Mibefradil

Mibefradil

 

Si prescrive nel trattamento dell’ipertensione e delle malattie coronariche.

 

Che cos’è il Mibefradil?

E’ un calcio antagonista che blocca l’attività di alcuni canali attraverso cui il calcio può spostarsi a cavallo delle membrane cellulari.

 

Come si assume il Mibefradil?

Viene solitamente somministrato sotto forma di compresse.

 

Effetti collaterali del Mibefradil

Fra i suoi potenziali effetti indesiderati sono inclusi:

male alla testa

edema agli arti inferiori

rinite

dolore a livello addominale

sensazione di testa leggera

dispepsia

capogiri

stato di affaticamento

problemi uditivi

ipotensione

senso di nausea

conati di vomito

dolori a livello muscoloscheletrico

bradicardia

sincope

arrossamenti

stato d’ansia

sintomi depressivi

stato d’insonnia

congiuntivite

 

È importante rivolgersi subito un medico nel caso di reazioni allergiche

 

Comportamento e avvertenze

Prima di assumerlo è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri farmaci o a qualsiasi alimento o sostanza

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato

delle patologie e dei problemi di salute di cui si soffre (o si è sofferto nel pregresso)

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Micofenolato

Micofenolato

 

Si utilizza al fine di ridurre il rischio di rigetto di organi trapiantati. Trova altresì impiego per curare la malattia di Crohn.

 

Che cos’è il micofenolato?

E’ un agente immunosoppressore che indebolisce il sistema immunitario, in modo tale che non attacchi gli organi trapiantati causandone il rigetto.

 

Come si assume il micofenolato?

Può essere somministrato sotto forma di capsule, compresse o sospensione liquida da assumere via bocca. La sua assunzione deve essere associata a quella di altri medicinali e in genere prevede 2 somministrazioni al dì, a stomaco vuoto (cioè un’ora prima o due ore dopo aver mangiato o bevuto).

 

Effetti collaterali del micofenolato?

Esso riduce la capacità dell’organismo di combattere le infezioni e aumenta il rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva e di alcuni tipi di tumori.

Fra gli altri possibili effetti indesiderati sono inclusi:

stato di costipazione

dolore o gonfiore allo stomaco

senso di nausea

conati di vomito

stato di insonnia

dolori a schiena, muscoli o articolazioni

tremori incontrollabili

male alla testa

gas

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

difficoltà a respirare

senso di pesantezza, oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

scariche di diarrea

gonfiore a mani, braccia, piedi, caviglie o polpacci

difficoltà a respirare

battito accelerato

mancanza di energie

capogiri

svenimenti frequenti

pallore

feci scure o con sangue

vomito con sangue o che sembra caffè

ittero

 

Controindicazioni e avvertenze

Ne è controindicato l’impiego durante la gravidanza.

Eventuali antiacidi devono essere assunti almeno due ore prima o quattro ore dopo il farmaco.

Prima di assumerlo è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco (in particolare ai medicinali a base di acido micofenolico), ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (citando in particolare altri immunosoppressori, valaciclovir, carbone attivo, antibiotici, azatioprina, colestiramina, colestipolo, ganciclovir, probenecid, rifampicina, salicilati, sevelamer e valganciclovir)

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di ulcere o altri disturbi gastrointestinali, tumori o malattie epatiche o renali, sindrome di Lesch-Nyhan, sindrome di Kelley-Seegmiller, anemia o neutropenia

se si soffre di fenilchetonuria

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Durante la cura non bisogna sottoporsi a vaccinazioni senza previo consulto medico.

Mifepristone

Mifepristone

 

Si utilizza per interrompere una gravidanza nelle sue primissime fasi.

 

Che cos’è il Mifepristone?

E’ uno steroide sintetico che blocca l’azione del progesterone, l’ormone necessario per portare avanti una gravidanza.

 

Come si assume il Mifepristone?

Si somministra via bocca sotto forma di compresse. Di solito la cura prevede la successiva assunzione di un altro farmaco, il misoprostolo.

 

Effetti collaterali del Mifepristone

Fra i suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

male alla schiena

tremori e brividi

scariche di diarrea

capogiri

mal di testa

senso di nausea

dolore o crampi a livello addominale

sensazione di stanchezza

perdite o emorragie vaginali

conati di vomito

 

È importante contattare immediatamente un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

sensazione di pesantezza o oppressione al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

svenimenti

battito accelerato

febbre (38 °C o oltre)

forte emorragia a livello vaginale

dolore o sensibilità a livello della pelvi

gravi capogiri, sensazione di testa leggera o mal di testa

nausea, vomito o diarrea (gravi o persistenti)

forte male allo stomaco

fiato corto

insolita debolezza

insoliti fastidi, pruriti o perdite vaginali

 

Avvertenze

Non deve essere assunto insieme a anticoagulanti o corticosteroidi o se si utilizza la spirale. E’ inoltre sconsigliato in caso di malattie del sangue, disturbi emorragici, presenza di masse di natura sconosciuta nell’addome, gravidanze ectopiche, problemi ai surren o malattia di Addison.

Il pompelmo e il suo succo possono aumentare gli effetti indesiderati di questo medicinale. Inoltre l’alcol e alcuni farmaci possono peggiorare eventuali capogiri che rendono la sua assunzione incompatibile con la guida e con l’uso di macchinari pericolosi.

Prima di assumerlo è bene informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri farmaci (in particolare al misoprostolo) o a qualsiasi alimento o sostanza

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare antifungini azolici, eritromicina, anticonvulsivanti, dexametasone, anticoagulanti, corticosteroidi, rifampicina e iperico)

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di anemia, pressione alta, problemi polmonari, renali, respiratori, cardiaci o epatici

se si hanno più di 35 anni e si fumano più di 10 sigarette al giorno

in caso di programmato intervento chirurgico in anestesia generale

in caso di allattamento

Miocardite

Miocardite

 

La miocardite è un’infiammazione del muscolo cardiaco solitamente correlata a infezioni virali, batteriche o fungine (o micotiche). In alcuni casi si può avere una guarigione completa dalla malattia, senza postumi per il cuore. In altre situazioni, il superamento della fase di massima intensità può essere seguito da un danno permanente con compromissione della funzione cardiaca e conseguente scompenso cardiocircolatorio cronico.

Che cos’è la miocardite?

Quando il cuore viene colpito da un’infezione l’agente infettivo danneggia o distrugge le cellule muscolari delle sue pareti; nel stesso tempo le cellule del sistema immunitario che hanno la funzione di combatterla possono, a loro volta, provocare danni al muscolo cardiaco, contribuendo in modo rilevante al quadro globale. In questa rara circostanza le pareti del cuore diventano più spesse e deboli, generando i sintomi tipici di uno scompenso cardiaco. La prognosi dipende dalla causa alla base dell’infezione e dallo stato di salute generale di chi ne è colpito: in alcuni casi si può guarire completamente, mentre in altri lo scompenso può diventare cronico. Altre possibili complicazioni comprendono lo sviluppo di cardiomiopatie e l’estensione dell’infiammazione al pericardio con conseguente pericardite.

