

Dal punto di vista nutrizionale, il suo potere antiossidante è supportato dalla presenza di quantità importanti di vitamina C, un micronutriente amico del sistema immunitario e dei tessuti connettivi (poiché collabora alla sintesi del collagene). Apporta anche ferro (fondamentale per la creazione dei globuli rossi) e fosforo (che unendosi alle ridotte quantità di calcio esistenti nel rambutan potrebbe collaborare a difendere la salute di ossa e denti). Inserire il rambutan nell’alimentazione aiuta anche a ricevere il quantitativo di fibre alimentari consigliato dagli esperti (per un adulto in normali condizioni di salute tra i 25 e i 30 grammi al giorno).

Il rambutan può provocare reazioni allergiche.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Ricotta di Capra

Ricotta di Capra

 

Che cos’è la ricotta di capra?

Si tratta di un latticino ricavato dal siero di latte di capra, ovvero la parte liquida che si divide dalla cagliata durante la produzione del formaggio caprino, cui si aggiungono latte e panna. Non si tratta quindi un formaggio.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di ricotta di capra danno 175 Calorie suddivise circa così:

67% da lipidi

27% da proteine

7% da carboidrati

Nello specifico, 100 g di ricotta di capra includono:

11,6 g di proteine

12,91 g di lipidi, tra cui: 8,245 g di acidi grassi saturi, 3,613 g di acidi grassi monoinsaturi, 0,384 g di acidi grassi polinsaturi e 50 mg di colesterolo

2,98 g di carboidrati

Tra le vitamine e i minerali, 100 g di ricotta di capra danno:

vitamina A

vitamine del gruppo B

vitamina C

vitamina E

calcio

fosforo

magnesio

zinco

iodio

selenio

potassio

ferro

sodio

 

Quando non consumare la ricotta di capra?

I latticini non si devono consumare combinati con la ciprofloxacina e le tetracicline. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Reperibilità della ricotta di capra

La ricotta di capra si può trovare in commercio durante tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Il latte di capra viene consigliato nell’alimentazione delle persone affette da ipertensione. Le vitamine e i minerali che contiene facilitano il buon funzionamento del metabolismo e sono portatrici di proprietà antiossidanti. Calcio, fosforo e magnesio collaborano anche a difendere la salute delle ossa e dei denti.

Più in generale, la ricotta di capra viene ritenuta un cibo particolarmente digeribile e tollerato caratterizzato da un alto valore nutrizionale. Per questo viene raccomandata sia ai bambini che a chi è affetto da problemi gastrici; è ritenuta anche un buon cibo per chi fa sport.

Però, la ricotta di capra è una fonte di grassi saturi e di colesterolo, e l’assunzione di questi nutrienti dovrebbe essere arginata, nello specifico, a non più del 10% delle calorie giornaliere e a un massimo di 300 mg al dì (le raccomandazioni degli esperti per adulti in buona salute). Inoltre la ricotta di capra costituisce anche una fonte di quantità importanti di sodio, il cui apporto giornaliere non dovrebbe oltrepassare i 2 g.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Ricotta forte

Ricotta forte

 

Che cos’è la ricotta forte?

La ricotta forte (conosciuta anche come ricotta ascuante, ‘scante, scanta o ashcande) è un latticino caratteristico della Puglia centro-meridionale e della Basilicata materana ricavato dalla filtrazione del siero di latte con possibile aggiunta di latte al 10-12%, tramite un processo di doppia cottura. Può essere ricavata a cominciare dal siero di latte di vacca, di pecora, di capra o misto. Il risultato ultimo è un prodotto spalmabile, dalla consistenza morbida e cremosa, dall’aroma pungente e dal gusto piccante.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di ricotta forte contengono 250 Calorie e:

25% di materia grassa

14,2 % di materia proteica

0,5% di carboidrati

 

La ricotta forte si prepara mettendo 20 grammi di sale per ogni kg di prodotto.

 

Quando non consumare la ricotta forte?

Il latticini non si devono consumare insieme alla ciprofloxacina e alle tetracicline. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Reperibilità della ricotta forte

La ricotta forte si produce tutto l’anno, però il picco di produzione va da ottobre a maggio. Rispetto alla ricotta fresca si mantiene per più tempo, però dopo qualche mese sulla sua superficie si evidenzia uno strato unto dal colorito giallastro.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

La ricotta forte è portatrice dei benefici dei latticini. La sua composizione nutrizionale può cambiare in base del latte di origine, nello specifico dall’animale da cui è munto (vacca, pecora o capra) e dalla sua alimentazione, però in generale i latticini vengono considerati buone fonti di vitamine e minerali amici del buon funzionamento del metabolismo e delle difese antiossidanti dell’organismo.

