Fasolari

Fasolari

 

Che cosa sono i fasolari?

I fasolari (Callista chione) sono molluschi che appartengono alla famiglia Veneridae. Simili alle vongole, sono caratterizzati da conchiglie color marrone chiaro con venature più scure. Si trovano nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico nord-orientale.

 

Che proprietà nutrizionali hanno i fasolari?

100 g di fasolari apportano:

52 Calorie, circa

8,5 g di proteine

1 g di carboidrati

0,47 g di lipidi, fra cui colesterolo

20,5 mg di magnesio

2,0 mg di ferro

1,25 mg di zinco

 

Possibili effetti collaterali dei fasolari

Non si ha evidenza di interazioni fra il consumo di fasolari e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità dei fasolari

È possibile trovare i fasolari sul mercato tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni dei fasolari

I fasolari sono considerati alimenti alleati della dieta, grazie al loro limitato apporto di calorie. Tuttavia, come gli altri molluschi, rappresentano una fonte di dosi non trascurabili di colesterolo: una molecola fondamentale per l’organismo, ma che, allo stesso tempo, può mettere in pericolo la salute cardiovascolare se assunta in quantità eccessive. È possibile, infatti, che il colesterolo si depositi nella parete delle arterie, prendendo parte così al fenomeno dell’aterosclerosi. Le placche aterosclerotiche che si possono formare rappresentano un ostacolo per il flusso del sangue e possono determinare la formazione di trombi con il rischio di insorgenza di eventi pericolosi come l’infarto e l’ictus. Per questo motivo è consigliabile non esagerare con il consumo di cibi ricchi di colesterolo, come i molluschi, e ricordare le Linee Guida per la Prevenzione dell’Aterosclerosi del Ministero della Salute secondo cui l’apporto quotidiano di colesterolo non dovrebbe superare i 300 mg nel caso degli adulti sani e i 200 mg nel caso di chi è già affetto da problemi cardiovascolari.

È altresì vero, tuttavia, che l’introduzione dei fasolari nell’alimentazione consente di rifornire l’organismo di proteine di qualità elevata e di minerali importanti per il metabolismo intracellulare ed extracellulare (in special modo magnesio), per il funzionamento della tiroide e la formazione di ossa e muscoli (lo zinco) e per evitare l’anemia (il ferro).

Il consumo di fasolari potrebbe provocare delle allergie.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Fave

Fave

 

Che cosa sono le fave?

Le fave sono i semi della Vicia faba, una specie che appartiene alla famiglia delle Fabaceae. Questi legumi hanno origine probabilmente in Asia Minore o in area mediterranea.

 

Che proprietà nutrizionali hanno le fave?

100 g di fave secche, sgusciate e crude, apportano 341 Calorie suddivise in 60% di carboidrati, 32% di proteine, 8% di lipidi

In particolare, in 100 g di fave secche, sgusciate e crude, si trovano:

11,3 g di acqua

27,2 g di proteine

4,9 g di zuccheri solubili

3 g di lipidi

7 g di fibre

4 mg di vitamina C

2,6 mg di niacina

0,5 mg di tiamina

0,28 mg di riboflavina

14,4 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

420 mg di fosforo

90 mg di calcio

5 mg di ferro

Le fave inoltre rappresentano una fonte di folati, vitamina B6, vitamina K, rame, magnesio, manganese, selenio e zinco. Infine, nelle fave sono contenuti isoflavoni, steroli vegetali e L-dopa.

 

Possibili effetti collaterali delle fave

È possibile che le fave interagiscano con gli ossazolidinoni, come il linezolid. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità delle fave

In Italia le fave sono disponibili da maggio a luglio.

 

Possibili benefici e controindicazioni delle fave

Le fave contribuiscono a facilitare il buon funzionamento dell’intestino con il loro apporto di una buona quantità di fibre, che possono inoltre contribuire a contrastare malattie cardiovascolari e diabete controllando l’assorbimento intestinale di colesterolo e zuccheri, aiutando così a ridurre colesterolemia e glicemia. Le vitamine del gruppo B favoriscono il buon funzionamento del metabolismo, mentre la vitamina A e la vitamina C forniscono una protezione antiossidante. La vitamina C aiuta inoltre ad avere delle reazioni efficaci alle infezioni. Fra i minerali contenuti nelle fave, fosforo e calcio contribuiscono alla salute di ossa e denti, mentre il ferro è fondamentale per la produzione dei globuli rossi. Gli isoflavoni potrebbero aiutare a ridurre il rischio di cancro al seno, mentre i fitosteroli contribuiscono a ridurre i livelli di colesterolo. Infine, la L-dopa può favorire la buona salute del cervello e contribuire a prevenire disturbi associati a sue carenze, come il Parkinson.

Le fave sono proibite in condizioni di favismo e potrebbero essere controindicate a chi è predisposto ai calcoli.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Feijoa

Feijoa

 

Che cos’è la feijoa?

La feijoa è il frutto della Feijoa sellowiana, una specie che appartiene alla famiglia delle Myrtaceae nota anche come “guava ananas” e strettamente imparentata sia con la guava che con il pepe della Giamaica. Originaria dell’America del Sud, oggi la feijoa è molto diffusa in Brasile, Argentina, Bolivia e Nuova Zelanda.

 

Che proprietà nutrizionali ha la feijoa?

100 g di feijoa apportano circa 46 Calorie suddivise in 78% di carboidrati, 16% di lipidi, 6% di proteine

In particolare, 100 g di feijoa apportano:

0,98 g di proteine

0,6 g di lipidi

13 g di carboidrati

6,4 g di fibra

32,9 mg di vitamina C

0,295 mg di niacina

0,223 mg di acido pantotenico

0,16 mg di vitamina E

0,067 mg di piridossina

0,018 mg di riboflavina

0,006 mg di tiamina

23 µg di folati

3,5 µg di vitamina K

6 UI di vitamina A

172 mg di potassio

19 mg di fosforo

17 mg di calcio

9 mg di magnesio

3 mg di sodio

0,14 mg di ferro

0,084 mg di manganese

0,06 mg di zinco

0,036 mg di rame

La feijoa è fonte di beta-carotene (2 µg in 100 g), beta-criptoxantina (3 µg in 100 g), luteina e zeaxantina (27 µg in 100 g) e licopene (5 µg in 100 g).