Da cosa può essere causata la miocardite?

Gli agenti infettivi che più spesso provocano la miocardite sono i virus (Coxsackie, Citomegalovirus, virus dell’epatite C, Herpes, HIV o Parvovirus), alcuni batteri (Clamidia, Micoplasma, Streptococco o Treponema) e alcuni funghi (Aspergillus, Candida, Coccidioidi, Criptococco o Histoplasma). Ci sono altre possibili cause, come reazioni allergiche a farmaci o sostanze tossiche (alcol, cocaina, metalli pesanti e catecolammine), oppure malattie autoimmuni o genericamente infiammatorie (artrite reumatoide, LES o sarcoidosi).

Con quali sintomi si manifesta la miocardite?

In alcuni casi la miocardite risulta essere asintomatica; in altri si manifestano sintomi simili a quelli dell’influenza. Tra i sintomi di interesse cardiologico che vengono di solito segnalati sono inclusi: palpitazioni (motivate da aritmie, che possono essere anche maligne), dolori al petto, affaticamento e mancanza di respiro; i pazienti possono segnalare anche svenimenti, riduzione della quantità di urine e comparsa di gonfiori agli arti inferiori, con caratteristiche di gravità via via maggiori secondo il livello di compromissione della funzione del cuore. È possibile che questi sintomi coesistano con altri più generali di tipo infettivo/infiammatorio come febbre, mal di testa, dolori muscolari, dolori articolari.

Come si può prevenire la miocardite?

Non esistono vere misure per prevenire una miocardite che può anche risultare come prima e unica manifestazione di una infezione virale o di una malattia autoimmune. È sempre opportuno effettuare il trattamento tempestivo di un’infezione batterica o fungina, per prevenire il coinvolgimento del cuore e quindi la comparsa di miocardite.

Diagnosi

Per effettuare una diagnosi di miocardite potrebbero essere prescritti:

esami del sangue, inclusi le emocolture e altri esami infettivologici

RX del torace

ECG

ecocardiogramma

cateterismo cardiaco con biopsia endomiocardica

​Trattamenti

Il trattamento più adatto in caso di miocardite dipende dalla causa scatenante e può includere:

l’assunzione di antibiotici

l’assunzione di antinfiammatori

Nel caso in cui la compromissione cardiaca fosse molto rilevante è necessario ricoverare il paziente in ambiente ospedaliero e somministrare la terapia dello scompenso cardiaco. Nelle forme più gravi sono obbligatori la degenza in terapia intensiva e i trattamenti farmacologici e meccanici del caso (inclusi il posizionamento di un pace-maker temporaneo o definitivo e l’impiego di un defibrillatore).

 

Miomectomia (Asportazione di fibromi uterini)

Miomectomia (Asportazione di fibromi uterini)

 

La rimozione dei fibromi uterini per via laparoscopica ha trovato il massimo sviluppo negli anni novanta. Anche se ancora molto diffusa la miomectomia per via laparotomica. Alla base della scelta chirurgica di eseguire ancora oggi la miomectomia laparotomica ci sono l’esperienza del chirurgo ginecologo e la qualità della sutura, ma è dimostrato che la sutura laparoscopica ha le stesse caratteristiche di quella eseguita con laparotomia. La sutura con il robot inoltre riduce il tempo totale dell’intervento e il sanguinamento del muscolo uterino.

Miopia

Myopia

 

Myopia is the most common defect of vision, affects 30% of the European population, and constitutes the most frequent eye disorders. In the myopic subject the view from afar is reduced by making distant objects appear blurry. This happens as a result of a defect of the eye refraction, which makes it difficult to focus. The light rays from distant objects are to fall on a place before the retinal plane, generating a blur retinal.

 

What is myopia?

In some patients myopia you can do as an accompaniment to other retinal disorders resulting in visual impairment. In case of alterations of the central retina, or glasses or contact lenses will be sufficient to recover a clear view and view pictures not blurry.

 

In these cases even a refractive surgery to reduce myopia can reacquire the tenths, but at least allows to obtain greater visual acuity without the need for lenses or by employing a reduced diopter lenses, less thick and more aesthetically pleasing. The diopter is the value that expresses the ability of essential lens for a myopic eye to see well.

In cases of progressive myopia, due to a gradual elongation of the bulb, the surgery goes to correct the refractive defect present at the time of surgery, but is not able to eliminate the tendency to an increase of the length of the eyeball can not therefore prevent a subsequent worsening of myopia.

Visual acuity indicates the visual performance achievable by each eye. It is measured in tenths by reading the patient numbers and places varying size letters on specially designed boards. The smaller are the recognized symbols the greater the visual acuity.

The maximum value of the visual acuity of an eye in perfect health is ten tenths of millimeters (10/10).

 

What are the causes of myopia?

The main causes of myopia can be:

unusually long eyeball;

greater curvature than the norm of the cornea or the lens;

refractive power of the excessive lens (index myopia).

 

What are the symptoms of myopia?

The person suffering from myopia to see in sharp, needs consistently in all the activities carried out during the day, including driving, eyeglasses or corrective lenses that allow you to properly correct the incoming light rays into the eye in so as to form clear images on the retina.

The symptoms of myopia may include:

blurry vision in observing distant objects

The need to frequently squint to get a clear view

Eyestrain resulting in headaches

 

Diagnosis

To diagnose myopia requires an eye examination with measurement of visual acuity:

Myopia diagnosis is made by the ophthalmologist during eye examination. The specialist measuring visual acuity and accurately determines the diopter of the visual defect, also with the aid of cicloplegiche drops, which produce the dilation of the pupil and a difficulty in focusing.

After the eye examination is determined the level of myopia expressed in diopters. Simplistically, the diopter power of the lens to match needed to see clearly the sull’ottotipo symbols, the board used ophthalmologist

 

treatments

You can correct myopia with glasses or contact lenses or you Piò required surgical intervention.

The photo refractive surgery recurring use of the excimer laser. The laser energy breaks the bonds between the molecules and produces an “evaporation” of the targeted tissue without damaging the surrounding tissues.

Other surface surgery techniques include:

PRK, a variant and trans-epithelial PRK customized, one of the most modern technology currently available

LASEK

EpiLASIK

Techniques intrastromal surgery (LASIK)

 

The refractive “customized” surgery is essential in the presence of high-order irregularities and allows a greater improvement of the retinal image quality obtained after the intervention elevating further the obtained visual quality.

 

Prevention

They are recommended visits to control eye from the age of 4-5 years and if you have family history of eye disease even before this age.