D’altro canto, i latticini non si devono mangiare in quantità eccessive perché sono portatori di grassi saturi, colesterolo e sodio. I primi due, se consumati in quantità troppo alte, possono accrescere i livelli di colesterolo nel sangue; per questo gli adulti in buone condizioni di salute non dovrebbero eccedere nell’assunzione, rispettivamente, a non più del 10% delle calorie giornaliere e a non più di 300 mg al dì. Anche il sodio non deve essere consumato in eccesso; per difendere la salute cardiovascolare è meglio circoscriverlo a un massimo di 2 grammi al dì.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Ricotta salata

Ricotta salata

 

Che cos’è la ricotta salata?

Si tratta di un latticino (non un formaggio) ricavato dal siero di latte di vacca, di bufala, di capra o di pecora. È un derivato del latte a pasta semidura passato a stagionatura breve (che però non dura meno di una settimana). Dopo la lavorazione a temperature elevate – che può includere l’aggiunta di latte o panna – si deve pressare e salare a secco.

Caratteristica delle regioni del Sud e del Centro dell’Italia, in passato la ricotta salata si produceva per accrescere la conservazione della classica ricotta. Oggi l’utilizzo dell’aceto o del limone per acidificare il siero è stato soppiantato da quello dell’acido lattico e dell’acido citrico.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali della ricotta salata?

100 grammi di ricotta salata danno circa 280 Calorie suddivise all’incirca così:

73% di lipidi

18% di proteine

9% di carboidrati

Nello specifico, in 100 grammi di ricotta salata troviamo:

23 grammi di lipidi, tra cui 15 grammi di acidi grassi saturi

18 grammi di proteine

2 grammi di carboidrati, tra cui 2 grammi di zuccheri

3,1 grammi di sale

1,2 grammi di sodio

 

Quando non consumare la ricotta salata?

Il consumo dei latticini può disturbare l’assunzione di ciprofloxacina e di tetracicline. In presenza di dubbi è sempre meglio domandare consiglio al proprio dottore.

 

Reperibilità della ricotta salata

La ricotta salata si trova in commercio tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

La ricotta salata è una ottima fonte di proteine di alta qualità che può essere inserita nell’alimentazione a turno con altre fonti di proteine, tipo la carne e il pesce. La potenziale aggiunta di panna ne accresce l’apporto calorico confronto a quello della ricotta fresca; per questo è fondamentale non fare lo sbaglio di ritenerla in partenza un latticino magro: in base al metodo di produzione e all’origine del siero può essere caratterizzata da un apporto calorico più o meno alto (di solito, per esempio, i derivati del latte di bufala tendono ad essere più calorici). Inoltre la ricotta salata è una fonte di quantità abbondanti di sodio, che in base alle odierne raccomandazioni in ambito nutrizionale non si dovrebbe assumere in dosi superiori ai 2 grammi al dì.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Riso brillato

Riso brillato

 

Che cos’è il riso brillato?

Si tratta di una tipologia di riso (Oryza sativa, varietà che appartiene alla famiglia delle Poaceae) trattato in maniera da intensificarne la brillantezza. Dopo averlo raccolto, il riso greggio viene lavato, seccato e privato degli strati esterni; in questa maniera si ricava il cosiddetto riso integrale, passato poi al processo di sbiancatura per togliere sia le fibre che il germe del riso e il farinaccio. In ultimo, i chicchi vengono irrorati di glucosio oleato per avere il riso brillato.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di riso brillato crudo hanno circa 332 Calorie suddivise così:

91% carboidrati

8% proteine

1% lipidi

 

Nello specifico, in 100 g di riso brillato crudo troviamo:

12 g di acqua

6,7 g di proteine

0,4 g di lipidi

80,4 g di carboidrati disponibili

72,9 g di amido

0,2 g di zuccheri solubili

1 g di fibra, di cui 0,08 g di fibra solubile e 0,89 g di fibra insolubile

1,3 mg di niacina

0,11 mg di tiamina

0,03 mg di riboflavina

94 mg di fosforo

92 mg potassio

24 mg di calcio

20 mg di magnesio

5 mg di sodio

1,3 mg di zinco

0,8 mg di ferro

0,18 mg di rame

10 µg di selenio

 

Quando non consumare il riso brillato?

Non ci sono interazioni tra il consumo di riso brillato e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. In presenza di dubbi è sempre meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Stagionalità del riso brillato

Il riso brillato si trova in commercio tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Il riso è un cereale facile da digerire e senza di glutine, quindi adeguato anche all’alimentazione di chi è affetto da celiachia. Anche nelle sue variazioni brillate dà una certa dose di micronutrienti: vitamine del gruppo B, amiche del buon funzionamento del metabolismo; potassio che collabora alla regolazione della pressione e della frequenza cardiaca; un po’ di calcio, fosforo e magnesio per la salute di ossa e denti; poco rame e ferro da usare, per esempio, nella creazione di globuli rossi; selenio con proprietà antiossidanti. Dal punto di vista nutrizionale costituisce però principalmente una fonte di carboidrati di tipo amidaceo. Bisognerebbe preferirgli il consumo del riso integrale, che è una fonte di fibre insolubili pregiate per la salute dell’intestino, i cui quantitativi vengono profondamente minimizzati dal processo di sbiancatura.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Riso glutinoso

Riso glutinoso

 

Che cos’è il riso glutinoso?