 

Possibili effetti collaterali della feijoa

Non si ha nota di eventuali interazioni pericolose tra la feijoa e farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità della feijoa

A seconda del luogo d’origine, la feijoa è reperibile in periodi diversi. In Brasile è disponibile sul mercato nella stagione che va da marzo fino a luglio. In Nuova Zelanda è presente in commercio principalmente tra marzo e giugno.

 

Possibili benefici e controindicazioni della feijoa

La feijoa è una buona fonte di fibre che svolgono un’azione lassativa e che contribuiscono a proteggere il colon dalla comparsa di tumori. La sua vitamina C contribuisce a rafforzare le difese immunitarie e a contrastare i radicali liberi, mentre le vitamine del gruppo B facilitano il buon funzionamento del metabolismo. In generale, di questo frutto si apprezza il suo limitato apporto di calorie, l’assenza di colesterolo e la ricchezza di antiossidanti alleati della salute, come il licopene (la stessa molecola che conferisce al pomodoro il suo tipico colore rosso).

Non sembra che il consumo di feijoa comporti alcun pericolo per la salute umana.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Fico d’India

Fico d’India

 

Che cos’è il fico d’India?

Il fico d’India è il frutto di piante che appartengono alla famiglia delle Cactaceae.

I climi caldi e asciutti favoriscono la crescita delle piante appartenenti a questo genere. I frutti sono ricoperti da spine o, in alternativa, da setole; il loro colore può essere diverso sia nella buccia che nella polpa, che avvolge semi dalla forma discoidale, anch’essi di vari possibili colori.

 

Che proprietà nutrizionali ha il fico d’India?

100 g di fico d’India contengono 53 Calorie, il cui 92% si presenta sotto forma di carboidrati, che rappresentano il 50% circa della polpa e il 30% della buccia del frutto; per il resto, il 6% corrisponde a proteine e il 2% a lipidi. Più in particolare, 100 g di frutto corrispondono a:

83,2 g di acqua

0,8 g di proteine

0,1 g di lipidi

13 g di zuccheri solubili

5 g di fibre (di cui 0,13 g di fibra solubile e 4,87 g di fibra insolubile)

Per quanto riguarda, invece, i micronutrienti, il fico d’India è ricco di:

18 mg di vitamina C

10 µg di vitamina A (retinoli equivalenti),

0,4 mg di vitamina B3 o PP (niacina (vitamina B3)

0,04 mg di vitamina B2 (riboflavina)

0,02 mg di vitamina B1 (tiamina)

190 mg di potassio

30 mg di calcio

25 mg di fosforo

0,4 mg di ferro

Il fico d’India presenta, inoltre, tracce di vitamina C e 1 mg di sodio per ogni 100 g di frutto.

Il colore della polpa è determinato dalla presenza di composti betalainici; in particolare, la betanina conferisce una tonalità rosso-porpora mentre l’indicazantina determina una colorazione gialla. Al suo interno sono presenti biotioli, taurina, flavonoli, tocoferoli e carotenoidi. Nella buccia invece sono presenti calcio, ferro, potassio, magnese, magnesio, sodio e selenio; i semi contengono grandi quantità di fosforo e zinco e gli oli ottenuti da buccia e semi rappresentano una buona fonte di acidi grassi polinsaturi.

 

Possibili effetti collaterali del fico d’India

È possibile che il fico d’India potenzi l’effetto ipoglicemizzante esercitato da farmaci come la metformina, la gliburide, il rosiglitazone e l’acarbosio. Inoltre si ritiene possibile un aumento della diuresi nei pazienti soggetti a trattamento con diuretici come la furosemide e l’idroclorotiazide. Queste interazioni però non sono supportate da molte prove.

 

Possibili benefici del fico d’India

Il fusto viene impiegato a scopo medicinale, in particolare nel trattamento dell’ipercolesterolemia, nel controllo della pressione e contro:

acidità gastrica

ulcera

affaticamento

dispnea

glaucoma

problemi del fegato e per curare ferite

Alle pale sono state inoltre attribuite proprietà antinfiammatorie utili in caso di edema, artrosi, pertosse e per prevenire l’infezione di ferite.

 

Possibili controindicazioni del fico d’India

In commercio sono disponibili diversi prodotti a base di fico d’India, dai succhi alle capsule. Tuttavia, se ne sconsiglia l’assunzione durante la gravidanza e l’allattamento, in quanto la loro sicurezza non è convalidata da studi clinici. Più in generale, è consigliabile ricordare che il fico d’India può provocare reazioni da ipersensibilità, soprattutto sotto forma di dermatiti. È stato inoltre riportato almeno un caso di cheratocongiuntivite e alcuni di granuloma; questi ultimi sono stati provocati dal contatto con le spine.

 

Stagionalità del fico d’India

I fichi d’India sono tipicamente disponibili in settembre; i primi vengono raccolti alla fine di agosto, ma le specie più tardive arrivano anche a maturare a novembre.

Possono essere conservati a lungo in frigorifero, ma è altamente consigliabile consumarli il più presto possibile, dopo un massimo di 2 giorni al freddo.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Formaggio di alpeggio o di malga

Formaggio di alpeggio o di malga

 

Che cos’è il formaggio di malga?

I formaggi di alpeggio (o di malga) sono prodotti derivati dal latte munto da vacche allevate nelle malghe di montagna. Qui gli animali sviluppano la loro muscolatura e godono di una salute circolatoria e polmonare migliore; per questo dal loro latte si possono ottenere dei formaggi considerati particolarmente appetitosi.

I formaggi di alpeggio prodotti in Lombardia, Veneto e Friuli sono caratterizzati da quel tipico sentore di vegetali fermentati o leggermente fruttati e dal sapore amaro; fra questi formaggi sono inclusi per esempio l’Asiago, il Montasio, il Bitto e il Casera. Fontina e Gruviera sono invece esempi di formaggio di malga provenienti dalle alpi valdostane, svizzere e francesi; in essi manca, in genere, quel gusto dalle note amare tipico di altre varietà di formaggio di alpeggio.

I formaggi di malga venivano originariamente prodotti direttamente in alpeggio. Oggi in alcuni casi vengono trasportati nei locali per la stagionatura a valle circa 20 giorni dopo la mungitura del latte; in altri casi, invece, il formaggio viene prodotto direttamente a valle, nei caseifici che quotidianamente ricevono il latte proveniente da altri alpeggi.

 

Che proprietà nutrizionali ha il formaggio di alpeggio o di malga?

