E' una metodica esplorativa del tubo digerente che permette di studiare oltre alle patologie dell’apparato digerente, anche quelle del torace, delle vie biliari e del pancreas; essa associa l’immagine endoscopica ottenuta con sonde flessibili e la visione ecografica prodotta da un ecografo miniaturizzato collocato sulla punta dello strumento.
Come si svolge l'esame?
Dalla bocca o dal retto viene introdotta all’interno del corpo una sonda con un ecografo miniaturizzato incorporato alla punta. L’ecografo emette ultrasuoni a frequenze molto alte, che penetrano poco nei tessuti, ma consentono di vedere nel dettaglio le pareti di esofago, stomaco, duodeno e retto, oltre a tutto quello che sta subito al di là delle pareti.
In presenza di quali patologie viene utilizzata?
L’utilizzo principale è la stadiazione dei tumori maligni del tubo digerente o degli organi circostanti; essa permette la localizzazione e visualizzazione di lesioni benigne della parete esofagea, gastrica, duodenale, intestinale o delle vie biliopancreatiche. Allo stesso modo, l’ecoendoscopio può essere utilizzato per risolvere dubbi diagnostici a carico di strutture situate in prossimità del tubo digerente. Nei casi in cui sia necessario definire la natura delle lesioni, è possibile prelevare piccoli campioni di tessuto per mezzo di un sottile ago “pilotato” dall’ecografo miniaturizzato. Le cellule così raccolte vengono successivamente esaminate al microscopio per raggiungere una diagnosi precisa.