Si tratta di un cereale originario dell’Asia. Chiamato anche riso appiccicoso, riso dolce, riso ceroso, riso perla, riso botan, riso mochi o biroin chal, nonostante il suo nome non contiene glutine, e perciò può essere inserito nell’alimentazione di chi è affetto da celiachia. Il termine “glutinoso” viene dal fatto che una volta cucinato questo riso è molto appiccicoso (l’aggettivo latino glutinosus infatti significa “viscoso, colloso”) a ragione dell’importante quantità di amilopectina (una delle due componenti dell’amido) che lo distingue.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del riso glutinoso?

100 g di riso glutinoso danno circa 97 Calorie.

 

Per quanto concerne i macronutrienti, 100 g di riso glutinoso danno:

21 grammi di carboidrati, tra cui:

0,1 grammi di zuccheri liberi

1 grammo di fibra

2 grammi di proteine

0,2 grammi di lipidi, fra cui:

0,1 grammi di acidi grassi monoinsaturi

0,1 grammi di acidi grassi polinsaturi

 

Tra le vitamine e i minerali, 100 g di riso glutinoso danno:

5 mg di magnesio

2 mg di calcio

0,1 mg di ferro

 

Quando non consumare il riso glutinoso?

Non ci sono condizioni in cui mangiare il riso glutinoso potrebbe disturbare l’assunzione di medicinali o altre sostanze. In presenza di dubbi è sempre meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Periodo reperibilità/stagionalità

Il riso glutinoso si trova facilmente sul mercato tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni del riso glutinoso

Inserire il riso glutinoso nella propria alimentazione giornaliera collabora a appagare i fabbisogni giornalieri di carboidrati, che in accordo con le più recenti raccomandazioni si trovano (per un adulto in buone condizioni di salute) tra il 45 e il 60% delle calorie giornaliere. L’ultima edizione dei LARN (i Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana) esorta a consumare carboidrati soprattutto in forma di fonti alimentari amidacee a basso indice glicemico. Quello del riso è mutevole in base ai casi tra 48 a 112, quindi potrebbe essere ritenuto intermedio-elevato. Non si può però neanche scordare che quello che conta è prima di tutto il carico glicemico dell’intero pasto invece che quello di solo uno degli ingredienti.

Il calcio e il magnesio del riso glutinoso collaborano alla protezione della salute di ossa e denti.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Salicornia

Salicornia

 

Che cos’è la salicornia?

La salicornia – chiamata anche “asparago di mare” a ragione della sua somiglianza con l’asparago selvatico, però conosciuta anche come salicot, finocchio di mare o fagiolo di mare – è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Chenopodiaceae che cresce spontanea lungo le rive, principalmente nelle paludi salmastre, dove crea i cosiddetti salicornieti; inoltre la si può trovare anche negli acquitrini, lungo i canali e, meno di frequente, su terreni argillosi. Specialmente facile da trovare nel bacino del Mediterraneo, è tipica anche di altre regioni Europee, in Asia e nell’America Settentrionale.

In cucina si adoperano solo i germogli e le parti giovani e tenere.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali della salicornia?

La salicornia è fonte di:

vitamina C

vitamine del gruppo B

iodio

bromo

Inoltre la salicornia è anche fonte di ossalati, mucillagini e pectine.

 

Quando non consumare salicornia?

Non sono state rilevate interazioni fra il consumo di salicornia e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Stagionalità della salicornia

La stagione della salicornia comincia a maggio e finisce a settembre. È meglio mangiarla entro 15 giorni dalla raccolta; nel frattempo si conserva tra gli 8 e i 16 °C.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Alla salicornia vengono ascritte proprietà depurative e rinfrescanti. Il suo succo, pieno di iodio, si consiglia nella terapia dell’ipotiroidismo; inoltre il suo apporto di vitamina C collabora alla prevenzione dello scorbuto.

Il sapore della salicornia è già salato di suo. Questa particolarità può essere sfruttata per non aggiungere altro sale durante la sua preparazione, in maniera da non avere un apporto troppo alto di sodio con l’alimentazione.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del medico. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Sedano

Sedano

 

Che cos’è il sedano?