100 grammi di formaggio di alpeggio tipo Asiago apportano:

263 Calorie

54,8 g di acqua

21,3 g di lipidi

17,3 g di proteine

0,5 g di carboidrati

0,22 mg di vitamina E

202 μg di vitamina A

100 grammi di formaggio di alpeggio tipo Bitto apportano:

410 Calorie

31 g di lipidi

26 g di proteine

1-1,2 g di calcio

 

Possibili effetti collaterali dei formaggi di malga

I latticini non dovrebbero essere assunti insieme alla ciprofloxacina e alle tetracicline. Per questo motivo è consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Reperibilità dei formaggi di malga

In genere l’estate è la stagione in cui i formaggi di alpeggio vengono prodotti; in molti casi, però, se ne permette la produzione anche in inverno, quando le vacche sono ricoverate in stalla e vengono alimentate con il foraggio. Questo però ha delle conseguenze sulle caratteristiche del prodotto finale che risulta diverso.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il formaggio di alpeggio conserva e offre tutti i benefici del latte, in special modo la qualità elevata di proteine e di minerali alleati della salute delle ossa (in particolare il calcio) in esso contenuti. Non bisogna però dimenticare che i formaggi sono fonti di grassi saturi, di colesterolo e di sodio.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Gallinella di mare

Gallinella di mare

 

Che cos’è la gallinella di mare?

La gallinella di mare (o capone, Chelidonichthys lucerna) è un pesce che appartiene alla famiglia Triglidae. Vive nell’Oceano Atlantico, nel Mare del Nord e nel Mar Mediterraneo. Solitamente è lunga 20-30 cm, ma può raggiungere anche dimensioni maggiori, fino a 75 cm per 6 kg di peso.

 

Che proprietà nutrizionali ha la gallinella di mare?

100 g di filetto di gallinella apportano 80 Calorie.

Dal punto di vista nutrizionale, la gallinella di mare è una fonte di:

proteine

grassi

potassio

fosforo

calcio

vitamina A

vitamina D

 

Possibili effetti collaterali della gallinella di mare

Non si ha evidenza di una possibile interferenza tra il consumo di gallinella di mare e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità della gallinella di mare

La pesca della gallinella di mare dura per tutto l’anno, ma si concentra in estate e in autunno. La riproduzione del pesce si verifica nel periodo compreso tra i mesi di dicembre e aprile e a fine giugno nel Mar Nero; nel Mediterraneo, invece, la riproduzione è più estesa. In estate vengono pescati esemplari giovani, che hanno carni dal gusto più delicato, mentre con l’avvicinarsi dell’inverno si catturano esemplari di taglia maggiore, meno gustose. Fra il pescato italiano gli esemplari provenienti dal Mare Adriatico sono noti per la loro carne, più morbida rispetto a quella di esemplari di altra provenienza.

 

Possibili benefici e controindicazioni della gallinella

Con il consumo di gallinella di mare è garantita l’assunzione di proteine di qualità elevata associate a pochi grassi (di qualità migliore rispetto ad altri grassi di origine animale), a minerali che aiutano a ridurre il rischio cardiovascolare (il potassio, che controlla la frequenza cardiaca e la pressione del sangue) e a proteggere la salute di ossa e denti (il calcio e il fosforo) e di vitamine. Fra queste ultime, la vitamina A è fondamentale per la crescita, per le funzioni riproduttive e per proteggere la salute del sistema immunitario. La vitamina D è invece importante per la salute delle ossa.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Gambero

Gambero

 

Che cos’è il gambero?

Il termine generico “gambero” indica una varietà di specie di crostacei, tra cui i gamberetti (fra cui sono ad esempio incluse specie appartenenti ai generi Alpheus e Crangon) e il gambero rosso (Aristeus antennatus, Aristaeomorpha foliacea e Aristaeopsis edwardsiana).

 

Che proprietà nutrizionali ha il gambero?

100 g di gamberi crudi (specie miste) apportano:

85 Calorie, circa

78,45 g di acqua

20,10 g di proteine

0,51 g di lipidi, fra cui: 0,101 g di grassi saturi, 0,086 g di grassi monoinsaturi, 0,152 g di grassi polinsaturi (fra cui 347 mg di omega 3 e 21 mg di omega 6), 0,004 g di grassi trans

161 mg di colesterolo

119 di sodio

264 mg di potassio

214 g di fosforo

64 mg di calcio

35 mg di magnesio

1,34 mg di zinco

0,52 mg di ferro

0,23 mg di rame

0,1 mg di vitamina B6

39,6 µg di selenio

1,53 µg di vitamina B12

80,9 mg di colina

2,6 mg di niacina

2,2 mg di vitamina C

1,4 mg di vitamina E

0,35 mg di acido pantotenico

225 UI di vitamina A

 

Possibili effetti collaterali del gambero

Non si ha evidenza di eventuali interazioni fra il consumo di gamberi e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità del gambero

La reperibilità dei gamberi cambia a seconda della specie. In Finlandia, per esempio, la stagione della pesca del gambero va da giugno a ottobre. In Italia, invece, i gamberetti rosa sono tipicamente disponibili in primavera (da marzo a giugno).

 

Possibili benefici e controindicazioni del gambero

L’introduzione dei gamberi nella propria alimentazione contribuisce a rifornire l’organismo di proteine di buona qualità, di nutrienti importanti per il buon funzionamento del metabolismo (in particolare vitamine del gruppo B e zinco), per la salute delle ossa e dei denti (calcio e fosforo), per il trasporto di ossigeno (il ferro) e per le difese antiossidanti (selenio). Essendo inoltre poveri di grassi saturi e fonti di omega 3 e potassio, i gamberi hanno caratteristiche che li rendono utili per la protezione della salute di cuore e arterie.

Purtroppo, però, i gamberi rappresentano delle fonti di notevoli quantità di colesterolo, nutriente fondamentale per l’organismo; il suo apporto deve però essere mantenuto entro certi limiti per evitare il rischio di aterosclerosi.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Giuggiole

Giuggiole

 

Che cosa sono le giuggiole?

Le giuggiole sono i frutti della Ziziphus jujuba, specie appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae. Hanno origine in Cina, ma vengono coltivate anche in Corea, in Giappone e nel Medio Oriente.

 

Che proprietà nutrizionali hanno le giuggiole?

100 g di giuggiole fresche apportano:

79 Calorie, circa

1,2 g di proteine

0,20 g di lipidi

20,53 g di carboidrati

fibra alimentare

69 mg di vitamina C

0,900 mg di niacina

0,081 mg di piridossina

0,040 mg di riboflavina

0,020 mg di tiamina

40 UI di vitamina A

250 mg di potassio

23 mg di fosforo

21 mg di calcio

10 mg di magnesio

3 mg di sodio

0,48 mg di ferro

0,084 mg di manganese

0,073 mg di rame

0,05 mg di zinco

Le giuggiole sono fonti di tannini. In 100 grammi di frutto fresco sono presenti circa 3,2 mg di catechina e 1,3 mg di quercetina.