Mitoxantrone

Mitoxantrone

 

Si prescrive, in combinazione con altri farmaci, per curare la leucemia acuta non linfoblastica ed alcune forme avanzate di tumore alla prostata. E’ impiegato altresì al fine di ridurre il numero di ricadute e i problemi fisici associati alla malattia in alcuni soggetti affetti da sclerosi multipla.

 

Che cos’è il mitoxantrone?

Il suo esatto meccanismo di azione non è noto; si ritiene che esso interferisca con la riproduzione e la crescita delle cellule e che ciò contribuisca a ridurre il numero di cellule tumorali presenti nell’organismo.

 

Come si assume il mitoxantrone?

Si somministra tramite infusione in vena.

 

Effetti collaterali del mitoxantrone

Il suo impiego può determinare una colorazione blu-verde delle urine e della sclera degli occhi. Può inoltre causare gravi problemi cardiaci (anche ad anni di distanza dalla sua somministrazione), ridurre le capacità dell’organismo di combattere le infezioni e abbassare il numero di piastrine. In alcuni individui la sua assunzione è stata associata alla comparsa di una forma di leucemia; questo rischio aumenta in caso di contestuale assunzione di altri farmaci citotossici.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

male alla schiena

stato di costipazione

tosse

scariche di diarrea

perdita o assottigliamento dei capelli

senso di nausea

dolore o fastidi allo stomaco

naso chiuso o che cola

senso di stanchezza

senso di affaticamento

calo dell’appetito

assenza delle mestruazioni

alterazione del ciclo mestruale

dolore alla bocca o vesciche

conati di vomito

stato di debolezza

 

È importante ricorrere subito alle cure di un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza, oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

stato di confusione

urine scure, rosa o con sangue

battito accelerato o irregolare

febbre, brividi, mal di gola o tosse persistente

minzione aumentata, ridotta o dolorosa

sbalzi d’umore o cambiamenti del comportamento

dolori, debolezza o crampi a livello muscolare

dolore, gonfiore, arrossamenti o cianosi al sito di iniezione

sintomi convulsivi

gravi infiammazione o dolore alla bocca

nausea, vomito, diarrea o mal di stomaco (forti o persistenti)

debolezza o stanchezza gravi o persistenti

fiato corto

improvviso e inspiegabile aumento di peso

gonfiore a mani, gambe o piedi

lividi o emorragie

cambiamenti alla pelle o alle unghie

problemi visivi

ittero

 

Controindicazioni e avvertenze

Può essere controindicato in presenza di alcune complicanze cardiaci.

Prima del trattamento è opportuno rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato, in particolare trastuzumab, digossina, ciclosporina e idantoine

se si soffre (o si ha sofferto in pregresso) di anemia, disturbi della coagulazione, problemi al fegato o al cuore, gotta, emorragie, depressione del midollo osseo e infezioni

in caso di radioterapia o chemioterapia a livello del torace

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Durante la cura non bisogna sottoporsi a vaccini vivi.

Inoltre le donne in età fertile devono utilizzare efficaci metodi contraccettivi.

Mora di gelso

Mora di gelso

 

Che cos’è la mora di gelso?

La mora di gelso è il frutto di specie che appartengono al genere Morus, a loro volta incluse nella famiglia delle Moraceae. Il Morus alba (gelso bianco) è originario della Cina, il Morus rubra (gelso rosso) degli Stati Uniti orientali e il Morus nigra (gelso nero) dell’Asia occidentale. Una singola pianta del genere Morus può però produrre frutti di diversi colori: neri, rossi, violacei o bianchi.

 

Che proprietà nutrizionali ha la mora di gelso?

100 g di more di gelso (Morus nigra .L):

43 Calorie, circa

1,44 g di proteine

0,39 g di lipidi

9,80 g di carboidrati

1,7 g di fibra

36,4 mg di vitamina C

0,87 mg di vitamina E

0,620 mg di niacina

0,101 mg di riboflavina

0,050 mg di piridossina

7,8 µg di vitamina K

6 µg di folati

25 UI di vitamina A

194 mg di potassio

39 mg di calcio

18 mg di magnesio

10 mg di sodio

1,85 mg di ferro

0,12 mg di zinco

60 µg di rame

0,6 µg di selenio

La mora di gelso costituisce una fonte di alfa-carotene (12 µg in 100 g), beta-carotene (9 µg in 100 g), luteina/zeaxantina (136 µg in 100 g), di antocianine e di resveratrolo.

 

Possibili effetti collaterali della mora di gelso

È possibile che la mora di gelso alteri i livelli di zuccheri nel sangue: per questo è consigliabile consultare il proprio medico in caso di assunzione di farmaci come l’insulina, che riducono la glicemia. È inoltre possibile che le more di gelso comportino un aumento degli effetti collaterali dei farmaci per ridurre il colesterolo e che interferiscano con l’azione di antidepressivi, benzodiazepine, barbiturici, farmaci contro la gotta e, più in generale, molecole metabolizzate dal citocromo P450 3A4.

 

Stagionalità della mora di gelso

La maturazione delle more del gelso avviene in estate, solitamente tra i mesi di giugno e luglio.

 

Possibili benefici e controindicazioni della mora di gelso

La mora di gelso rappresenta una fonte di antiossidanti, che possono contribuire a difendere le cellule e l’organismo da invecchiamento, tumori, malattie neurodegenerative, infiammazione, diabete e infezioni. Inoltre il resveratrolo è molto importante per la salute cardiovascolare, mentre la zeaxantina protegge la retina. Il ferro è importante per i globuli rossi, il potassio per il cuore e il manganese per le difese antiossidanti. Infine, il buon funzionamento del metabolismo viene stimolato dalle vitamine del gruppo B.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Mormora

Mormora

 

Che cos’è la mormora?

La mormora (o marmora) è un pesce di acqua salata appartenente alla Famiglia degli Sparidi, come il pagello e l’occhiata. Il suo nome scientifico è Lithognatus mormyrus. Si presenta con una sagoma ovoidale, affusolato e leggermente appiattito sui fianchi; le sue dimensioni sono variabili: può andare dai 30 ai 50 centimetri di lunghezza e il suo peso oscilla tra i 400 grammi e il chilogrammo. Ha un colore piuttosto caratteristico: strisce verticali bruno-grigiastre caratterizzano il dorso, mentre coda e pinne presentano una colorazione tendente al giallo. In genere si trova in fondali fangosi e può vivere in acque profonde oltre i cento metri. Si nutre principalmente di molluschi e crostacei.

 

Che proprietà nutrizionali ha la mormora?