Conosciuto come Apium graveolens, i tratta di una verdura che appartiene alla famiglia delle Ombrellifere. La pianta del sedano arriva a un’altezza di circa 80 centimetri e le sue foglie hanno il margine tipicamente seghettato. La radice è fittonante, cioè stretta e lunga ed entra profondamente nella terra. Il tipo di sedano con radice grossa è il “sedano rapa”. Il sedano si può consumare crudo o cotto e può anche centrifugare per berlo in forma di succo.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 grammi di sedano crudo danno 20 Calorie suddivise così:

46% proteine

9% lipidi

45% carboidrati

Nello specifico 100 grammi di sedano crudo hanno:

88,3 g di acqua

2,3 g di proteine

0,2 g di lipidi

0 mg colesterolo

2,4 g di carboidrati disponibili

0,2 g di amido

2,2 g di zuccheri solubili

1,6 g di fibra totale (fibra solubile 0,18 g; fibra insolubile 1,41 g)

140 mg di sodio

280 mg di potassio

0,5 mg di ferro

31 mg di calcio

45 mg di fosforo

16 mg di magnesio

1,24 mg di zinco

0,11 mg di rame

3 µg di selenio

0,06 mg di tiamina (vitamina B1)

0,19 mg di riboflavina (vitamina B2)

0,2 mg di niacina (vitamina B3 o vitamina PP)

207 µg di vitamina A retinolo equivalente

32 mg di vitamina C

 

Quando non consumare il sedano?

Non si conoscono interazioni fra il consumo di sedano e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

 

Stagionalità del sedano

Il sedano si raccoglie fino a ottobre, anche se questa verdura si trova nei nostri mercati per tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Grazie all’alta quantità di fibre, il sedano accresce il senso di sazietà e collabora alla riduzione della presenza di colesterolo e trigliceridi nel sangue. La presenza di certe molecole (fenolo, inositolo) ottimizza l’attività dell’intestino e minimizza la presenza di gas. Certi fitonutrienti che contiene sono anche validi nemici dell’ipertensione perché collaborano con certi ormoni che controllano la pressione del sangue. Ha anche delle fondamentali proprietà diuretiche. L’ingente presenza di vitamina A combinata al potere disintossicante di questo ortaggio rendono il sedano adeguato anche per molte tipologie diverse di infiammazioni. Per riuscire a sfruttare tutte le proprietà benefiche la cosa migliore è mangiarlo crudo, però anche cotto al vapore. L’importante è non cuocere troppo a lungo.

È bene fare attenzione al consumo di questa verdura in caso si soffrisse di patologie renali, perché certe delle sostanze che si trovano nel sedano possono essere irritanti per i reni. Il sedano può anche provocare una crescita della sensibilità della cute ai raggi solari.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano mai in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Semolino

Semolino

 

Che cos’è il semolino?

Si tratta di un prodotto che viene fatto dalla macinazione dei cereali. Si presenta in forma di granelli più o meno grezzi dal colorito giallognolo. Il semolino più comune è quello di frumento o grano duro. In base alla grandezza dei granelli, il semolino può suddividersi in semolini grossi (o semole) e in semolini fini (o semolini). Il semolino si può adoperare nella preparazione della pasta, per preparare o rendere più dense le minestre e per preparare il pane.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del semolino?

100 grammi di semolino di frumento duro crudo contengono circa 350 Calorie e includono approssimativamente:

11 g di acqua

11 g di proteine

1,4 g di lipidi

79 g di carboidrati

68 g di amido

4 g di zuccheri

3 g di fibre

4 mg di sodio

192 mg di potassio

1,4 mg di ferro

22 mg di calcio

189 mg di fosforo

51 mg di magnesio

1,1 mg di zinco

0,3 mg di rame

2,7 µg di selenio

0,01 mg di vitamina B1 o Tiamina

0,02 mg di vitamina B2 o Riboflavina

2,5 mg di vitamina B3 o Niacina (o vitamina PP)

tracce di vitamina E

 

Quando non consumare il semolino?

A oggi non si conoscono interazioni fra il consumo di semolino e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

Il semolino contiene glutine e non può dunque venire mangiato da celiaci o da chi è affetto da intolleranza al glutine.

 

Stagionalità del semolino

Il semolino di frumento duro è un prodotto reperibile durante tutto l’anno senza alcuna difficoltà.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Il semolino di frumento duro si distingue per l’elevato potere calorico e un’alta digeribilità che ne fanno un cibo adeguato a venire mangiato da chiunque, ma principalmente da bambini, anziani e persone in convalescenza. Come succede per altri cibi fonti di carboidrati complessi come cereali (riso, orzo, farro, grano) e alimenti a base di cereali (fra cui pasta e pane), il semolino ha soprattutto un lento rilascio di glucosio nel sangue, garantendo all’organismo energia a lungo termine. La totale mancanza di colesterolo fa anche sì che questo cibo possa entrare anche nelle diete di persone affette da disturbi cardiovascolari.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.