Le tiroiditi sono processi infiammatori tiroidei che si manifestano o su una base infettiva, con una forma acuta (suppurativa) e una forma subacuta (tiroidite subacuta dolente di De Quervain) o su base autoimmune (Tiroidite subacuta silente o post-partum e Tiroidite di Hashimoto).
Le tiroiditi suppurative sono rare, dovute ad infezioni della tiroide da parte di germi piogeni provenienti da focolai settici vicini o lontani alla tiroide, con una sintomatologia caratterizzata dalla frequente formazione di una raccolta ascessuale, con dolore nella regione anteriore del collo, dolore alla deglutizione, febbre e malessere generale.
Dal punto di vista terapeutico, si giova della terapia antibiotica mirata e del drenaggio chirurgico di eventuali raccolte purulente.
La tiroidite subacuta di De Quervain è una forma granulomatosa di origine più frequentemente virale. La distruzione del tessuto tiroideo provoca il passaggio di una certa quantità di ormoni tiroidei, contenuti nei follicoli, nel torrente ematico
determinando un lieve quadro iniziale di tireotossicosi (cardiopalmo, irritabilità, facile stancabilità), e dolore irradiato verso l’alto all’orecchio, alla mandibola ed alla nuca.
La tiroide risulta aumentata di dimensioni in toto o parzialmente.
Terapia
La terapia prevede l’utilizzo di cortisonici o antinfiammatori non steroidei ed in alcuni casi di beta-bloccanti per la coesistente tireotossicosi.
Cause
Tra le cause più frequenti di ipotiroidismo e ipertiroidismo si annoverano le cosiddette tiroiditi autoimmuni, di cui fa parte la tiroidite subacuta silente, detta anche post-partum, perché si manifesta dopo una gravidanza, con possibile espressione clinica successiva di tireotossicosi (generalmente transitoria) e/o di ipotiroidismo successivo e la tiroidite di Hashimoto.
Quest’ultima è la forma più frequente di tiroidite autoimmune: esistono
infatti degli anticorpi contro determinati antigeni tiroidei (tireoglobulina, tireoperossidasi, recettore per il TSH) e la tiroide presenta un’intensa infiltrazione da parte di linfociti tale da meritarle il nome di “tiroidite cronica linfocitaria”.
Questo processo autoimmune ha caratteristiche di familiarità in quanto si ritrovano anticorpi antitiroide in più del 50% dei familiari di pazienti affetti da questa patologia. Clinicamente, i pazienti con Hashimoto possono presentare una tiroide aumentata di dimensioni, oppure piccola e fibrosa con o senza sintomi di ipotiroidismo.
La diagnosi si avvale, oltre che dei dosaggi anticorpali, anche delle comuni metodiche strumentali (ecografia ed eventuale esame citologico).
Terapia
La terapia è essenzialmente rivolta a correggere l’eventuale ipotiroidismo, ma, nella maggior parte dei casi, queste tiroiditi, presenti nel 10-20% della popolazione, non provocano alterazioni funzionali tiroidee (tiroiditi asintomatiche) e, come tali, non vanno trattate.