100 grammi di mormora apportano 97 Calorie suddivise in 75% di proteine, 18% di lipidi, 7% di carboidrati

 

In particolare 100 grammi di mormora contengono:

78 g di acqua

18 g di proteine

1,9 g di lipidi

45 mg di colesterolo

2 g di carboidrati disponibili

2 g di zuccheri solubili

287 mg di potassio

5,6 mg di ferro

69 mg di calcio

20 mg di magnesio

4,6 mg di zinco

1,1 mg di rame

102 µg di selenio

tracce di vitamina C

 

Possibili effetti collaterali della mormora

A oggi non si ha testimonianza di eventuali interazioni tra il consumo di mormora e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Reperibilità della mormora

Questo pesce viene molto apprezzato per la qualità delle sue carni, per cui viene pescato con la stessa frequenza di pesci più diffusi nei nostri mercati (come l’orata). La pesca della mormora viene quindi effettuata in tutti i mesi dell’anno, se però le acque del mare sono poco agitate.

 

Possibili benefici e controindicazioni

La mormora è caratterizzata da carni gustose e pregiate; la grande quantità di proteine dall’alto valore biologico in essa contenute (18 grammi di proteine ogni 100 grammi di carne di questo pesce) e la ridotta percentuale di grassi e carboidrati (100 grammi di carne di mormora apportano infatti solo 97 Calorie), fanno sì che questo pesce risulti indicato per l’alimentazione di bambini e anziani.

L’elevato contenuto di zinco (particolarmente importante nella biosintesi di aminoacidi e proteine e per il funzionamento di alcuni organi, oltre a essere fondamentale per i processi di crescita, di riparazione dei tessuti e per lo sviluppo sessuale), potassio (indispensabile per mantenere il bilancio idrico e la pressione sanguigna nella norma, per regolare l’eccitabilità neuromuscolare e la ritmicità del cuore), selenio (sostanza antiossidante e dalle proprietà anticancro) e ferro (indispensabile per una corretta ossigenazione di tutti i tessuti dell’organismo) contraddistinguono questo pesce dal punto di vista del contenuto minerale, insieme soprattutto al calcio e al magnesio.

 

Non si ha nota di controindicazioni relative al consumo della carne di mormora, a meno che non si soffra di allergia a questo pesce.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Moscardino

Moscardino

 

Che cos’è il moscardino?

Il moscardino (nome scientifico Eldone moschata) è un mollusco cefalopode della famiglia delle Octopodidae, a cui appartengono anche seppie e calamari. La varietà più pregiata ha un colore bruno con sfumature grigio-bluastre ed è detta anche “muschiata” per il particolare odore che emana e che ricorda, appunto, il muschio. Il moscardino muschiato è lungo al massimo 40 centimetri (tentacoli compresi) e può raggiungere il peso di 700 grammi, anche se sul mercato sono disponibili più frequentemente esemplari di circa 15-20 cm di lunghezza e 100-300 grammi di peso. Spesso viene confuso con il polpo, di cui ha la stessa forma, con una distinzione che riguarda i tentacoli: il polpo è caratterizzato infatti da tentacoli con due file di ventose, mentre quelli del moscardino ne presentano solo una. La sua riproduzione avviene nel periodo tra gennaio e maggio. Cresce in gran parte nel Mediterraneo e in special modo nel mare Adriatico (predilige fondali bassi e fangosi). La varietà meno pregiata – ma comunque molto diffusa – è di dimensioni inferiori e ha carni più chiare e viene chiamata “moscardino bianco”.

 

Che proprietà nutrizionali ha il moscardino?

100 grammi di moscardino apportano circa 75 Calorie e contengono approssimativamente:

78 g di acqua

12 g di proteine

1,5 g di lipidi

65 mg di colesterolo

In questo mollusco sono contenute buone quantità di vitamine (soprattutto la vitamina A, le vitamine del gruppo B e la vitamina E) e di sali minerali (tra cui potassio, sodio, fosforo).

I grassi contenuti in questo mollusco sono perlopiù acidi grassi polinsaturi a lunga catena, i cosiddetti “grassi buoni”.

 

Possibili effetti collaterali del moscardino

A oggi non si ha nota di eventuali interazioni tra il consumo di moscardino e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Stagionalità del moscardino

Il moscardino è disponibile in commercio durante tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il moscardino è un mollusco piuttosto apprezzato per la qualità delle sue carni. In questo mollusco sono presenti buone quantità di vitamine – soprattutto la vitamina A, le vitamina del gruppo B e la vitamina E – e di sali minerali – tra cui potassio, sodio e fosforo – oltre a proteine dall’elevato valore biologico e acidi grassi polinsaturi a lunga catena (i cosiddetti “grassi buoni”): rappresenta quindi un alimento sano che risulta adatto ad essere consumato da persone di tutte le età, bambini e anziani compresi, e che può essere consumato anche da soggetti affetti da problematiche cardiovascolari. Essendo un alimento ipocalorico, inoltre, risulta adatto all’inserimento anche in regimi alimentari caratterizzati da ristretto introito calorico.

Non sono presenti controindicazioni relative al consumo del moscardino, a meno che non si soffra di allergia a questo mollusco.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il   parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai   consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Moxifloxacina

Moxifloxacina

 

S’impiega nel trattamento di alcune infezioni batteriche.

 

Che cos’è la Moxifloxacina?

Questo farmaco uccide i batteri sensibili alla sua azione, inibendo gli enzimi topoisomerasi II e IV. Il primo è una molecola fondamentale per la trascrizione, la replicazione e la riparazione del DNA dei batteri; il secondo è coinvolto nei processi di divisione cellulare.

 

Come si assume la Moxifloxacina?

Viene somministrato sotto forma di compresse.

 

Effetti collaterali della Moxifloxacina

La sua prolungata assunzione può determinare una seconda infezione. Inoltre, in caso di diabete, è opportuno rammentare come questo antibiotico possa influenzare il livello di zucchero nel sangue.

Solo raramente la cura può avere effetti collaterali gravi, ad esempio a livello di fegato, sangue, muscoli ed articolazioni. Nello specifico il suo impiego è associato ad un aumento del rischio di problemi ai tendini (dolore, gonfiore, infiammazione e anche rottura) e può peggiorare la debolezza muscolare e le complicanze respiratorie associate alla miastenia gravis.

Infine, il farmaco può provocare effetti collaterali a livello dei nervi di braccia, mani, gambe o piedi, aumentare la sensibilità della pelle alla luce solare o scatenare la sindrome di Stevens-Johnson.