 

Possibili effetti collaterali delle giuggiole

È possibile che le giuggiole interferiscano con la venlafaxina, un farmaco antidepressivo.

 

Stagionalità delle giuggiole

L’albero delle giuggiole si riempie di frutti entro il mese di luglio.

 

Possibili benefici e controindicazioni delle giuggiole

Le giuggiole, essiccate o ridotte in polvere, vengono impiegate nella medicina tradizionale cinese per alleviare nervosismo, ansia e insonnia, prevenire le infezioni e migliorare le capacità digestive. Sicuramente questi frutti sono fonti di nutrienti essenziali per il corretto sviluppo e per il benessere generale dell’organismo. Le loro fibre contribuiscono a proteggere la salute intestinale; inoltre il loro consumo fornisce un apporto di vitamina C che corrisponde a un pieno di potere antiossidante. In più, la vitamina C è importante per la sintesi del collagene e contribuisce alla guarigione delle ferite. Il calcio è importante per la salute di ossa e denti, per la contrazione dei muscoli, per la coagulazione del sangue e per la trasmissione dell’impulso nervoso; il ferro è fondamentale per la produzione dei globuli rossi e le vitamine del gruppo B sono alleate del metabolismo. Infine, sono note le capacità antinfettive, antinfiammatorie e antiemorragiche dei tannini. Attenzione, però: rispetto ad altri frutti le giuggiole sono piuttosto caloriche.

Le giuggiole, anche nella loro variante disidratata, sono considerate alimenti generalmente sicuri.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Kefir

Kefir

 

Che cos’è il kefir?

Il kefir è una bevanda fermentata di origine caucasica. Si può ricavare partendo da una base di latte o di altri liquidi, aggiungendo fermenti lattici e lieviti.

 

Che proprietà nutrizionali ha il kefir?

100 grammi di kefir da latte a basso contenuto di grassi apportano:

41 Calorie

90,07 g di acqua

3,79 g di proteine

0,93 g di lipidi, fra cui 0,658 g di grassi saturi, 0,310 g di grassi monoinsaturi, 0,053 g di grassi polinsaturi e 0,037 g di grassi trans

5 mg di colesterolo

4,48 g di carboidrati disponibili

569 UI di vitamina A

0,2 mg di vitamina C

0,150 mg di niacina

0,135 mg di riboflavina

0,058 mg di vitamina B6

0,03 mg di tiamina

0,02 mg di vitamina E

13 µg di folati

1 µg di vitamina D (41 UI)

0,29 µg di vitamina B12

0,1 µg di vitamina K

164 mg di potassio

130 mg di calcio

105 mg di fosforo

40 mg di sodio

12 mg di magnesio

0,61 mg di zinco

0,04 mg di ferro

 

Il kefir può contenere alcol se viene ricavato da lieviti (in genere dallo 0,05 al 2%).

 

Possibili effetti collaterali del kefir

Potrebbe verificarsi un’interferenza tra il consumo di kefir a base di latte e l’assunzione della ciprofloxacina o delle tetracicline. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità del kefir

Il kefir è disponibile tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Del kefir sono note soprattutto le sue proprietà rinfrescanti. Grazie alla fermentazione, poi, risulta essere un prodotto facilmente digeribile, capace di favorire la salute dell’intestino: contribuisce ad alleviare i sintomi intestinali, facilita la motilità intestinale, riduce la flatulenza e può essere d’aiuto per la salute della flora intestinale.

Dal punto di vista nutrizionale il kefir ricavato partendo da una base di latte rappresenta una fonte di proteine di buona qualità e dall’effetto saziante. Inoltre contiene una grande quantità di vitamine e minerali che contribuiscono a mantenere in salute il sistema immunitario, a stimolare il buon funzionamento del metabolismo e a proteggere la salute di ossa e denti. Infine, sembra che riesca a svolgere un’azione dall’effetto rilassante sul sistema nervoso; potrebbe dunque contribuire a contrastare problemi di insonnia e disturbi dell’umore, se assunto all’interno di una dieta varia, equilibrata e sana.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Lattuga gentile

Lattuga gentile

 

Che cos’è la lattuga gentile?

La lattuga gentile (o gentilina o canasta) è una varietà di lattuga, dal sapore dolce, che può essere consumata sia cruda sia cotta. È caratterizzata da un cespo aperto con foglie a margine increspato di consistenza piuttosto croccante, con colori che variano dal verde chiaro al rosso-viola. Il nome scientifico con cui viene indicata è Lactuca sativa var. secalina.

 

Che proprietà nutrizionali ha la lattuga gentile?

100 grammi di lattuga gentile apportano mediamente 21 Calorie, suddivise in 38% di proteine, 19% di lipidi e 43% di carboidrati

In particolare, 100 grammi di lattuga contengono:

94,3 g di acqua

1,8 g di proteine

0,4 g di lipidi

0 mg di colesterolo

2 g di carboidrati

1,5 g di fibre

9 mg di sodio

240 mg di potassio

0,8 mg di ferro

45 mg di calcio

31 mg di fosforo

0,05 mg di vitamina B1 o Tiamina

0,18 mg di vitamina B2 o Riboflavina

0,7 mg di vitamina B3 o Niacina (o vitamina PP)

229 µg di vitamina A retinolo eq.

6 mg di vitamina C

Acido folico (vitamina B9)

Vitamina K

 

Possibili effetti collaterali della lattuga gentile

Non si ha evidenza a oggi di eventuali interazioni tra il consumo di lattuga gentile e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità della lattuga gentile

La lattuga gentilina è disponibile per gran parte dell’anno; viene raccolta infatti nei mesi primaverili, estivi e autunnali.

Possibili benefici e controindicazioni

L’apporto di fibre (1,5 grammi ogni 100 grammi di prodotto) e acqua (94 grammi ogni 100 grammi di prodotto) rende la lattuga gentilina un alimento ideale per coloro che sono nella condizione di dover migliorare il transito intestinale. Il basso apporto energetico (20 Calorie ogni 100 grammi di prodotto consumato) la rende adatta anche a coloro che devono rispettare un regime alimentare a basso contenuto di calorie. Quando viene consumata cruda si può assaporare la consistenza croccante che la caratterizza e che aumenta, inoltre, il senso di sazietà.