Fra gli altri possibili effetti indesiderati si possono includere:

scariche di diarrea

capogiri

male alla testa

senso di nausea

 

È importante contattare subito un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare o deglutire

febbre, brividi, tosse o mal di gola persistente

stati di allucinazione

problemi uditivi

problemi a livello tendineo o articolare

ustioni solari

desquamazione o epidermide gonfia o arrossata

problemi psicologici o sbalzi d’umore

debolezza o dolori a livello muscolare

incubi notturni

sensazione di pesantezza o oppressione al petto o alla gola

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

raucedine insolita

sangue nelle feci

dolore al torace

minzione ridotta

svenimenti

battito accelerato, rallentato o irregolare

fiato corto o altri problemi respiratori

dolori o crampi a livello muscolare

istinti al suicidio

sintomi di iperglicemia o ipoglicemia

diarrea grave o persistente

mal di testa, capogiri o sensazione di testa leggera, forti o persistenti

problemi epatici

tremori

stato d’insonnia

difficoltà a deambulare

lividi o emorragie

gonfiore o aumento di peso corporeo

insolite stanchezza o debolezza

perdite vaginali, prurito o cattivo odore

problemi visivi

macchie bianche in gola

 

Avvertenze

Può esserne controindicato l’impiego in presenza di miastenia gravis, di assunzione di farmaci antiaritmici, di alcuni problemi cardiaci o di bassi livelli di potassio nel sangue,.

La cura può compromettere le capacità di guida e di manovra di macchinari pericolosi; tale effetto collaterale può essere aggravato dall’alcol e da alcuni medicinali.

Prima di assumere il farmaco è opportuno informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti per il passato (in particolare farmaci che aumentano il rischio di prolungamento dell’intervallo QT, insulina o antidiabetici orali, warfarin, Fans, corticosteoroidi, antiaritmici, cisapride, diuretici, eritromicina, antidepressivi triciclici o altri psicofarmaci)

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di infezioni gastriche, problemi epatici, cerebrali o al sistema nervoso, aumento della pressione nel cervello, problemi ai tendini o alle articolazioni, artrite reumatoide, malattie renali o riduzione della funzionalità dei reni, Alzheimer, problemi ai vasi sanguigni cerebrali, diarrea, diabete o iperglicemia, ipoglicemia, convulsioni, pelle ipersensibile al sole, bassi livelli di potassio nel sangue, battito cardiaco irregolare (anche in caso di storia familiare) o altri problemi al cuore

in caso di pregresso infarto

in caso di trapianto di rene, cuore o polmone

se si svolge un’intensa attività fisica

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Durante la cura è importante evitare di sottoporsi ad alcuni tipi vaccini vivi.

Moxonidina

Moxonidina

 

Si prescrive nel trattamento dell’ipertensione.

 

Che cos’è la Moxonidina?

Agisce rilassando i muscoli presenti nella parete dei vasi sanguigni, promuovendo la loro dilatazione: il risultato che ne deriva è la riduzione della pressione sanguigna.

 

Come si assume la Moxonidina?

Si assume via bocca sotto forma di compresse da deglutire con dell’acqua.

 

Effetti collaterali della Moxonidina

Fra gli effetti indesiderati più comunemente associabili alla cura a base di moxonidina sono inclusi:

fauci secche

sensazione di sonnolenza

problemi allo stomaco

mal di testa

male alla schiena

stato di insonnia

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà respirare o deglutire

sensazione di pesantezza o oppressione al petto o alla gola

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

 

Avvertenze

Il consumo di bevande alcoliche può aumentare gli effetti indesiderati della moxonidina.

Prima di assumere il farmaco è opportuno informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di disturbi renali, cardiaci o angina

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

È inoltre sempre importante far sapere medici, chirurghi e dentisti che si sta assumendo questo farmaco.

Nafcillina

Nafcillina

 

La nafcillina viene utilizzata per trattare e prevenire alcune infezioni batteriche.

 

Che cos’è la Nafcillina?

La nafcillina impedisce la sintesi della parete cellulare dei batteri sensibili alla sua azione. In questo modo ne provoca la morte.

 

Come si assume la Nafcillina?

La nafcillina può essere somministrata per via orale (in genere sotto forma di capsule) o mediante iniezioni direttamente in vena.

 

Effetti collaterali della Naficillina

L’assunzione a lungo termine o ripetuta di nafcillina può causare una seconda infezione.

Fra gli altri suoi possibili effetti avversi sono inclusi:

  • lieve diarrea
  • nausea
  • vomito

È importante contattare subito un medico in caso di:

  • rash cutaneo
  • orticaria
  • prurito
  • difficoltà respiratorie o di deglutizione
  • sensazione di oppressione al petto o alla gola
  • gonfiore di bocca, volto, labbra o lingua
  • sangue nelle feci
  • febbre
  • dolori muscolari
  • dolore, arrossamento o gonfiore al sito di iniezione
  • grave diarrea
  • dolori o crampi allo stomaco
  • irritazione o perdite vaginali

Avvertenze

La nafcillina non deve essere assunta in caso di trattamento con una tetraciclina. Inoltre è importante ricordare che la sua assunzione può compromettere l’efficacia dei contraccettivi ormonali.

Prima di assumere il farmaco è bene informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali (in particolare a una cefalosporina o ad altri antibiotici beta-lattamici), ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare tetracicline, anticoagulanti, eparina, metotressato, aminoglicosidi o contraccettivi orali
  • se si soffre (o si ha sofferto) di asma
  • in caso di gravidanza o allattamento

Nashi o pera asiatica

Nashi o pera asiatica

 

Che cos’è il nashi o pera asiatica?

Il nashi è il frutto del Pyrus pyrifolia, specie appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Chiamato anche “pera asiatica”, il frutto ha origini proprio in Asia. In particolare, vengono indicate come nashi sia le cosiddette pere cinesi sia le pere giapponesi che quelle coreane. In confronto alla pera europea, il nashi contiene maggiori quantità di acqua e ha una consistenza più granulosa; spesso anche la forma è diversa: le pere asiatiche tendono a essere più tonde, più simili a una mela.

Attualmente la Cina risulta essere il principale produttore mondiale di nashi, seguono il Giappone, la Corea del Sud, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti.

 

Che proprietà nutrizionali ha il nashi?

100 g di nashi apportano 43 Calorie.

In un frutto da 255 g sono presenti circa:

28,82 g di carboidrati

0,77 g di proteine

0,26 g di lipidi

2,3 g di fibre

7,65 di vitamina C

0,51 mg di niacina

0,36 mg di acido pantotenico

0,26 mg di vitamina E

0,05 mg di tiamina

0,05 mg di piridossina

15,3 µg di folati

1,28 µg di biotina

357 mg di potassio

18,05 mg di fosforo

12,75 mg di magnesio

5,53 mg di ferro

5,1 mg di calcio

0,26 mg di zinco

0,15 mg di rame

0,1 mg di manganese

 

Possibili effetti collaterali del nashi

Non si ha evidenza di possibili interazioni del nashi (o più ingenerale delle pere) con farmaci o sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità del nashi

La stagione del nashi è l’autunno. In Italia solitamente è disponibile in commercio fino al mese di dicembre.