La lattuga gentile è consigliata a chi soffre di ritenzione idrica per le sue proprietà diuretiche. La notevole quantità di acqua e di sali minerali la rendono un alimento rinfrescante e rimineralizzante (contiene soprattutto calcio, potassio e fosforo). Le buone quantità di vitamine in essa contenute svolgono molte funzioni importanti: la provitamina A è fondamentale per il benessere della pelle e la protezione della vista, la vitamina K rinforza le ossa e protegge il sistema nervoso perché partecipa allo sviluppo della guaina mielinica che ricopre i nervi, le vitamine del gruppo B di cui particolarmente buono è il contenuto di acido folico o vitamina B9 che è essenziale per il benessere dell’apparato cardiovascolare e molto importante in gravidanza per uno sviluppo ottimale del nascituro, e la vitamina C, che è un antiossidante in grado di contrastare l’invecchiamento delle cellule e l’aumento del colesterolo nel sangue.

Non si ha nota di controindicazioni al consumo di lattuga gentilina, a meno che non si soffra di allergia a questo ortaggio.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Luccio

Luccio

 

Che cos’è il luccio?

Il luccio (Esox lucius) è un pesce che appartiene alla famiglia delle Esocidae. Si tratta di una specie autoctona, diffusa nella maggior parte dell’Europa (in particolare nelle regioni settentrionali e nord-orientali).

 

Che proprietà nutrizionali ha il luccio?

100 g di luccio (parte edibile, a crudo) apportano 81 Calorie suddivise all’incirca in 93% di proteine e 7% di lipidi

In particolare, in 100 grammi di luccio sono presenti circa:

18,7 g di proteine

0,6 g di lipidi

0,1 g di zuccheri disponibili

39 mg di colesterolo

tracce di vitamina C

1,7 mg di niacina

0,09 mg di tiamina

0,07 mg di riboflavina

6 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

250 mg di potassio

220 mg di fosforo

20 mg di calcio

63 mg di sodio

1,1 mg di ferro

 

Possibili effetti collaterali del luccio

Non si ha evidenza di possibili interferenze tra il consumo di luccio e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Possibili benefici e controindicazioni del luccio

Il luccio è un pesce che contiene una piccola quantità di acidi grassi saturi, un tipo di lipidi considerato pericoloso per la salute cardiovascolare: secondo le Linee Guida per la Prevenzione dell’Aterosclerosi del Ministero della Salute, infatti, non dovrebbe essere assunto in quantità superiori al 10% delle calorie introdotte quotidianamente con il cibo. Il luccio, inoltre, è una buona fonte di proteine di qualità elevata, di niacina e di minerali. Fra i minerali contenuti in questo pesce ci sono il potassio, che aiuta a controllare la frequenza cardiaca e la pressione, e il fosforo, che è molto importante per la salute di ossa e denti, ma anche di reni, muscoli e cuore, del metabolismo e della trasmissione dell’impulso nervoso.

Purtroppo, però, il consumo di luccio comporta anche un’assunzione di colesterolo non trascurabile, per cui è necessario tenerne conto per rispettare il limite di assunzione massima indicato dalle Linee Guida per la Prevenzione dell’Aterosclerosi (300 mg/die per gli adulti sani o 200 mg/die in presenza di problemi cardiovascolari).

 

Periodo di reperibilità del luccio

A seconda della Regione, i periodi in cui la pesca del luccio viene consentita sono diversi. In Lombardia è vietata dall’1 febbraio al 31 marzo, in Piemonte dal 15 febbraio al 15 marzo, in Veneto dall’1 gennaio al 31 marzo, in Trentino Alto Adige dal 15 febbraio al 15 marzo e in Emilia-Romagna dal 15 dicembre al 15 maggio.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Lupini

Lupini

 

Che cosa sono i lupini?

I lupini sono i legumi prodotti dal Lupinus albus, una specie che appartiene alla famiglia delle Fabaceae. La pianta, nota fin dai tempi antichi, ha origine nei paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. In Italia viene coltivata soprattutto in Calabria, Puglia, Lazio e Campania.

 

Che proprietà nutrizionali hanno i lupini?

100 g di lupini apportano circa 114 Calorie, suddivise in 58% di proteine, 23% di carboidrati, 19% di lipidi

In particolare, 100 g di lupini apportano:

6,4 g di proteine

2,4 g di lipidi

7,1 g di carboidrati

6 g di amido

5,5 mg di ferro

45 mg di calcio

100 mg di fosforo

0,1 mg di tiamina

0,01 mg di riboflavina

0,2 mg di niacina

 

Possibili effetti collaterali dei lupini

Non si ha evidenza di possibili interferenze tra il consumo di lupini e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Stagionalità dei lupini

La semina dei lupini avviene in autunno, tra ottobre e novembre, ma la loro maturazione si ottiene nel periodo tra giugno e luglio.

 

Possibili benefici e controindicazioni dei lupini

I lupini sono consigliati per l’alimentazione di vegetariani e celiaci per l’elevato contenuto proteico e l’assenza di glutine. Anche coloro che sono affetti dal diabete potrebbero beneficiarne, in quanto sono caratterizzati da un basso indice glicemico. Inoltre, grazie ad alcune ricerche si è dimostrato che i lupini sono in grado di combattere l’accumulo di glucosio nel sangue. In virtù della presenza di steroli vegetali, questi legumi possono ridurre anche i livelli di colesterolo “cattivo” (Ldl). In più, possono venire utilizzati all’interno di un regime alimentare mirato a perdere peso: contribuiscono, infatti, a controllare il senso di fame e l’introito di cibo. Infine, contribuiscono a contrastare la stitichezza, rendendo più celere il transito intestinale del cibo.

Un consumo eccessivo di lupini può avere un effetto lassativo. Inoltre, questi alimenti non dovrebbero essere consumati da chi soffre di allergia ad arachidi, lenticchie e fagioli. Infine, è necessario prestare attenzione al loro sapore: se fosse molto amaro, potrebbe indicare che gli alcaloidi che vi sono presenti potrebbero non essere stati rimossi, quindi non bisogna mangiarli. L’ingestione potrebbe, quindi, causare una sorta di avvelenamento i cui sintomi sarebbero febbre, stati confusionali, vertigini e aumento della pressione sanguigna.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Maggiorana

Maggiorana

 

Che cos’è la maggiorana?

La maggiorana (Origanum majorana) è un’erba aromatica appartenente alla famiglia delle Labiatae.