 

Possibili benefici e controindicazioni del nashi

I benefici derivanti dal consumo di nashi dipendono soprattutto dal suo elevato contenuto di magnesio, minerale che è in grado di contrastare stanchezza e affaticamento. Inoltre si presenta come un alimento ricco di fibre e di micronutrienti che possono contribuire a proteggere la salute cardiovascolare e quella delle ossa.

Generalmente, il consumo alimentare di pere non presenta particolari controindicazioni e non vi è testimonianza di particolari rischi per la salute.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Nilotinib

Nilotinib

 

Il Nilotinib può essere utilizzato nel trattamento di alcuni tipi di leucemia, ad esempio la leucemia mieloide acuta.

Che cos’è il Nilotinib?

Il Nilotinib previene la crescita delle cellule tumorali. Agisce inibendo l’attività dell’enzima tirosinasi.

Come si assume il Nilotinib?

Il Nilotinib viene somministrato per via orale, in genere sotto forma di capsule da assumere a stomaco vuoto (almeno un’ora prima o 2 ore dopo i pasti).

Effetti collaterali del Nilotinib

L’assunzione di Nilotinib può essere associata a gravi alterazioni del battito cardiaco. Sono stati segnalati casi di morte improvvisa. Il trattamento può aumentare la sensibilità alle infezioni, ridurre il numero di piastrine nel sangue o aumentare la formazione di trombi.

Fra gli altri possibili effetti avversi del farmaco sono inclusi:

  • mal di schiena
  • dolori a ossa, articolazioni o muscoli
  • costipazione
  • diarrea
  • capogiri
  • pelle secca
  • arrossamenti
  • gas
  • perdita dei capelli
  • mal di testa
  • perdita dell’appetito
  • prurito lieve
  • lievi crampi o spasmi muscolari
  • lievi fastidi allo stomaco
  • nausea
  • sudorazioni notturne
  • naso chiuso o che cola
  • starnuti
  • stanchezza
  • difficoltà a dormire
  • vomito
  • debolezza

È importante contattare subito un medico in caso di:

  • rash cutaneo
  • orticaria
  • prurito
  • difficoltà respiratorie o di deglutizione
  • sensazione di oppressione al petto o alla gola
  • gonfiore di bocca, volto, labbra o lingua
  • bruciore, intorpidimento o pizzicore
  • variazioni nella quantità di urina prodotta
  • dolori al torace
  • confusione
  • svenimenti
  • battito cardiaco rallentato, accelerato o irregolare
  • sensazione di avere la testa leggera
  • problemi psicologici o cambiamenti d’umore
  • intorpidimento o debolezza a un braccio o a una gamba
  • debolezza a un lato del corpo
  • convulsioni
  • capogiri, mal di testa, stanchezza o debolezza gravi o persistenti
  • mal di stomaco, nausea o vomito forti o persistenti
  • fiato corto
  • difficoltà a parlare
  • aumento improvviso di peso
  • gonfiore di mani, piedi, caviglie o occhi
  • emorragie
  • infezioni
  • problemi epatici
  • pancreatite
  • problemi alla vista

Avvertenze

Il trattamento con Nilotinib può compromettere le capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi. L’effetto può essere aggravato dall’alcol o da altri medicinali.

Il Nilotinib non deve essere assunto in caso di sindrome del QT lungo, prolungamento dell’intervallo QT, bassi livelli ematici di potassio o di magnesio, intolleranza al galattosio, grave carenza di lattasi, problemi di assorbimento del glucosio o del galattosio o gravi intolleranze al lattosio.

Il trattamento con Nilotinib è inoltre controindicato in caso di assunzione di amiodarone, disopiramide, procainamide, chinidina, sotalolo o altri antiaritmici, carbamazepina, clorochina, claritromicina, dexametasone, aloperidolo, itraconazolo, ketoconazolo, metadone, moxifloxacina, nefazodone, fenobarbital, fenitoina, pimozide, inibitori delle proteasi, PPI, rifabutina, rifampicina, rifapentina, iperico, telitromicina, voriconazolo o farmaci che possono portare a un prolungamento dell’intervallo QT.

Infine, durante il trattamento è necessario evitare l’assunzione di pompelmo e del suo succo.

Prima di assumere il farmaco è bene informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza
  • di un’eventuale intolleranza al lattosio
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare amiodarone, disopiramide, procainamide, chinidina, sotalolo o altri antiaritmici, clorochina, claritromicina, aloperidolo, itraconazolo, ketoconazolo, metadone, moxifloxacina, nefazodone, pimozide, inibitori delle proteasi, telitromicina, voriconazolo, alfentanil, ciclosproine, diidroergotamina, ergotamina, fentanile, midazolam (per via orale), sirolimus, tacrolimus, carbamazepina, dexametasone, fenobarbital, fenitoina, PPI, rifabutina, rifampicina, rifapentina e iperico
  • se si soffre (o si ha sofferto) di altre forme tumorali oltre alla leucemia, problemi cardiaci, epatici, renali, pancreatici o al midollo osseo, globuli bianchi o piastrine bassi, anemia o anomalie nei livelli di elettroliti nel sangue (ad esempio fosforo, calcio o sodio)
  • in caso di casi di prolungamento dell’intervallo QT in famiglia
  • in caso di gastrectomia totale
  • in caso di gravidanza o allattamento

È inoltre importante informare medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di Nilotinib e parlare con un medico prima di sottoporsi a qualunque vaccino, in particolare a quelli vivi.

Nitrito di amile

Nitrito di amile

 

Il nitrito di amile è utilizzato nel trattamento associato agli attacchi di angina.

Che cos’è il Nitrito di amile?

Il nitrito di amile permette il rilassamento dei vasi sanguigni, aumenta l’apporto di sangue e ossigeno al cuore e riduce contemporaneamente il carico di lavoro per il muscolo cardiaco.

Come si assume il Nitrito di Amile?

Nel maggior parte dei casi si assume per via inalatoria.

Effetti avversi riconosciuti

Fra i possibili effetti avversi del nitrito di amile sono inclusi:

  • capogiri o sensazione di avere la testa leggera
  • polso accelerato
  • arrossamenti del viso e del collo
  • lieve mal di testa
  • nausea o vomito
  • irrequietezza

È importante contattare subito un medico in caso di:

  • rash cutaneo
  • stanchezza o debolezza insolite
  • cianosi di labbra, unghie o palmi delle mani
  • forti capogiri o svenimenti
  • sensazione di forte pressione nel cranio
  • fiato corto
  • battito cardiaco debole e accelerato

Complicazioni e avvertenze

Questo principio attivo può causare capogiri o la sensazione di avere la testa leggera soprattutto alzandosi dalla posizione sdraiata a quella seduta. Questa complicazione è aggravata dal consumo di alcolici.

Prima di assumere il farmaco è bene informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare avanafil, riociguat, sildenafil, tadalafil e vardenafil
  • se si soffre (o si ha sofferto) di anemia, glaucoma o ipertiroidismo
  • in caso di ictus, infarti o traumi cranici recenti
  • in caso di gravidanza o allattamento

Norgestrel

Norgestrel

 

Il norgestrel, spesso detto “minipillola”, può essere prescritto alle donne che vogliono evitare una gravidanza o per ridurre i dolori e le perdite mestruali. In altri casi viene utilizzato per regolarizzare il ciclo mestruale.

Come anticoncezionale può essere meno efficace rispetto ad altri metodi ormonali. Per questo in genere viene utilizzato a tale scopo solo dalle donne che non possono assumere contraccettivi a base di estrogeni.

Che cos’è il Norgestrel?

Il norgestrel agisce modificando l’utero e il muco della cervice in modo da rendere più difficoltoso l’impianto di un eventuale ovulo fertilizzato. Inoltre nel 50% delle donne che ne fanno uso l’assunzione regolare previene inoltre l’ovulazione.

Come si assume il Norgestrel?

Il norgestrel si assume per via orale, sotto forma di compresse.

In genere la posologia è di una compressa al giorno; nel caso in cui scateni nausea o problemi di stomaco è consigliabile assumerla prima di andare a dormire.

Effetti collaterali del Norgestrel

In rari casi l’assunzione di norgestrel può essere associata alla formazione di trombi.

Fra gli altri suoi possibili effetti avversi sono inclusi:

  • nausea
  • vomito
  • crampi allo stomaco
  • gonfiore
  • capogiri
  • mal di testa
  • stanchezza
  • sensibilità del seno
  • riduzione del volume del seno
  • acne
  • capelli grassi
  • perdita di capelli
  • aumento di peso
  • infezioni vaginali

È importante contattare subito un medico in caso di:

  • rash cutaneo
  • prurito
  • gonfiore a volto, lingua o gola
  • difficoltà respiratorie
  • forti capogiri
  • emorragie vaginali prolungate (più di 8 giorni)
  • assenza delle mestruazioni per 2 cicli consecutivi
  • depressione
  • irsutismo
  • piedi o caviglie gonfi
  • fiato corto, dolore al petto, alla mascella o al braccio sinistro, confusione, sangue nell’espettorato, capogiri o svenimenti, dolore, gonfiore o caldo all’inguine o a un polpaccio, pizzicore, debolezza o intorpidimento di gambe o braccia, mal di testa insoliti, difficoltà a parlare, debolezza a un lato del corpo, problemi alla vista
  • forte dolore a stomaco, pancia o a livello addominale
  • noduli al seno
  • stanchezza insolita
  • urine scure
  • ittero

Avvertenze

In caso di vomito entro 4 ore dall’assunzione di norgestrel e in caso di diarrea l’efficacia contraccettiva può diminuire; nei 2 giorni successivi è bene utilizzare anche altri metodi anticoncezionali.

Prima di assumere norgestrel è bene informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare principi attivi che velocizzano il transito intestinale, isotretinoina, troleandomicina, griseofulvina, modanafil, rifamicine, iperico, anticonvulsivanti e farmaci contro l’HIV
  • delle malattie e dei problemi di salute di cui si soffre (o si ha sofferto)
  • in caso di gravidanza o allattamento

L’assunzione di norgestrel può interferire con i risultati di alcuni esami di laboratorio.

Nortriptilina

Nortriptilina

 

La nortriptilina è utilizzata principalmente nel trattamento dei sintomi della depressione.

Che cos’è la Nortriptilina?

La nortriptilina è un antidepressivo triciclico. Agisce sui livelli di molecole cerebrali ristabilendo l’equilibrio.

Come si assume la Nortriptilina?

In genere la nortriptilina si assume per via orale.

Effetti collaterali della Nortriptilina

Chi assume questo principio attivo ha riscontrato, in alcuni casi, una modifica della propria capacità di reazione e di ragionamento e un aumento della sensibilità cutanea al sole.

Fra gli altri suoi possibili effetti avversi sono inclusi:

  • nausea, vomito, perdita dell’appetito
  • ansia, insonnia
  • secchezze delle fauci o strano sapore in bocca
  • riduzione della minzione
  • costipazione
  • problemi alla vista
  • gonfiore delle mammelle
  • problemi nella sfera sessuale

È importante contattare subito un medico in caso di:

  • vista appannata o a tunnel, dolore o gonfiore agli occhi, aloni attorno alle luci
  • movimenti incontrollati di occhi, lingua, mascella o collo
  • sensazione di svenimento
  • convulsioni
  • dolore al petto, battiti cardiaci pesanti, strane sensazioni nel torace
  • debolezza o intorpidimenti improvvisi, problemi alla vista, a parlare o di equilibrio
  • febbre, mal di gola, lividi, emorragie
  • macchi violacee sottopelle
  • dolore alla parte alta dello stomaco, perdita dell’appetito, ittero
  • minzione dolorosa o difficoltosa
  • agitazione, allucinazioni, febbre, battito cardiaco accelerato, riflessi iperattivi, nausea, vomito, diarrea, perdita della coordinazione, svenimenti

Avvertenze

Non assumere nortriptilina in caso di infarto recente, somministrazione di blu di metilene o nei 14 giorni precedenti ad un trattamento con MAO inibitori.

Da evitare anche l’assunzione contemporanea di alcolici, di pompelmo e del suo succo.

L’efficacia del farmaco non è immediata. Si consiglia di non interrompere il farmaco senza consultare il proprio medico, per non incorrere in crisi d’astinenza.

Prima di assumerla è invece importante informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali (in particolare ad altri antidepressivi), ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare sonniferi, narcotici, miorilassanti, medicinali contro ansia o depressione, anticonvulsivanti e SSRI (anche se assunti nelle 5 settimane precedenti)
  • se si soffre (o si ha sofferto) di malattie cardiache, convulsioni, disturbo bipolare, schizofrenia o altre malattie mentali, patologie epatiche, problemi alla tiroide, diabete, glaucoma ad angolo stretto o problemi di minzione
  • in caso di infarto o ictus
  • di casi, in famiglia, di morte improvvisa associata a un’anomalia del ritmo cardiaco
  • in caso di gravidanza o allattamento

È bene informare medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di nortriptilina.

Occhiata

Occhiata

 

Che cos’è l’occhiata?

L’occhiata (Oblada melanura) è un pesce di acqua salata che appartiene alla Famiglia degli Sparidi (la stessa Famiglia a cui appartiene il sarago, al quale risulta essere molto simile anche nell’aspetto). Il suo nome deriva dai suoi grandi occhi che arrivano a occupare circa la metà dell’intero muso. Vive nel mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico orientale e spesso si trova anche nelle acque del mar Nero. Vive principalmente su fondali rocciosi ed erbosi, non oltre i 40 metri di profondità. Si sposta in grandi branchi.