 

Che proprietà nutrizionali ha la maggiorana?

Un cucchiaio di foglie di maggiorana essiccate (circa 1,7 g) apporta:

5 Calorie, circa

0,13 g di acqua

0,22 g di proteine

0,12 g di lipidi, fra cui 0,009 g di acidi grassi saturi, 0,016 g di acidi grassi monoinsaturi e 0,075 g di acidi grassi polinsaturi

1,03 g di carboidrati, fra cui 0,7 g di fibre e 0,07 g di zuccheri

137 UI di vitamina A

0,070 mg di niacina

0,9 mg di vitamina C

0,03 mg di vitamina E

0,020 mg di vitamina B6

0,015 mg di acido pantotenico

0,005 mg di riboflavina

0,005 mg di tiamina

10,6 µg di vitamina K

5 µg di folati

34 mg di calcio

26 mg di potassio

6 mg di magnesio

5 mg di fosforo

0,092 mg di manganese

1,41 mg di ferro

1 mg di sodio

0,06 mg di zinco

0,019 mg di rame

La maggiorana è una fonte di beta-carotene, beta-criptoxantina, luteina/zeaxantina e oli essenziali.

 

Possibili effetti collaterali della maggiorana

È possibile che il consumo di maggiorana interferisca con l’assunzione di litio. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità della maggiorana

Le foglie e le estremità fiorite della maggiorana vengono raccolte all’inizio della fioritura per poi essere essiccate. La maggiorana secca è disponibile sul mercato tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Infusi a base di maggiorana contribuiscono a contrastare nausea e flatulenza e sembra che possano anche esercitare una leggera azione antisettica. In effetti, negli oli essenziali di quest’erba aromatica sono contenute delle molecole che in gran parte sembrano svolgere un’azione antibatterica. Inoltre eserciterebbero un’azione antinfiammatoria; in particolare, sembra che l’eugenolo possa ridurre l’attività dell’enzima cicloossigenasi e potrebbe quindi risultare utile contro disturbi come l’artrite reumatoide, l’artrosi e le malattie infiammatorie intestinali. In più contribuisce ad alleviare i dolori mestruali e la leucorrea.

La maggiorana è una buona fonte di antiossidanti e alleati del sistema immunitario, della salute cardiovascolare e di quella di ossa e denti. Infine, è una buona fonte di ferro.

La maggiorana viene considerata un alimento sicuro, se assunta in dosi non medicinali; tuttavia è importante prestare attenzione alla sua assunzione in caso di gravidanza o menorragia.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Maiale Iberico

Maiale Iberico

 

Che cos’è il maiale iberico?

Il maiale iberico – noto anche come “cerdo iberico” – è una varietà di maiale (Sus scrofa domesticus) allevata allo stato brado nella dehesa spagnola.

Il maiale iberico viene allevato in particolare per impiegare le sue carni nella produzione del jamòn iberico. In base all’alimentazione del maiale il prosciutto può essere classificato secondo una di queste tre categorie:

Jamòn iberico Montanera o Bellota, che viene prodotto con le carni di maiali ingrassati nel bosco;

Jamòn iberico Recebo, che viene prodotto con le carni di maiali inizialmente ingrassati nel bosco e successivamente allevati a mangime;

Jamòn iberico Cebo, che viene prodotto con le carni di maiali ingrassati esclusivamente con mangimi.

 

Che proprietà nutrizionali ha il maiale iberico?

L’alimentazione del maiale iberico influisce anche sulle proprietà nutrizionali della sua carne. In generale, 100 grammi di maiale iberico apportano 225 Calorie suddivise in 59% (130) di lipidi, 40% di proteine, 1% di carboidrati

In particolare, 100 g di maiale iberico possono contenere circa:

22,12 g di proteine

14,45 g di lipidi, fra cui: 5,192 g di acidi grassi saturi, 6,417 g di acidi grassi monoinsaturi, 1,352 g di acidi grassi polinsaturi e 72 g di colesterolo

0,03 g di carboidrati

359 mg di potassio

62 mg di sodio

calcio

ferro

 

Possibili effetti collaterali del maiale iberico

Non si ha evidenza di interazioni specifiche tra il consumo di maiale iberico e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Reperibilità del maiale iberico

Il maiale iberico è disponibile tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il maiale iberico rappresenta una fonte di proteine di buona qualità; in confronto ad altre carni di maiale, però, la sua tende ad essere più ricca di grassi. Fortunatamente molti dei grassi sono di tipo monoinsaturo nel caso in cui venga allevato a ghiande; tuttavia anche il contenuto di grassi saturi resta elevato. Inoltre il maiale iberico è una fonte di colesterolo e, in special modo se stagionato, di sodio.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Mais

Mais

 

Che cos’è il mais?

Il mais (Zea mays) è una specie che appartiene alla famiglia delle Poaceae ed è la pianta di interesse commerciale più coltivata al mondo. Ne esistono diverse varietà. È importante distinguere il mais utilizzato per la produzione della maggior parte dei prodotti industriali dal cosiddetto mais dolce.

 

Che proprietà nutrizionali ha il mais?

100 g di mais apportano:

365 Calorie, circa

10,37 g di acqua

9,42 g di proteine

4,74 g di lipidi, fra cui 0,667 g di acidi grassi saturi, 1,251 g di acidi grassi monoinsaturi e 2,163 g di acidi grassi polinsaturi

74,26 g di carboidrati, fra cui 0,64 g di zuccheri e 7,3 g di fibre

214 UI di vitamina A

3,627 mg di niacina

0,622 mg di vitamina B6

0,49 mg di vitamina E

0,385 mg di tiamina

0,201 mg di riboflavina

19 µg di folati

0,3 µg di vitamina K

287 mg di potassio

210 mg di fosforo

127 mg di magnesio

35 mg di sodio

7 mg di calcio

2,71 mg di ferro

2,21 mg di zinco

In base alla varietà considerata, il mais può rappresentare anche una fonte di quantità variabili di molecole come antocianine, beta-carotene, acido caffeico, acido cumarico, acido ferulico, luteina/zeaxantina, acido siringico, acido vanillico e acido protocatecuico.

 

Possibili effetti collaterali del mais

Non si ha evidenza di eventuali interazioni tra il consumo di mais e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità del mais

Il mais è disponibile sul mercato tutto l’anno. Solitamente se ne effettua la raccolta nel periodo compreso tra i mesi di agosto e settembre.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il mais costituisce una buona fonte di carboidrati e contiene anche diversi antiossidanti, come vitamina A e carotenoidi, vitamina C e vitamina E. Inoltre fornisce un buon apporto di molecole che contribuiscono al buon funzionamento dell’organismo (in particolare di vitamine del gruppo B), dello sviluppo del sistema nervoso durante la gestazione (i folati), dell’apparato cardiocircolatorio (il potassio, le fibre e gli acidi grassi insaturi), di ossa e denti (fosforo, calcio, magnesio e vitamina K) e della coagulazione (vitamina K). Il mais, inoltre, fornisce il ferro, importante per la produzione dei globuli rossi.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Malva

Malva

 

Che cos’è la malva?

La malva (Malva L) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Malvaceae, la stessa cui appartiene anche il cotone. Sia le foglie che le radici e i fiori di Malva sylvestris sono commestibili e hanno una lunga tradizione d’impiego in ambito medicinale; questa specie ha origini nelle aree temperate dell’Asia e dell’Europa e cresce spontaneamente nei prati.

 

Che proprietà nutrizionali ha la malva?

La malva solitamente è impiegata sotto forma di infusi. I preparati che la contengono, senza l’eventuale aggiunta di zucchero, sono poco calorici e forniscono un apporto minimo di lipidi. La malva è una fonte di vitamina A.

 

Possibili effetti collaterali della malva

Non si ha testimonianza dell’esistenza di condizioni in cui il consumo di malva possa interferire con l’assunzione di farmaci o di altre sostanze. È consigliabile consultare il medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità della malva

Le foglie e i fiori della malva si raccolgono da giugno a settembre. I fiori, in special modo, vanno raccolti quando sono appena sbocciati o ancora in boccioli. La malva essiccata è però disponibile sul mercato per tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

La malva viene impiegata per le sue proprietà leggermente lassative, diuretiche e antinfiammatorie che possono portare a un effetto emolliente ed espettorante, utile nei casi in cui sia necessario facilitare l’eliminazione del muco dall’organismo. Nei fiori è presente proprio una sostanza simile al muco che aiuta invece a proteggere e dare sollievo a gola e cavo orale. Per queste sue proprietà la malva viene impiegata per contrastare le irritazioni di bocca e gola, la tosse secca e la bronchite. È possibile, inoltre, che venga consigliata contro problemi gastrointestinali o alla vescica.

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Pharmacy and Therapeutics sembra confermata l’azione antinfiammatoria della malva. Tuttavia, la sua efficacia sia contro l’infiammazione che in altre condizioni non è ancora sufficientemente quantificata dai dati presenti nella letteratura scientifica.

Per quanto riguarda all’assunzione di malva durante la gravidanza e l’allattamento, in caso di dubbi è consigliabile consultare il proprio medico.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Mandalate

Mandalate

 

Che cos’è il mandalate?

Il mandalate è il frutto di una varietà di mandarino protetta da brevetto. Si tratta, infatti, di un ibrido triploide (cioè con 3 copie di ogni cromosoma) ricavato dall’incrocio tra il mandarino Fortune (varietà diploide, ossia con due copie di goni cromosoma) e il mandarino Avana (una varietà tetraploide, cioè con quattro copie di ogni cromosoma). Titolari del brevetto sono i ricercatori del CRA-ISAGRU (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura – oggi CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Istituto Sperimentale per l’Agrumicoltura) di Acireale, in provincia di Catania.

L’aspetto del frutto del mandalate è simile a quello di un mandarino tradizionale e il suo peso medio è di 100 grammi. La sua buccia, arancione, è sottile e non aderisce bene alla polpa, il che rende il mandalate facilmente sbucciabile.

 

Che proprietà nutrizionali ha il mandalate?

Non si hanno a disposizione informazioni nutrizionali specifiche riguardo ai frutti del mandalate.

 

Possibili effetti collaterali del mandalate

Non si ha testimonianza di specifiche interazioni fra il consumo di mandalate e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È però risaputo che esiste la possibilità di un’interferenza da parte di diversi agrumi con l’assunzione delle molecole metabolizzate dal CYP3A4. Per questo è consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità del mandalate

La raccolta dei frutti del mandalate inizia a febbraio e continua fino ad aprile. In confronto ad altri agrumi, quindi, il mandalate è disponibile in commercio più tardi rispetto alla stagione tradizionale.

 

Possibili benefici e controindicazioni

L’introduzione del mandalate nella propria alimentazione consente di trarre benefici dal consumo degli agrumi (ad esempio per l’elevato apporto di vitamina C, ma non solo) anche quando la loro stagione è ormai terminata, senza la necessità di ricorrere a prodotti di serra.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Mangostano

Mangostano

 

Che cos’è il mangostano?

Il mangostano è il frutto della Garcinia mangostana, una specie che appartiene alla famiglia delle Clusiaceae. Attualmente è la Thailandia il principale produttore ed esportatore di mangostano.

 

Che proprietà nutrizionali ha il mangostano?

100 g di mangostano apportano:

63 Calorie, circa

0,50 g di proteine

0,4 g di lipidi

15,6 g di carboidrati

5,10 g di fibra

7,2 mg di vitamina C

0,286 mg di niacina

0,054 mg di tiamina

0,054 mg di riboflavina

0,041 mg di piridossina

0,032 mg acido pantotenico

31 µg di folati

35 UI di vitamina A

48 mg di potassio

9,21 mg di fosforo

5,49 mg di calcio

13,9 mg di magnesio

7 mg di sodio

0,17 mg di ferro

0,12 mg di zinco

0,10 mg di manganese

0,069 mg di rame

0,6 µg di selenio

Il mangostano è fonte di alfa-carotene (1 µg in 100 g), beta-carotene (16 µg in 100 g) e beta-criptoxantina (9 µg in 100 g).

 

Possibili effetti collaterali del mangostano

Non si ha prova di eventuali interazioni del mangostano con farmaci o altre sostanze.

 

Stagionalità del mangostano

I frutti freschi di mangostano sono disponibili sul mercato nel periodo compreso tra i mesi di giugno e ottobre.

 

Possibili benefici e controindicazioni del mangostano

Il mangostano contiene una grande quantità di nutrienti necessari per lo sviluppo e per il benessere nutrizionale. Privo di grassi saturi e di colesterolo, risulta invece essere una buona fonte di fibre alimentari e di vitamina C. Quest’ultima, nota per le sue proprietà antiossidanti, aiuta l’organismo a liberarsi dei radicali liberi e favorisce una buona risposta immunitaria. Le vitamine del gruppo B stimolano invece il buon metabolismo, mentre il potassio contribuisce al controllo della frequenza cardiaca e della pressione del sangue, diminuendo così i rischi di ictus e malattie coronariche.