Presenta un profilo ellittico, un corpo allungato e schiacciato lateralmente, ricoperto da squame grigio-argentee. Può avere una lunghezza di 20-25 centimetri; il peso di un esemplare adulto si aggira intorno al chilo. Ha delle carni pregiate che vengono consumate perlopiù alla griglia.

 

Che proprietà nutrizionali ha l’occhiata?

100 grammi di occhiata apportano 117 Calorie suddivise in 65% di proteine, 29% di lipidi, 6% di carboidrati

In particolare 100 grammi di occhiata contengono:

77 g di acqua

19 g di proteine

3,7 g di lipidi

48 mg di colesterolo

2 g di carboidrati disponibili

2 g di zuccheri solubili

427 mg di potassio

4,2 mg di ferro

32 mg di calcio

17 mg di magnesio

1,4 mg di zinco

0,6 mg di rame

16,5 µg di selenio

 

Possibili effetti collaterali dell’occhiata

A oggi non esiste evidenza di eventuali interazioni tra il consumo di occhiata e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Stagionalità dell’occhiata

In Italia l’occhiata si trova lungo le coste durante tutto l’anno. Viene pescata soprattutto in Sicilia e nel basso Adriatico.

 

Possibili benefici e controindicazioni dell’occhiata

Le carni dell’occhiata sono molto pregiate, soprattutto per la grande quantità di proteine dall’alto valore biologico e una bassa percentuale di grassi e carboidrati. L’elevato contenuto di potassio (minerale necessario all’organismo umano per mantenere il bilancio idrico e la pressione sanguigna nella norma, per regolare l’eccitabilità neuromuscolare e la ritmicità del cuore) e di ferro (indispensabile per una corretta ossigenazione di tutti i tessuti dell’organismo) caratterizzano questo pesce dal punto di vista del contenuto minerale, insieme soprattutto al calcio e al magnesio. Il sapore dell’occhiata è molto delicato, simile a quello di orata e sarago.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Occlusione percutanea dell’auricola sinistra

Occlusione percutanea dell’auricola sinistra

 

Strategia terapeutica mirata all’occlusione dell’auricola sinistra, dove più frequentemente ha sede l’insorgenza di trombi. Questi determinano uno stroke ischemico in pazienti colpiti da fibrillazione atriale.

 

Che cos’è l’occlusione percutanea dell’auricola sinistra?

Una delle complicanze più temibili della fibrillazione atriale è lo stroke ischemico, in special modo quando manca un’adeguata scoagulazione. In questi casi si deve ricercare la causa negli eventi trombo embolici secondari alla stasi del sangue all’interno della cavità atriale di sinistra che facilita l’aggregazione piastrinica e la formazione di trombi che possono distaccarsi dalle pareti e penetrare il circolo arterioso. All’interno dell’atrio di sinistra esiste un recesso anatomico, chiamato auricola, all’interno della quale la stasi ematica viene particolarmente favorita e che pertanto rappresenta frequente sede di origine di trombi.  Uno dei principali motivi per cui, all’interno delle linee guida di gestione della fibrillazione atriale, è raccomandata la scoagulazione è la prevenzione dello stroke ischemico. Nella maggior parte dei pazienti, la scoagulazione si ottiene mediante la somministrazione di anticoagulanti orali (es. warfarin, acenocumarolo).

Tuttavia è possibile che la gestione di questa terapia presenti delle difficoltà, poiché l’effetto dei farmaci è prevedibile solo parzialmente, per cui deve essere costantemente monitorato effettuando esami del sangue frequenti e periodici e individualizzando la dose per ogni singolo paziente fino a trovare la posologia adatta per ottenere un adeguato regime di scoagulazione. Inoltre, ci può essere l’interazione tra diversi altri farmaci e cibi a vari livelli del metabolismo degli anticoagulanti orali, determinandone fluttuazioni dei livelli ematici e di conseguenza variazioni di efficacia (eccesso di scoagulazione o, viceversa, insufficiente scoagulazione).

Nei pazienti molto anziani, poi, la gestione della terapia anticoagulante può risultare particolarmente complessa, anche a causa del rischio di sanguinamento che, spesso, risulta essere molto maggiore rispetto a quello ischemico.

 

Sono stati compiuti molti sforzi fatti alla ricerca di diverse strategie terapeutiche alla luce di queste limitazioni della terapia anticoagulante orale. Una di queste, molto promettente, riguarda l’occlusione transcatetere dell’auricola di sinistra, dove più frequente ha sede l’insorgenza di trombi.

 

Come funziona l’occlusione percutanea dell’auricola sinistra?

Questa procedura si realizza introducendo occlusori meccanici per via venosa, facendoli passare attraverso il setto interatriale (tramite puntura transettale) e andando quindi a occludere l’auricola di sinistra. I pazienti che devono sottoporsi a questo tipo di procedura vengono valutati mediante ecocardiografia per ottenere precise misurazioni della grandezza dell’auricola (in modo tale da guidare la scelta del miglior device da utilizzare per l’occlusione) e vengono pretrattati (a partire da 48 ore prima della procedura) con farmaci antiaggreganti (acido acetilsalicilico e clopidogrel) e antibiotici.

 

 

pre        post

 

Come avviene la procedura?

occl1Mentre l’intervento viene eseguito, in considerazione del fatto che gran parte delle manovre avviene all’interno delle sezioni di sinistra del cuore, viene mantenuto un adeguato regime di scoagulazione con eparina endovena. Una volta terminata la procedura, tutti i pazienti vengono mantenuti in terapia cronica con acido acetilsalicilico, a meno che non ci siano controindicazioni specifiche. Il follow up successivo avviene con esami ecocardiografici periodici.

La procedura viene eseguita in regime di ricovero e solitamente ha una durata di non meno di 2 ore.

 

L’occlusione percutanea dell’auricola sinistra è dolorosa o pericolosa?

Essendo condotta in sedazione profonda con assistenza anestesiologica la procedura non risulta essere dolorosa. Le probabilità di un rischio di eventi trombotici cerebrali secondario all’inserzione di materiale estraneo nelle sezioni di sinistra del cuore sono pochissime.

 

occl2Chi può sottoporsi al trattamento?

Tutti i pazienti che non possono assumere terapia anticoagulante a causa di controindicazioni (sanguinamenti pregressi o in atto, ipersensibilità ai componenti) o difficoltà nel gestire la terapia e tutti coloro che hanno avuto eventi tromboembolici nonostante terapia anticoagulante ottimale.

 

Follow-up

In assenza di complicanze il paziente viene dimesso il giorno successivo. Nei successivi controlli viene effettuata una valutazione con ecocardiogramma transesofageo dopo 4-6 mesi dall’impianto e una successiva visita clinica.