Attualmente si attribuiscono al mangostano benefici in condizioni di diarrea, infezioni delle vie urinarie, gonorrea, infezioni da candida, tubercolosi, problemi mestruali, tumori, artrosi e dissenteria; sembra inoltre che sia in grado di stimolare il sistema immunitario e migliorare il benessere mentale. Al momento non sono a disposizione prove scientifiche che possano dimostrare sufficientemente questi benefici.

Esiste la possibilità che il mangostano rallenti la coagulazione del sangue.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Mora di gelso

Mora di gelso

 

Che cos’è la mora di gelso?

La mora di gelso è il frutto di specie che appartengono al genere Morus, a loro volta incluse nella famiglia delle Moraceae. Il Morus alba (gelso bianco) è originario della Cina, il Morus rubra (gelso rosso) degli Stati Uniti orientali e il Morus nigra (gelso nero) dell’Asia occidentale. Una singola pianta del genere Morus può però produrre frutti di diversi colori: neri, rossi, violacei o bianchi.

 

Che proprietà nutrizionali ha la mora di gelso?

100 g di more di gelso (Morus nigra .L):

43 Calorie, circa

1,44 g di proteine

0,39 g di lipidi

9,80 g di carboidrati

1,7 g di fibra

36,4 mg di vitamina C

0,87 mg di vitamina E

0,620 mg di niacina

0,101 mg di riboflavina

0,050 mg di piridossina

7,8 µg di vitamina K

6 µg di folati

25 UI di vitamina A

194 mg di potassio

39 mg di calcio

18 mg di magnesio

10 mg di sodio

1,85 mg di ferro

0,12 mg di zinco

60 µg di rame

0,6 µg di selenio

La mora di gelso costituisce una fonte di alfa-carotene (12 µg in 100 g), beta-carotene (9 µg in 100 g), luteina/zeaxantina (136 µg in 100 g), di antocianine e di resveratrolo.

 

Possibili effetti collaterali della mora di gelso

È possibile che la mora di gelso alteri i livelli di zuccheri nel sangue: per questo è consigliabile consultare il proprio medico in caso di assunzione di farmaci come l’insulina, che riducono la glicemia. È inoltre possibile che le more di gelso comportino un aumento degli effetti collaterali dei farmaci per ridurre il colesterolo e che interferiscano con l’azione di antidepressivi, benzodiazepine, barbiturici, farmaci contro la gotta e, più in generale, molecole metabolizzate dal citocromo P450 3A4.

 

Stagionalità della mora di gelso

La maturazione delle more del gelso avviene in estate, solitamente tra i mesi di giugno e luglio.

 

Possibili benefici e controindicazioni della mora di gelso

La mora di gelso rappresenta una fonte di antiossidanti, che possono contribuire a difendere le cellule e l’organismo da invecchiamento, tumori, malattie neurodegenerative, infiammazione, diabete e infezioni. Inoltre il resveratrolo è molto importante per la salute cardiovascolare, mentre la zeaxantina protegge la retina. Il ferro è importante per i globuli rossi, il potassio per il cuore e il manganese per le difese antiossidanti. Infine, il buon funzionamento del metabolismo viene stimolato dalle vitamine del gruppo B.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Mormora

Mormora

 

Che cos’è la mormora?

La mormora (o marmora) è un pesce di acqua salata appartenente alla Famiglia degli Sparidi, come il pagello e l’occhiata. Il suo nome scientifico è Lithognatus mormyrus. Si presenta con una sagoma ovoidale, affusolato e leggermente appiattito sui fianchi; le sue dimensioni sono variabili: può andare dai 30 ai 50 centimetri di lunghezza e il suo peso oscilla tra i 400 grammi e il chilogrammo. Ha un colore piuttosto caratteristico: strisce verticali bruno-grigiastre caratterizzano il dorso, mentre coda e pinne presentano una colorazione tendente al giallo. In genere si trova in fondali fangosi e può vivere in acque profonde oltre i cento metri. Si nutre principalmente di molluschi e crostacei.

 

Che proprietà nutrizionali ha la mormora?

100 grammi di mormora apportano 97 Calorie suddivise in 75% di proteine, 18% di lipidi, 7% di carboidrati

 

In particolare 100 grammi di mormora contengono:

78 g di acqua

18 g di proteine

1,9 g di lipidi

45 mg di colesterolo

2 g di carboidrati disponibili

2 g di zuccheri solubili

287 mg di potassio

5,6 mg di ferro

69 mg di calcio

20 mg di magnesio

4,6 mg di zinco

1,1 mg di rame

102 µg di selenio

tracce di vitamina C

 

Possibili effetti collaterali della mormora

A oggi non si ha testimonianza di eventuali interazioni tra il consumo di mormora e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Reperibilità della mormora

Questo pesce viene molto apprezzato per la qualità delle sue carni, per cui viene pescato con la stessa frequenza di pesci più diffusi nei nostri mercati (come l’orata). La pesca della mormora viene quindi effettuata in tutti i mesi dell’anno, se però le acque del mare sono poco agitate.

 

Possibili benefici e controindicazioni

La mormora è caratterizzata da carni gustose e pregiate; la grande quantità di proteine dall’alto valore biologico in essa contenute (18 grammi di proteine ogni 100 grammi di carne di questo pesce) e la ridotta percentuale di grassi e carboidrati (100 grammi di carne di mormora apportano infatti solo 97 Calorie), fanno sì che questo pesce risulti indicato per l’alimentazione di bambini e anziani.

L’elevato contenuto di zinco (particolarmente importante nella biosintesi di aminoacidi e proteine e per il funzionamento di alcuni organi, oltre a essere fondamentale per i processi di crescita, di riparazione dei tessuti e per lo sviluppo sessuale), potassio (indispensabile per mantenere il bilancio idrico e la pressione sanguigna nella norma, per regolare l’eccitabilità neuromuscolare e la ritmicità del cuore), selenio (sostanza antiossidante e dalle proprietà anticancro) e ferro (indispensabile per una corretta ossigenazione di tutti i tessuti dell’organismo) contraddistinguono questo pesce dal punto di vista del contenuto minerale, insieme soprattutto al calcio e al magnesio.

 

Non si ha nota di controindicazioni relative al consumo della carne di mormora, a meno che non si soffra di allergia a questo pesce.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.